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Italia – La cappella delle reliquie della Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino celebra 90 anni e li festeggia con una mostra sulla Sindone

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Torino) – Anche quest’anno, il 14 settembre, in occasione della festa liturgica dell’Esaltazione della Santa Croce e giorno dell’Inaugurazione della Cripta, il Santuario di Maria Ausiliatrice di Torino ha ospitato, nell’ambito della rassegna “Cultura in Basilica”, una serata dedicata alla Sindone, dal titolo “La Sindone: testimone di un grande amore”.

Dopo la presentazione di don Michele Viviano, Rettore della Basilica, il saluto del parroco della Cattedrale che custodisce la Sindone, don Silvio Cora, e l’introduzione della Prof.ssa Emanuela Marinelli, due sono stati i relatori della serata: Padre Rafael Pascual, professore ordinario di Filosofia presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma e Direttore del progetto “Othonia” di studi sulla Sacra Sindone, che ha trattato il tema “La Sindone e i Vangeli”; e il dr. Franco Serafini, cardiologo di Bologna, che ha parlato su “La Sindone e i miracoli eucaristici”.

Ha concluso la serata una riflessione del Prof. Bruno Barberis, per vent’anni la carica di Responsabile del Settore dell’Apostolato Biblico dell’Ufficio Catechistico Diocesano di Torino ed è attualmente membro della Commissione Pastorale dell’Ufficio Liturgico Diocesano e della Consulta per la pastorale scolastica.

Un pubblico numeroso ed interessato ha riempito la Basilica e, al termine, ha avuto la possibilità di visitare la Cappella delle Reliquie, a 90 anni esatta dalla sua inaugurazione (14 settembre 1934 – 2024), che conserva numerosissime reliquie, tra le quali un frammento della croce di Cristo (cm 17×10).

Fino alla fine di settembre nella Basilica di Maria Ausiliatrice saranno esposte una mostra sulla Sindone ed una sui miracoli eucaristici, entrambe dono della “Fondazione Carlo Acutis”.

Una seconda occasione per i giovani che hanno abbandonato gli studi, ecco i corsi dei Salesiani – Torino Oggi

Pubblichiamo l’articolo uscito su Torino Oggi.

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Il progetto “Spazio Labs” propone classi e progetti contro l’abbandono scolastico
per i ragazzi dai 16 ai 19 anni

salesiani provano a contrastare l’abbandono scolastico con “Spazio Labs”, una scuola per i ragazzi che faticano a frequentare un percorso classico. A Torino la dispersione scolastica ha raggiunto numeri preoccupanti, con gli studenti che lasciano gli studi che hanno raggiunto l’11,5% del totale, quando nel 2017 erano il 7,5%.

Spazio Labs partirà in autunno e mira a recuperare ragazzi che hanno abbandonato gli studi o che fanno fatica a seguire i percorsi tradizionali, ma che non sono ancora pronti per entrare nel mondo del lavoro. Il progetto è gestito dall’Agenzia Giovanile Salesiana per il Territorio (AGS) e propone classi e percorsi integrativi per ragazzi dai 16 ai 19 anni, in modo completamente gratuito grazie al finanziamento di Fondazione Tim.

Le proposte saranno 3, a partire dalla scuola parentale da 350 ore più 80/160 di tirocinio che fornirà la possibilità di avere certificato l’anno scolastico all’Istituto Edoardo Agnelli. L’obiettivo è formare due classi da circa 10/12 alunni, in modo da poter lavorare in modo più personalizzato coi ragazzi. Le altre due proposte sono un percorso integrativo per chi frequenta già un percorso scolastico, in modo da sostenere e accompagnare la normale frequenza, e corsi extrascolastici – come laboratori – per fornire formazione in specifici ambiti.

L’obiettivo – ha commentato Francesca Maurizio, project manager di AGS – è fornire una seconda occasione agli adolescenti che hanno abbandonato la scuola ma non sono pronti per il mondo del lavoro. Lavoriamo su tre parole chiave: supportare, potenziare le competenze e le soft skill, e contrastare la dispersione scolastica. L’equipe sarà formata da educatori, docenti, formatori, psicologi e professionisti aziendali“.

