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Note di Pastorale Giovanile, il gruppo di redazione si ritrova e prepara il prossimo anno

Con la riflessione guidata da Padre Mauro Lepori, Abate generale dei Monaci Cistercensi, si è svolta la riunione conclusiva dell’anno per la redazione di Note di Pastorale Giovanile. Il gruppo, quasi al completo, si è ritrovato nella nuova sede del Centro Nazionale delle Opere Salesiane.

L’intervento di Padre Lepori, intervistato da don Rossano Sala, direttore della rivista, è stato incentrato su quattro tematiche: il mondo e la chiesa, i giovani e gli adulti, educazione pastorale e vocazioni e poi uno sguardo su tematiche interessanti e lo stile sinodale. Nuclei di riflessione utili per il pensiero della redazione sulla programmazione del prossimo anno della rivista.

Per la prima area tematiche, il superiore dei Cistercensi ha sottolineato come in questo momento, anche su invito di Papa Francesco, siamo chiamati come Chiesa alla missione, che non si riduce a una attività ma a una dimensione del rapporto con Dio.

Sul tema dei giovani e degli adulti, Padre Lepori pone l’attenzione sulla necessità di riscoprire la vocazione dell’adulto che genera. “I giovani – ha detto – chiedono di essere accompagnati. Non hanno avuto genitori che li hanno generati nella fede, il rischio è che concepiscano la fede come una trasmissione di regole”.

“La cultura vocazionale – ha risposto Padre Lepori a don Rossano Sala sulla terza provocazione – è Dio che mi sceglie, la vocazione riduce la cultura dello scarto perché riafferma il primato della grazia”.

Con l’ultimo tema, Padre Lepori ha toccato la questione della sinodalità, della “gioia del cammino: è meglio iniziare processi di vita che spartirsi posti di potere”, ha detto. “Il tema della libertà e della responsabilità relazionale: cosa vuol dire vivere in comunità? Questo tema è importante per vivere anche l’affettività, perché manca l’esperienza di vera famiglia”.

Dopo la riflessione, è stato il momento dei lavori di gruppo per mettere sul tavolo proposte concrete da realizzare nel prossimo anno di vita di Note di Pastorale Giovanile.

Il gruppo di redazione ha concluso i suoi lavori consegnando alla direzione molte proposte che ora verranno rielaborate per la programmazione editoriale dell’anno 2022/2023.

Con don Bosco un’estate al sud

La proposta estiva dell’Ispettoria Meridionale, dal sito Don Bosco al Sud.

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Un lungo cartellone di appuntamenti scandisce l’estate della Pastorale Giovanile da giugno a settembre con campi, feste, esperienze e convegni per fasce d’età e destinatari diversi della Famiglia Salesiana dell’Ispettoria Meridionale. Proposte variegate che consentiranno di trascorrere questa stagione non solo all’insegna del divertimento ma anche della formazione, condivisione, rigenerazione per il corpo e lo spirito nello stile salesiano.
A giugno Grumento Nova sarà la location del Campo Lavoro (dal 9 al 14) e del Campo Savio (dal 15 al 19 per ragazzi e ragazze della scuola media) con attività ricreative, laboratoriali e momenti di preghiera che guideranno i destinatari a costruire una relazione più solida e personale tra loro e con Dio.
Durante la prima settimana di luglio, con gli oratori attivi nei campi estivi, per regione saranno radunati centinaia di bambini, ragazzi e animatori delle case salesiane per la consueta Festa dell’Estate Ragazzi.
Dal 17 al 24 luglio, al culmine del percorso formativo della Scuola di Mondialità, i giovani coinvolti vivranno un’Esperienza missionaria di fede, comunità e di servizio nei contesti di povertà e disagio di Taranto.
A cavallo tra luglio e agosto ritornano i Campi formativi del Movimento Giovanile Salesiano a Santeramo in Colle: dal 26 al 29 luglio per la fascia adolescenti (1°-2° superiore), dal 29 al 3 agosto per gli animatori (3°-5° superiore).
Ad agosto, dall’8 al 16, una trentina di giovani pellegrini in compagnia dei delegati di PG Sdb e FMA partiranno per la penisola iberica, per un cammino personale e naturalistico che li condurrà a Santiago di Compostela.
Durante l’ultimo fine settimana, a Roma, l’annuale Convegno di PG riunirà salesiani e laici delle Comunità Educativo-Pastorali per la presentazione della proposta pastorale 2022-23 e degli obiettivi dei settori di animazione ispettoriale.
Il Campo Biblico, dal 29 al 2 settembre, proporrà a ragazzi e ragazze dai 18 anni ai 30 anni, un’esperienza comunitaria alla luce della Parola di Dio nella suggestiva scenografia paesaggistica di Righio (Calabria).
A settembre i delegati locali del Movimento Giovanile Salesiano, con il nuovo coordinatore dell’Italia Meridionale, durante l’Assemblea Territoriale (2-4 settembre) programmeranno gli obiettivi e le azioni da condurre per il nuovo anno di animazione, sia a livello ispettoriale che regionale.
L’estate si concluderà, infine, con il Campo vocazionale itinerante che farà tappa a Roma, a Genova e a Torino. Sarà un’esperienza dedicata a giovani dai 18 ai 29 anni che vorranno sperimentare il discernimento spirituale.

