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Dona il 5×1000 a Salesiani per il Sociale APS per continuare a sostenere i giovani più fragili

I Salesiani in Italia, per operare efficacemente nell’ambito sociale hanno promosso dal 1993 l’associazione “Salesiani per il Sociale APS”, un ente del terzo settore che provvederà a iscriversi nella sezione Associazioni di Promozione Sociale e nella sezione Reti associative del Registro Unico Nazionale del Terzo Settore.

Salesiani per il Sociale è una rete di 116 organizzazioni (tra associati diretti e indiretti: associazioni di promozione sociale, organizzazioni di volontariato, associazioni, cooperative e imprese sociali, enti ecclesiastici) impegnate nella tutela e protezione di minori e giovani ed operanti con interventi preventivi e promozionali su tutto il territorio nazionale.

Salesiani per il Sociale è promossa da CNOS – Centro Nazionale Opere Salesiane, che nomina propri delegati ai diversi livelli della struttura associativa con il compito di garantirne l’orientamento all’interno del progetto educativo pastorale salesiano.

In concreto Salesiani per il Sociale:

–       progetta e attua interventi a favore dei minori e dei giovani che vivono condizione di fragilità e vulnerabilità, anche in collaborazione con reti nazionali ed internazionali;

–       coordina, sostiene e promuove interventi, servizi e progetti per la prevenzione ed il contrasto delle forme di povertà educativa, esclusione sociale ed emarginazione di minori e giovani;

–       promuove e diffonde la cultura dell’affido e della solidarietà familiare;

–    promuove il volontariato e dell’impegno solidale attraverso l’organizzazione ed il coordinamento del Servizio Civile Universale in Italia e all’Estero;

–       svolge azioni di advocacy a favore di categorie svantaggiate.

Fanno parte di tale rete:

  • 46 Comunità residenziali (case famiglia, comunità alloggio e semiautonomia)
  • 30 Centri Diurni per minori e giovani
  • 10 Centri di accoglienza ed accompagnamento contro le dipendenze
  • 901  operatori qualificati
  • 102 Soci Sostenitori che svolgono attività educative legate principalmente al Servizio Civile
  • 2983 volontari che prestano il loro servizio gratuitamente, avendo a cuore i giovani in particolare quelli che dalla vita hanno avuto di meno!

A portare avanti l’azione di Don Bosco non ci sono solo salesiani consacrati, ma anche molti laici che si riconoscono nel carisma del Santo torinese facendo proprio l’agire educativo salesiano, il “sistema preventivo”.

Il 19 maggio si terrà l’Assemblea Nazionale che eleggerà il nuovo Presidente e i nuovi organi sociali.

Anche nel difficile periodo che stiamo vivendo tutte le realtà della rete non hanno smesso di impegnarsi per garantire a bambini e giovani una vita migliore. Uno dei modi per sostenere gli interventi di Salesiani per il Sociale in tutta Italia è devolvere il 5×1000, l’unica donazione esistente che al donatore non costa nulla. Il 5×1000 è, infatti, una parte dell’imposta che si verserebbe comunque in occasione della dichiarazione dei redditi ed è per il contribuente completamente gratuita. È un gesto molto semplice ma di grande valore. Per farlo basta firmare nel riquadro preposto della dichiarazione dei redditi e inserire il codice fiscale 97099620581. Aiuta anche tu Salesiani per il Sociale donando il 5×1000! 

Gazzetta del Mezzogiorno, i Market solidali in Puglia sostenuti da UsAid con Salesiani per il Sociale APS, Cnos Fap

Sulla Gazzetta del Mezzogiorno, oggi è uscito un articolo che riporta l’iniziativa dei Market Solidali di Cisternino e Fasano, sostenuti, tra gli altri, dal progetto finanziato da UsAid con Salesiani per il Sociale APS, Vis e Cnos Fap.

