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Aci Stampa – A Napoli i salesiani celebrano i 90 anni di presenza alla Doganella anche con la pizzeria

Dall’agenzia ACI Stampa.

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Il primo aiuto è per i documenti “carta identità e residenza. Così poi possono affittare un appartamento, lavorare e avere il medico. La scuola d’italiano è un altro fondamentale strumento di integrazione. E poi noi siamo un po’ i loro secondi genitori, cerchiamo di dargli quell’educazione che si basa su incoraggiamenti, ma anche su rimproveri. Il segreto è scorgere le loro inclinazioni e assecondarle, inserendoli magari nella formazione professionale”.

 Perché arrivano in Italia?

“I motivi sono tra i più vari. Ci sono i ragazzi che scappano da una situazione di guerra (non solo Ucraina/Russia o Palestina/Israele) ma tante guerre civili o zone in mano a gruppi terroristici in cui lo Stato è assente, per esempio il Mali, Ciad, Burkina Faso, Nigeria, Sudan, Etiopia, la Repubblica Democratica del Congo, Pakistan, Siria, Iraq, Afghanistan, Somalia. Poi abbiamo il problema delle discriminazioni di minoranze. Faccio due esempi: molti pakistani sono etnia afgana ed il Pakistan non li riconosce; pertanto si hanno problemi nell’avere il passaporto:  appartieni ad una nazione che non ti riconosce.  Poi i  ragazzi Coopti: nei loro documenti vi è l’indicazione della religione, se non sei mussulmano, sei sempre l’ultimo e non hai possibilità di crescere. Ho notato che alcuni coopti, se provengono da una zona con una comunità forte numericamente sono scolarizzati; ma quando vengono da zone in cui sono i coopti sono vere e proprie minoranze non sanno leggere e scrivere, eppure dicono di essere andati a scuola!

Poi c’è il motivo economico: Tunisia, Bangladesh Egitto… Paesi colpiti da un’inflazione galoppante  e situazioni economiche al collasso. L’Egitto, anche se nessuno ne parla,  vive uno dei momenti più bui: la guerra tra Hamas ed Israele; l’instabilità del Mar Rosso e del Canale di Suez,  la crisi monetaria… e chi ne paga sono le piccole famiglie, in quanto i prezzi salgono continuamente e la popolazione è agli estremi della povertà. E’ interessante (e fa riflettere) che vi sono molti ragazzi che provengono dalla zona del Delta del Nilo, la zona per eccellenza più ricca dell’Egitto! La Tunisia, un Paese definito sicuro dal nostro governo, ma in realtà la povertà è visibile agli occhi di  chi ci abita e rischia di essere una bomba sociale… E tante famiglie lasciano i figli partire, pur coscienti dei tanti rischi”.

Quale è la loro meta?

“Principalmente l’Europa: un buon numero vogliono continuare il loro percorso migratorio verso la  Francia e la Germania; qualcuno anche il Regno Unito (nonostante la politica anti immigratoria del Governo ma ‘vogliono andare’). Una buona maggioranza si ferma in Italia. E’ interessante capire che la loro meta non è una città ben definita. Pertanto vi sono ragazzi che vagano per l’Italia alla ricerca di una comunità che gli possa dare sicurezza: interesse per i documenti per la regolarizzazione in Italia (non solo il permesso di soggiorno ma anche il codice fiscale, il passaporto, la residenza, la carta identità, iscrizione al Servizio Sanitario, in quanto non tutte le comunità assicurano tale documentazione ), la scuola di italiano (primo passaggio verso l’integrazione), ma anche calore e familiarità. I ragazzi interrompono il loro percorso migratorio quando trovano sicurezza! Non pochi ragazzi non conoscevano Napoli, neppur in geografia, il loro obiettivo era Parigi, Berlino, Roma… hanno trovato sicurezza e si sono fermati!”

Per quale motivo è stata creata la pizzeria ‘Anem e Pizz’?

“Napoli è la patria della pizza e la figura del pizzaiolo è sempre un attrazione per i  giovani della città. La pizzeria nasce da una ricerca di mercato ma anche nel far mettere ‘le mani in pasta’, avvicinandoli così all’arte antica e sempre moderna della pizzeria napoletana”.

