Stati Uniti – Nella Giornata Mondiale contro il Lavoro Minorile, “Salesian Missions” evidenzia i programmi che contrastano il lavoro dei minori

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – New Rochelle) – “Salesian Missions”, la Procura Missionaria salesiana con sede a New Rochelle, negli Stati Uniti, si unisce alle organizzazioni umanitarie e alla comunità internazionale per onorare la Giornata Mondiale contro il Lavoro Minorile. La giornata si celebra il 12 giugno di ogni anno fin dal 2002 e richiama l’attenzione sulla portata globale del lavoro minorile e sulle azioni e gli sforzi necessari per eliminarlo. Il tema scelto per quest’anno è: “Manteniamo i nostri impegni, poniamo fine al lavoro minorile!”.

La Giornata mondiale di quest’anno si concentrerà sulla celebrazione del 25º anniversario dell’adozione della Convenzione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) n° 182 sulle forme peggiori di lavoro minorile (1999), che, nel 2020, è stata la prima Convenzione dell’OIL ad essere ratificata universalmente.

Il lavoro minorile è associato a un livello di istruzione inferiore e, successivamente, a lavori che non soddisfano i criteri fondamentali del lavoro dignitoso. Coloro che abbandonano presto la scuola hanno meno probabilità di assicurarsi un lavoro stabile e sono maggiormente a rischio di disoccupazione cronica e povertà. Molti di coloro che abbandonano prematuramente la scuola, in particolare tra i 15 e i 17 anni, sono inoltre coinvolti in lavori pericolosi e classificati come le peggiori forme di lavoro minorile.

“I programmi salesiani salvano i bambini dallo sfruttamento lavorativo, assicurano che siano soddisfatti i loro bisogni primari e che siano iscritti a scuola. Sosteniamo questi sforzi fornendo finanziamenti per borse di studio e garantendo che le scuole salesiane abbiano ciò di cui hanno bisogno per fornire un’educazione di alta qualità ai giovani poveri”, ha affermato don Michael Conway, Direttore di “Salesian Missions”.

In onore della Giornata Mondiale contro il Lavoro Minorile 2024, “Salesian Missions” è orgogliosa di evidenziare i programmi salesiani in tutto il mondo che aiutano a eliminare il lavoro minorile attraverso un’educazione di qualità.

Si tratta di programmi come quello condotto in Bolivia, dove gli studenti che frequentano il Centro “Madre Cándida”, situato a Santa Cruz, possono disporre di nuove attrezzature informatiche grazie al finanziamento dei benefattori di “Salesian Missions”. Il finanziamento ha reso possibile l’acquisto di 14 nuovi computer per migliorare il laboratorio informatico, che disponeva di attrezzature ormai obsolete.

Grazie alla donazione, gli studenti ora si sentono più a loro agio in classe e lavorano con strumenti che li aiutano a prepararsi per il mercato del lavoro. Sono in totale 125 i ragazzi che accedono alla formazione tecnica offerta dal centro.

Un salesiano racconta: “I nostri studenti provengono da famiglie a basso reddito dei comuni di Yapacaní, nella Provincia di Ichilo. Non hanno risorse sufficienti per entrare all’università o per spostarsi in città, motivo per cui scelgono d conseguire una laurea tecnica vicino alle loro comunità. Speriamo, con questi nuovi computer, di poter aumentare anche le iscrizioni al corso di informatica”.

Il documentario “Canillitas” prodotto dalla Procura Missionaria salesiana di Madrid, “Misiones Salesianas”, dà voce agli oltre 340mila minori della Repubblica Domenicana vittime di sfruttamento.

Il titolo del documentario, ha spiegato a Vatican News il produttore, Alberto López Herrero, deriva dalla parola “canillitas”, appellativo con il quale vengono chiamati i bambini che provano a guadagnarsi da vivere per loro e le loro famiglie, muovendo “las canillas”, ovvero le gambe, in molti Paesi latino-americani. “Noi realizziamo un documentario ogni due anni – prosegue López – ambientato in un Paese diverso del mondo per informare, denunciare e sensibilizzare su un particolare diritto violato dell’infanzia. Questa parola ha anche dato il nome al primo progetto salesiano avviato nella Repubblica Domenicana che a breve compirà 38 anni, ‘Canillitas con Don Bosco’”.