Consulta la locandina con tutti gli appuntamenti, cliccando QUI, e dedicati del tempo prezioso scegliendo la proposta più adatta a te per vivere con don Bosco un’estate al sud.

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Un bene che è “comune”

di Alessio Cantaluppi, per la rubrica “I mille volti della solidarietà”

“Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è politica”
Questa frase di don Lorenzo Milani mi ha accompagnato nel percorso politico che mi ha portato ad essere dapprima Consigliere Comunale e in seguito Sindaco di Lipomo, il paese in cui sono cresciuto e in cui, fin da piccolo, ho frequentato l’oratorio e la parrocchia.
Ho scelto proprio questo motto perché sono convinto che politica è occuparsi del bene comune, cioè farmi carico dei problemi degli altri come se fossero problemi miei.
Da questo approccio derivano alcune interpretazioni del concetto di politica per me imprescindibili.
Fare politica significa schierarsi, non rimanere indifferenti.
Fare politica significa lavorare per creare comunità.
Fare politica significa non lasciare indietro nessuno.
Fare politica è, in un certo senso, una forma di amore. Una forma di carità.
Non ho frequentato una vera e propria scuola di politica, ma gli anni di formazione ed educazione cristiana sono stati importanti perché intuissi che anche io -come tutti- avrei potuto contribuire alla costruzione di una società più giusta.
E una società giusta è quella in cui i più deboli non sono lasciati soli e in disparte.
Nel cammino di crescita ho avuto la fortuna di incontrare persone che con le parole, ma soprattutto con l’esempio della loro vita, mi hanno mostrato cosa significhi dare concretezza a questi pensieri. Don Roberto Malgesini è stata la persona che più di tutte mi ha insegnato il significato e la bellezza di mettersi a servizio degli altri.
Ci tengo a sottolineare che non c’è un unico modo di mettersi al servizio degli altri. La politica è uno di questi, ma non è certo l’unico. Anzi sono convinto che ciascuno nella propria vita può trovare la strada che più è nelle sue corde. Quel che conta e che può fare la differenza è il coraggio di scegliere. Nel lavoro, in famiglia, nelle relazioni personali. È lo sguardo con cui ci approcciamo ad ogni ambito di vita che fa la differenza.
Personalmente ho provato ad esprimere la ricerca del bene comune attraverso l’impegno politico nel mio paese. Una scelta impegnativa, perché ogni giorno mi pone di fronte a situazioni in cui non è sempre semplice intuire quale sia la cosa giusta. Negli anni mi sono costruito una “bussola”, indispensabile per orientarmi.
Fermo restando che politica e religione non sono e non devono essere la stessa cosa, sono proprio i valori e lo stile di vita cristiano ad essere la mia bussola.
Attenzione ai più deboli, dialogo, ricerca del bene comune, sostenibilità ambientale: ecco alcuni punti cardinali che orientano le mie scelte.
Si sente spesso dire che la politica è una cosa sporca e che “tanto sono tutti uguali”.
Al contrario io sostengo con forza che la politica che guarda al bene comune è una cosa bella.
Ciascuno può dare il proprio contributo.