Abbiamo cercato di giocare sul limite tra quello che è un contesto scolastico e quello che potrebbe essere un peso per i ragazzi – ha spiegato Roberto, uno degli educatori di AGS – Per questo motivo è una scuola, perché si inserisce in un contesto istituzionale e c’è la componente didattica, ma contemporaneamente non lo è, visto che cercheremo di lavorare su quello che per i ragazzi non ha funzionato nel percorso classico“.

È possibile pre-iscriversi tramite un form sul sito spaziolabs.it. A settembre seguirà una fase di colloquio con l’equipe, per selezionare i ragazzi e avviare i progetti intorno alla metà di ottobre nelle due sedi degli oratori salesiani Valdocco e San Paolo.

Torino Oggi

Festa di Maria Ausiliatrice: orario delle celebrazioni e dirette da Torino

Dal sito della Basilica di Maria Ausiliatrice di Torino.

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Riportiamo le indicazioni per seguire anche online le celebrazione per la festa di Maria Ausiliatrice da Torino.

Venerdì 24 | Solennità di Maria Ausiliatrice

  • Ore 07:00: MESSA presiede d. MICHELE VIVIANO, Rettore della Basilica Maria Ausiliatrice
  • Ore 08:00: MESSA presiede d. GIORGIO GARRONE, Rettore del Seminario Maggiore di Torino
  • Ore 09:30: MESSA per i ragazzi delle scuole sales. di TO-Valdocco presiede d. LEONARDO MANCINI, Superiore dei salesiani del Piemonte e Valle D’Aosta
  • Ore 11:00: MESSA presiede Mons. ROBERTO REPOLE, Arcivescovo di Torino e Vescovo di Susa, Animano i canti la CORALE MARIA AUSILIATRICE della Basilica
    Evento trasmesso in diretta su Rete 7 e canale YouTube della Basilica
  • Ore 15:00: BENEDIZIONE dei ragazzi presiede d. GUIDO DUTTO, Parroco Maria Ausiliatrice
  • Ore 16:00: SECONDI VESPRI presiede d. MANOLO JIMÉNEZ, direttore della Comunità Maria Ausiliatrice
  • Ore 17:00: MESSA presiede Mons. CESARE NOSIGLIA, Arcivescovo emerito di Torino e di Susa, Animano i canti il CORO GIOVANILE SAL.ES
  • Ore 18:30: MESSA per il Movimento Giovanile Salesiano presiede d. STEFANO MARTOGLIO, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani, Animano i canti il CORO DELL’ORATORIO VALDOCCO
    Evento trasmesso in diretta su Rete 7 e canale YouTube della Basilica
  • Ore 20:30: PROCESSIONE DI MARIA AUSILIATRICE presiede Mons. ROBERTO REPOLE, presenza della FANFARA DEI CARABINIERI del 3° Reggimento CC. Lombardia
    Percorso: P.za M.Ausiliatrice; Controviale C.so Reg. Margherita; Controv. C.so Princ. Oddone; Corsia Nord Strada del Fortino; Via Cigna; Controv. C.so Reg. Margherita; P.za M.Ausiliatrice]
  • MESSA dopo la processione: presiede d. ANDREA BISACCHI del SERMIG, Anima i canti L’ORCHESTRA DELL’ARSENALE DELLA PACE -TO
    Evento trasmesso in diretta su Rete 7 e canale YouTube della Basilica

Avvenire – Il bicentenario del Sogno dei nove anni di san Giovanni Bosco, tra passato e presente

Da Avvenire.

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di Ana Martìn Garcìa (Coordinatrice responsabile Casa Museo Don Bosco)

Fare riferimento alla vita di San Giovanni Bosco (1815-1888), figura di spicco della santità sociale piemontese dell’Ottocento, senza menzionare il mondo dei sogni significa sopprimere un aspetto importante della sua identità. Attraverso i sogni, che Dio gli inviava, la vita del santo fu segnata dal soprannaturale. Tra i nove e dieci anni Don Bosco ebbe il suo primo sogno, che descrisse nelle sue memorie, su richiesta di Papa Pio IX dopo l’udienza a Roma (1858). Il ricordo del sogno si trova nelle Memorie dell’Oratorio scritte da Don Bosco e composte tra 1873 e 1875.