I salesiani hanno anche notano che la migrazione interna in India, diretta alla regione del Maharashtra, è elevata e che i bisogni dei bambini vengono spesso trascurati. I migranti costituiscono la principale forza lavoro in diversi settori, tra cui l’edilizia, l’ospitalità, l’industria manifatturiera e i trasporti, occupando ruoli che vanno dagli operai ai lavoratori domestici, agli autisti e alle guardie di sicurezza.

L’educazione, l’assistenza sanitaria e l’integrazione sociale diventano ostacoli per i giovani migranti. La natura transitoria della vita dei migranti erige barriere all’istruzione, costringendo i giovani a districarsi in un labirinto di iscrizioni scolastiche in mezzo a frequenti trasferimenti, spesso destabilizzando il loro percorso educativo.

Per questo, grazie ai finanziamenti di “Salesian Missions”, i Figli di Don Bosco, in collaborazione con l’ONG “Bosco Vikas Gramin Kendra”, sono impegnati a sostenere le attività educative e di sviluppo con i bambini delle comunità immigrate nella regione del Maharashtra Centrale.

Fonte: Salesian Missions

 

Concluso il Corso Sorgente per i missionari ultrasettantenni: testimonianze di vita dai salesiani anziani

A cura di ANS.

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Dopo tre settimane intense di condivisione e confronto è terminato, sabato 25 maggio 2024, il “Corso Sorgente” per i missionari ad gentes “over 70”, un’esperienza proposta dal Settore per le Missioni Salesiane ai Figli di Don Bosco di età avanzata e lunga esperienza missionaria, affinché potessero tornare alla sorgente della propria vocazione missionaria salesiana.

Il corso è cominciato a Roma nella comunità “Zeffirino Namuncurà”, dove i missionari hanno avuto momenti formativi con diverse tematiche seguendo i tre nuclei: Antropologico/Culturale, Teologico/Missiologico e Carismatico Salesiano.

L’esperienza formativa, dopo la sosta a Roma, è proseguita con i pellegrinaggi a Mornese, la terra di Santa Maria Domenica Mazzarello, e ad Annecy, quella di San Francesco di Sales, per poi concludersi sulle orme di Don Bosco al Colle Don Bosco e a Torino-Valdocco, con la partecipazione ai momenti mariani in occasione della Festa di Maria Ausiliatrice.

Durante il corso, i partecipanti hanno avuto anche un tempo specifico chiamato: “condivisone della mia vita vissuta in missione”. In questi momenti hanno potuto raccontare la propria vocazione missionaria, le sfide vissute e come hanno superato le difficoltà nei primi anni di missione, concludendo con qualche consiglio offerto ai compagni e con alcune raccomandazioni per i nuovi missionari, basate sull’esperienza di vita di 30, 40 o 50 anni in missione.

Tutti i momenti del corso hanno tenuto presente questi obiettivi: confrontarsi con le proprie esperienze di vita maturate in missione per comprendere l’anzianità e vivere meglio l’incontro con sé, con gli altri e con il Dio; approfondire la propria identità carismatica come missionario salesiano per fare il bilancio della vita in missione con le sofferenze, il superamento delle difficoltà e le gioie; condividere la vita vissuta e l’esperienza di missione nell’anzianità.

Al termine dell’esperienza tutti i partecipanti hanno manifestato la loro soddisfazione per quanto vissuto insieme.

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La testimonianza di don Alfredo Boldori

Al “Corso Sorgente” organizzato dal Settore per le Missioni Salesiane per i Figli di Don Bosco di età avanzata e lunga esperienza missionaria, un momento centrale è stato quello denominato “condivisone della mia vita vissuta in missione”, nel quale tutti i partecipanti hanno potuto di volta in volta raccontare la propria vocazione missionaria, le sfide vissute e gli insegnamenti appresi nei loro 30, 40 o 50 anni in missione. Per condividere con tutta la Famiglia Salesiana queste preziose testimonianze, ANS presenta le testimonianze di questi salesiani “maggiori”, quali spunti e modelli anche per l’oggi della Congregazione. Si comincia, dunque, con don Alfredo Boldori, 75enne italiano, originario della provincia di Cremona, ma attivo da tanti anni nell’Ispettoria di Brasile-Recife (BRE).

