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Vaticano – Educare nello spirito di Don Bosco: a colloquio con gli animatori dell’Estate Ragazzi in Vaticano

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Città del Vaticano) – È senza dubbio affascinante il ruolo di educatore, soprattutto quando il luogo in cui si svolge è l’ambiente vaticano. Ne sanno qualcosa i salesiani che stanno portando avanti l’Estate Ragazzi 2023. Sono giovani che sono diventati educatori per scelta e per missione. Fedeli al carisma di Don Giovanni Bosco e di Maria Domenica Mazzarello, cercano di portare alle nuove generazioni il messaggio evangelico e, al contempo, di formare e stimolare la creatività per far maturare le coscienze.

Iniziano al mattino presto a guidare i ragazzi in quello che è a tratti un gioco, uno svago e un momento di riflessione e approfondimento. È l’iniziativa promossa in Vaticano apposta per le nuove generazioni, che si svolge dal 3 luglio al 4 agosto. Il compito degli educatori è di coinvolgere i piccoli in un viaggio che ha come sfondo l’enciclica Fratelli tutti di Papa Francesco. Lo fanno attraverso il gioco, lo sport, gli spettacoli e i laboratori di gruppo. Il tema scelto quest’anno è, infatti, “Bee heroes – Squadre di eroi”, dove le api aiutano a comprendere certi valori divertendosi.

Suor April Hoffman proviene dagli Stati Uniti d’America, dove insegnava in una scuola primaria e secondaria. Ha 36 anni, attualmente è a Roma per seguire un corso sulla spiritualità salesiana. “Sono molto contenta di fare questa esperienza in Vaticano con tanti bambini” confida. Durante questo periodo di studio a Roma, infatti, le mancava il contatto diretto con i ragazzi, perché parlare loro di Gesù secondo lo spirito di Don Bosco è per lei “fare insieme esperienza di famiglia”. Infatti, il santo torinese, spiega suor Hoffman, voleva portare i giovani a Gesù e viceversa. Per questo, si sente privilegiata di poter svolgere il ruolo di educatrice nell’ambiente in cui vive il Papa e dove si trovano tesori di fede e di arte, come la basilica di San Pietro, i Musei e i Giardini Vaticani.

Il salesiano Avil Correia, invece, ha 30 anni e proviene da Mumbai, India. È studente di Teologia al terzo anno presso la Pontificia Università Salesiana. A Mumbai ha già frequentato l’aspirantato per il discernimento vocazionale e l’anno di noviziato. Adesso, si sta preparando al sacerdozio. Anche per lui l’esperienza vaticana “è unica, diversa da quelle che ho fatto negli ultimi due anni. Qui si collabora molto con i laici, è un nuovo modo di lavoro anche se lo stile è salesiano”. È molto contento di vedere che i bambini si sentono a casa all’Estate Ragazzi e si divertono e imparano con le attività e i laboratori, i giochi e gli eventi speciali.

Il ruolo degli educatori, spiega, è quello “di stare insieme agli animatori responsabili. Fin dal mattino quando ci sono i giochi, durante i pasti, fino ai momenti formativi”. Il compito fondamentale è stare vicino a tutti per offrire lo spirito salesiano, che è “portare l’amore di Cristo ai bambini, ed essere segno e portatori di questo amore”. Correia sottolinea che “stiamo vivendo questo spirito nel condividere il tempo con i ragazzi e con le loro famiglie, nella nostra presenza e vicinanza”. Infatti, quello che è importante è la collaborazione con i laici. Su questo aspetto, prosegue, “stiamo puntando molto e stiamo imparando a vicenda, applicando il metodo di Don Bosco”.

Il più “grande” della squadra è don Joseph Benny, anch’egli originario dell’India, che ha 43 anni. È sacerdote da 12 e vive nella comunità salesiana delle catacombe di San Callisto a Roma. È il coordinatore dell’Estate Ragazzi ed è il secondo anno che svolge questo ruolo. Anche per lui questa esperienza è “molto arricchente e piena di benedizioni sia per i bambini, sia per gli adulti”. Quello che lo sta colpendo di più in questa edizione 2023 è vedere l’impegno dei 20 quindicenni che stanno affiancando gli animatori. Sono quelli che hanno già partecipato all’Estate ragazzi nelle stagioni precedenti e che, essendo cresciuti, tra due anni potranno essere animatori a loro volta.