Profondamente impresso nella sua mente, il Sogno ritornò in diverse forme nel corso della sua vita: fu un sogno profetico in cui intravedeva la sua futura missione, che puntualmente sarebbe diventata realtà. In questo senso, orientò i suoi passi futuri, ispirò la nascita della sua Opera e del suo carisma. In occasione del 200mo anniversario del Sogno dei nove anni, la casa museo della casa madre dei salesiani di don Bosco di Valdocco Torino, il Museo Casa Don Bosco, ha organizzato una mostra temporanea, aperta dal 22 maggio al 22 settembre 2024. L’esposizione celebra questo importante avvenimento nella biografia di Don Bosco ed è dedicata ad approfondire la narrazione, la storia e l’iconografia del Sogno che cambiò la vita al santo torinese. L’esposizione, tra passato e presente, è dedicata
alla rappresentazione iconografica nelle arti e alla risonanza del sogno oggi, a duecento anni di distanza.

La mostra ripercorre la storia del Sogno, che inizia nei prati dei Becchi, si concretizza nella città di Torino e raggiunge tutte le parti del mondo dove oggi c’è una presenza salesiana. Insieme alle fotografie storiche, si presentano opere e oggetti del periodo tra la beatificazione (1929) e canonizzazione (1934) di Don Bosco, momento in cui inizia la rappresentazione del sogno nelle arti: stampe sui libri, cartoline, monete commemorative, dipinti ad olio, dipinti su carta, ecc. La mostra presenta un’importante selezione di tavole originali che hanno ampiamente illustrato questo episodio biografico: Corrado Mezzana (1890- 1952), Guido Grilli (1905-1967), Cosimo [Nino] Musío (1933-2017) e Alaricco Gattia (1927- 2022) sono alcuni degli autori. Le tavole di Grilli, Musío e i fumetti di Gattia furono commissionate dalla Libreria della Dottrina Cristiana (1941), fondata dal quarto successore di Don Bosco, don Pietro Ricaldone (1870-1951). La attuale Editrice Elledici conserva queste opere che sono state diffuse in diverse pubblicazioni, supporti e lingue in tutto il mondo; in questa mostra gli originali sono esposti per la prima volta. A completare la mostra, sono esposte le fotografie vincitrici del concorso fotografico internazionale lanciato a gennaio 2024, promosso dalla casa museo e organizzato dalla curatrice della mostra, che ha accolto il talento artistico e creativo di tutto il mondo salesiano.

Questo progetto era a partecipazione libera, gratuita ed aperto a tutti: una novità dall’apertura dell’istituzione museistica nell’ottobre 2020. Le diciassette fotografie selezionate immortalano momenti diversi, ritraendo persone e luoghi in aree geografiche lontane da dove è nato il fondatore dei salesiani e dove “il sogno di Don Bosco” continua ancora oggi. Le istantanee sono descritte dagli stessi autori in lingua originale e provengono dall’Italia, Messico, Panama, Slovacchia, Spagna e Venezuela. Queste immagini dialogano tra passato, presente e futuro e ci fanno riflettere su come, a distanza di due secoli, il Sogno di Don Bosco sia diventato realtà nelle presenze salesiane di tutto il mondo.

Labs To Future: l’evento finale del progetto Labs To Learn a Valdocco

Martedì 5 marzo 2024 si è tenuto l’evento conclusivo del progetto Labs to Learn: “Labs To Future: Il percorso – I risultati – Le sfide“.

Il progetto è stato selezionato dall’impresa sociale “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile ed è nato con l’intento di contrastare la dispersione scolastica e prevenire la povertà educativa, incrementando il numero dei giovani con difficoltà che assolvono l’obbligo scolastico, accedono alla formazione superiore e/o all’inserimento lavorativo, avviando un percorso di crescita personale secondo le proprie inclinazioni e aspirazioni.

L’appuntamento, che ha occupato gli ambienti di Torino-Valdocco per tutta la mattinata, ha visto alternarsi oltre 30 relatori alla presenza di più di 300 ragazzi delle scuole aderenti al progetto.

La parte iniziale della mattinata ha visto tutti i presenti riuniti nel Teatro Grande Valdocco, dove ad avviare le attività è stato don Leonardo Mancini, Ispettore dei Salesiani del Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania, che nel suo intervento ha citato due frasi di don Bosco che rappresentano l’intento del progetto:

“Si otterrà più con una parola di incoraggiamento che dia fiducia ai cuori dei ragazzi che con molti rimproveri i quali non fanno che inquietare.”