“In un primo momento sono andato a lavorare nelle favelas, e dopo lo studio della Teologia ho fatto esperienza in oratorio”

ha esordito don Boldori nel raccontare la sua esperienza di vita salesiana missionaria.

Dopo una prima tappa aIl’oratorio di Jaboatão dos Guararapes, venne inviato alle scuole professionali, prestando servizio anche in quella di Bongi, “che era un punto di riferimento” per la città, anche se oggi non è più attiva.

“All’epoca c’erano più di 800 allievi che frequentavano i corsi di Meccanica, Grafica, Falegnameria, Panificazione…”

ha ricordato don Boldori.

“Dopo questo periodo – ha proseguito – ho vissuto 17 anni a Natal-Gramoré. Non c’era niente. Noi abbiamo cominciato i corsi, iniziando con quelli di panetteria”. Questi 17 anni sono stati interrotti per fare, tra il 1995 e il 1998, da Economo Ispettoriale. Un periodo non privo di sfide, perché l’Ispettore dell’epoca, don Valerio Breda, venne nominato vescovo e don Boldori sperimentò le difficoltà della solitudine e quasi “un senso di abbandono”.

Al tempo stesso, don Boldori non ha mai tralasciato il suo impegno tradizionale come sacerdote: “Ho una vasta esperienza di lavori pastorali” può dire oggi, senza peccare di superbia. E proprio grazie a questo servizio il missionario ha anche recuperato energie e sicurezze.

“Attualmente l’Ispettore mi ha mandato a Juazeiro do Norte, come confessore. Sono otto ore al giorno di Confessioni, all’80% da parte di giovani. Non immaginavo che sarebbe stato tanto bella l’esperienza in Juazeiro do Norte”.

E confida: “Ero distrutto, però adesso mi sono ricuperato grazie alle Confessioni”.

Juazeiro è un’opera ricca di attività. Ci sono l’istitutoSão João Bosco”, l’“Horto do Padre Cícero”, la parrocchia “Sagrado Coração de Jesus”, la radio “FM Padre Cícero”, la Casa Museo di Padre Cícero, la casa di formazione, ben 12 oratori, il Movimento Giovanile Salesiano e i gruppi dell’Associazione di Maria Ausiliatrice e dei Salesiani Cooperatori.

Proprio la figura di Padre Cícero Romão Batista (1844-1934), cui è stata recentemente assegnata la qualifica postuma di Salesiano Cooperatore, è un elemento centrale per le attività dell’opera. Infatti, ogni anno essa accoglie oltre un milione di pellegrini che raggiungono il santuario a lui dedicato, ricordando e omaggiando questo sacerdote che in vita fu quasi scomunicato, ma per cui ora è stata avviata la causa di beatificazione e canonizzazione.

“Anche lui, come Don Bosco, ebbe dei sogni/visioni e si dedicò ad evangelizzare il popolo attraverso l’adorazione eucaristica, la Confessione e l’intronizzazione dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria – racconta con fervore don Boldori –.

Inoltre, era attento al sociale: chiedeva alla gente di piantare alberi, di fare cisterne per raccogliere le acque piovane, di accogliere tutti i pellegrini… E quando giunse la guerra lì, aiutò a liberare la città. Poi, dato che voleva vedere crescere la città con l’educazione, chiese che i salesiani venissero a Juazeiro per educare i giovani”.

In conclusione, il salesiano ha anche consegnato un insegnamento molto significativo, specialmente per il Settore per le Missioni:

“Tante volte non è facile: quando si arriva in un contesto straniero ci si può sentire spaesati, avere la tentazione di lasciare e si può anche perdere la vocazione. Per questo bisogna fare una preparazione speciale”.


