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Salesiani, Figlie di Maria Ausiliatrice e Polisportive Giovanili Salesiane: un impegno rinnovato per promuovere con lo sport educativo e sociale la missione di Don Bosco

Il Centro Nazionale Opere Salesiane e le Polisportive Giovanili Salesiane hanno rinnovato il proprio impegno ad operare insieme nel mondo giovanile per rendere concreta la missione ispirata a Don Bosco attraverso la promozione dello sport. In tal senso, Salesiani per il Sociale avrà un ruolo fondamentale per sviluppare con le PGS azioni concrete al servizio del territorio.

Alla lettera di intenti tra il Presidente CNOS don Roberto Dal Molin e il Presidente PGS Ciro Bisogno, sottoscritta nel giorno della Festività di San Giovanni Bosco, è infatti seguito il protocollo d’intesa firmato il 18 febbraio a Roma, nella sede del Centro di Preparazione Olimpica “Giulio Onesti” tra il presidente delle PGS, Ciro Bisogno e il presidente di Salesiani per il Sociale, don Francesco Preite; si avvia così un percorso operativo per promuovere iniziative sportive rivolte ai contesti giovanili. Attraverso una rinnovata condivisione di scelte, obiettivi e finalità, l’intento è quello di promuovere e sviluppare insieme politiche sociali attraverso lo sport per il bene dei giovani, soprattutto quelli più svantaggiati e a rischio di esclusione sociale. Presentazione di progetti sportivi sociali, sviluppo di attività sportive sui territori, percorsi formativi rivolti a chi opera nello sport, monitoraggio organico degli interventi e dei progetti attuati insieme riguardanti il contrasto della povertà educativa e la promozione di un contesto sociale inclusivo per i giovani sono i punti cardine dell’accordo.

Le PGS sono entrate a far parte della rete di Salesiani per il sociale APS come socio ordinario. Precedentemente avevano già aderito a Salesiani per il sociale le altre associazioni promosse dal CNOS: il Turismo Giovanile Sociale (TGS) e i Cinecircoli Giovanili Socioculturali (CGS).

“Il Centro Nazionale delle Opere Salesiane condivide con le PGS la mission educativa nell’animazione sportiva, già in atto in molti territori, e con questo rinnovato impegno, laddove si creeranno le condizioni idonee, si potrà ulteriormente dare avvio e sostenere percorsi e iniziative per la crescita dei giovani in stile salesiano”, dichiara don Roberto Dal Molin, presidente del Centro Nazionale delle Opere Salesiane.

“Le Polisportive Giovanili Salesiane hanno a cuore i giovani e la loro crescita integrale. Questo rinnovato spirito di condivisione con i Salesiani Don Bosco e la presenza delle Figlie di Maria Ausiliatrice consentirà di rafforzare lo sviluppo dello sport come strumento di coesione sociale e di forte impatto educativo. L’identità associativa è fondamentale per svolgere quotidianamente la nostra mission sui territori”, dichiara Ciro Bisogno, presidente delle Polisportive Giovanili Salesiane.

“Lo sport, specialmente nelle nostre periferie, si presenta sempre più come luogo sociale per accogliere ed educare i ragazzi ed i giovani nello stile di don Bosco. Il protocollo sottoscritto tra Salesiani per il Sociale e le PGS permetterà di collaborare insieme sui progetti, sulle attività sportive e sulla formazione degli animatori sportivi. Siamo anche soddisfatti di accogliere nella rete sociale salesiana, un’altra realtà nazionale come la PGS, dopo aver già accolto CGS e TGS”, dichiara don Francesco Preite, presidente di Salesiani per il Sociale.

Don Bosco Youth-net, European School of Animators: New animation

Pubblichiamo il comunicato del Don Bosco Youth-net e Salesiani per il Sociale sul corso di formazione per animatori.

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Il corso di formazione punta a preparare animatori giovanili internazionali che desiderano approfondire e condividere specifiche tematiche di interesse per i giovani in un contesto salesiano.