“Il lavoro è un’arma potente contro i nemici dell’anima.”

I saluti istituzionali sono continuati con gli interventi dell’Assessore alle Politiche Sociali della Regione Piemonte Maurizio Marrone, dell’Assessora alle Politiche Educative e Giovanili della Città di Torino Carlotta Salerno, il Dirigente tecnico Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte Céline Micheletti e Gabriele Moroni, Portavoce del Forum Terzo Settore Piemonte.

A seguire il Direttore dell’Oratorio Salesiano Michele Rua don Stefano Mondin ha parlato delle origini del progetto Labs To Learn, ed è stato svolto un focus sulle 4 azioni del progetto:

  • Maker Lab, laboratori attrezzati per “imparare facendo” attraverso processi di apprendimento esperienziale e induttivo ad integrazione della didattica.
  • Metodo di Studio laboratorio didattico di rinforzo delle competenze cognitive, comportamentali ed affettive/motivazionali per lo studio.
  • Work Lab, laboratorio di formazione e accompagnamento al lavoro attraverso un percorso pre-professionalizzante e flessibile.
  • Community Lab, percorsi di attivazione di comunità e generatività sociale: patti educativi, reti di prossimità.

“Il progetto collega Scuola ed Extrascuola in una formazione più orientata sul fare e comprendere, per far scoprire al ragazzo o alla ragazza la propria dignità, un qualcosa che sappia generare a sua volta qualcosa di bello.”

-Don Stefano Mondin

Dopo una breve pausa caffè offerta dagli studenti del CNOS-FAP e la visita agli stand Maker Lab dove i ragazzi hanno coinvolto i presenti nelle loro attività, gli ospiti si sono spostati in Sala Sangalli per il panel di approfondimento “La comunità educante tra apprendimento ed inclusione. Cosa serve, cosa manca.“.

Moderato da don Alberto Goia, Presidente di AGS Per il Territorio e Delegato della Pastorale Giovanile ICP, ha visto gli interventi di don Stefano Aspettati (Superiore dei Salesiani dell’Italia Centrale e Delegato Emarginazione e Disagio), Marzia Sica (Responsabile obiettivo persone della Fondazione Compagnia di San Paolo), Enrica Pejrolo (Dirigente Formazione Professionale Regione Piemonte), e Marco Rossi Doria (Presidente dell’impresa sociale Con i Bambini).

I ragazzi sono stati invece occupati con un Edugame di educazione civica a cura di Egidio Carlomagno, Coop ET.

L’evento si è concluso alle ore 13.00 con il ricordo a don Domenico Ricca, lo storico cappellano del carcere minorile cittadino «Ferrante Aporti» deceduto sabato 2 marzo.

Sono disponibili i quaderni di lavoro e il toolkit del progetto per educatori, docenti, psicologi, formatori e tutti gli operatori che lavorano con i minori in progetti educativi, formativi e didattici di contrasto alla dispersione scolastica e promozione dell’inclusione sociale.

Frutto dell’esperienza maturata e della riflessione formativa che hanno permesso di elaborare i principi e le metodologie della prassi educativa di Labs to Learn, gli strumenti di lavoro sono raggiungibili CLICCANDO QUI.

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La città dell’Ottocento, la Chiesa, i giovani: la ricchezza onirica di Don Bosco

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Pensare a Don Bosco e staccarlo da suoi sogni significa sottrargli un aspetto fondamentale della sua complessa e ricca personalità. Del resto, Egli stesso nelle Memorie dell’Oratorio ha raccontato molti suoi sogni dove esperienza onirica, psico-sensazioni esterne, ispirazioni spirituali quando non profetiche fanno un tutt’uno e ne definiscono l’entità.