La Voce e il Tempo – Salesiani in festa, sarà Cardinale il Rettore Artime

Da La Voce e il Tempo, di Marina Lomunno.

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Il Rettor Maggiore dei Salesiani, don Angel Fernàndez Artime 10° successore di don Bosco, sarà Cardinale. Lo ha annunciato Papa Francesco al termine dell’Angelus domenica 9 luglio: don Artime è nell’elenco dei 21 Cardinali che il prossimo 30 settembre, festa liturgica di san Girolamo, Papa Francesco creerà durante il nuovo Concistoro. 18 dei nominati – tra cui, il Rettor Maggiore dei Salesiani – saranno «elettori» al prossimo Conclave mentre tre sono ultraottantenni. Don Artime con padre Luis Pasqual Dri, 96 anni, dei frati minori cappuccini, è l’unico non ancora Vescovo. Tra gli italiani «elettori» un altro religioso, mons. Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, dell’Ordine dei Frati minori, un’altra sorpresa di Papa Francesco. È la prima volta infatti che un patriarca di Gerusalemme viene creato Cardinale. Don Artime ha appreso la notizia a Torino, nella Casa Madre dei Salesiani a Valdocco, tra la sorpresa e la commozione dei confratelli e dell’intera famiglia salesiana. È il rimo successore di don Bosco ad essere nominato Cardinale e con lui salgono a 10 i Salesiani membri del Collegio Cardinalizio.

«Domenica il Rettor Maggiore era a Valdocco in visita ispettoriale» racconta don Michele Viviano, rettore della Basilica di Maria Ausiliatrice «durante un colloquio con un ispettore ha ricevuto la telefonata della nomina a Cardinale e la sua reazione è stata ‘ma non scherzare’! Anche noi confratelli, increduli, appresa la notizia abbiamo aspettato dietro la porta che finisse l’incontro e lo abbiamo festeggiato tra la commozione generale. Poi tutti a pranzo con brindisi al nuovo Cardinale!». Messaggi e preghiere appena si è diffusa la notizia sono arrivate a don Artime dalle opere dei Figli di don Bosco presenti in 133 nazioni dei 5 continenti. Il pensiero del Rettor Maggiore è subito andato alla cara mamma, Isabel, mancata nel suo paese natale, Luanco in Spagna lo scorso 24 giugno, assistita dalla sorella di don Angel dopo una lunga malattia. «Ringraziamo Dio perché entrambi i nostri genitori si sono sempre impegnati affinchè i loro figli si formassero, si preparassero alla vita e facessero quello che desideravano fare per il proprio bene. Attenendosi a questi saldi principi hanno risposto, ad esempio, quando ho detto loro che volevo diventare salesiano» ha ricordato il Rettore ai suoi confratelli.

«Con la scelta di don Ángel viene confermata la stima e il legame anche con gli istituti di vita consacrata e in particolare con la nostra Congregazione Salesiana. Certamente questa nomina è motivo di gioia e di gratitudine per tutti noi e nello stesso tempo è un chiaro invito alla nostra grande famiglia salesiana nel continuare il nostro impegno di fedeltà e di amore alla Chiesa e al Papa così come don Bosco ci ha insegnato con i suoi tre amori, definiti dallo stesso Papa Francesco proprio qui nella Basilica di Maria Ausiliatrice il 21 giugno 2015 ‘tre amori bianchi: la Madonna l’Eucaristia e il Papa’». «Come don Angel anche tutta la Famiglia salesiana è stata colta di sorpresa dal Papa» commenta don Leonardo Mancini, ispettore dei salesiani del Piemonte e della Valle d’Aosta «la sua nomina testimonia l’affetto e la stima che Papa Francesco ha per la sua persona e per la nostra Congregazione che don Bosco ha fondato qui a Torino per l’educazione dei giovani specialmente quelli più poveri e fragili. Siamo contenti e onorati per il dono che ci ha fatto il Papa e preghiamo per don Angel e per la nostra congregazione: se il Papa chiamerà il Rettor Maggiore ad un altro incarico dovremo trovare un’altra guida e stabilire nuovi equilibri e non sarà semplice. Ma siamo nelle mani di Dio».