La formazione si concentrerà su alcuni argomenti chiave quali: stile e metodi educativi di Don Bosco, riflessione e reazione ai cambiamenti nella realtà del lavoro con i giovani, competenze generali e apprendimento di nuove tecniche e scambio di buone pratiche nell’ambito del lavoro con i giovani. L’obiettivo del progetto è quello di dare ai giovani animatori e operatori giovanili una opportunità per migliorare le proprie competenze attraverso l’apprendimento interculturale non formale. Un’ampia gamma di laboratori e sessioni di formazione li aiuteranno a migliorare e implementare le loro capacità di animatori giovanili. L’animazione giovanile salesiana e la presenza significativa di giovani animatori che si prendono cura di altri giovani è il nucleo portante del corso di formazione, con riferimento specifico al sistema educativo salesiano.

Il seminario è aperto a 24 volontari tra i 16 e i 30 anni provenienti da diversi paesi europei (Austria, Belgio, Germania, Grecia, Italia, Malta, Montenegro, Polonia, Slovacchia, Spagna e Ucraina), con buona conoscenza della lingua inglese, aperti e motivati per una esperienza internazionale, con o senza esperienza nel campo del lavoro con i giovani.

Il seminario è svolto in lingua inglese, è coordinato dalla rete giovanile Don Bosco Youth-Net (DBYN) è co-finanziato dal Programma Erasmus+ dell’Unione Europea ed è ospitato a Roma, presso l’Istituto Salesiano PIO XI.

Quota di partecipazione: max. € 80

Spese di viaggio: rimborsate al 100%, fino a un massimo calcolato in base alla distanza di viaggio.

Contatti:

Micaela Valentino progettazione@salesianiperilsociale.it

Le candidature devono pervenire entro e non oltre il 25 Febbraio 2023

Servizio Civile Universale, proroga del bando: scadenza il 20 febbraio ore 14

Dal sito di Salesiani per il Sociale.

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Con Decreto del Capo del Dipartimento è prorogato al 20 febbraio 2023, ore 14.00, il termine di presentazione delle domande di servizio civile universale.

Le modalità di presentazione delle domande restano le stesse. Sul nostro sito si possono consultare tutte le schede progetto e le informazioni sulle sedi di svolgimento del Servizio Civile Universale, in Italia e all’estero.

Per fare l’anno di volontariato con i Salesiani, sono disponibili:

  • 1.274 posti per l’Italia
  • 78 per l’estero (70 con Salesiani per il Sociale e 8 con il VIS)

Tutte le info si possono trovare qui:

Vai al sito SXS

Organizzare la Speranza, tappa a Milano per il processo dal basso di Salesiani per il Sociale

Nel pomeriggio di sabato 4 febbraio 2023 nella sede di Milano, con la presenza di circa 15 persone si è svolto il quarto incontro territoriale del processo di partecipazione dal basso coordinato dall’Osservatorio Salesiano per i diritti di minori.

Ad aprire l’incontro il Presidente di Salesiani per il Sociale don Francesco Preite il quale ringraziando Don Paolo Caiani responsabile della Pastorale Giovanile e Don Davide Perego incaricato dell’emarginazione ha posto l’accento sulla forte attenzione al sociale e sulla volontà di rinnovare il mondo salesiano, ha presentato il processo di partecipazione dal basso: un processo promosso da Salesiani per il Sociale e realizzato in sinergia  con l’Osservatorio Salesiano per i Diritti dei Minori per costruire insieme il documento programmatico di animazione di Salesiani per il Sociale 2023-2026, a partire proprio dall’ascolto dei territori. Così, don Francesco Preite ha invitato ciascuno a riflettere su nuove proposte, idee e opportunità e a condividerle, per offrire un proprio contributo in questo processo di innovazione.

Successivamente, don Rafael Bejarano – Referente per le Opere Sociali nel Settore della Pastorale Giovanile ha messo a fuoco le linee del Congresso Internazionale delle Opere e dei Servizi Sociali Salesiani e ha richiamato l’attenzione sulla preziosa opportunità di conoscersi e camminare insieme.

Partecipazione, internazionalizzazione e cura sono state le tre parole evidenziate da Renato Cursi – Direttore Generale di Salesiani per il Sociale nel corso del suo intervento.