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Un “Advisory Team” per i Musei Missionari Salesiani

Dall’agenzia ANS.

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Dopo l’incontro avvenuto al Colle Don Bosco dal 18 al 22 gennaio 2024 sui Musei Missionari Salesiani, organizzato dal Settore per le Missioni Salesiane, si è pensato di istituire una commissione incaricata di animare tali musei in tutto il mondo.

Tale gruppo è stato denominato “Advisory Team dei Musei Missionari Salesiani”.

Il gruppo è formato da: Ana Martín García (Circoscrizione Speciale Piemonte e Valle d’Aosta – ICP); Dirceu Mauricio Van Lonkhuizjen (Ispettoria di Brasile-Campo Grande – BCG); Letizia Pecetto (ICP); Nataly Orbe Ortiz (Ispettoria dell’Ecuador – ECU); Mariano García Borreguero (Ispettoria di Spagna – San Giacomo Maggiore – SSM) e don Reginaldo Cordeiro, come referente del Settore per le Missioni.

Lo scopo di questo gruppo è assistere il referente del Settore per le Missioni nel coordinamento e nell’animazione dei Musei Missionari Salesiani, con questi obiettivi:

  • Mantenere il legame con il Settore per le Missioni e creare opportunità, spazi e processi in cui la collaborazione, il lavoro in rete e la condivisione di buone pratiche sviluppino e rafforzino il Museo Missionario Salesiano;
  • Promuovere e assistere la formazione dei Direttori dei Musei Missionari Salesiani, indicando loro le opportunità disponibili per la formazione professionale del loro personale;
  • Sostenere e accompagnare i Direttori dei Musei Missionari Salesiani tenendo conto degli statuti vigenti, degli approcci, delle culture e dei contesti dei Paesi in cui operano.

Il primo incontro di questo gruppo si è realizzato, in modalità digitale, giovedì 11 aprile 2024, per curare la programmazione e definire il calendario di incontri e di lavoro di animazione per quanti operano nei musei dei diversi contesti delle Ispettorie.

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Un viaggio di servizio: riflessioni sul Volontariato Missionario Salesiano e sul rafforzamento comunitario

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Il Volontariato Missionario Salesiano continua a fiorire, con i suoi partecipanti profondamente impegnati in dibattiti e confronti su argomenti determinanti e con progetti per rafforzare l’impatto dei programmi. Nell’ultimo incontro realizzato all’Università Pontificia Salesiana di Roma, dal 5 al 9 marzo 2024, i partecipanti hanno approfondito temi essenziali come l’identità, la formazione, l’accompagnamento e la creazione di reti.

Durante il terzo giorno del raduno, l’attenzione si è concentrata sul concetto fondamentale di accompagnamento. Riconoscendo l’importanza di sostenere tutti gli attori coinvolti nel programma, compresi i volontari, i coordinatori e le comunità beneficiarie, i partecipanti hanno esplorato il significato di essere presenti e attenti ai bisogni degli altri. La presentazione di un membro del Settore per la Formazione della Congregazione ha messo in luce la necessità di rimanere aperti all’ascolto, riconoscendo che i punti ciechi della percezione possono ostacolare un efficace accompagnamento.

Nella sessione pomeridiana, l’attenzione si è spostata sulla proposta del Comitato Consultivo sul Volontariato Missionario Salesiano di creare una piattaforma di rete. L’iniziativa mira a concentrare le informazioni sulle comunità e sui volontari, facilitando la comunicazione e il coordinamento. I riscontri incoraggianti da parte dei partecipanti hanno indicato un forte impegno a sviluppare questa piattaforma come strumento per migliorare l’efficacia del Volontariato Missionario Salesiano.

La quarta e ultima giornata è stata l’occasione per riflettere sui lavori del raduno e immaginare la crescita futura del programma. Il Comitato Consultivo si occuperà ora del compito cruciale di valutare i risultati e di delineare passi chiari per far progredire il programma. “All’orizzonte si prospettano sviluppi entusiasmanti e vi invitiamo a rimanere sintonizzati per i prossimi aggiornamenti” affermano dal Comitato.