Chi è don Artime –  Don Angel Fernàndez Artime è nato il 21 agosto 1960 a Gozón-Luanco, nelle Asturie in Spagna in una famiglia di pescatori; ha emesso la sua prima professione il 3 settembre 1978, i voti perpetui il 17 giugno 1984, a Santiago de  Compostela, ed è stato ordinato sacerdote il 4 luglio 1987, a León. Originario dell’Ispettoria di León, ha conseguito la Laurea in Teologia pastorale e la Licenza in Filosofia e Pedagogia. È stato delegato di Pastorale giovanile, direttore della scuola di Ourense, membro del Consiglio e Vicario ispettoriale e, dal 2000 al 2006, Ispettore (provinciale). Dopo aver fatto parte della commissione che ha preparato il 26° Capitolo Generale, nel 2009 è stato nominato Superiore dell’Ispettoria dell’Argentina Sud, con sede a Buenos Aires. Qui ha collaborato con l’allora Arcivescovo di Buenos Aires, card. Jorge Mario Bergoglio, oggi Papa Francesco. Il 23 dicembre 2013 è stato nominato Superiore della nuova Ispettoria della Spagna Mediterranea, intitolata a «Maria Ausiliatrice», ma prima di poter assumere l’incarico, lo scorso 25 marzo 2014, è stato eletto dal 27° Capitolo generale Rettor Maggiore della Congregazione Salesiana e decimo successore di don Bosco. Mercoledì 11 marzo 2020 il 28° Capitolo generale tenutosi a Valdocco, nella Casa Madre dei Salesiani lo  ha riconfermato Rettor Maggiore per il sessennio 2020-2026. Ora la nomina a Cardinale. I nuovi Cardinali – Il prossimo 30 settembre Papa Francesco terrà un nuovo Concistoro dove creerà i nuovi Cardinali. «La loro provenienza esprime l’universalità della Chiesa che continua ad annunciare l’amore misericordioso di Dio a tutti gli uomini della Terra» ha detto il Papa al termine dell’Angelus affacciato su piazza San Pietro. «L’inserimento dei nuovi Cardinali nella diocesi di Roma, inoltre, manifesta l’inscindibile legame tra la Sede di Pietro e le Chiese particolari diffuse nel mondo». Questi i nomi dei nuovi Cardinali. I 18 elettori: mons. Robert Francis Prevost, prefetto del dicastero per i Vescovi; mons. Claudio Gugerotti, prefetto del dicastero per le Chiese Orientali; mons. Víctor Manuel Fernández, prefetto del dicastero per la Dottrina della Fede; mons. Emil Paul Tscherrig, nunzio apostolico; mons. Christophe Louis Yves Georges Pierre, nunzio apostolico; mons. Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme; mons. Stephen Brislin, Arcivescovo di Città del Capo; mons. Angel Sixto Rossi, Arcivescovo di Cordoba; mons. Luis José Rueda Aparicio, Arcivescovo di Bogotá; mons. Grzegorz Rys, Arcivescovo di Lodz; mons. Stephen Ameyu Martin Mulla, Arcivescovo di Juba; mons. José Cobo Cano, Arcivescovo di Madrid; mons. Protase Rugambwa, Arcivescovo coadiutore di Tabora; mons. Sebastian Francis, Vescovo di Penang; mons. Stephen Chow Sau-Yan, Vescovo di Hong Kong; mons. François-Xavier Bustillo, Vescovo di Ajaccio; mons. Americo Manuel Alves Aguiar, Vescovo ausiliare di Lisbona; don Angel Fernández Artime, Rettore Maggiore dei Salesiani. Insieme ai nuovi «elettori» il Papa unirà come ha spiegato «ai membri del Collegio Cardinalizio due Arcivescovi ed un religioso che si sono distinti per il loro servizio alla Chiesa»: sono mons. Agostino Marchetto, nunzio apostolico; mons. Diego Rafael Padron Sanchez, Arcivescovo emerito di Cumaná; padre Luis Pascual Dri, confessore nel Santuario di Nostra Signora di Pompei a Buenos Aires. «Preghiamo per i nuovi cardinali» ha invitato il Papa «affinché, confermando la loro adesione a Cristo, sommo sacerdote misericordioso e fedele, mi aiutino nel mio ministero di Vescovo di Roma per il bene di tutto il santo popolo fedele di Dio».