Isabella Cordisco, docente presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma che insieme a Micol Trillo è parte dell’Osservatorio Salesiano per i Diritti dei Minori ha arricchito la presentazione del processo di partecipazione dal basso “Organizzare la speranza”, descrivendo le sue diverse tappe e sottolineandone l’obiettivo principale: trasformare un libro soci in una rete di relazioni concrete.

Vitandrea Marzano ha illustrato la piattaforma di partecipazione digitale https://organizzarelasperanza.net/, quale strumento concreto messo a disposizione per continuare a riflettere e condividere proposte, idee, intuizioni, esperienze territoriali sulle cinque aree di sfida della missione salesiana, nonché per offrire a tutti la possibilità di intervenire ed esprimersi.

È poi seguito un momento di lavoro, guidato da Riccardo Mariani e basato sul confronto attivo tra i partecipanti all’incontro, attraverso il quale i presenti hanno riflettuto insieme e avanzato idee e proposte sulle aree di sfida della missione salesiana.

Infine, ha avuto luogo un momento di restituzione in plenaria del lavoro, da cui sono emerse molteplici idee e riflessioni interessanti, tra le quali:

  • Realizzare una formazione per i giovani del Servizio Civile che non sia solo pratica ma che aiuti e accompagni i ragazzi impegnati in questa esperienza e che racconti anche i temi della pace e del volontariato;
  • Promuovere una formazione specifica rivolta ai ragazzi in Servizio Civile, intesa non come un pacchetto di conoscenza che viene dato all’inizio del percorso bensì come una riflessione che evolve gradualmente durante tutto il percorso, ,a insieme a questa anche una formazione delle figure che accompagnano queste esperienze (come ad esempio l’OLP);
  • Dare in mano la comunicazione social ai giovani stessi, poiché proprio loro hanno la creatività e la capacità di rimanere al passo con i tempi;
  • La rete deve essere vera nel suo agire, non legata solo ai bandi ma avere un impatto sociale sul territorio;
  • La rete è uno dei punti nevralgici del futuro e del presente, ma per lavorare in rete è necessaria la capacità di uscire dall’autoreferenzialità e quindi uscire dai nostri ambienti, conoscersi, scambiarsi esperienze, trovare tempo e momenti per stare insieme e condividere;
  • Quando si parla di rete, non riferirsi solo alla rete tra scuola, organizzazioni del Terzo Settore e Comune, ma considerare l’apporto fondamentale delle famiglie e coinvolgerle;
  • Riflettere su un’accoglienza dei migranti che non deve essere fatta solo a spot, per situazione specifiche, ma anche su situazioni meno conosciute;
  • L’integrazione e l’accoglienza si realizza quando i migranti non solo ricevono ma sono anche messi nelle condizioni di dare qualcosa alla comunità.

Conclude Don Francesco Preite: “siamo molto felici di come sta andando questo percorso convinti che grazie alla partnership con l’Osservatorio Salesiano per i diritti dei minori sapremo proporre nei prossimi anni un proposta innovativa sotto il profilo sociale nello stile preventivo che ci caratterizza

 

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Salesiani per il Sociale, dal 31 gennaio aperto il canale Instagram

Pubblichiamo dal sito di Salesiani per il Sociale.

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Salesiani per il Sociale APS da oggi, 31 gennaio festa di San Giovanni Bosco, è presente anche su Instagram.

Per i giovani e con i giovani, da 30 anni  siamo famiglia, sostegno e protezione per migliaia di bambini e ragazzi fragili da nord a sud Italia, grazie a una rete di più di 100 organizzazioni. E per poter raccontare ancora meglio quello che facciamo, le storie dei nostri ragazzi, le attività, le campagne solidali e quelle del Servizio Civile abbiamo scelto di utilizzare anche il canale di Instagram per raggiungere ancora meglio i giovani.

Un feed già pieno di contenuti sul Servizio civile, con informazioni e testimonianze di ragazzi che hanno avuto l’opportunità di partecipare all’esperienza all’estero. Questo canale vuole essere uno specchio della nostra realtà, un suggerimento e uno strumento di incoraggiamento per i giovani, una modalità per presentare loro i nostri progetti, ma soprattutto la nostra vicinanza al mondo giovanile.

Uno strumento utile a raccontare le loro storie, nel loro linguaggio.