L’incontro è culminato con una Messa speciale presieduta da don Alfred Maravilla, Consigliere Generale per le Missioni, che ha sottolineato il significato dell’altruismo nel servizio agli altri. I partecipanti sono stati infine premiati con la Croce del Volontario Missionario Salesiano, simbolo della loro dedizione alla promozione ai programmi di volontariato a livello globale.

Mentre il Volontariato Missionario Salesiano continua a prosperare, alimentato dalla collaborazione, dalla riflessione e dall’impegno comune al servizio, il suo impatto promette di risuonare ancora in molti modi e per molto tempo. E il congresso di Roma è servito a riaffermare la volontà di tutti di fare una differenza significativa nelle comunità di tutto il mondo.

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Vaticano – Il Concerto di Natale in Vaticano 2023 a sostegno del centro “Don Bosco Fambul” di Freetown

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Città del Vaticano) – Registrato sabato 16 dicembre 2023 all’Auditorium della Conciliazione, il Concerto di Natale in Vaticano andrà in onda lunedì 25 dicembre su Canale 5 in prima serata. Gli artisti, presentati da Federica Panicucci, hanno lanciato l’appello a sostenere un progetto della Procura Missionaria salesiana “Missioni Don Bosco” di Torino che offre alle ragazze che vivono in strada a Freetown, in Sierra Leone, un percorso educativo di recupero e di reinserimento sociale.

La manifestazione canora ha visto esibirsi sul palco dell’Auditorium della Conciliazione grandi artisti nazionali e internazionali, da Al Bano e Orietta Berti a Joss Stone Christopher Stone, passando per Riccardo Cocciante, Alex Britti, Alexia e tante altre voci melodiose e virtuosi suonatori, senza dimenticare la presenza sempre suggestiva e trascinante dei due cori: il “Virginia State Gospel Choir” e il Piccolo Coro “Le dolci note”.

Durante la manifestazione è stato continuamente richiamato il fine benefico dell’iniziativa, che sarà possibile continuare a sostenere fino al 3 gennaio, donando con sms o chiamata da rete fissa al numero solidale 45594.

La sede beneficiaria del progetto di solidarietà legato al Concerto di Natale quest’anno è la Sierra Leone, uno dei Paesi africani più poveri al mondo, dove il 38% dei bambini soffre di malnutrizione cronica. Una condizione disperata che minaccia ogni giorno la loro salute e la loro stessa sopravvivenza. Miseria, vulnerabilità e mancanza di fonti di reddito per le famiglie sono solo alcuni dei fattori scatenanti di questa piaga che colpisce i più piccoli e i più fragili, ai quali si aggiungono le gravi conseguenze di 11 anni di una sanguinosa guerra interna, di disastri naturali, come inondazioni, smottamenti o incendi, e della tragica epidemia di Ebola, che hanno avuto un impatto terribile sulla popolazione di questa terra.

Nel Paese i Salesiani di Don Bosco operano in tre comunità: Bo, dove si dedicano a progetti agricoli e pastorali; Lungi, dove gestiscono diverse scuole; e Freetown, dove sono divisi in due presenze e si occupano della parrocchia, della scuola, del centro giovanile e del “Don Bosco Fambul”.

Il loro impegno è volto allo sviluppo sociale e umano dei giovani, professionalizzandoli attraverso il lavoro per fronteggiare le situazioni di maggiore vulnerabilità. L’obiettivo è educare i giovani e dare loro un’autonomia, indirizzandoli verso un percorso di vita e di crescita come cittadini produttivi.

Nel 2016 il centro “Don Bosco Fambul” ha attivato il programma “Girls Shelter” (Rifugio per Ragazze) attraverso la costruzione e l’avvio di un rifugio temporaneo per le ragazze di età compresa tra i 9 e i 17 anni vittime di sfruttamento sessuale. Il progetto offre un ambiente sicuro e accogliente volto a proteggere, riabilitare e reintegrare le ragazze nella società, utilizzando un approccio olistico per rispondere alle loro esigenze fisiche, psicologiche, spirituali, morali e sociali.