Quale è l’obiettivo del Centro ‘Le Ali’?

“Il Centro ‘Le Ali’ ha come obiettivo il dare un’opportunità di riscatto ai giovani di età compresa dai 14 ai 18 anni, italiani e stranieri, di qualunque etnia e credo religioso, ponendo una particolare attenzione ai minori affidati dai servizi sociali, dal tribunale o da altre strutture  per poter ‘ricostruire il suo futuro’… adolescenti e  giovani, per qualsiasi motivo, nell’abbandono scolastico.  Una equipe di professionisti nell’educazione ed esperti del settore, cura i ragazzi facendoli ‘riscommettere’ sulla proprie qualità e sulla propria vita. Negli ultimi anni ci stiamo specializzando sul settore del food. Con l’arrivo del turismo di massa, a Napoli hanno aperto molti bar, ristoranti, trattorie  e pizzerie  ed è cresciuta notevolmente la  ricerca del personale qualificato in tale settore”.

Salesiani a Bova Marina, festa ispettoriale con don Gianpaolo Roma

Da Avvenire Calabria.

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La comunità di Bova Marina, sede di uno dei più grandi oratori salesiani del Sud Italia, si appresta a vivere uno dei momenti più solenni dell’anno: il 125° anniversario della presenza dell’Opera salesiana. Le celebrazioni, iniziate a gennaio con la festa del santo fondatore, don Giovanni Bosco, raggiungeranno il loro apice nei prossimi giorni con la Festa ispettoriale, che sarà celebrata il 25 aprile. Un momento importante che vedrà la presenza, fra gli altri, del Superiore dell’Ispettoria Salesiana Meridionale “Beato Michele Rua”, don Gianpaolo Roma. Don Roma presiederà la Celebrazione eucaristica giovedì alle 18:30 con cui sarà aperto il Capitolo ispettoriale 28° dei salesiani dell’Italia meridionale, Albania e Kosovo. A seguire ci sarà una cena fraterna. In serata, alle 21, presso il cine-teatro “don Bosco”, i ragazzi dell’Oratorio metteranno in scena il musical da loro realizzato: “Una storia da raccontare… Viaggio tra sogno e realtà”, che celebra oltre un secolo di presenza salesiana nella zona. Quello di Bova Marina è il quinto Istituto salesiano, in ordine di tempo, ad essere stato fondato a fine del XIX secolo con il “Progetto Sud Italia”, a seguito delle numerose sollecitazioni e inviti che don Giovanni Bosco ricevette dalla popolazione meridionale. Era il 20 ottobre 1898 quando il suo primo successore a capo della Congregazione Salesiana, don
Michele Rua, accolse l’invito del vescovo monsignor Rossi di impiantare una presenza salesiana stabile in Calabria per gestire un seminario diocesano, voluto per il rinnovamento del clero bovese. Bova era un posto paesaggisticamente incantevole ma economicamente e socialmente fragile e geograficamente marginale. La prima comunità che giunse nell’autunno era composta da un sacerdote come direttore, don Motta, e tre chierici. A quel tempo non esisteva né parrocchia, né oratorio però i salesiani invitavano gli abitanti a frequentare il teatro e fu questo il primo modo che usarono per farsi conoscere. Nel 1911 venne su il primo oratorio in località Sant’Emilio ma, dopo i terremoti, i bovesi raccolsero dei fondi per costruire una nuova Opera. E così tra il 1949 e il 1950 fu costruito il nuovo Istituto, l’attuale oratorio Salesiano. Oggi l’Istituto salesiano di Bova Marina rappresenta ancora un importante presidio educativo per il territorio calabrese.

Ispettoria Italia Meridionale, a Bova Marina la festa con la visita del Rettor Maggiore

Dal sito dell’Ispettoria Italia Meridionale.

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Torna ad aprile l’immancabile Festa Ispettoriale che riunisce tutta la Famiglia Salesiana del sud. Quest’anno avrà luogo presso l’Opera salesiana di Bova Marina (RC), in occasione dei 125 anni dalla sua fondazione, alla presenza dell’Ispettore don Gianpaolo Roma e del Rettor Maggiore dei Salesiani, il Card.Ángel Fernández Artime.