Repole: «grande gioia per la Chiesa torinese» Appena appresa la notizia della nomina a cardinale del Rettor Maggiore dei Salesiani mons. Repole ha commentato: «La creazione a cardinale di don Angel Fernàndez Artime, Rettore Maggiore dei Salesiani, è un motivo di grande gioia per la Chiesa torinese, nella quale san Giovanni Bosco fondò la famiglia salesiana a servizio dei giovani, soprattutto dei giovani più poveri e soli. Mi unisco con molta felicità alla festa dei figli di don Bosco e accolgo come indicazione di speciale importanza – per me Vescovo – l’accento che questa nomina pone sull’evangelizzazione dei giovani, la grande sfida del nostro tempo, il grande impegno sul quale anche la Chiesa torinese viene oggi chiamata a investire con molta forza e speranza».

 

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RMG – Le disposizioni per la Congregazione Salesiana dopo la nomina a cardinale del Rettor Maggiore

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Dopo l’inatteso annuncio da parte di Papa Francesco della nomina a Cardinale di Don Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore della Congregazione Salesiana, lo stesso Rettor Maggiore ha scritto una lettera ai Salesiani e alla Famiglia Salesiana per condividere quello che sarà il futuro del governo della Congregazione.

Don Á.F. Artime esordisce sottolineando che la notizia è stata per lui del tutto “inaspettata”, e che l’ha accolta come un “dono che Papa Francesco ci ha fatto come Congregazione salesiana e come Famiglia di Don Bosco”.

“Che grande affetto ha il Papa nei nostri confronti!!!” scrive il Rettor Maggiore.

Lo stesso Papa Francesco, racconta il X Successore di Don Bosco, ha convocato Don Á.F. Artime in Vaticano per la giornata di martedì 11 luglio scorso, in un appuntamento che con paterna attenzione ha voluto “per concordare i tempi necessari del mio servizio come Rettor Maggiore, per il ben innanzitutto, della Congregazione”.

Al termine del dialogo con il Rettor Maggiore, il Santo Padre, che “si è mostrato attento, cordiale, profondo estimatore del carisma di Don Bosco e particolarmente affettuoso”, ha stabilito che Don Á.F. Artime continui a servire come Rettor Maggiore, e al tempo stesso come Cardinale, per un anno. Convocherà poi un Capitolo Generale – il 29° della Congregazione – che si terrà nel febbraio 2025, nel quale verrà eletto un nuovo Rettor Maggiore, e presenterà le sue dimissioni dal governo della Congregazione il 31 luglio 2024. Da quel momento sarà l’attuale suo Vicario, don Stefano Martoglio, ad assumere il governo della Congregazione ad interim, e sarà sempre questi a presiedere il CG29.

Il Rettor Maggiore afferma nel suo comunicato che, quando le sue dimissioni diventeranno effettive, assumerà il compito che gli verrà affidato dal Santo Padre, di cui però non è ancora a conoscenza. E chiede ai Salesiani e alla Famiglia Salesiana di intensificare le preghiere per il Papa e anche per se stesso “posto di fronte alla prospettiva di un nuovo servizio nella Chiesa che, come figlio di Don Bosco, accetto in filiale obbedienza, senza averlo cercato, né voluto”.