L’obiettivo è proteggere, riabilitare e reintegrare le ragazze fuori da contesti di prostituzione. Dalla sua fondazione nel 2016, “Girls Shelter” ha riunito con successo oltre 550 ragazze alle loro famiglie e ha fornito loro opportunità educative (formali e informali) e sostegno. I risultati sono stati eccellenti poiché pochissime ragazze sono tornate in strada.

Ad indirizzare le ragazze al “Don Bosco Girls Shelter” sono un’apposita linea telefonica – la Don Bosco Child Line 323, il dipartimento gemello “Don Bosco Mobil” e i principali partner istituzionali: il Ministero del Welfare Sociale, il Ministero degli Affari di Genere e dell’Infanzia, l’Unità di Supporto alle Famiglie della Polizia della Sierra Leone. Inoltre, gli assistenti sociali del programma visitano i luoghi dove la prostituzione è più diffusa, avvicinano le ragazze, conquistano la loro fiducia e, presentando loro un’opportunità di vita differente, le invitano a raggiungere il rifugio.

Grazie alla solidarietà promossa dal “Concerto di Natale in Vaticano 2023” i salesiani intendo accrescere il numero delle ragazze assistite: se nel 2020 sono state 36 e nel 2021 invece 115, per l’anno prossimo l’obiettivo è aiutare 180 giovani, potenziando le seguenti attività: individuazione e accoglienza delle ragazze abusate; riabilitazione attraverso un percorso di guarigione fisica, emotiva e psicologica e un accompagnamento che integra vitto, alloggio e formazione al lavoro; e infine, rintracciamento e ricongiungimento famigliare, per il pieno reinserimento sociale delle giovani. Inoltre, verranno sviluppati anche gli ambiti del sostegno legale in favore delle minori e dei loro diritti violati, e il lavoro in rete, per rendere il supporto alle giovani il più efficace possibile.

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Appello Missionario 2024 del Rettor Maggiore

Si riporta di seguito l’Appello Missionario per il 2024 del Rettor Maggiore, Card. Ángel Fernández Artime.

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Torino Valdocco, 18 dicembre 2023

Carissimi confratelli,
Un saluto fraterno dalla nostra Casa Madre a Valdocco.

Come ormai tradizione da alcuni anni, oggi, 18 dicembre, nel giorno in cui nel 1859 Don Bosco fondo la nostra “Pia Società di San Francesco di Sales”, é una bella occasione per sottolineare lo spirito missionario come elemento essenziale del carisma di Don Bosco, inviandovi il mio appello missionario annuale.

Nel 2024 celebreremo il secondo centenario del sogno dei nove anni di Giovannino Bosco. Don Pietro Stella diceva che è il sogno che “condizionò tutto il modo di vivere e di pensare di Don Bosco”. Per noi oggi seguire la riflessione sul sogno dei nove anni di Don Bosco richiede di sottolineare la sua fiducia nella Provvidenza: «A suo tempo tutto comprenderai».

Il sogno dei nove anni ci insegna che Dio parla in tanti modi, opera grandi cose con “strumenti semplici”, anche nel profondo del nostro cuore, attraverso i sentimenti che si muovono dentro di noi. Oggi il sogno di nove anni continua a farci sognare e a invitarci a pensare chi siamo e per chi siamo.

E interessante notare che nel quinto sogno missionario, che ha avuto luogo mentre era in visita ai confratelli a Barcellona nella notte tra il 9 e il 10 aprile 1886, Don Bosco ha visto un profondo legame con il suo sogno dei nove anni. Nel suo quinto ed ultimo sogno missionario vide una grande folla di ragazzi che correvano verso di lui gridando: “Ti stavamo aspettando. Ti abbiamo aspettato cosi a lungo. Ora finalmente sei qui. Sei tra noi e non ci sfuggirai!