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Un appello alla solidarietà concreta che – per fortuna – non è caduto nel vuoto. L’invito, lanciato nelle scorse settimane dal programma «Il Valore del Tempo – Market Solidali in rete» per aumentare le possibilità di aiuto per le sempre più numerose famiglie in difficoltà a causa della pandemia e della crisi economica che ne è conseguita, è stato raccolto da tanti cittadini. Grazie a coloro che hanno risposto all’appello «Adotta una famiglia in difficoltà della tua città» altri 27 nuclei familiari riceveranno sostegno dai Market Solidali di Fasano e Cisternino. Il Market Solidale di Cisternino, grazie alla collaborazione con VIS, Salesiani per il Sociale e CNOS-FAP e con il contributo di US AID, sosterrà 20 famiglie a cui sarà garantito, per tre mesi, un valore di spesa alimentare di 35 euro a settimana. Il Market Solidale di Fasano, invece, grazie alla generosità dell’ANMI gruppo «N. Sauro», di Azzurro srl, del Caseificio Crovace e dei cittadini che hanno donato denaro o prodotti attraverso i carrelli solidali presenti in cinque supermercati cittadini, potrà sostenere fino a giugno altre sette famiglie, arrivando ad un totale di 23 nuclei familiari che ogni mese potranno far la spesa gratuitamente nel market di via Conversano. Inoltre, in considerazione del recente contributo straordinario erogato dall’Amministrazione comunale, in questi giorni i volontari stanno concordando con le famiglie che hanno beneficiato di questi contributi, l’opportunità e i tempi di sospensione dell’aiuto da parte del programma. Ma l’iniziativa “Adotta una famiglia in difficoltà della tua città”, non si ferma. «Per aderire, insieme alla donazione (importo minimo 100 euro) – fanno sa pere con una nota i volontari – potrete contattarci per comunicare il nome ed il recapito della famiglia che si vuole aiutare, indicandoci anche se si preferisce farlo in forma anonima. Alla famiglia segnalata sarà così garantito sostegno per due mesi, che aumenterà di un mese ogni 50 euro in più donati. Tutto sarà tracciato: dal bonifico del donatore che potrà così usufruire dei benefici fiscali previsti, alla consegna della spesa al beneficiario, che firmerà una ricevuta che attesterà quanto consegnato». m. mong.

VITA Online – La DAD? A Napoli si fa in oratorio

Sul sito di Vita è uscito un articolo in cui si racconta l’esperienza delle aule DAD dell’istituto salesiano Don Bosco di Napoli e di Torre Annunziata.

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Iniziativa di Salesiani per il Sociale: all’istituto Don Bosco di Napoli e all’oratorio salesiano di Torre Annunziata sono state allestite aule con computer, connessione e soprattutto con la presenza di un educatore

Aule attrezzate per seguire la didattica a distanza, con un computer, una connessione e, soprattutto, con la presenza di un educatore. Perché l’hardware non basta. Salesiani per il Sociale aps è partita ad offrire questo nuovo servizio dalla Campania, regione in cui dal marzo 2020 ad oggi i ragazzi hanno fatto in presenza sei settimane di scuola in tutto. Ecco allora che i salesiani hanno aperto ai ragazzi le porte degli oratori, creando “aule Dad” per tutti quei ragazzi che a casa non hanno un computer o la connessione, o ancora adulti in grado di seguirli, banalmente perché al lavoro.

La didattica a distanza, come è stato più volte sottolineato, ha accentuato in alcune zone del nostro Paese quel disagio che sfocia nell’abbandono scolastico: in Europa siamo al 4° posto tra i Paesi con il più alto tasso di abbandono scolastico, con un 14,5% ben lontano da quel 10% indicato dall’Europa come obiettivo da raggiungere per il 2020. La Campania in particolare, secondo la ricerca “Le mappe della povertà educativa” condotta da Openpolis in collaborazione con l’impresa sociale Con i bambini, ha un tasso di abbandono scolastico del 18,5%.

Ecco quindi che all’istituto Don Bosco di Napoli e all’oratorio salesiano di Torre Annunziata sono nate le aule Dad: oltre allo spazio, però c’è anche un educatore che segue i ragazzi durante l’orario scolastico e il pomeriggio nello svolgimento dei compiti e nello studio. A Torre Annunziata, in provincia di Napoli, se nella prima fase del lockdown gli educatori seguivano da casa i ragazzi, in autunno vista la possibilità di spostamento, hanno accolto i ragazzi nelle aule attrezzate: «Grazie ai progetti “Dare di più a chi ha avuto di meno” (sostenuto dall’Impresa Sociale con I bambini e coordinato da Salesiani per il Sociale aps) e “La risposta del VIS, Salesiani per il Sociale APS e Cnos Fap all’emergenza COVID-19 in Italia”», racconta Rino Balzano, assistente sociale ed educatore, «abbiamo avuto a disposizione PC per i ragazzi. Non solo, anche la scuola “Giacomo Leopardi” di Torre Annunziata ha messo a disposizione i suoi computer in comodato d’uso per i ragazzi che venivano da noi a seguire le lezioni». Attualmente l’aula DAD di Torre Annunziata ospita 25 ragazzi, divisi in gruppi da 3/4 ragazzi, ciascuno seguito da un educatore, con mascherina, distanziati e in sicurezza. «L’educatore non è solo una presenza che garantisce un supporto didattico, ma segue il ragazzo, lo accoglie e lo sostiene anche dal punto di vista educativo ed emotivo», prosegue Balzano.