Nei sogni di Don Bosco c’è la Torino dell’Ottocento, città con ancora una popolazione inferiore ai centomila abitanti ma ricca di fermenti industriali e politici; c’è la Chiesa con le vicende di un Papato esaltato e perseguitato; c’è la scenografia di un paesaggio urbano ancora frammisto con quello rurale e contadino. Ci sono i giovani finalmente protagonisti a dispetto di una società che per tanto tempo li aveva ignorato. E poi c’è l’incontro con il Signore Gesù, la gran Madre e Guida Ausiliatrice, la pratica dei sacramenti come le grandi processioni; le lotte con il diavolo e le sue astuzie per sconfiggerlo. C’è lo sviluppo della sua opera, della quale Don Bosco fu lieto perché a servizio di quei giovani che egli voleva tutti in Paradiso e anche felici in terra. Ci sono sogni apertamente chiaroveggenti oserei dire al pari con i sogni biblici tanto intrisi di presenza soprannaturale.

Don Bosco visse lo sviluppo della sua opera e ne visse, soffrendo, anche i suoi limiti e difetti. Papa Montini, san Paolo VI, che conobbe bene i salesiani sia per averne promosso opere sia per essere stato amico di grandi religiosi salesiani era solito dire che lo sviluppo dei salesiani nel mondo gli ricordava la parabola del seme evangelico così come considerò Don Bosco fra i grandi santi Fondatori della storia della Chiesa di tutti i tempi. Del resto, ancor oggi succede che qualcuno bussa in una scuola salesiana e chiede di parlare con don Bosco pensandolo vivo.

Sparsi in oltre 130 Paesi con attività le più varie finalizzate alla educazione giovanile i Salesiani rappresentano secondo dati Unesco la più grande associazione privata del mondo operante in questo settore. E certamente se si guardano i numeri è proprio così: oltre 14mila religiosi più 32 Gruppi aderenti alla Famiglia Salesiana composte di altrettanti gruppi di Religiose, Religiosi, Laiche e Laici consacrati e non, non sono la realizzazione dei sogni di Don Bosco?

Indubbiamente ci sono anche le difficoltà, vocazionali specialmente nel vecchio continente europeo e questo pesa in un momento in cui il 48 per cento dei salesiani è ancora in formazione. Ecco perché bisogna ritornare a Don Bosco sognatore, alla essenzialità della sua ascetica fatta di lavoro, preghiera, adempimento dei propri doveri con una relazionalità fatta di ragione, religione e amorevolezza.

Il sogno dei 9 anni cui il X successore di Don Bosco il rettor maggiore, Cardinale Don Ángel Fernández Artime ha voluto dedicare la Strenna 2024 vuol dire proprio questo. «Don Bosco – ha scritto il Cardinale alla Famiglia Salesiana – ci ha mostrato nel corso della sua vita che solo le relazioni autentiche trasformano e salvano. Papa Francesco ci dice la stessa cosa: “Non basta dunque avere delle strutture se in esse non si sviluppano relazioni autentiche; è la qualità di tali relazioni, infatti, che evangelizza”».

«Per questo – continua ancora il Rettor Maggiore – esprimo il desiderio che ogni casa della nostra Famiglia Salesiana nel mondo sia o diventi uno spazio veramente educativo, uno spazio di relazioni rispettose, uno spazio che aiuti a crescere in modo sano. In questo possiamo e dobbiamo fare la differenza, perché le relazioni autentiche sono all’origine del nostro carisma, all’origine dell’incontro con Bartolomeo Garelli, all’origine della vocazione stessa di Don Bosco».

Don Giuseppe Costa,
Co-portavoce della Congregazione Salesiana

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La Voce e il Tempo – Rebaudengo, un corso al lavoro per giovani rifugiati

Da La Voce e il Tempo.

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Lo scorso novembre, presso il CNOS-FAP Rebaudengo di Torino, ha preso il via un corso di formazione professionale per giovani rifugiati in collaborazione con l’Unione industriale di Biella e con la Croce Rossa italiana.

Si tratta di un progetto che in primo luogo vuole rispondere alla necessità di reperire lavoratori nel settore meccanico-tessile, che negli ultimi anni vive una crisi di produzione dovuta, primariamente, alla mancanza di manodopera connessa alle richieste – spesso troppo selettive – delle aziende.

Il progetto è coordinato dai tre partner sopra citati, che si occupano ciascuno di un aspetto specifico: il CNOS-FAP della parte di formazione, l’Unione Industriale di Biella della selezione delle aziende interessate e la Croce Rossa dell’individuazione delle persone da inserire nel progetto.