Vatican News – La gioia del mondo Salesiano per la porpora al Rettor Maggiore

Dal sito di Vatican News.

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di Elisa Molinari

È stata una vera scossa di adrenalina per chi delle realtà salesiane del mondo, domenica 9 luglio, stava seguendo l’Angelus di Papa Francesco, sentire il nome di don Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco, nella lista dei futuri cardinali che saranno creati nel Concistoro del 30 settembre.

Gli Ex allievi di Don Bosco: segno di affetto da parte del Papa

Diverse sono state le espressioni di affetto e di sostegno verso il decimo successore di Don Bosco, “Padre e Centro di Unità” dei 32 gruppi che compongono le realtà salesiane. Valerio Martorana, consigliere per l’Europa e della Confederazione Mondiale degli Ex allievi di Don Bosco, si è fatto portavoce della “grande gioia per tutti gli Ex allievi e le Ex allieve dislocati nel mondo. È stato motivo di gioia, gratitudine ma anche di temporaneo ‘smarrimento’ perché è la prima volta che un Successore di Don Bosco viene creato cardinale. Noi siamo certi, come Ex allievi, che la Chiesa ha bisogno del profumo di Don Bosco per la sua opera evangelizzatrice in tutto il mondo”.

Martorana ha poi espresso con Vatican News la convinzione che “Don Ángel, nostro Padre, Maestro ed Amico, continuerà a lavorare, nella Chiesa universale, con e per i giovani, ed in particolar modo operando per gli ultimi”. E ha sottolineato il significato profondo della porpora quale segno di “affetto ed attenzione da parte del Santo Padre. Per noi significa sempre ricordarci, come facciamo giornalmente nella preghiera a Don Bosco, di continuare ‘ad amare Gesù sacramentato, Maria Ausiliatrice e il Papa’, e continueremo a servire la Chiesa, con spirito e gioia salesiana”.

Salesiani Cooperatori: un impegno nella Chiesa di questo tempo

“La notizia che il Papa ha annoverato tra i prossimi cardinali anche il nostro amatissimo Rettor Maggiore si è diffusa subito tra i Salesiani Cooperatori di tutto il mondo”, racconta il coordinatore mondiale Antonio Boccia. “Allo stupore dei primi momenti si è poi aggiunta una gioia immensa personale e di tutta l’Associazione dei Salesiani Cooperatori. Il primo pensiero è andato alle volte in cui i Papi hanno chiesto aiuto a Don Bosco per questioni riguardanti la Chiesa. Oggi Papa Francesco chiede a don Ángel un impegno nella Chiesa di questo tempo. Come Salesiani Cooperatori non faremo mancare il sostegno con la nostra preghiera”.

Le Figlie di Maria Ausiliatrice: sostegno e preghiera 

“Ci uniamo alla gioia di tutta la Famiglia Salesiana e come Figlie di Maria Ausiliatrice assicuriamo la nostra fraterna e intensa preghiera, perché don Ángel possa esprimere nel cuore della Chiesa il cuore di Don Bosco, e portare la Luce ai credenti, soprattutto ai giovani”, è stata invece la reazione immediata della superiora generale dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, madre Chiara Cazzuola, pubblicata sul sito Cgfmanet.org.

L’atmosfera di festa riecheggia anche sui social, soprattutto da parte dei più giovani, che fin da subito hanno espresso l’esultanza mutando le immagini di stati e profili e pubblicando post e stories con il suo volto e le foto dei momenti più belli vissuti con il Rettor Maggiore.

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Il Santo Padre nomina Don Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani, Cardinale della Chiesa

Il 9 luglio, Papa Francesco, dopo la preghiera mariana dell’Angelus e la riflessione sul Vangelo, ha annunciato la convocazione del concistoro per il prossimo 30 settembre per la nomina di 21 nuovi Cardinali. Tra i nomi dei nuovi Cardinali ha annoverato il Rev. Don Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani.

La nomina di Don Ángel Fernández Artime è segno della fiducia e della speranza che il Santo Padre Papa Francesco ripone in Don Ángel e nei Salesiani di Don Bosco.