All’Istituto Salesiano “E. Menichini”- Don Bosco di Napoli, invece, sono stati i servizi sociali del Comune a segnalare ai salesiani alcune situazioni difficili. Anche qui la presenza degli educatori è determinante. «Oltre ai ragazzi dell’oratorio abbiamo accolto anche quelli che ci hanno indicato i servizi sociali», spiega don Fabio Bellino, direttore dell’Istituto. Il passaparola ha fatto il resto, fino a riempire le aule DAD del numero massimo consentito dalle norme di sicurezza. «Abbiamo dovuto fare dei turni extra per accogliere quanti più ragazzi possibile: molti di questi ragazzi avevano entrambi i genitori al lavoro, fuori casa, per tutto il giorno. Da soli, non avrebbero mai potuto seguire le lezioni e rimanere così in pari con il programma». Ogni giorno così entrano circa 20 ragazzi, divisi in due aule, anche nel pomeriggio.

«Mettere a disposizione gli spazi per seguire in sicurezza le lezioni a distanza non basta», sottolinea don Roberto Dal Molin, presidente di Salesiani per il Sociale APS. «Come ha anche detto in una recente intervista Marco Rossi-Doria, neo presidente dell’impresa sociale Con i Bambini, l’unico modo per uscire dalla piaga dell’abbandono scolastico è implementando e rafforzando le “comunità educanti” come sistema nazionale e a livello territoriale. Per questo motivo abbiamo rafforzato la nostra presenza mettendo a disposizione dei ragazzi in DAD anche gli educatori: seguire nei compiti, ma anche accompagnare nel percorso difficile delle lezioni a distanza è un modo per creare rete e per sostenere il cammino scolastico accidentato di questo ultimo anno e mezzo».

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Osservatore Romano – Una scuola nuova

Sull’edizione cartacea e online de L’Osservatore Romano di oggi, 23 febbraio, è uscito un articolo che parla dei progetti “UsAid – “La risposta del VIS, Salesiani per il sociale Aps e CNOS-FAP all’emergenza COVID-19 in Italia – Salesian Solidarity with Italy: the Emergency Response to COVID-19” e di “Dare di più a chi ha avuto di meno”.

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È un progetto che si protrarrà oltre l’estate, probabilmente fino a ottobre, quello voluto e finanziato dall’agenzia governativa di sviluppo UsAid, per far fronte all’emergenza conseguente al covid-19. In partnership con Salesian Missions, associazione presente in oltre 100 Paesi del mondo, sono stati destinati a circa 24.000 tra studenti, insegnanti, migranti e rifugiati di 16 regioni italiane più di 470 dispositivi tra tablet e pc, allo scopo di rispondere all’emergenza educativa e sociale che è andata, in questi mesi, a sovrapporsi all’emergenza sanitaria.

Tra le conseguenze della pandemia si registrano, infatti, nei quartieri e nelle periferie delle città italiane, un marcato aumento della dispersione scolastica tra gli studenti in condizioni di maggiore fragilità, una maggior disuguaglianza tra i minori che hanno accesso agli strumenti didattici e quelli emarginati dalla scuola a distanza, tra le famiglie con maggiori mezzi, anche culturali, e quelle più vulnerabili.

Mitigare l’impatto di una crisi in cui, secondo una recente ricerca, sempre più diffusi sono i problemi di connettività (44,7 per cento), di mancanza di dispositivi (42%) e di incapacità di utilizzo dei software (25,9%) richiede interventi che agiscano su più fronti e non occasionali, ma inseriti in percorsi di recupero e accompagnamento, tesi a costruire relazioni sociali che siano di modello e guida per i più giovani, disorientati dal venire meno del contatto diretto con i coetanei e con gli educatori, in passato alimentati nel contesto scolastico e nei circuiti parrocchiali.

Anche per questo, il progetto prevede la sperimentazione, in alcuni comprensori, di nuove modalità di insegnamento per le materie laboratoriali, ricorrendo, in aula, alla realtà virtuale. Questa strada è stata scelta dai missionari salesiani, nella convinzione che limitarsi alla distribuzione di dispositivi per la connessione non avrebbe potuto sortire sufficienti benefici: i ragazzi, in particolari se provenienti da situazioni difficili di solitudine o emarginazione, vanno seguiti nella crescita, per evitare che siano esposti ad ulteriori rischi.

Così, a partire da Torre Annunziata, è nata l’idea delle Aule Dad: «Grazie al progetto “Dare di più a chi ha avuto di meno”, teso al contrasto della povertà educativa minorile, finanziato durante il primo lockdown dai fondi dell’impresa sociale Con i bambini, abbiamo raggiunto un accordo con l’istituto Giacomo Leopardi, per poter continuare a seguire da casa i bambini in Dad», spiega Rino Balzano, assistente sociale dell’associazione Piccoli passi grandi sogni di Torre Annunziata. Fondamentale, infatti, è non disperdere i frutti di un’esperienza di dialogo e vicinanza durata nei mesi dell’isolamento, quel legame di confidenza e apertura essenziale per gli adolescenti.