Tutti gli allievi infatti (15 in totale) provengono dal Campo migranti Fenoglio di Settimo, gestito dalla Croce Rossa, e hanno un’età compresa tra i 20 e i 40 anni.

Il corso prevede 120 ore di formazione professionale in ambito meccanico tessile, che hanno preso il via a dicembre, a cui si sommeranno le ore dedicate al corso sulla sicurezza e, infine, da gennaio un accompagnamento all’inserimento abitativo e lavorativo nella città di Biella seguito da un responsabile messo a disposizione dall’Unione Industriale.

«Finora», spiega Agostino Albo, direttore del centro di formazione professionale Rebaudengo, «non abbiamo registrato alcuna assenza da parte degli allievi; c’è una forte motivazione e volontà di portare a termine il percorso»

Non si tratta di un progetto isolato: l’anno scorso sempre al Rebaudengo si è svolto un corso simile rivolto ad immigrati nell’ambito della carrozzeria: su 14 allievi ad oggi tutti hanno trovato occupazione.

L’obiettivo ultimo di questo progetto, oltre che rispondere ad una richiesta di lavoratori specializzati nel settore di riferimento (in questo caso quello meccanico-tessile), si inserisce in quella che è una delle mission della formazione professionale salesiana, ossia formare gruppi di persone inoccupate, che per svariate motivazioni legate al loro status non riescono a trovare un’occupazione stabile, fornendogli una specializzazione e accompagnandoli nell’inserimento lavorativo.

Fondamentale l’impegno della Croce Rossa del Campo Fenoglio che monitora con attenzione l’andamento dell’attività, le presenze e, tra le altre cose, ha fornito l’abbonamento ai mezzi pubblici degli allievi per agevolare gli spostamenti.

La Voce e il Tempo

«Mettiamoci alla ricerca dei giovani» Don Bosco e quel sogno ancora attuale – Avvenire

Si riporta di seguito l’articolo apparso su Avvenire a cura di Marina Lomunno.

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Cade quest’anno il 200° anniversario dalla visione onirica che il santo ebbe da bambino, in cui era prefigurata quella che sarebbe stata la missione sua e dei suoi figli spirituali. La mostra e un ciclo di incontri a Torino.

«Il sogno che fa sognare. Un cuore che trasforma i lupi in agnelli» è il titolo dell’ultima strenna firmata come rettor maggiore, e la prima come cardinale, da don Ángel Fernández Artime, 10° successore di don Bosco.

È stata presentata in diretta mondiale sui social lo scorso 27 dicembre. La Famiglia Salesiana, presente con 32 Gruppi religiosi e laicali in 135 nazioni, si è collegata per il tradizionale dono, la strenna, che don Bosco consegnava il 31 dicembre ai suoi ragazzi per indicare l’impegno per l’anno a venire.

Così hanno fatto i suoi successori fino al cardinale Artime, che ha ribadito la missione dei salesiani:

«Andare a cercare i giovani di oggi alla ricerca di senso e risposte».

Il tema della strenna 2024 apre le celebrazioni per i 200 anni del sogno-visione che «Giovannino» fece nel 1824, a 9 anni, nella povera casetta dei Becchi, oggi frazione di Castelnuovo Don Bosco.

In quella notte, che Don Bosco racconta nelle «Memorie dell’oratorio» – come scrive il rettor maggiore – è «nato un pilastro importante, quasi un mito fondativo della spiritualità salesiana, perché tutta la vita di don Bosco è il tentativo di realizzare il sogno».

È l’eredità che il santo lascia alla famiglia salesiana oggi, dal primo oratorio fondato a Torino a Valdocco all’ultima opera aperta dai suoi figli nel 2023 in Botswana:

«Portare a Gesù i giovani più poveri, sia che vivano per strada in Colombia, nei villaggi del Bangladesh o nel nostro ricco Occidente dove le povertà sono altre ma non meno urgenti».

A partire dalla strenna, nella Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino è stata allestita una mostra in 12 pannelli

«dove è riportata una frase del sogno così come lo racconta il santo» spiega don Michele Viviano, rettore della Basilica torinese, casa madre dei salesiani, «per consentire una lettura nei suoi passaggi fondamentali. Ogni frase poi ha un breve commento attualizzato del rettor maggiore tratto dalla strenna. La mostra è aperta fino al 31 gennaio, festa liturgica di don Bosco».