Un programma fitto di appuntamenti accoglierà il Card.Artime tra la comunità bovese già da martedi 23 aprile, con il conferimento della cittadinanza onoraria, la visita ai luoghi del Servo di Dio Mons. Cognata e l’incontro con i direttori salesiani, per confluire poi nella grande Festa Ispettoriale del 25 aprile che vedrà la partecipazione delle case salesiane della nostra Ispettoria.

Il programma:

Martedì 23 APRILE
ore 17.40:
Il Card.Artime giunge a Bova Marina in treno
Visita alla Chiesa parrochiale e corteo fino al Municipio
Ore 18.30:
Arrivo presso la casa comunale
Saluti e conferimento della cittadinanza onoraria
In corteo fino al campo dell’Oratorio
Incontro con i giovani e buonanotte salesiana
Ore 20.30:
Cena della Famiglia Salesiana

Mercoledì 24 APRILE
Ore 8.30:
Partenza per Bova. Incontro con il Sindaco e l’Amm.ne comunale
Visita ai luoghi di Mons.Giuseppe Cognata
Ore 11.30:
Incontro con i ragazzi dell’ IIS Euclide
Buffet preparato dai ragazzi dell’Alberghiero
Ore 16.30
Incontro con i Direttori Salesiani
Ore 19.00
Veglia con i Giubilari
Ore 20.00
Cena presso la Casa religiosa delle Suore
Ore 21.00
Musical: “Una storia da raccontare…viaggio tra sogno e realtà”

Giovedì 25 APRILE  FESTA ISPETTORIALE
Ore 9.30:
Arrivi dalle Case Salesiane
Ore 10.00:
Festa Insieme
ore 12.00:
Santa Messa
ore 13.30:
Inaugurazione targa commemorava
Pranzo, a seguire saluti e partenze

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“Tutti nel tuo Sogno”: l’inno per il bicentenario del Sogno dei 9 anni del MGS Italia Meridionale

Dal sito di Don Bosco al Sud.

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Nella solennità di San Giovanni Bosco, il Movimento Giovanile Salesiano dell’Italia meridionale pubblica la canzone inedita “TUTTI NEL TUO SOGNO”: un inno per festeggiare il bicentenario del sogno dei 9 anni del santo torinese.

Il brano è stato elaborato dai giovani delegati degli oratori SDB e FMA del Sud, in un percorso compositivo cominciato a Novembre del 2023 con un laboratorio di scrittura creativa, tenuto dall’ufficio di Comunicazioni Sociali, durante l’Assemblea territoriale MGS. In questa occasione, ispirazioni, riferimenti musicali, pensieri in rima, sono stati preziosi spunti che hanno avviato il componimento vero e proprio e il progetto di arrangiamento musicale.
Agli inizi di Gennaio, il lancio sui social di un contest per gli interpreti ha visto la candidatura di 40 voci maschili e femminili, dai 12 ai 26 anni, e la selezione finale di 4 giovani che hanno vissuto l’esperienza emozionante dell’incisione negli studi discografici della “Zeus Record” di Napoli.

“Tutti nel tuo sogno” è un manifesto energico e moderno della capacità creativa-educativa, tutta salesiana, di saper trasformare i lupi “che il mondo non riesce a capire” in agnelli, attraverso “un incontro Vero che faccia (…) rivoluzione”. Il testo intende mettere in risalto quel senso di appartenenza dei giovani al sogno profetico di don Bosco e la loro dichiarata volontà di perpetuare la sua proposta, non solo come memoria da celebrare ma bensì come impegno positivo e propositivo al cambiamento. In un mondo in continua trasformazione è chiaro il messaggio finale del brano: “hai scommesso su di me prima che ci credessi io, oggi il tuo sogno non è perso, è diventato anche il mio”.

La canzone è online su YouTube, i canali social con un video lyric e disponibile a breve anche sulle piattaforme digitali di fruizione musicale. Sarà la colonna sonora delle feste MGS di quest’anno e farà da traino per l’avvio a un nuovo grande coro del Movimento dei giovani del sud. Inoltre, accordi, spartiti, basi musicali saranno messi a disposizione di tutti, perché la canzone possa giungere tra le corde di ogni strumento e il suo messaggio risuonare nei cortili delle case salesiane del mondo.