Un progetto, unico e di grande valore, anche perché flessibile. Nella seconda fase del lock-down, infatti, quando le uscite erano consentite, ma le lezioni in presenza non erano ancora possibili, grazie alla collaborazione con la scuola che ha ceduto gli strumenti all’associazione, sono state aperte diverse aule per offrire ai ragazzi la possibilità di seguire le lezioni con il sostegno degli educatori. «Abbiamo formato piccoli gruppi di 3-4 ragazzi, sempre gli stessi e con il medesimo educatore, in moda da creare delle bolle in sicurezza — spiega Balzano — e siamo arrivati ad accogliere in classe oltre 25 studenti al giorno, garantendo anche il supporto didattico». Questo si è reso necessario perché dalla scuola giungevano comunicazioni dei numerosi casi di ragazzi e bambini che non riuscivano ad accedere al portale per la Dad o che non erano in condizioni di scaricare compiti e verifiche.

L’aspetto centrale, tuttavia, riguarda il supporto emotivo per evitare qualsiasi forma di isolamento nell’adolescente, per mantenere viva la socialità, la voglia di stare insieme agli altri, anche se a distanza. «Certo, il futuro è incerto — prosegue Balzano — noi per i ragazzi ci siamo sempre, anche ora con le scuole parzialmente aperte e con molti ragazzi che rischiano di non trovare un’ancora a cui aggrapparsi». Un impegno educativo e sociale che, fortunatamente, non rappresenta un unicum: similmente diverse aule dell’istituto Don Bosco di Napoli sono state allestite per la Dad, grazie all’intervento di UsAid e della casa salesiana del capoluogo campano.

Mentre nella prima fase della pandemia, infatti, avevano provveduto le scuole stesse alla fornitura di pc o tablet a chi non poteva permetterseli, da ottobre, con il venir meno di questo servizio, le attività di studio sono state possibili solo negli spazi allestiti in sicurezza e destinati ai ragazzi: queste non solo erano occupate al mattino, ma anche al pomeriggio, dove, sempre in presenza degli insegnanti, si alternava il secondo turno. Al mattino i ragazzi erano suddivisi in due classi, ognuna con un proprio educatore, mentre il pomeriggio c’era un solo gruppo da 10, con il relativo insegnante.

L’esperimento ha funzionato molto bene e, con il passaparola, le presenze sono via via aumentate, anche perché le scuole hanno aderito al progetto, segnalando gli studenti in difficoltà. Poiché le richieste di adesione andavano moltiplicandosi, sono stati introdotti turni extra da parte degli educatori, non essendo sufficiente la capacità di accoglienza delle aule Dad per soddisfare le nuove necessità. A differenza della primavera scorsa, infatti, dall’autunno le attività lavorative hanno ripreso più o meno regolarmente, e, in assenza dei genitori, i ragazzi sarebbero stati ancora più abbandonati a loro stessi. Alla partnership originaria con UsAid, partecipa ora anche l’associazione della rete salesiana con sede in Sicilia Don Bosco 2000, da oltre 20 anni impegnata sul fronte della cooperazione internazionale, sia con progetti a sostegno delle comunità locali in Africa, che con programmi di accoglienza e sostegno a migranti, richiedenti asilo, minori e donne, italiani e stranieri, vittime dirette e indirette di qualsiasi forma di abuso psico-fisico o di discriminazione socio-culturali.

In questo quadro di azione, con UsAid, la Colonia Don Bosco di Catania ha accolto tre giovani gambiani, che, almeno per tutta la durata del progetto, saranno ospitati presso la struttura, dove avverrà anche la fase di orientamento e alfabetizzazione. Questa attività ha consentito all’associazione di avanzare formale richiesta al Servizio Centrale di inserimento nel progetto Siproimi di Aidone, in provincia di Enna. È giunto in questi giorni il benestare che ha permesso il trasferimento dei giovani. Tra loro, il più piccolo, ha già iniziato il percorso scolastico, tanto desiderato, presso l’istituto alberghiero di Catania. Ora, attraverso l’accoglienza integrata prevista dal Siproimi, sarà possibile pensare al loro futuro con un minimo di progettualità, che comprenda la tutela legale con richiesta di protezione internazionale e un buon servizio di assistenza sociosanitaria, psicologica e scolastica.

In occasione, poi, della festa di san Giovanni Bosco, lo scorso 31 gennaio, Don Bosco 2000 ha inaugurato lo sportello itinerante del progetto Usaid per il sostegno ai soggetti in situazioni di gravi difficoltà a causa dell’emergenza covid-19: grazie alla disponibilità del direttore dell’oratorio, don Giuseppe Cutrupi, è stato attivato il servizio 24 ore al giorno.

di Silvia Camisasca

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“I DIRITTI NEGATI AL TEMPO DEL COVID-19: LE NUOVE DISUGUAGLIANZE” – Webinar di Minori di Diritto e Salesiani Italia Centrale

Seguono gli appuntamenti previsti dal progetto GLI ADOLESCENTI AL TEMPO DEL CORONAVIRUS. Tra diritti negati, disuguaglianze e prospettive educative.