Abbiamo scelto la data del 31 gennaio per festeggiare e fare memoria di Don Bosco, il Santo che ha amato i giovani e che per loro ha sempre cercato nuove strade e nuovi strumenti: “Bisogna accogliere e prendersi cura dei ragazzi in difficoltà e costruire insieme a laici e benefattori un futuro di formazione e di inserimento lavorativo”, spiega don Francesco Preite, presidente di Salesiani per il Sociale.

Vi aspettiamo su Instagram!

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Salesiani per il Sociale: incontro territoriale a Torino

Nella mattinata di lunedì 23 gennaio 2023 ha avuto luogo il terzo incontro territoriale del processo di partecipazione dal basso nella sede di Torino, con la presenza di circa 60 persone.

Dopo il saluto di benvenuto di don Alberto Goia – Delegato di Pastorale Giovanile, è intervenuto don Rafael Bejarano – Referente per le Opere Sociali nel Settore della Pastorale Giovanile, illustrando le linee del Congresso Internazionale delle Opere e dei Servizi Sociali Salesiani ed evidenziando l’importanza di avviare un cammino insieme.

Successivamente, il Presidente di Salesiani per il Sociale don Francesco Preite, sottolineando la forte attenzione al sociale emersa nello scenario attuale, ha presentato il processo di partecipazione dal basso per costruire insieme il documento programmatico di Salesiani per il Sociale 2023-2026 e ne ha richiamato i tre principali strumenti di animazione e partecipazione messi a disposizione: gli incontri territoriali, la piattaforma digitale e i tavoli nazionali per lanciare nuovi stimoli e idee.

Renato Cursi – Direttore Generale di Salesiani per il Sociale ha poi posto l’accento su tre parole cruciali: partecipazione, internazionalizzazione e cura, aggiungendo a queste la parola “grazie”.

Isabella Cordisco ha approfondito la spiegazione del processo di partecipazione dal basso dal punto di vista metodologico e contenutistico, ricordando che l’obiettivo ultimo di tutto il processo è quello di trasformare un libro soci in una rete di relazioni concrete: si tratta di motivarci con un’appartenenza sempre più viva e sentita a “organizzare la speranza”.

Vitandrea Marzano ha infine illustrato lo strumento della piattaforma di partecipazione digitale organizzarelasperanza.net, invitando tutti a proporre e condividere idee e contributi sulle cinque aree di sfida della missione salesiana.

In seguito, è stato dedicato spazio a un lavoro in gruppi, durante il quale i partecipanti all’incontro hanno dialogato e si sono confrontati sulle cinque aree di sfida. Il lavoro, presentato da Riccardo Mariani e condotto attraverso la metodologia del world café, ha visto la partecipazione attiva e il coinvolgimento vivo di tutti i presenti.

Al termine dei lavori, si è svolto un momento di restituzione in plenaria degli spunti emersi nei vari tavoli di lavoro, da cui è scaturita una coralità di interessanti sollecitazioni e idee da portare all’attenzione.

In particolare, tra le proposte avanzate si evidenziano:

  • Dedicare tempo e spazio ad approfondire l’identità sia dell’OLP sia del volontario del Servizio Civile
  • Supportare gli OLP nel riconoscere il proprio ruolo
  • Aiutare gli OLP nella capacità di ascolto dei ragazzi e di orientamento durante il servizio, sulla base delle abilità e risorse di ciascun giovane
  • Nella formazione degli OLP approfondire tematiche specifiche, anche pedagogiche, al fine di affrontare al meglio le sfide e disporre di strumenti adeguati
  • Rafforzare il ruolo della comunicazione sociale
  • Creare maggiori occasioni di scambio formativo tra le case salesiane
  • Promuovere, oltre alla formazione, anche una condivisione di tempo, esperienze ed eventi
  • Conoscere maggiormente le esperienze altrui per creare più comunicazione
  • Fare una mappatura dei territori per leggere le povertà e i bisogni
  • Aiutare le comunità ad essere comunità
  • Mettersi insieme alle istituzioni per essere comunità territoriali
  • Promuovere un maggior scambio e diffusione di esperienze realizzate
  • Utilizzare la piattaforma come strumento permanente per poter condividere esperienze, progetti, buone pratiche e servizi attivati
  • Interrogarsi su cosa stiamo facendo per i più poveri, ricordandosi questa priorità e rimettendo al centro momenti di ripensamento progettuale
  • Condividere buone prassi sull’accoglienza e sull’integrazione dei migranti, favorire qui una riflessione più globale e collaborare con le istituzioni promuovendo un dialogo continuo
  • Sul fronte dei giovani neet agire in un’ottica preventiva, promuovere una presa in carico integrale, aiutarli a sperimentare esperienze di vita comunitarie per riattivarli e creare un’alleanza con le famiglie