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Italia – Risultati e prospettive della III Scuola per Delegati ispettoriali per la Pastorale Giovanile Salesiana

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Torino) – Sono terminate mercoledì 18 maggio le attività della III Scuola di Delegati ispettoriali per la Pastorale Giovanile Salesiana. Le sessioni formative, che hanno coinvolto circa 50 Delegati ispettoriali di Pastorale Giovanile provenienti da tutto il mondo, sono state organizzate in moduli teorico-applicativi i cui insegnamenti si sono concentrati intorno ad una pluralità di temi di assoluta rilevanza.

Tali temi sono stati:

1. Visione antropologica e chiavi interpretative del modello educativo pastorale salesiano.

2. Fonte carismatica del modello educativo pastorale salesiano: Il Sistema Preventivo ed il “cuore oratoriano”.

3. La leadership pastorale, lo sviluppo di relazioni interpersonali significative e il fronteggiamento dei conflitti.

4.  Organicità e continuità nella Pastorale Giovanile: dinamiche all’interno di un’Ispettoria, gestione delle commissioni e gruppi in ambito pastorale ispettoriale.

5. Intervento pastorale nelle Comunità Educativo-Pastorali e nei diversi settori della Pastorale Giovanile: criteri di verifica, elementi di significatività e cammino verso una maggiore significatività.

6. Integrazione di competenze personali, relazionali e accompagnamento spirituale nella vita del Delegato.

7. Comprensione della Pastorale del “contagio”, del “vieni e vedrai”, l’animazione vocazionale che narra con il proprio volto raggiante e la propria gioia di vivere ciò che capita ad una persona che offre il suo “sì” al Signore.

8. Implicanze della progettazione nei diversi aspetti dell’esperienza educativa e pastorale (cultura della riflessione, “fermarsi, pensare e agire” per il Progetto Organico Ispettoriale, il Progetto Educativo Pastorale Salesiano Ispettoriale): la decisione pastorale esige che si giunga al concreto della programmazione.

9.  Visita guidata ai luoghi salesiani che hanno visto lo svolgersi della splendida avventura umana e cristiana di Don Bosco: le sue scelte, i valori ispiratori e le sue realizzazioni acquistano così una singolare forza evocativa e pastorale.

10. Promozione dell’ecologia integrale, il valore della musica e della preghiera con i giovani.

“Da queste giornate nascono alcune sfide che siamo chiamati ad affrontare come animatori ispettoriali di Pastorale Giovanile – ha commentato don Miguel Angel García Morcuende, Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile –: quella della fiducia, che non ha paura di offrire una proposta coraggiosa, evangelicamente esigente e al tempo stesso profondamente umana; quella della lucidità, che ci aiuta a non perdere il modello salesiano di fare pastorale e tenere fisso lo sguardo su ciò che conta nei diversi momenti storici; quella della convinzione, che la sequela di Cristo vale la pena, e che il dono totale di sé alla causa del Vangelo è qualcosa di stupendo e bello che può dare un senso a tutta una vita”.

È stata un’esperienza salesiana che ha riacceso il senso di appartenenza alla Congregazione, ha risvegliato il desiderio di ravvivare nei confratelli la carità pastorale e una attenzione verso le nuove periferie.

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Inventare il futuro. La testimonianza di Armida Barelli

di Paola Bignardi

La beatificazione di Armida Barelli è un evento di grande significato, in particolare per la Chiesa e per la società italiane. La sua spiritualità, i suoi linguaggi, il suo modo di fare sono quelli tipici del suo tempo, eppure sono percorsi, come linfa sotterranea, da una tensione verso il futuro che molte delle sue scelte hanno indicato e precorso. Penso in particolare a ciò che la Barelli ha fatto per le giovani donne, in un tempo in cui erano semplicemente “angeli del focolare”, con espressione poetica a coprire tante storie di umiliazione, di sfruttamento, di subordinazione.
Con la sua beatificazione, la Chiesa propone un modello cui guardare, in un tempo in cui la promozione della donna nella Chiesa e nella società è un processo tutt’altro che compiuto.