Dopo il successo riscontrato nel Webinar del 4 dicembre, che ha sollecitato l’attenzione di ragazzi, studenti, professionisti del settore e addetti ai lavori, venerdì 5 marzo 2021 in diretta dalle ore 17.00 sulla pagina Facebook “MinoridiDiritto” e sul canale YouTube “ICC SalesianiDonBosco” proponiamo il secondo degli incontri organizzati dal titolo I DIRITTI NEGATI AL TEMPO DEL COVID-19: LE NUOVE DISUGUAGLIANZE, dove affronteremo il tema delle disuguaglianze e dei diritti negati al tempo del Covid in riferimento alle nuove generazioni.

La pandemia ha evidenziato e aumentato le disuguaglianze tra i minori, rendendo difficile il riconoscimento dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Bambini e bambine, ragazzi e ragazze rischiano di vedere accrescere le condizioni di povertà, le difficoltà nell’accesso all’istruzione e alla salute e il mancato rispetto dei loro diritti essenziali.

“Oggi più che mai è fondamentale continuare a parlare di bambini/bambine e ragazzi/ragazze per sollecitare il dibattito e l’attenzione pubblica sulle disuguaglianze che stanno caratterizzando le condizioni di vita e le opportunità di sviluppo di molti minori”, afferma il prof. Farina, coordinatore – insieme a Don Emanuele De Maria – dell’Osservatorio Salesiano per i diritti dei minori.

All’appuntamento del 5 marzo interverranno: Arianna Saulini: Coordinatrice del Gruppo CRC; Marco Rossi-Doria: Vicepresidente di Con i Bambini; Andrea Morniroli: Coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità; Andrea Farina: Osservatorio Salesiano per i diritti dei minori.

Sarà presente anche il Presidente di Salesiani per il Sociale – Italia Centrale Don Emanuele De Maria.

La Dott.ssa Arianna Saulini proporrà un’analisi sulle povertà e sulle profonde disuguaglianze emerse a seguito della pandemia, facendo riferimento al contenuto dell’11° RAPPORTO CRC, con particolare attenzione alla necessità di investire su ragazzi e ragazze.

Il Prof. Marco Rossi-Doria, partendo dal report promosso da Openpolis e Con i Bambini “Scelte compromesse – Gli adolescenti in Italia, tra diritto alla scelta e impatto della povertà educativa”, offrirà una fotografia sugli adolescenti in Italia e sugli strumenti volti ad eliminare o ridurre il divario educativo ormai presente nel nostro Paese.

Il Dott. Andrea Morniroli si occuperà di approfondire i risvolti pratici sui temi della marginalità e del sostegno all’inclusione.

Gli interventi saranno coordinati e in dialogo con il Prof. Andrea Farina.

L’ultimo appuntamento è previsto il 23 aprile 2021 – Nuove sfide: il Covid-19 quale occasione per ripensare strategie e politiche.

Avvenire – Servizio Civile Universale, in 10mila scelgono un ente di area cattolica: oltre 3mila domande a Salesiani per il Sociale

Sull’edizione di oggi del quotidiano Avvenire, un articolo sul servizio civile universale, il cui bando scade oggi, 17 febbraio alle ore 14. A Salesiani per il Sociale, l’ente dei salesiani che gestisce il Servizio Civile Universale in Italia e all’estero, sono pervenute 3.172 domande per l’Italia per 1.403 posti disponibili e 251 per l’estero per 50 posti.

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Di Luca Liverani

La carica dei 10mila. Nel giorno di chiusura del primo bando del 2020 – oggi alle 14 – il  Tavolo ecclesiale sul servizio civile guarda al futuro con ragionevole ottimismo. Grazie ai fondi del governo Conte (300 milioni), saranno 57mila (l’anno scorso 40mila) i volontari pronti a spendere un anno per l’assistenza alla persone, l’educazione, l’ambiente. Un’importante esperienza formativa, compensata con 439,50 euro mensili. Una buona fetta dell'”esercito nonviolento” saranno appunto i 10.029 che hanno scelto un ente di area cattolica, tra cui 484 in servizio all’estero, in Paesi poveri o prostrati da conflitti. «Il Tavolo è nato nel 2003 – spiega Francesco Spagnolo, curatore dell’informatissimo sito di riferimento EsseCiBlog – dopo l’esperienza forte dell’udienza di Giovanni Paolo II ai volontari del servizio civile». Attorno al Tavolo si raccolgono Caritas Italiana, Fondazione Migrantes, gli uffici Cei per la Cooperazione missionaria e per i Problemi sociali e il lavoro, il servizio Pastorale giovanile, Azione cattolica. Presto aderiscono diversi enti “storici”: Acli, Agesci, Misericordie, Associazione Papa Giovanni XXIII, Confcooperative, Federsolidarietà, Cenasca-Cisl, Csi, Focsiv, Gavci, Salesiani, Cdo, Anspi, Unitalsi.