In conclusione, Don Francesco Preite ha consegnato un’ultima immagine attraverso le parole di Don Bosco:

“Una funicella da sola fa ben poco, tante funicelle insieme formano una fune grossa e robusta”

e ha ribadito che è fondamentale confrontarsi e mettersi insieme per continuare ad andare, insieme, verso un futuro da costruire.

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Salesiani per il Sociale, due webinar per conoscere il Servizio Civile all’estero

Salesiani per il Sociale APS organizza due webinar per fa conoscere l’esperienza del Servizio Civile all’estero. Con il bando 2022, per l’esperienza all’estero ci sono 76 posti a disposizione per 9 progetti da svolgere in questi paesi: Albania, Spagna, Ghana, Angola, Senegal, Namibia e Brasile. Il Servizio civile all’estero, oltre alla retribuzione base del SCU, offre una indennità giornaliera e il rimborso di vitto e alloggio.

“Un anno di servizio civile in Albania, Spagna, Ghana, Angola, Senegal, Namibia e Brasile con i salesiani significa essere accolti in un clima di famiglia e di amicizia nelle nostre case salesiane ed avere la possibilità di crescere insieme nel servizio educativo ai più piccoli nel cortile di un Oratorio. Costruiamo così una società più accogliente, più inclusiva ed soprattutto in pace”, dice don Francesco Preite, presidente nazionale di Salesiani per il Sociale.

I due webinar si svolgeranno in queste date per dare informazioni sulla candidatura, progetti, sedi, SCU in generale:

24/01/2023
ore 11.30-12.30
07/02/2023
ore 11.30-12.30
Per iscriversi,  inviare un’email a scu.estero@salesianiperilsociale.it

Corriere della Sera – Buone Notizie: “Da Kabul a Roma senza ritorno Il futuro di Negin è la laurea”

Il Corriere Buone Notizie ha pubblicato la storia di Negin A, giovane afghana arrivata in Italia grazie alla Rete di solidarietà di cui fa parte Salesiani per il Sociale.

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Negin A. ricorda bene quella mattina di quindici mesi fa a Kabul, a casa sua: «Era un giorno come un altro, da settimane tutti ci interrogavamo – Entrano o non entrano? – ma nessuno voleva pensare al peggio, anche se dopo la conquista di Herat avevamo pianto. Poi, a partire dalle 11 di quella mattina di metà agosto del 2021 ci siamo ritrovati con i talebani di nuovo sotto casa, all’università, negli uffici, nelle strade. Ovunque…». Da quel giorno per l’allora 19enne studentessa di Informatica è iniziato un viaggio verso l’ignoto durato più di un anno. Una vita azzerata, quella di Negin, che ora, a migliaia di chilometri di distanza, tenta di ricostruire assieme alla madre Razia, cacciata dal suo posto di giornalista a Tanandon Tv, al padre Reza, architetto, licenziato dal ministero delle Infrastrutture, al fratello Moahmmad Eshan e alla sorellina Mathab. Negin ora sorride e dice di avere fiducia nel futuro, stringendo forte la mano di don Pejo, un salesiano forte come una roccia dei Balcani che, grazie alla generosità della sua comunità, la ospita insieme con tutta la famiglia alle porte di Roma in una Casa circondata da alberi di mandarino e da palme. «Il viaggio è stato lungo – racconta in inglese fluente – prima in autobus fino a Herat, poi in auto verso il confine con l’Iran e infine nella città iraniana di Qom, dove abbiamo atteso il visto per l’Italia».