La pastorella che conduceva un immenso gregge di agnelli lo aiutò a comprenderne il significato chiedendogli: “Ti ricordi il sogno che hai fatto quando avevi dieci anni?”, poi ha tracciato una linea da Valparaíso a Pechino per sottolineare l’immenso numero di giovani che attendono i salesiani.

Effettivamente, oggi in tutti i continenti ci sono giovani che hanno bisogno di essere trasformati da “lupi” in “agnelli”. Oggi Don Bosco ha bisogno dei Salesiani che si rendono disponibile come “strumenti semplici” per realizzare il suo sogno missionario.

Con questa lettera faccio appello ai confratelli che sentono nel profondo del loro cuore, attraverso i sentimenti che si muovono dentro di loro, la chiamata di Dio, dentro la nostra comune vocazione salesiana, a rendersi disponibili come missionari con un impegno per tutta la vita (ad
vitam), dovunque il Rettor Maggiore li invierà.

Al mio appello del 18 dicembre 2022 scorso 42 salesiani hanno risposto inviandomi la lettera della loro disponibilità missionaria. Dopo un attento discernimento, 24 sono stati scelti come membri della 154a spedizione missionaria di settembre scorso. Gli altri continuano il loro discernimento. Auspico che altrettanti, o anche di più, si mettano generosamente a disposizione quest’anno.

Invito gli Ispettori, con loro Delegati per l’animazione missionaria (DIAM), ad essere i primi ad aiutare i confratelli a facilitare il loro discernimento, invitandoli, dopo il dialogo personale, a mettersi a disposizione del Rettor Maggiore per rispondere ai bisogni missionari della Congregazione. Poi il Consigliere Generale per le Missioni, a nome mio, continuerà il discernimento che porterà alla scelta dei missionari per la 155a spedizione missionaria che si terrà, Dio volendo, domenica 29 settembre 2024, nella Basilica di Maria Ausiliatrice di Valdocco, come si e fatto sin dal tempo di Don Bosco.

Il dialogo con il Consigliere Generale per le Missioni e la riflessione condivisa all’interno del Consiglio Generale mi permette di precisare le urgenze individuate per il 2024, dove vorrei che un numero significativo di confratelli potesse essere inviato:

  • nelle nuove frontiere del continente africano: Botswana, Niger, Nordafrica, ecc…
  • nelle nuove presenze che inizieremo in Grecia e a Vanuatu;
  • in Albania, Romania, Germania, Slovenia e in altre frontiere del Progetto Europa;
  • in Azerbaijan, Nepal, Mongolia, Sudafrica e Yakutia;
  • nelle presenze con i popoli indigeni del continente americano.

Affido questo mio ultimo appello missionario all’intercessione della nostra Madre Immacolata e Ausiliatrice affinché noi salesiani manteniamo vivo l’ardore missionario di Don Bosco.

Vi saluto, cari confratelli, con vero affetto,

Card. Ángel Fernández Artime, SDB

Rettore Maggiore

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RMG – Giornata Missionaria Salesiana 2023: Gli indigeni come custodi del creato

Dal sito infoANS.

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Ultimo appuntamento nella rubrica degli 11 del mese dedicati alla Giornata Missionaria Salesiana 2023Cura del creato – la nostra missione”: don Gaudencio Campos, salesiano dell’Ispettoria brasiliana di Manaus (BMA), indigeno della tribù Dessano, ci regala una riflessione sul ruolo degli indigeni nella cura del Creato.

Nell’esperienza indigena, la natura è composta da animali, foreste, fiumi, uccelli, esseri umani, ecc. e contiene elementi fisici e spirituali, poiché tutto nasce dallo spirito creatore, considerato per gli popoli indigeni come il nonno dell’universo. Secondo, gli indigeni del popolo Dessano di Rio Negro, il nonno dell’universo ha creato il mondo in armonia e ha bisogno di essere mantenuto così dai suoi nipoti, che siamo noi. Pertanto, lo sforzo quotidiano è inteso a mantenere in ordine l’equilibrio, attraverso benedizioni o altre cure fondamentali in vista del bene della natura e dell’umanità.