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Al via il processo capitolare dell’Ispettoria Salesiana Meridionale

Dall’agenzia ANS.

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Italia – gennaio 2024 – Sabato 13 gennaio è iniziato ufficialmente il processo capitolare dell’Ispettoria salesiana Italia-Meridionale (IME): un percorso di ascolto e di coinvolgimento di tutta la comunità salesiana, consacrata e laica, del sud Italia, Albania e Kosovo. Le case di Salerno (in Campania), di Brindisi e Andria (in Puglia), di Soverato (in Calabria) e di Tirana (Albania) sono state gli “avamposti” del primo appuntamento, scelti per far convergere tutti i salesiani in una mattinata di intenso lavoro intorno al primo dei nuclei del Capitolo Generale, quello dell’“Animazione e cura della vita vera di ciascun salesiano”, e per eleggere i delegati delle comunità che parteciperanno al Capitolo Ispettoriale 28. La metodologia adottata è quella dei “tavoli sinodali”, proposta dalla Chiesa per facilitare la condivisione delle opinioni di ognuno e un discernimento spirituale comunitario; metodo gia sperimentato dai convenuti durante il Convegno di Pastorale Giovanile a settembre.

“Il processo capitolare è occasione privilegiata – afferma il superiore don Gianpaolo Roma –  per vivere un ascolto comunitario, in cui confratelli e laici impegnati hanno la possibilità di dialogare tra di loro. Ma ancor di più è l’occasione per mettersi in ascolto della voce dello Spirito per vivere la missione salesiana con maggiore determinazione al servizio dei giovani più poveri del nostro sud Italia, dell’Albania e del Kosovo”. Nei prossimi mesi il processo pre-capitolare continuerà: a febbraio vedrà il coinvolgimento diretto di tutte le Comunità Educative Pastorali intorno al tema della corresponsabilità della missione tra la Famiglia Salesiana e i laici. Nel mese di marzo, invece, focalizzerà l’attenzione sul governo della Congregazione, dell’Ispettoria e il ridisegno di quest’ultima. Si giungerà così, con le evidenze acquisite e la più ampia platea coinvolta, alla celebrazione del Capitolo Ispettoriale ventottesimo, dal 26 al 30 di aprile a Bova Marina.

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Cerignola, l’Aps “I sogni di don Bosco ” darà vita al Centro Polivalente per minori

Dal Quotidiano di Bari.

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Il prossimo 25 settembre 2023 l’associazione di promozione sociale “I sogni di Don Bosco” darà vita ad una nuova esperienza educativa, quale: il Centro Polivalente ‘Don Bosco’ Articolo 104 legge regionale Regolamento Regionale 18 gennaio 2007, n. 4. “In questi giorni incontreremo le famiglie e faremo un momento di festa con i minori del centro prima dell’apertura definitiva del 25 settembre 2023”. L’associazione di promozione sociale “I sogni di don Bosco” nasce in piena sinergia con i Salesiani religiosi e giovani laici con l’intento di ampliare i servizi educativi rivolti ai minori e alle loro famiglie, rispondendo alle fragilità e complessità che il tempo e i giovani attraversano, e che richiedono per essere accolti e superati in una prospettiva di cambiamento, una presa in carico educativa olistica e preventiva. Da qui la costituzione di un gruppo di educatori, pedagogisti e salesiani che ispirandosi al carisma educativo e pedagogico di don Bosco hanno deciso di accettare questa “scommessa educativa”. Le “scommesse educative” erano tanto amate dal Santo dei giovani, don Bosco. Dunque, da qui nasce l’idea di istituire, come in tante altre realtà dell’Italia
Meridionale in cui operano i Salesiani di don Bosco, il centro polivalente per minori “don Bosco . Un centro polivalente per minori, accreditato dalla Regione Puglia – Comune di Cerignola, il cui servizio educativo poggia su delle basi forti e solide del suo ispiratore: Don Bosco. Don Bosco è stato un grande pedagogista e innovatore dell’educazione, che ha fatto dell’esperienza educativa il momento per eccellenza per formare i giovani alla vita, allo studio, alla cittadinanza, al lavoro e allo stare bene con sé, con gli altri e con Dio. Per questo, e da questa propensione, nasce l’idea di creare, istituire, dare vita al Centro Polivalente per minori don Bosco. “Un servizio che non vuole sostituirsi all’attività oratoriana perché ne è parte integrante, e tanto meno vuole mettersi alla pari delle tante realtà storiche presenti nel contesto sociale che operano bene e per il bene della nostra città. Il Centro Polivalente don Bosco nasce perché spinto da questa necessità: ampliare gli spazi di possibilità entro cui i nostri giovani e loro famiglie possano sentirsi liberi di crescere, formarsi e sognare. Infatti, in questo anno educativo, il “SOGNO” sarà il fil rouge dell’esperienza che proporremo ai ragazzi e alle famiglie. Oggi la frenesia del quotidiano concede pochi spazi per sognare, perché il sogno è ritenuto poco credibile, altre volte idealista e non educativo. Eppure, il sogno può rappresentare il “gancio” per trovare quella via di ingresso che don Bosco chiamava: “il punto accessibile al bene” nel ragazzo, scoprendo valori e talenti. Da qui si delinea la nostra esperienza educativa e il nostro desiderio per i nostri giovani e per la nostra amata città di Cerignola e del nostro quartiere “Scarafone”. Siamo educatori e per questo non potremo mai smettere di sperare e ambire al bene e al benessere dei giovani e della nostra comunità educante”.