Una vita straordinaria

Armida Barelli nasce a Milano nel 1882, seconda di sei figli. La sua è una famiglia borghese che guarda con sospetto il mondo clericale. Tuttavia Armida frequenta la scuola delle Orsoline e poi il collegio in Svizzera. Qui vive le sue prime esperienze religiose; non una folgorazione ma la scoperta a poco a poco del valore dei passi che conducono verso Dio. E Dio la condusse a scegliere di vivere verginità e apostolato, restando nel mondo.
Profonda è la sua gioia nello scoprire come nella sua vita di laica permaneva la possibilità di una comunione con il Signore: «Mi canta nell’animo l’amore del Signore; in strada dico ogni giorno il Rosario intero e mi pare di essere sola con lui anche in mezzo al frastuono; Dio mi ha investita». Si è colpiti dalla gioia di questa scoperta che è una grande acquisizione per la vita dei laici: la possibilità della comunione con il Signore dentro la vita ordinaria, dentro il frastuono della città, dentro un’esistenza fatta delle cose comuni a tutti, in tram o tra gli impegni, facendo anticamera o incontrando le persone.

Promuovere le donne: la Gioventù Femminile di Azione Cattolica

La grande opera della Barelli fu soprattutto la fondazione della Gioventù Femminile di Azione Cattolica, L’avventura ha inizio nel ’17, quando il card. Ferrari, arcivescovo di Milano, le propone di impegnarsi per incrementare l’associazionismo cattolico ambrosiano, presente in appena quattro parrocchie della città. Armida, in pochi mesi, favorì la nascita di 90 circoli con 5000 iscritte. Dopo l’eco di quei successi Benedetto XV la nominò vicepresidente delle donne cattoliche, con particolare incarico per il settore giovanile: è il 1918. In ogni diocesi nacque la Gioventù Femminile di Azione Cattolica (GF), che riunì oltre un milione di giovani. Esse venivano formate ad una religiosità consapevole e matura che doveva esprimersi in famiglia e nella società.
L’opera di formazione e di alfabetizzazione religiosa compiuta dalla Barelli attraverso la GF fu veramente straordinaria. Si pensi ai catechismi e ai corsi di esercizi spirituali, che coinvolsero un numero imponente di giovani donne in un’esperienza di formazione spirituale che non poteva non lasciare un’impronta. Nel 1936 si iscrissero alla gara di “cultura religiosa” per giovani donne più di 500 mila socie. Nel 1938 “Squilli di risurrezione”, il giornale che arrivava alle socie, raggiunse 1 milione e 119 mila copie che arrivavano nelle case: una cifra sbalorditiva, soprattutto considerando i tempi.
Nel 1928 la Barelli fondò insieme a padre Gemelli l’Opera della Regalità, impegnata nella promozione del movimento liturgico, attraverso iniziative per convegni e ritiri e la diffusione di un opuscolo settimanale che illustrava i testi della messa. La celebrazione eucaristica, infatti, era in latino e la gente non capiva la Parola di Dio e il senso della liturgia: ben prima del Concilio, dunque, Armida promuove la vita liturgica della comunità cristiana attraverso dei sussidi che, settimana dopo settimana, intendevano porre alla portata di tutti la Parola di Dio e il contenuto della liturgia. Ancora una volta un’azione formativa, mossa dalla necessità di una vita cristiana consapevole, che non fosse fideistica e fondata su un volontarismo vuoto, bensì capace di esprimere ragioni prima di tutto davanti a se stessi.
La Barelli si è adoperata moltissimo per portare le donne fuori dalle mura domestiche in un tempo in cui questo non era abituale; per aiutarle a superare un atteggiamento di sottomissione affidando loro una missione ecclesiale e sociale; per favorire l’emancipazione ecclesiale e sociale della donna attraverso la cultura e la responsabilità: due ambiti in cui ancor oggi nella Chiesa le donne più difficilmente riescono ad essere coinvolte.
Si tratta di iniziative che, tutte, parlano di intraprendenza, di coraggio, del gusto di inventare il futuro.

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Valdocco: iniziata la III Scuola di Delegati ispettoriali per la Pastorale Giovanile Salesiana

Il 4 maggio è iniziata una delle proposte fatte nella programmazione del sessennio 2020-2026 del Settore per la Pastorale Giovanile: l’accompagnamento e la qualificazione dei Delegati ispettoriali per la Pastorale Giovanile, alla quale partecipano 46 delegati di tutte le Regioni. Di seguito la notizia riportata dal sito di ANS.