E sempre in Basilica, dove si venerano le spoglie mortali del santo, sono in programma tre lunedì di riflessione sul sogno: ha aperto il ciclo l’8 gennaio Artime: nella chiesa gremita ha invitato tutti a rileggere il sogno di don Bosco ragazzino quando nella sua visione vede un gruppo di fanciulli «discoli e pericolanti» che giocano e bestemmiano.

«Giovannino all’udire le bestemmie li vuole affrontare con calci e pugni ma un uomo dal volto luminoso lo ammonisce: “Non colle percosse ma colla mansuetudine e colla carità dovrai guadagnare questi tuoi amici. Mettiti adunque immediatamente a fare loro un’istruzione sulla bruttezza del peccato e sulla preziosità della virtù”.

Giovannino è interdetto ma l’uomo lo rassicura: “Io ti darò la Maestra”. E accanto all’uomo appare una donna, Maria.

I discoli scompaiono e al loro posto si materializzano animali selvatici e capretti. La Donna dice a Giovannino: “Ecco il tuo campo” e appare un branco di agnellini… il ragazzino non capisce e piange ma Maria lo rasserena: “A suo tempo tutto comprenderai”».

E don Bosco al termine della sua vita – ha proseguito Artime – tutto ha compreso piangendo all’altare di Maria Ausiliatrice nella Basilica del Sacro Cuore di Gesù a Roma, pochi giorni dopo la consacrazione, quando ormai la famiglia salesiana aveva salde radici.

«I ragazzi di 200 anni fa che bestemmiavano o usavano il coltello sono quelli che oggi spacciano o hanno una pistola: tutti, quelli più poveri – fuori o dentro – sono un gomitolo di contraddizioni. Questo oggi è il nostro campo anche con i nativi digitali: con bontà, rispetto pazienza portare i giovani a Dio, dire loro di non temere, che non sono soli, che ognuno di loro vale».

Al termine della serata sono risuonate le note dell’inno composto da don Maurizio Palazzo, maestro di cappella di Maria Ausiliatrice, eseguito dalla corale della Basilica e dal coro giovanile «Sal.es», un brano che richiama la potenza delle parole scelte dal cardinale Artime per la strenna:

«Un sogno che ci riporti ai primi passi di don Bosco, ma che ci apra al futuro, al coraggio di rinnovare, costruire, un sogno ad occhi aperti ed a passo spedito, lieti nella speranza che Lui è sempre con noi. Il sogno vivrà, farà sognare ancora, noi lo vedremo ancora».

Il testo della Strenna 2024 è disponibile in sei lingue sul sito dei Salesiani di don Bosco www.sdb.org.

Avvenire

 

 

Celebrazioni in onore di Sant’Artemide Zatti presso la Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Torino) – A poco più di un anno della canonizzazione di Sant’Artemide Zatti (9 ottobre 2022) e ad un mese dalla posa e benedizione della nuova statua a lui dedicata da parte del Cardinale Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani (15 ottobre 2023), nella Basilica Maria Ausiliatrice di Torino si è voluto celebrare in modo speciale la memoria liturgica del santo infermiere di Viedma, con un triduo di attività: si è iniziato il giorno esatto della ricorrenza, il 13 novembre 2023, e si è proseguito con altre due serate dedicate alla conoscenza della figura di questo modello di salesiano coadiutore.

Don Pierluigi Cameroni, Postulatore Generale per le Cause dei Santi della Famiglia Salesiana, ha presieduto in basilica la concelebrazione eucaristica di lunedì 13 novembre delle ore 18:30, che oltre alla partecipazione di numerosi fedeli, membri della Famiglia Salesiana e delle comunità delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Valdocco, ha visto raccolti attorno all’altare i salesiani presbiteri delle comunità salesiane, rispettivamente della Casa Generalizia, della Casa Ispettoriale, e “San Francesco di Sales” e “Maria Ausiliatrice”, alla presenza, naturalmente, dei rispettivi loro confratelli coadiutori.