Convegno di Pastorale Giovanile della IME: Il cantiere del discernimento

Dal sito di Don Bosco al Sud.

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Dall’1 al 3 settembre le Comunità Educativo Pastorali della IME hanno preso parte al Convegno di Pastorale Giovanile nella cornice romana del Sacrofano Fraterna Domus. Tale appuntamento, come di consueto, scandisce l’inizio dell’anno pastorale proponendo un’importante occasione di riflessione sui temi intorno ai quali ogni casa salesiana sarà chiamata a definire la propria programmazione locale.
«Sia un grande cantiere del discernimento per stimolare ulteriori opifici pastorali nella nostra ispettoria»: con queste parole don Gianpaolo Roma, nuovo Superiore dell’Ispettoria, avvia ufficialmente i lavori coordinati dal delegato alla PG don Giuseppe Russo.
Discernimento e Sogni sono le categorie bibliche “filo conduttore” del convegno, approfondite dai due relatori, Padre Gaetano Piccolo e don Roberto Spataro, che hanno fornito interessanti chiavi di lettura della Proposta Pastorale sul bicentenario del sogno dei 9 anni di don Bosco.
Padre Piccolo, gesuita e docente all’Università Pontificia Gregoriana, nel primo pomeriggio ha trattato il discernimento spirituale, come «l’arte delle persone libere che acquisiscono consapevolezza di sé a partire dai propri desideri», presentando la metodologia delle “Conversazioni dello Spirito”, proposta dal Sinodo della Chiesa come strumento di lavoro per i cammini di Fede “in comune”. (QUI l’intervento integrale)
Don Roberto Spataro, salesiano e professore ordinario di Lingua e Letteratura greca, nel giorno seguente ha invece esaminato i sogni biblici «di Giuseppe che ci parla di un educatore umile ma allo stesso tempo saggio e operoso; del giovane Salomone che vive un forte senso di responsabilità; di Paolo che è capace di parlare ancora oggi alle famiglie». (QUI l’intervento integrale)
Non solo momenti di formazione frontale ma anche di coinvolgimento. Difatti la seconda fase del convegno ha coinvolto i circa 120 partecipanti nei “Cantieri del discernimento”, ovvero in tre laboratori operativi in cui si è sperimentato il metodo suggerito da Padre Piccolo in relazione a tre focus di discernimento: i nuovi giovani, le nuove situazioni familiari e i nuovi educatori.
L’ultima mattinata, infine, è stata dedicata alla Programmazione ispettoriale: visione, azioni e indicatori di misurazione sono stati presentati dagli incaricati di ciascun ambiente e settore d’animazione, elaborati alla luce del Progetto Educativo Pastorale Ispettoriale del sessennio 2023-2028. A chiudere la “tre giorni”, l’Ispettore don Roma ha condiviso ai confratelli e laici i suoi tre sogni: «Sogno CEP che siano autenticamente profetiche; Sogno confratelli e laici che vivono con impegno e dedizione la missione educativa ed evangelizzatrice; Sogno, infine, giovani e ragazzi che si lasciano coinvolgere nell’essere accanto ad altri giovani e ad altri ragazzi per camminare insieme nella sequela del Signore». Non resta che rimettersi in cammino in ciascuna comunità con la capacità tutta salesiana di sognare e di far sognare attraverso la missione educativa, e nell’affidamento pieno a Dio che, parafrasando lo slogan della Proposta Pastorale, “vede più lontano di noi”. 