Chi sono i “serviziocivilisti”? Secondo l’indagine Cnesc sul bando 2019, il 62% sono ragazze. Bassa l’età media, meno di 23 anni. Il 67% ha un diploma superiore, oltre il 21% una laurea, 28% tra le donne. Quasi la metà, 44%, viene da Sud e Isole, meno del 29 dal Centro, il 27 dal Nord. «Campania e Sicilia sono le prime due regioni», spiega Diego Cipriani, responsabile Caritas per il servizio civile. L’aumento dei fondi, record del decennio, ha ampliato anche i posti degli enti del Tavolo, 10.029 rispetto ai 6.886 del 2020. Il maggior numero sarà nelle Misericordie (3.385), poi Confcooperative (2.149), Salesiani per il sociale (1.403), Caritas (1.194), Acli (677), Focsiv (554), Papa Giovanni (341), Unitalsi (336). Metà dei volontari all’estero sono Focsiv, 218. Poi Salesiani e Papa Giovanni, (entrambi 53), Caritas e Acli (20 ciascuno) e Unitalsi (12). Balcani, Medioriente, Sudamerica, Oceania, Asia le mete. Ora il Tavolo guarda alla festa del 12 marzo, San Massimiliano, martire per il suo «no» all’arruolamento nelle legioni romane. «Dopo la cancellazione dell’incontro 2020 causa lockdown – racconta Cipriani – quest’anno sarà online. Si parlerà del messaggio per la Giornata della pace, del servizio civile nella pandemia. E del ventennale della riforma che ha istituito il servizio civile volontario».

Osservatore Romano – Contro le disuguaglianze scolastiche

Da L’Osservatore Romano, un articolo in cui si racconta del progetto «La risposta del Vis, Salesiani per il sociale Aps e Cnos-Fap all’emergenza Covid-19 in Italia – Salesian Solidarity with Italy: the Emergency Response to covid-19».

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Quattrocentosettanta dispositivi informatici, tra tablet e pc, sono stati distribuiti nelle settimane scorse agli studenti vulnerabili di 16 regioni italiane, grazie al progetto: «La risposta del Vis, Salesiani per il sociale Aps e Cnos-Fap all’emergenza Covid-19 in Italia – Salesian Solidarity with Italy: the Emergency Response to covid-19». I supporti informatici sono stati consegnati a quei ragazzi per i quali la didattica a distanza (dad) ha creato enormi difficoltà di apprendimento. Infatti, secondo una ricerca effettuata dalla Global Campaign for Education Italia, tra le cause che hanno aumentato le disuguaglianze tra gli studenti durante la dad vi sono principalmente problemi di connettività per il 44,7 per cento, di mancanza di strumenti per il 42 per cento e la limitata capacità di utilizzo del software necessario per il 25,9 per cento. L’indagine, realizzata in collaborazione con AstraRicerche, ha coinvolto oltre 2.800 docenti in tutta la penisola, che hanno raccontato le difficoltà quotidiane degli studenti, tra disagio in famiglia, problemi di connessione e la fatica di mantenere la concentrazione davanti a uno schermo. Per l’82,4 per cento degli insegnanti la didattica a distanza ha accentuato le differenze tra gli studenti per diverse possibilità in merito all’hardware, al software, alla capacità di utilizzo degli strumenti da parte dei bambini e dei ragazzi, mentre il 69,2 per cento ha rilevato svantaggi per gli studenti con bisogni educativi speciali, disturbi dell’apprendimento, disabilità. Dunque, c’è una categoria di alunni per cui la dad rappresenta ancora oggi una sfida doppia e sono gli oltre 512.000 studenti degli istituti di formazione professionale presenti in Italia. Per loro fare didattica a distanza significa non solo seguire le materie teoriche tramite un pc o tablet a disposizione, ma anche cercare di esercitarsi nelle attività di laboratorio. Ecco perché i salesiani sono scesi in campo a sostegno dell’istruzione con il supporto di un’organizzazione statunitense e in partnership con Salesian Missions.

Tra gli studenti che hanno beneficiato di questa iniziativa, vi sono le ragazze che frequentano il primo anno per diventare estetiste al Centro di formazione professionale salesiano Pio XI di Roma. Molte hanno già ricevuto un tablet per poter seguire fin da subito le materie teoriche a distanza e per prepararsi a usarlo anche per i laboratori di onicotecnica, trucco e massaggi.