La fuga da Kabul della famiglia di Negin è stata resa possibile grazie ai loro risparmi e a una incredibile, quanto discreta, rete di solidarietà coordinata da una giornalista italiana, Maria Grazia Mazzola, e dai «Salesiani per il sociale» che in questi mesi hanno portato a buon fine il trasferimento in Italia di una settantina di cittadini afghani perseguitati dai talebani. A pochi chilometri dal centro di Roma, nella Casa dei Salesiani ci si prepara a celebrare il Natale anche con la famiglia di Negim (che prima di Capodanno potrà incontrare alcuni parenti ospiti di  altre Case). Anche questa famiglia hazara fuggita da Kabul ha trovato il calore che in passato ha permesso ad altre persone di ricominciare a ricucire la tela di una vita lacerata dall’odio e dalla violenza. Qui, in un appartamento che si affaccia su un prato verdissimo, Negin ha potuto anche riprendere il suo percorso di studi: «Prima di partire da Kabul – racconta – ho implorato un impiegato della mia Università di consegnarmi la scheda con gli esami che avevo sostenuto». E ora, con quel pezzo di carta preziosissimo, la studentessa che frequentava Informatica a Kabul, grazie a un fortunato passaparola, ha potuto chiedere di accedere alle borse di studio che la Luiss riserva ai rifugiati. E a febbraio ha già un appuntamento con il primo esame alla facoltà di Economia in inglese di viale Romania. «Le ultime immagini dell’Afghanistan sono quelle dei talebani che ti controllano all’ingresso dell’Università per vedere se nascondi un paio di jeans nella borsa. Loro le donne le trattano così: non devono studiare, non devono lavorare, non devono indossare i pantaloni, devono sempre essere accompagnate da un uomo in certi luoghi…», chiosa la studentessa, che, per rendere bene l’idea del clima di Kabul, mostra sul telefonino l’immagine di un presentatore tv che va in onda con addosso due cartuccere cariche di proiettili di grosso calibro: «Le armi sono ovunque e di recente un leader talebano ha detto che la promozione degli ufficiali dipenderà dal numero di bombe che riusciranno a far esplodere».

La scorsa estate il primo impatto con Roma è stato un misto di delusione e di stupore: «Non sapevamo nulla di questo Paese, pensavo di trovare tanti grattaceli – ricorda adesso – e invece ovunque ci sono splendidi edifici storici che sono la gioia di mio padre architetto». Gli italiani? «Simpatici. Ma sono logorroici, parlano molto e per questo mi sto impegnando, grazie al Centro Astalli, per imparare bene la vostra lingua». Per Negin è tutto nuovo: andare in giro da sola per la città, conoscere altri studenti, scambiarsi il numero di telefono con una coetanea conosciuta per caso. Ogni novità alimenta la sua voglia di vivere. Però sa anche che la strada è in salita: «Se sei un rifugiato devi mettere nel conto che la polizia ti fermerà mille volte per i controlli». E quando le si chiede qual è stato l’impatto con la burocrazia italiana esita prima di rispondere: «Ogni Paese ha i suoi problemi…». Ma poi bilancia praticamente subito: «Qui c’è la democrazia, la libertà, la possibilità di andare in giro vestita come ti pare, di fare quello che vuoi». A proposito di desideri, come vede il suo futuro la studentessa di Kabul che ora studierà alla Luiss? «La laurea è il traguardo più importante. Ma spero anche che i miei genitori trovino presto un lavoro perché non si può vivere dignitosamente senza». Poi, prima del congedo, tornando con il pensiero agli ultimi mesi trascorsi a Kabul, il sorriso di Nagin mostra un’incrinatura: «Certo che quella non era una vita normale. Ma era pur sempre il mio Paese, lì c’era la nostra casa, c’erano i nostri amici. Poi quasi tutti sono andati via, lasciandosi alle spalle una vita intera. Come noi…».

“I sorrisi di Banca Reale”: Banca Reale in sostegno dei bambini ucraini accolti da Salesiani per il Sociale

Per contribuire concretamente ai bisogni delle famiglie ucraine colpite dall’emergenza umanitaria, in occasione del Natale, Banca Reale desidera offrire il proprio sostegno ai 300 bambini ucraini accolti dai Salesiani per il Sociale. Con l’iniziativa “I Sorrisi di Banca Reale”, tutti i dipendenti della banca hanno scelto di rinunciare alla loro tradizionale strenna natalizia devolvendo la cifra ricavata all’organizzazione no profit guidata dal Presidente Don Francesco Preite.