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(ANS – Torino) – Il 4 maggio è iniziata una delle proposte fatte nella programmazione del sessennio 2020-2026 del Settore per la Pastorale Giovanile: l’accompagnamento e la qualificazione dei Delegati ispettoriali per la Pastorale Giovanile. Tre sono gli scopi di questa iniziativa alla quale partecipano 46 delegati di tutte le Regioni. In primo luogo, offrire una visione approfondita del modello educativo-pastorale salesiano, in linea con il “Quadro di Riferimento” per la Pastorale Giovanile Salesiana. Vengono ripresi anche le esperienze o servizi di animazione ed orientamento vocazionale, le strategie e gli interventi educativi riguardanti i giovani e la preghiera, il tema del rapporto giovani, musica e media e, per ultimo, l’ecologia integrale.

In secondo luogo, fornire delle competenze adeguate e abilità chiavi per animare, gestire e coordinare le dinamiche del servizio di animazione pastorale ispettoriale, vale a dire, il rapporto con: l’Ispettore e il suo Consiglio, le comunità e le opere, l’Equipe Ispettoriale di Pastorale Giovanile e le commissioni e gruppi di animazione ispettoriale, la Famiglia Salesiana, la propria “Job description” ed il Settore per la Pastorale Giovanile Salesiana.

Per ultimo, favorire la crescita personale attraverso la riflessione sui vissuti, l’interiorizzazione e la rielaborazione personale delle motivazioni, nel contesto della identità carismatica salesiana a Valdocco. Si lavora dunque sulle attitudini personali, le abitudini personali di lavoro, le buone abitudini per la vita emozionale, la cura della vita spirituale e la cultura della riflessione e della valutazione.

Un’importanza speciale in questi 15 giorni di formazione è data ai momenti di celebrazione, di lettura e di riflessione individuale, di confronto in tavoli di lavoro e di momenti di spiritualità a Valdocco e sui luoghi salesiani.

Nella festa di Domenico Savio, il 6 maggio, don Miguel Angel García Morcuende, Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile, ha ricordato:

“San Domenico Savio all’Oratorio di Valdocco si mise a camminare veloce sulla strada che Don Bosco gli tracciò ‘per farsi santo’: non solo con l’impegno nella preghiera e nello studio, facendo del bene agli altri, ma anche con l’allegria. Se la musica ha bisogno della cavità del flauto, le lettere della pagina bianca, la luce del vuoto della finestra, la santità salesiana ha bisogno dell’allegria. La vera santità salesiana consiste nel compiere la volontà di Dio con il sorriso”.

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Convegno Nazionale di PG a Lignano: il programma e i relatori

Dopo due anni, torna l’appuntamento nazionale di PG. Il Convegno si terrà dal 30 maggio al 2 giugno a Lignano Sabbiadoro e avrà come tema La fede nell’imprevedibile.

È disponibile il programma con i relatori (si può scaricare dal pulsante): “Apriremo con un dialogo a tre voci su cosa significhi oggi uscire dal buio nel quale, peraltro, siamo ancora immersi: come se non fosse bastata la pandemia, si sono aperti scenari di guerra tutt’altro che rassicuranti. Continueremo approfondendo il discorso sugli adolescenti, cantiere aperto dalla Chiesa italiana la scorsa estate. Faremo un ulteriore passo intorno al discorso della sinodalità, parola sulla bocca di tutti ma che ha bisogno di essere chiarita. Non tanto a livello teorico e infatti ci affideremo per questo passaggio a dei laboratori pratici. Nella chiusura, come sempre, proveremo a rileggere i nostri passi e a indicare (a partire dalle riflessioni fatte) le strade possibili per un impegno comune”, spiega don Michele Falabretti, responsabile nazionale di Pastorale Giovanile della CEI.

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San Francesco di Sales in prospettiva pastorale: Dolcezza Salesiana e Formazione Integrale

Il Settore per la Formazione della Congregazione Salesiana propone il secondo della serie di cinque video su San Francesco di Sales, presentato in prospettiva pastorale e focalizzato sulla “dolcezza salesiana”. Don Michele Molinar, che ha curato la serie con gli uffici di Pastorale Giovanile e Comunicazione Sociale della Circoscrizione Speciale Piemonte e Valle d’Aosta (ICP), inizia chiarendo che cosa la dolcezza non è in San Francesco di Sales, per poi far percepire la ricchezza di questo dono vissuto e consegnato dal santo vescovo. Di seguito la notizia publicata dal sito dell’ANS.