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Legalità: Salesiani per il sociale al Sud e Progetto Policoro, 35 giovani hanno partecipato allo “Stage della carità: formiamoci per esserci”

Dal sito Agensir.

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Sui passi di Don Pino Puglisi, Peppino Impastato, fratel Biagio Conte e di quanti lottano ogni giorno contro l’ingiustizia per crescere nella vita e nel servizio al prossimo. Trentacinque giovani – tra educatori di case-famiglia dell’Associazione “Piccoli passi grandi sogni”, animatori del Progetto Policoro, animatori di Case salesiane e ragazzi accolti dalle comunità dell’Ispettoria – hanno partecipato, dal 4 al 6 settembre, allo “Stage della carità: formiamoci per esserci” organizzato dal Comitato interregionale Salesiani per il sociale don Bosco al Sud in collaborazione con il Progetto Policoro.

Un percorso sulla legalità che ha portato i giovani a confrontarsi con alcune figure chiave della lotta alle mafie e dell’accoglienza. A Cinisi, i giovani hanno visitato la “Casa memoria – Felicia e Peppino Impastato”, dove hanno incontrato il fratello Giovanni; a Capaci, al Giardino della memoria Quarto Savona Quindici dedicato a tutte le vittime di mafia, hanno rivolto un pensiero a Giovanni Falcone, a Francesca Morvillo e agli agenti di scorta con l’impegno a non dimenticare. Infine, si sono recati nella sede di Libera Palermo, avamposto di giustizia sociale, cittadinanza attiva e educazione.

Non poteva mancare poi la sosta alla “Casa Museo Padre Pino Puglisi”, dove – tra gli oggetti e i ricordi appartenuti al beato – i giovani hanno ascoltato la testimonianza emozionante di Pippo De Pasquale, amico di infanzia del sacerdote: “L’ho accompagnato, ero con lui nell’ambulanza che lo ha portato all’ospedale. Non è morto da solo, accanto aveva il suo amico di infanzia. L’idea di aver avuto tra le braccia un santo – ha confidato – non mi sfiora, perché non è morto. Qualche volta gli parlo ancora”.
A completare questo itinerario della carità, le tappe alla “Missione di Speranza e Carità”, fondata da Fratel Biagio Conte e oggi guidata da don Pino Vitrano, e all’associazione “Santa Chiara”, voluta dai Salesiani per i giovani, in particolare per i minori a rischio e gli immigrati. Poi il rientro a casa, con tanto entusiasmo e un rinnovato slancio. “È stata – riassume Chiara Veneruso – un’esperienza talmente forte che ogni educatore e animatore torna nelle proprie realtà e comunità carico di una nuova motivazione nel servizio che quotidianamente porta avanti, ispirandosi alla costanza e al coraggio di tutte le personalità incontrate”.

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Ispettoria Meridionale, a settembre il convegno di Pastorale Giovanile

Dal sito dell’ispettoria meridionale.

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Anche quest’anno è in fermento l’organizzazione del Convegno di Pastorale Giovanile: il consueto appuntamento ispettoriale di fine estate destinato ai Confratelli e ai laici impegnati nelle nostre CEP per riflettere e avviare le varie programmazioni pastorali a livello ispettoriale e a quelli. Tre saranno per noi gli obiettivi che intendiamo raggiungere attraverso questo incontro che si svolgerà dall’1 al 3 settembre presso la struttura romana del Sacrofano Fraterna Domus:

  • offrire un’occasione di approfondimento del tema pastorale dell’anno;
  • consegnare elementi per la programmazione locale;
  • presentare la programmazione ispettoriale per il 2023-2024.