L’obiettivo dell’iniziativa è quello di fornire un contributo al supporto scolastico e psicologico dei bambini e dei ragazzi ucraini che, una volta inseriti nelle scuole italiane hanno necessità di ricevere un vero e proprio sostegno.

I Sorrisi di Banca Reale” si inserisce in un percorso di azioni intraprese da Reale Group che, da marzo 2022, ha agevolato una rete di sostegno virtuosa a favore della popolazione ucraina colpita duramente dalla violenza della guerra. Fin dall’inizio del conflitto, Reale Foundation, la fondazione corporate di Reale Group, ha affiancato diversi enti benefici, quali l’Ospedale Infantile Regina Margherita, CasaOz, Sermig, UGI, Adisco Sezione Piemonte – in collaborazione con la Regione Piemonte – per fornire una risposta pronta e immediata ai bisogni delle famiglie colpite da questa grave emergenza umanitaria.

Quest’anno i bambini ucraini hanno vissuto gli orrori della guerra e sono stati spettatori innocenti della brutalità del conflitto – ha dichiarato Giuseppe Pollio Direttore Chief Operating Officer di Banca Reale – Proprio per questo i dipendenti di Banca Reale desiderano dimostrare calore e vicinanza ai piccoli profughi ucraini e alle loro famiglie, accolte dai Salesiani per il Sociale, attraverso un gesto simbolico che speriamo possa facilitare la loro integrazione. La scelta di offrire un supporto scolastico e psicologico ai bambini,  colloca la nostra iniziativa in un percorso più ampio, che non guarda al presente bensì al futuro: crediamo che l’istruzione sia un veicolo d’inclusione ed equità sociale, che permette ad ogni persona di gettare delle solide basi per costruire il proprio domani”.

“L’emergenza Ucraina, passata l’ondata emotiva della prima ora, non ha cessato di esistere. Nei primi mesi abbiamo spalancato le porte delle case salesiane ed accolto chi fuggiva dall’orrore della guerra, specialmente famiglie, mamme con bambini di ogni età – dichiara don Francesco Preite, presidente nazionale di Salesiani per il Sociale APS -. L’integrazione sociale, scolastica, culturale nonché l’assistenza medica, richiedono un costante sostegno. Per questo a nome di tutta la rete di Salesiani per il Sociale ringrazio Banca Reale e tutti i suoi dipendenti: il loro gesto generoso darà un contributo al percorso di sostegno messo in piedi per accogliere e accompagnare questi nostri fratelli e sorelle in difficoltà. Nello stesso tempo invochiamo la pace in Ucraina”. 

Salesiani per il Sociale: conferenza stampa della Rete Umanitaria per l’emergenza in Afghanistan

Martedì 6 dicembre, presso la sala delle Bandiere della sede del Parlamento Europeo Roma, si è tenuta la conferenza stampa organizzata dalla Rete Umanitaria della società civile, fondata dalla giornalista Maria Grazia Mazzola e di cui fanno parte, oltre a Salesiani per il Sociale APS, anche il gruppo Abele, l’Unione Donne in Italia, le Chiese cristiane evangeliche Battiste, la cooperativa cooperativa ‘Una Città non basta‘ e l’associazione “Federico nel cuore“. Durante la conferenza stampa sono state raccontate le più toccanti e significative storie dei profughi afghani messi in salvo nel corso di un anno, oltre alla qualità del lavoro svolto dai diversi membri della rete.

Ad aprire l’evento Esma Çakir, Presidente dell’Associazione Stampa Estera in Italia, che ha portato i saluti della categoria e confermato l’impegno costante nel continuare a raccontare queste storie di salvezza. Maria Grazia Mazzola, giornalista e fondatrice della Rete Umanitaria, ha poi introdotto la conferenza stampa presentando i vari ospiti e ponendo l’accento sul grazie, inteso come un grazie comune che ha permesso di salvare tante vite, e raccontato la storia di questa impresa, partita da una disperata richiesta d’aiuto arrivatale il 30 agosto 2021 da alcune donne afghane:

“Aiutaci, solo tu puoi salvarci”.