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(ANS – Roma) – Al termine di questo mese di aprile vissuto nella luce della Pasqua, il Settore per la Formazione della Congregazione Salesiana propone il secondo della serie di cinque video su San Francesco di Sales, presentato in prospettiva pastorale. Mentre il primo aveva come tema l’umano spiegato da Dio (qui accessibile in italiano, inglese, spagnolo, francese e portoghese) questo secondo si focalizza sulla “dolcezza salesiana”.

Don Michele Molinar, che ha curato la serie con gli uffici di Pastorale Giovanile e Comunicazione Sociale della Circoscrizione Speciale Piemonte e Valle d’Aosta (ICP), inizia chiarendo che cosa la dolcezza non è in San Francesco di Sales, per poi far percepire la ricchezza di questo dono vissuto e consegnato dal santo vescovo, con riferimenti diretti alla sua esperienza di vita.

“La dolcezza salesiana non è essere indulgenti arrendevoli e non si sposa certamente con la debolezza di carattere. La dolcezza di San Francesco di Sales, quella che lui vive che sente e che proporrà, e su cui si convertirà quasi ogni giorno della tua vita, ha una matrice profondamente cristiana. Parte da Gesù che ha detto di sé: ‘Io sono mite e umile di cuore’.

A dire il vero la dolcezza non è una realtà sola: entra e in un binomio, dove i due termini non si equivalgono neanche: dolcezza e umiltà. San Francesco di Sales dirà che queste due realtà credenti sono la base della santità, e dice anche che sono delle virtù molto rare, la dolcezza e l’umiltà.

Dirà che bisogna essere, bisogna avere, un cuore dolce con il prossimo e un cuore umile verso Dio. La combinazione di queste due, dà la Dolcezza Salesiana”.

Il video originale in italiano è stato realizzato anche in voice over per le altre principali lingue: video ITvideo ENvideo ESvideo FRvideo PT (visibili e scaricabili dai rispettivi link).

Chi è interessato al testo può scaricarlo dai seguenti link:

testo ITtesto ENtesto EStesto FRtesto PT.

Si segnala, inoltre, che recentemente è stato pubblicato in versione digitale in lingua inglese un testo di don Morand Wirth, prezioso contributo in chiave educativa al centenario di San Francesco di Sales: “St Francis de Sales a program of integral formation” – pubblicato da Salesian Online Resources – Centro Studi Don Bosco.

La versione originale in italiano è edita dalla LAS: “San Francesco di Sales un progetto di formazione integrale”.

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Lo spessore della bellezza

Introduzione al dossier “Quale bellezza per i giovani?”, di don Rossano Sala.

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L’esperienza della bellezza

Da sempre ho vissuto nel mondo dell’educazione. L’ho conosciuto fin da piccolo, vivendo l’oratorio ambrosiano e la scuola salesiana. Non l’ho mai più abbandonato, né desidero farlo. E se devo dire qualcosa di sintetico su quelle esperienze che mi hanno strutturato il cuore e la mente, posso dire che “andare all’oratorio era bello” e che frequentare la scuola salesiana “è stato davvero bello”. Così come andare in Chiesa per vivere la liturgia era nel suo insieme bello, attraente. Un po’ meno, nei miei ricordi, lo era il catechismo!
Evidentemente dicendo questo non ci si riferisce solamente alla bellezza di un edificio, magari ben progettato e ben mantenuto. Si tratta invece di un giudizio sintetico rispetto ad un’esperienza vissuta, che può avere nell’esteriorità di una struttura un segno tangibile. È una questione complessiva che tiene insieme ascolto e dialogo, affetti e legami, strutture e spazi, tempi e ritmi. Armonia e sinfonia che lasciano un buon sapore e un profumo gradito che mai più si dimenticano e che si riconoscono all’istante, dovunque si ripropongano.
Capita spesso di fare un’esperienza con i ragazzi – un campo-scuola, un pellegrinaggio, una situazione di servizio, un cammino di gruppo – e nel chiedere loro informalmente com’è andata la risposta ha sempre a che fare con la bellezza di un insieme: “È stato bello”, “una bella esperienza”, “mi è piaciuto davvero”. Quando si attesta che un’esperienza ha avuto a che fare con la bellezza si fa una valutazione globale positiva su ciò che si è sperimentato. Che comprende, anche se non è quasi mai tematizzato, istanze forti di verità, bontà, giustizia e santità che la rendono tale.