«Il progetto — spiega al nostro giornale don Robert Dal Molin, presidente di Salesiani per il sociale e di Cnos-Fap — finanziato dall’agenzia statunitense governativa di sviluppo Usaid che opera in oltre 100 Paesi del mondo, punta a mitigare le conseguenze educative, sociali ed economiche della pandemia» e coinvolge più di 24.000 destinatari totali tra studenti, insegnanti, famiglie, migranti e rifugiati per i prossimi 12 mesi.

Nella seconda fase del progetto, saranno sperimentate in alcune scuole nuove modalità di insegnamento per le materie laboratoriali attraverso l’utilizzo della realtà virtuale. Il sostegno dei salesiani non si limita soltanto alla fornitura di supporti tecnologici. Infatti, sottolinea don Roberto «nei nostri 36 centri residenziali e diurni, dove vengono ospitati 400 ragazzi, sono stati distribuiti dispositivi di protezione individuale come igienizzanti, mascherine e guanti». Inoltre, sono state individuate 380 famiglie indigenti sul territorio nazionale alle quali è stato distribuito (e continuerà anche nei prossimi mesi) un kit alimentare per il loro sostentamento. Don Roberto non ha dubbi nell’affermare che tutto questo è opera della provvidenza. «Il nostro compito è quello di educare i ragazzi alla gratitudine che, se è accolta bene, attiva azioni misericordiose».

di Francesco Ricupero

 

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“Human rights work in challenging times”: l’incontro sui diritti umani con la testimonianza di un giovane di Salesiani per il Sociale

Salesiani per il Sociale ha preso parte all’evento della FRA, l’Agenzia dell’UE per i diritti fondamentali, dal titolo “Human rights work in challenging times – ways forward”, svoltosi il 1° febbraio, grazie al Don Bosco International (DBI), che è l’ente che rappresenta i salesiani di Don Bosco presso le istituzioni europee ed è membro della Fundamental Right Platform (FRP). L’incontro ha permesso il confronto tra organizzazioni della società civile, rappresentanti delle istituzioni europee, delle Nazioni Unite ed esperti sui temi dei diritti umani soprattutto ponendo l’attenzione sugli sforzi, sfide e soluzioni affrontate durante il periodo pandemico. 

L’incontro è stato aperto dal direttore della FRA Michael O’Flaherty, con la presenza della Commissaria dell’UE Helena Dalli e Mary Lawlor,  relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei difensori dei diritti umani.

Salesiani per il Sociale ha preso parte alla sessione Promoting the rights of young third-country nationals in alternative care services , condotta da Renato Cursi, Segretario Esecutivo del DBI, attraverso la testimonianza di Momodou  Jallow, che ha raccontato la sua storia, le sfide che ha affrontato una volta in Italia, ma soprattutto le opportunità che è riuscito a cogliere grazie all’accoglienza e all’accompagnamento educativo all’interno della realtà salesiana del Don Bosco di Napoli.

Questa sessione ha avuto proprio l’obiettivo di riflettere sul tema dei minori stranieri non accompagnati e dei giovani cittadini di paesi terzi che hanno ricevuto supporto soprattutto durante la pandemia di Covid-19. 

Momodou è un giovane del Gambia,  che è stato accolto dalla realtà del Don Bosco di Napoli in questi anni, è arrivato in Italia come minore ed è stato accompagnato nel percorso educativo e lavorativo. Ama il calcio, studiare, è attivo con il volontariato e ha iniziato da poco un tirocinio. È stato supportato all’interno del centro diurno e dell’housing attivati nell’ambito del progetto M’Interesso di te, promosso da Salesiani per il Sociale, e finanziato dal Fondo di Beneficienza Intesa San Paolo.

La testimonianza di Mamadou è stata intensa. Il dibattito all’interno della sessione ha messo in luce alcuni punti cardine che ruotano attorno al tema dell’accoglienza dei minori e dei giovani adulti, come il focus sulla transizione dei giovani migranti verso l’età adulta e il rischio di uscire dai percorsi di accoglienza, il dare voce ai giovani migranti, alle loro esperienze, il riconoscimento e la valorizzazione delle competenze pregresse nel paese di origine. Momodou ha lanciato un messaggio alle istituzioni, chiedendo sempre più supporto per i giovani, pensando anche ai tanti suoi coetanei che hanno bisogno di un indirizzo e una guida, ma allo stesso tempo di mettere a servizio degli altri e della comunità, in cui vivono, le proprie capacità, la propria creatività con volontà e determinazione. Mamadou è un ragazzo che si è messo in gioco e sta continuando a farlo e anche durante il Covid ha supportato la comunità con raccolta e distribuzione di beni alimentari, aiutando lì dove ha ricevuto il sostegno e un’opportunità di crescita.