Nelle due serate successive, martedì 14 e mercoledì 15, presso la sala conferenze “Maria Ausiliatrice” collocata sotto la basilica, il Postulatore Generale per le Cause dei Santi della Famiglia Salesiana ha presentato a tutti gli amici e membri della Famiglia Salesiana due interventi: martedì, “Il grande dono della santità di Artemide Zatti, salesiano coadiutore”; e la sera successiva, dedicata in particolare agli operatori sanitari: “Artemide Zatti buon samaritano per malati, medici e infermieri”

Entrambe le serate sono state introdotte dalla proiezione del film cortometraggio: “Zatti, fratello nostro” e a conclusione di ogni serata lo stesso don Cameroni si è reso disponibile ad illustrare la mostra esposta nella sala della conferenza e intitolata: “Artemide Zatti. Il paradiso per una bicicletta”.

Le due serate sono state anche arricchite da una raffinata animazione musicale: la prima sera si è esibita la corale della Basilica Maria Ausiliatrice, mentre la seconda sera è toccato ai giovani salesiani dell’Istituto Internazionale di Torino-Crocetta.

Dal dibattito dopo le conferenze è emerso chiaro quanto siano diffusi l’interesse e l’amore per questo nuovo santo salesiano coadiutore e il desiderio di farlo conoscere e amare di più, soprattutto nei settori e nelle infrastrutture sanitarie.

La mostra dedicata a Zatti rimarrà esposta in Basilica fino al 30 novembre 2023 ed è organizzata in tre sezioni, attorno alle tre parole chiavi della sua vita: “Credetti, Promisi e Guarii”.

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RMG – “Nel girotondo dei santi”: III Seminario di promozione delle Cause di Canonizzazione e Beatificazione della Famiglia Salesiana

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Dal 6 al 10 settembre si svolgerà a Torino, presso la Casa Madre salesiana, il III Seminario di promozione delle Cause di Beatificazione e Canonizzazione della Famiglia Salesiana, dopo quelli organizzati nel 2016 e nel 2018.

Uno dei frutti più belli nati da Don Bosco è la schiera di santi e di candidati alla santità che in forme e condizioni diverse hanno incarnato il suo carisma. “Infatti, mentre esprimiamo un profondo e religioso senso di gratitudine e di lode per la santità già riconosciuta nella nostra Famiglia e per quella in via di riconoscimento, siamo consapevoli di aver ricevuto una preziosa eredità che merita di essere conosciuta e valorizzata, sotto diversi aspetti: liturgico-celebrativo, spirituale, pastorale, ecclesiale, educativo, culturale”, sottolinea don Pierluigi Cameroni, Postulatore Generale delle Cause dei Santi della Famiglia Salesiana.

L’iniziativa del Seminario si propone pertanto di promuovere la conoscenza, l’imitazione e l’intercessione di questi fratelli e sorelle della Famiglia Salesiana che il Signore ha donato come modelli di vita, compagni di viaggio e intercessori, nonché di illustrare e approfondire alcune dinamiche legate a come una Causa viene concretamente trattata, sia da un punto di vista giuridico, che teologico. Nello specifico: “il Seminario si propone di valorizzare il patrimonio spirituale, pastorale ed educativo di santità nato da Don Bosco; comprendere il vero significato e le finalità di una Causa di canonizzazione; offrire orientamenti e buone pratiche al fine di promuovere le Cause dei candidati alla santità canonizzata della Famiglia Salesiana; aiutare nell’accertamento e accompagnamento di asseriti miracoli”.

Sono circa 80 i partecipanti, in rappresentanza delle oltre 60 Cause seguite dalla Postulazione. Si tratta di un evento ecclesiale, perché le Cause di Beatificazione e Canonizzazione sono un bene della Chiesa, e insieme un incontro di Famiglia Salesiana, considerando che circa la metà dei 32 gruppi hanno almeno una Causa in corso.

Ospitato a Valdocco, quest’anno il Seminario permetterà di vivere i luoghi di Don Bosco, visitare la Casa-Museo con lo spazio a tema per le figure di santità della Famiglia Salesiana, “risalire” in preghiera al Colle Don Bosco e andare a trovare Mamma Margherita a Capriglio. Tutti luoghi che parlano di una santità incarnata e della concretezza dei legami grazie ai quali tanti giovani sono divenuti santi a casa di Don Bosco: luoghi che insegnano ad essere tessitori di vangelo nelle rispettive case e comunità.

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