Il contributo salesiano

Durante l’evento Don Roberto Dal Molin, presidente del Centro Nazionale Opere Salesiane (CNOS), ha tracciato le motivazioni dell’impegno Salesiano all’interno di questa iniziativa:

Spinti dall’urgenza della situazione che ci obbliga a rimanere aderenti ai tempi che viviamo, sollecitati dall’invito della società civile che stava raccogliendo diverse richieste di aiuto, e fedeli all’invito del Rettor Maggiore di essere luce di speranza per i poveri e gli abbandonati, ci è parso naturale offrire il nostro contributo per la salvezza di queste persone.

La rete di Salesiani per il Sociale APS, infatti, si è fatta carico di 43 rifugiati (11 nuclei familiari). Accogliere queste persone ha significato dar loro una casa sicura. Sono stati inseriti bambini e ragazzi nel percorso scolastico e nelle attività degli oratori, comprese quelle estive. Alcuni hanno avuto bisogno di interventi sanitari per patologie pregresse e sono state sostenute le famiglie nella ricerca di un lavoro per dare loro la stabilità necessaria per guardare al futuro con serenità.

Don Francesco Preite, presidente di Salesiani per il Sociale, ha ricordato nel suo intervento l’importanza civile e sociale di questa accoglienza e la gioia che da essa ne deriva:

Quella gioia che inizia nella discesa dei profughi all’aeroporto e che si nutre della felicità di porre il piede su una terra accogliente capace di offrire loro la libertà; quella gioia che si trasforma nella prima corsa per un abbraccio e che sfocia nell’impegno per regalare il primo giorno di scuola, il primo giorno di lavoro.

Intervista di don Francesco Preite durante il programma Buongiorno inBlu2000 (dal minuto 7:50 al minuto 15:43).

Buongiorno inBlu2000

Don Francesco Galante della Casa Salesiana di Macerata ha infine portato l’esperienza diretta della comunità di accoglienza di uno dei nuclei familiari, mostrando come il tempo trascorso insieme abbia fatto crescere nell’intera comunità il senso di famiglia e di attenzione privilegiata ai giovani.

La storia di Macerata e di Soverato

Le altre testimonianze

La conferenza stampa è proseguita con altri momenti particolarmente toccanti legati alla condivisione di alcune delle innumerevoli storie che si sono generate a partire dall’attivazione della rete.

Razia Ehsani Sadat, giornalista di punta dell’Awppn che ha visto il proprio mondo crollare in una notte con l’arrivo dei talebani, ha raccontato come Maria Grazia Mazzola ha salvato la sua vita e quella di altre 69 persone, e di come il progetto della società civile sia l’unico a far sentire le voci di libertà che escono dal suolo afghano.

Vittoria Tola, Responsabile dell’Unione Donne in Italia, ha valorizzato le testimonianze ascoltate come un modello a cui fare riferimento.

Marina Sereni, già Vice Ministra degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ha lodato l’impegno mostrato nel salvare queste persone e reclamato da parte della politica estera la necessita di continuare ad impegnarsi in questo ambito.

Il Direttore e Portavoce del Parlamento Europeo in Italia, Carlo Corazza, ha posto l’accento sull’impegno dell’Europa, da sempre in prima linea per la parità dei diritti del genere umano mettendo al centro la persona. I diritti delle donne in Afghanistan e in tutto il mondo sono una priorità del Parlamento Europeo.

L’ambasciatore d’Italia in Afghanistan, Vittorio Sandalli, ha parlato del peso economico dell’accoglienza e dei corridoi umanitari sulla società civile. Occorre una corresponsabilità dell’amministrazione pubblica per dare sostegno a tutte le attiviste e gli attivisti che combattono ogni giorno per i diritti in Afghanistan.

Stefano Pontecorvo, già Ambasciatore italiano in Pakistan e Senior Civilian Representative della Nato in Afghanistan, ha spiegato il meccanismo della difficile negoziazione dei governi con i talebani, sottolineando l’importanza di iniziative come la Rete Umanitaria, essenziali per non far spegnere la fiamma della speranza e per tradurre l’impegno dell’opinione pubblica in un impegno di governo.

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