Avvolti dalla bellezza

Nella sua accezione più ampia la bellezza segnala qualcosa che nel suo insieme è ben riuscito. Non è quindi solo una questione “estetica” nel senso più superficiale del termine. Sarebbe troppo poco, e correrebbe il rischio di essere cosa effimera. Certo, come la verità può cadere nel dispotismo e la bontà regredire nell’interesse proprio, anche la bellezza potrebbe divenire una terribile arma di seduzione, trasformandosi in qualcosa di perfido. Uno specchietto per le allodole che ci fa perdere la vita. Un’attrazione fatale, appunto. Il marketing attuale vive di questo, ne ha fatto una scienza e una tecnica sopraffina in nome del profitto.
Il peso specifico dell’autentica bellezza invece segnala – a partire dalla rivelazione di Dio, come ci ha insegnato nella sua lezione indimenticabile H.U. von Balthasar – che il mistero da cui siamo avvolti è amorevole, e viene ad esprimersi fino alla dedizione totale di sé per la nostra felicità nel tempo e nell’eternità. È una tesi di “ontologia trinitaria” questa – parola difficile che dice una cosa assai semplice: che il Dio unitrino è amore sino alla fine e null’altro, lo è da sempre e lo sarà per sempre – che ci fa bene rispolverare qui.
Bisogna saper riconoscere che la salvezza non viene da una bellezza che seduce, illude e abbandona. Viene invece da una bellezza che si fa dono concreto, capace di pagare in prima persona, che si fa carne e sangue attraverso gesti e parole che illuminano perché ardono. La vita del Signore Gesù è bella e felice perché brucia d’amore, perché è totalmente pro-esistenza, perdita di sé per la vita dell’altro e che per questo diventa pienezza di vita risorta. Espressione dello spirito di quelle beatitudini che egli ha respirato da sempre nel seno del Padre suo.

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RMG – Nuovo corso per Animatori Laudato Si’

Dal sito dell’agenzia ANS.

(ANS – Roma) – Il Settore per la Pastorale Giovanile dei Salesiani di Don Bosco promuove, in qualità di partner, il prossimo corso di formazione per “Animatori Laudato Si’”, dal titolo “Shema’ Israel – Ascota Israele, Ascoltare con l’orecchio del cuore”, lanciato anche quest’anno dal Movimento Laudato Si’ (LSM).

Il corso è rivolto a tutti coloro che non vogliono sprecare questa crisi, a tutti coloro che sentono il desiderio di animare le proprie parrocchie e comunità nel vivere la dimensione di Chiesa in uscita attenta al grido dei poveri e della terra nei rispettivi contesti, rispondendo a questa chiamata per diventare lievito di una conversione comunitaria, provando ad aprire nei rispettivi ambiti di impegno “nuovi cammini per una ecologia integrale”.

Il “Programma di formazione per Animatori Laudato Si’” è proposto dal LSM nei diversi Paesi in cui opera seguendo una medesima metodologia ed obiettivi formativi, adeguando lo stesso ai diversi contesti.  La metodologia proposta è quella del Vedere, Giudicare, Agire e … “celebrare”.

Si compone di quattro sessioni online della durata di 1 ora, un questionario di valutazione al termine di ciascuna delle quattro sessioni, un progetto applicativo da realizzare durante la Settimana Laudato Si’, dal 22 al 29 maggio 2022, durante la quale prendono un impegno a realizzare un evento per il Tempo del Creato e iniziano a programmarlo.

Le lezioni possono essere seguite anche in differita attraverso le registrazioni ed anche in questo caso sarà richiesto di compilare i questionari di valutazione.

Tutti i dettagli e i moduli di iscrizione sono disponibili qui

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