La cura del creato è essenziale per mantenere il benessere e il futuro delle persone, poiché la natura fornisce tutto. È inconcepibile comprendere l’essere umano senza natura o estraneo alla creazione. C’è, nella comprensione indigena, una relazione sacra o spirituale, una vera simbiosi, perché tutto ciò che riguarda la natura riguarda anche l’umanità.

Ricordo che in passato e anche oggi, quando si lavora nei campi, gli uomini e le donne benedicono il luogo o il territorio, perché ritengono che quel luogo abbia una storia, quindi ha vita.

La salvezza di ciascuno passa anche attraverso la salvezza della natura o della creazione, e la custodia della casa comune come bene di tutti, non solo dei popoli indigeni, ma di tutte le umanità.

L’articolo integrale è disponibile sul libretto della GMS 2023, in italianoinglesespagnolofrancese e portoghese.

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Una storia che si scrive ancora: raduno dell’equipe di Animazione Missionaria a Genova

“Siamo parte di un sogno d’amore”. Un sogno che ha preso forma l’11 novembre 1875, prima spedizione missionaria Sdb, e il 14 novembre 1877, prima spedizione missionaria Fma, e che continua a scorrere e a scriversi nei suoi dettagli più particolari ancora oggi coinvolgendoci come famiglia salesiana tutta.

Lo scorso 10 e 11 novembre si è riunita a Genova Sampierdarena l’Equipe Nazionale di Animazione Missionaria, ovvero un gruppo di Sdb, Fma e giovani appartenenti alle varie realtà territoriali di Animazione Missionaria d’Italia per continuare una riflessione comunitaria, avviata lo scorso anno a Valdocco, in vista dell’anniversario dei 150 anni dalle prime spedizioni.

Durante la prima giornata abbiamo visitato gli ambienti del futuro Museo delle spedizioni missionarie (salesiane) che verrà realizzato all’interno dell’opera di Sampierdarena e poi ci siamo diretti verso il Museo delle Emigrazioni: una vera realtà di confronto con tante storie di uomini e donne che si sono trovati, per svariate ragioni, a partire e lasciare la propria casa. È stato bello ritrovare tra di loro anche figure della nostra famiglia: Artemide Zatti, Don Piperni (sdb) e suor Maddalena Inzaghi (fma). Una delle particolarità del museo è che si viene associati ad un passaporto per simulare dialoghi in lingua con persone di altri paesi. Sono anche presenti monitor per scoprire quale lavoro sarebbe stato affidato in determinate epoche in base al proprio genere e alla propria età. Davvero un museo toccante e che fa porre domande su tematiche sicuramente molto attuali.

Ci siamo poi spostati per un momento di riflessione e preghiera nella Chiesa di San Sisto, in cui don Bosco celebrò la sua prima Messa a Genova, nel 1857. Davvero un regalo della provvidenza. Qui abbiamo riletto le parole donate da don Bosco e Madre Mazzarello ai primi missionari e missionarie e ci siamo chiesti cosa possano dire a noi oggi. Dopo un cammino che ci ha condotti fino al porto antico, da cui salparono i primi missionari, in serata siamo rientrati a Sampierdarena dove ci aspettava la buonanotte di don Stefano Aspettati, ispettore dell’ICC e di sr Elide Degiovanni, ispettrice della ILS, che ci hanno incoraggiati alla gioia, all’affidamento e al riconoscerci tutti fratelli.

Il sabato mattina abbiamo riflettuto su alcuni cammini che potrebbero aiutare l’Italia salesiana a prepararsi al 150° anniversario delle prime spedizioni SDB e FMA. Quanto emerso, sarà condiviso con Delegati e Consigliere di PG e con Ispettori e Ispettrici per poter procedere all’avvio dei lavori.

È stata un’occasione di incontro bella, segno della presenza e della guida dello Spirito che siamo sicuri abbia illuminato le nostre riflessioni e che speriamo possano essere belle idee di condivisione e fraternità per tutto il territorio nazionale.

Sono stati giorni intensi e soprattutto intrisi dell’amore di quel sogno di cui siamo parte anche noi oggi come Italia salesiana.

Gaia Greco