Due interventi scandiranno i lavori intorno al tema pastorale dell’anno “Tu vedi più lontano di me #sulla strada dei sogni”, a cura del gesuita padre Gaetano Piccolo del salesiano don Roberto Spataro. Le attività di condivisione prevederanno la suddivisione dei convegnisti in tre gruppi pensati come dei veri e propri “Laboratori di Discernimento”, alla luce di quanto i due relatori ci avranno consegnato. Ciascun momento di Laboratorio vedrà i partecipanti impegnati sui passi del discernimento, da svolgere su tre aree di “novità” che la nostra azione pastorale incontra quotidianamente:

  • i “nuovi giovani”;
  • le “nuove sfide” legate alla famiglia;
  • i “nuovi pastori”.

Le iscrizioni dovranno giungere entro e non oltre l’11 agosto 2023 procedendo alla compilazione di questo Google Form cliccando QUI

 

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Corigliano Calabro, il glossario dell’animatore

Dal sito Don Bosco al sud.

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All’oratorio Salesiano di Corigliano Rossano, quest’anno, per il cammino di formazione degli animatori, è stata realizzata un’attività diversa, una proposta che nella sua “stranezza” ha la capacità di rimanere maggiormente impressa. Per questo motivo, lasciamo la parola ad un’ animatrice che meglio saprà raccontare l’esperienza, le sfide e gli obiettivi raggiunti.

“Da aprile ci siamo incontrati ogni sabato, a cadenza settimanale, proponendo un totale di undici incontri. In ognuno dei quali abbiamo proposto parole che non esistono nel vocabolario italiano. Neologismi, nel nostro caso parole composte, che fossero la somma di due parole conosciute. Le classiche parole non ci bastavano più, e allora perché non inventarne di nuove? Il mondo è in continua evoluzione, per fortuna, ciò significa che anche le parole devono evolversi: questa è stata la nostra sfida.