Anem’e pizza, un nuovo forno (e opportunità) per i giovani del Don Bosco Napoli

Pubblichiamo l’iniziativa di Salesiani per il Sociale APS che, grazie alle donazioni, ha potuto acquistare un nuovo forno per il laboratorio per pizzaioli dell’istituto Don Bosco di Napoli.

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Il desiderio era di donarlo ai ragazzi in occasione della festa di Don Bosco e ci siamo riusciti!

Da oggi i giovani accolti presso l’Istituto salesiano Menichini di Napoli, socio di Salesiani per il Sociale APS, hanno un laboratorio per pizzaioli rinnovato, con un forno più veloce e sicuro. Quest’ultimo, infatti, è adatto anche ai processi di panificazione e ciò permetterà a molti di loro di seguire più corsi specialistici come quello di panettiere o pasticcere.

«Da un’indagine che abbiamo condotto sul territorio – ci spiega Don Fabio, direttore della casa di Napoli – ci siamo resi conto che una figura molto richiesta ma poco presente, è quella del panettiere. Nel territorio napoletano (e non solo) ci sono tanti bravi pizzaioli in formazione ma pochissimi artigiani del pane. Così, ci è venuto in mente di ripensare il laboratorio per pizzaioli  – che già da alcuni anni formava professionisti della pizza – per dare un ulteriore possibilità ai nostri ragazzi che cercano un’occupazione. Qualche mese fa abbiamo chiesto un contributo a Salesiani per il Sociale e siamo felicissimi che questo 31 gennaio lo stiamo donando ai ragazzi!».

Significativo anche il logo del laboratorio ispirato al progetto di vita salesiano riassunto nella frase “Da mihi animas”. Così lo spiegano i realizzatori:

Il logo del laboratorio include i processi del laboratorio: l’impastare con le mani, le mani del “maestro” e le mani del ragazzo, la pasta che va lavorata con costanza pazienza e forza, il forno in cui mandare a cottura l’impasto lavorato. Sotto c’è il prodotto di questo processo, la pizza, ma il condimento sono i simboli che richiamano il Da mihi Animas, “dammi le anime”, che è il progetto di vita di don Bosco e dei salesiani. L’ancora è il simbolo della speranza, che è la virtù più importante di un educatore, ma l’ancora richiama anche che un laboratorio e un educatore possono essere un’ancora di salvezza per il ragazzo, perché per don Bosco i ragazzi hanno “l’intelligenza nelle mani”. Il cuore che arde è il simbolo stesso del processo educativo perché per don Bosco l’educazione è cosa di cuore. La stella richiama il bisogno di Dio, il bisogno di guardare il cielo, il bisogno di avere una stella da seguire. La foglia richiamo il bosco, don Bosco, l’albero sotto il quale tanti ragazzi trovano ristoro e protezione.

Se anche quest’anno, nonostante l’emergenza sanitaria, stiamo donando accoglienza, sostegno e strumenti essenziali per la formazione dei ragazzi più fragili, è grazie ai nostri benefattori, che insieme a noi scommettono sul futuro dei giovani, specialmente i più fragili. Don Bosco è ancora oggi presente, buona festa a tutti noi!

Don Vito Orlando, il ricordo di don Giovanni D’Andrea: “Univa prassi educativa e riflessione scientifica”

Don Vito Orlando, attuale Direttore della comunità di Cerignola ed ex docente dell’UPS, è tornato alla Casa del Padre oggi, a causa delle complicazioni del Covid-19. Il ricordo di don Giovanni D’Andrea, ispettore della Sicilia, che con don Vito ha collaborato a lungo in Salesiani per il Sociale APS.

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È di qualche ora fa la notizia della morte, causa Covid – 19, di don  Vito Orlando attuale Direttore della Comunità Salesiana di Cerignola (FG). Per tanti anni è stato docente di sociologia e pedagogia alla Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’UPS di Roma. Col suo insegnamento sia scientifico che carismatico ha formato generazioni di educatori e giovani che si orientavano a lavorare nell’ambito sociale. Ha trasmesso loro la figura dell’educatore secondo il cuore di Don Bosco.

Negli anni ha collaborato con Salesiani per il Sociale APS coordinando alcuni lavori mettendo assieme la prassi educativa con la riflessione scientifica. Uno di questi lavori è stata la “Carta d’Identità dei Servizi residenziali per minori” (2012), oltre a una pubblicazione sulle “Strutture residenziali per minori e qualità del servizio socioeducativo” del 2007.  Altro lavoro che ha dato consistenza all’attività di Salesiani per il Sociale APS è stato il “Master per dirigenti dei servizi socio-educativi”.

Con Don Vito se ne va una parte del sapere scientifico in ambito educativo della nostra Università Pontificia Salesiana, un valido collaboratore ed interlocutore di Salesiani per il Sociale APS. Ci conforta, alla luce della Fede, il saperlo adesso nella Gloria del Signore che ha servito come salesiano e sacerdote.