La prima parola, SOGNALENTO, è stata la somma di sogno e talento. Ai nostri animatori abbiamo fatto comprendere che i sogni non si realizzano nell’immediato, che non ci sono scadenze, che il tempo è necessario per coltivare i nostri talenti e vedere concretizzarsi i nostri sogni.
Poi è stata la volta di CURIOSIMENTO, somma di curiosità e sentimento. Ci siamo concentrati sulla curiosità dell’anima, che poi è volersi stupire dell’anima dell’altro. Quella curiosità che permette di entrare nelle più piccole sfumature dei volti degli altri, delle emozioni e delle idee degli altri. Un tipo di curiosità che ci permette di cominciare a osservare il mondo, non come se fosse qualcosa, ma come se fosse Qualcuno. Lo stupore per le sottigliezze del creato, ci porta a scoprire che nel mondo esiste un ordine, un Ordine di Bontà.
TRASFORMICIZIA, trasformazione e amicizia, ci ha acceso una lampadina: molte volte dimentichiamo di accettare l’evoluzione dell’altro! Così come noi, nel corso degli anni, cambiamo idee, valori, sentimenti, abitudini, anche le persone che ci circondano cambiano, si trasformano, non restano ferme e immobili. L’amicizia è volersi bene a prescindere dalle nostre evoluzioni, perché quella vera e profonda non si basa sul cambiare l’altro a nostro piacimento, ma influenzarsi positivamente a vicenda senza accorgersene, nonostante le diversità!
Poi, abbiamo EQUIFOLLIA, somma di equilibrio e follia. L’animatore deve essere, certamente, una persona equilibrata, moderata, con un grandissimo autocontrollo, soprattutto nei momenti di nervosismo e stress. Deve saper riconoscere le proprie emozioni, dialogare con loro e parlare di loro, perché lo scarso controllo di sé nasce dal mancato dialogo e dalla mancata gestione delle proprie emozioni. Al tempo stesso, però, non può essere un robot, non può reprimere le proprie emozioni facendo finta che esse non esistano, perché quest’ultime, prima o poi, pretenderanno di uscire e faranno un gran baccano. Quindi bisogna sfogarsi con gli altri, ma anche ogni tanto lasciarsi andare a qualche piccola follia innocente, come può essere quella di ballare dal nulla se ci va o di ridere senza un apparente motivo.
Successivamente abbiamo trattato la parola CREATTIVISMO, somma di creato e attivismo. Come persone e poi come animatori siamo chiamati a riconoscere la bellezza del Creato, ad apprezzarla e a preservarla. Ricordiamoci che il mondo può esistere senza di noi, ma noi non possiamo esistere senza il mondo! L’animatore è osservato anche quando pensa che nessuno lo stia guardando: che dia quindi sempre l’esempio nella cura dell’ambiente circostante, per poter essere un esempio positivo.
DIVERSIGLIANZA, diversità e uguaglianza. Abbiamo pensato che forse si comincia a combattere la discriminazione prendendo proprio consapevolezza che queste due paroline camminano insieme! Ciò che ci rende veramente “diversi” nel modo di pensare, è capire che in fondo ognuno di noi è uguale all’altro, nonostante le sfumature della diversità che vanno colte ed apprezzate. L’obbiettivo di ogni animatore dovrebbe essere questo: passare dal “siamo tutti uguali…” (generalizzante) al “siamo tutti uguali!” (solidarizzante); dal “sentirsi diversi…” (incompresi) al “sentirsi diversi!” (unici, fieri della propria originalità ed inclusivi).
Poi, SINCERITATTO, somma di sincerità e tatto. L’animatore per entrare in relazione con l’animato ha bisogno di tenere conto della sensibilità altrui. Siamo umani e come tali, le nostre emozioni, soprattutto quelle “negative”, potrebbero prendere il sopravvento in situazioni particolari. Non vogliamo essere perfetti, ma perfettibili. Possiamo tendere alla versione migliore di noi, per noi stessi in primis, poi per il bene dell’altro che prende esempio da noi e, infine, per la relazione che vogliamo costruire insieme.
APPARTELLEZZA, appartenenza e bellezza, ci insegna che non ci sentiremo mai veramente parte di un gruppo se non notiamo la bellezza nelle persone che lo compongono. Non ci sentiremo mai davvero pienamente cittadini del nostro paese se non riusciamo a scovare tutta la bellezza che questo nasconde, così come di una squadra o di una organizzazione. Per fare Estate Ragazzi faremo tutti parte della squadra di don Bosco… E per essere veramente forti ed efficaci, dobbiamo essere orgogliosi di cominciare ad appartenere a questa squadra. Trovare la bellezza nella comunità salesiana alla quale apparteniamo, essere orgogliosi di questa bellezza!
CORAGGISMO, somma di coraggio e altruismo. L’animatore, si rivela continuamente perché, per creare relazioni, è necessaria la conoscenza dell’altro. E cosa c’è di più spaventoso, a volte, che rivelarsi? Beh, affrontare questo timore iniziale è da coraggiosi! Riflettendo bene, donarsi è un’altissima forma di altruismo. Riusciamo a donarci solo se siamo mossi a questa chiamata, e la sentiamo dentro che urge pretendendo una sua realizzazione.
DISCOCURA, disconnessione e cura di sé. Ci hanno inculcato l’idea che disconnetterci voglia dire non esistere. L’animatore che entra in oratorio deve essere sì connesso, sì pronto, sì online. Ma nella realtà. Come può l’animatore prendersi cura dell’ambiente, delle relazioni, degli altri, se la mente e il cuore non hanno il pallino verde dell’online nella realtà? A prescindere da questo, abbiamo la necessità, a volte, di disconetterci, perché se non conserviamo un po’ di silenzio, non riusciremo mai a prenderci cura di noi stessi. Se non ci disconnettiamo, non riusciamo nemmeno a goderci pienamente le esperienze più belle, come ad esempio i concerti.
E, infine, la parola CONTEMPLATTIVI, come diceva don Tonino Bello, con due t, perché è necessario contemplare ma anche essere attivi. Contemplare non basta. È necessario unire questo sguardo d’amore ad un dinamismo pratico, all’operosità concreta. L’animatore, infatti, concretizza la sua contemplazione in gesti, attenzione, ascolto, cura.

Speriamo che questo percorso possa essere d’ispirazione a qualcuno e che ogni parola, una volta appresa, possa iniziare a muoversi dentro di noi e a smuoverci concretamente verso le nostre comunità.”

Alessia Russo

 

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