L’inserimento dei nuovi Cardinali nella diocesi di Roma, inoltre, manifesta l’inscindibile legame tra la sede di Pietro e le Chiese particolari diffuse nel mondo. La loro provenienza esprime l’universalità della Chiesa che continua ad annunciare l’amore misericordioso di Dio a tutti gli uomini della terra.

Il Santo Padre ha concluso l’udienza invitando tutti a pregare per i nuovi Cardinali:

“Preghiamo per i nuovi Cardinali, affinché, confermando la loro adesione a Cristo, Sommo Sacerdote misericordioso e fedele (cf. Eb 2,17), mi aiutino nel mio ministero di Vescovo di Roma per il bene di tutto il Santo Popolo fedele di Dio”.

Don Ángel è nato il 21 agosto 1960 a Gozón-Luanco, nelle Asturie, in Spagna; ha emesso la sua prima professione il 3 settembre 1978, i voti perpetui il 17 giugno 1984 a Santiago di Compostela ed è stato ordinato sacerdote il 4 luglio 1987 a León.

Originario dell’Ispettoria di León, ha conseguito la Laurea in Teologia Pastorale e la Licenza in Filosofia e Pedagogia. È stato Delegato della Pastorale giovanile, Direttore della scuola di Ourense, membro del Consiglio e Vicario ispettoriale e dal 2000 al 2006 Ispettore.

Dopo aver fatto parte della commissione tecnica che ha preparato il Capitolo Generale 26, nel 2009 è stato nominato Superiore dell’Ispettoria dell’Argentina Sud, con sede a Buenos Aires. In questa veste ha avuto modo di conoscere e collaborare personalmente con l’allora arcivescovo di Buenos Aires, card. Jorge Mario Bergoglio, oggi Papa Francesco.

Il 23 Dicembre 2013 era stato nominato Superiore della nuova Ispettoria della Spagna Mediterranea, dedicata a “Maria Ausiliatrice”, ma prima di poter assumere questo nuovo incarico, il 25 Marzo 2014, è stato eletto dal Capitolo Generale 27 nuovo Rettor Maggiore della Congregazione Salesiana e X Successore di Don Bosco. Lo scorso 11 Marzo 2020, è stato confermato dal Capitolo Generale 28 Rettor Maggiore dei Salesiani per il secondo sessennio dal 2020 al 2026.

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La Congregazione Salesiana partecipa alla Settimana Laudato Si’

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Nel corso della Settimana Laudato Si’, lanciata da Papa Francesco dal 21 al 28 maggio 2023 si sono svolti diversi eventi a livello locale per celebrare il Creato e diffondere il messaggio della Laudato Si’ sull’ascolto del grido della terra e del grido dei poveri. Anche la Congregazione Salesiana ha partecipato attivamente.

In particolare, segnaliamo che si è tenuta a Roma la presentazione dell’opuscolo La nostra casa comune prodotto congiuntamente dallo “Stockholm Environmental Institute” (www.sei.org) e dal Vaticano. La presentazione è stata organizzata dal Dicastero per il Servizio allo Sviluppo Umano Integrale della Santa Sede, presso l’Istituto di Studi Classici Svedese; sono intervenuti il Cardinale Michael Czerny, S.J., Prefetto del Dicastero, il Direttore dell’Istituto, Måns Nilsson, l’ambasciatore di Svezia presso la Santa Sede, on. Andrés Jato, il Direttore esecutivo del Movimento Laudato Si’, Tomás Insua, VIS e Salesiani di Don Bosco, rappresentati da Emanuela Chiang, e Caritas Internationalis.

Il libretto che è stato presentato mette insieme scienza e fede in modo molto semplice e adatto a qualsiasi lettore, per comunicare sia dal punto di vista scientifico, sia dal punto di vista della fede quanto sia importante riconoscere le interconnessioni e – partendo dai dati scientifici – attingere alla fede per assumere un atteggiamento di cura reale verso la Creazione.

Il testo è disponibile in diverse lingue (Italiano, Inglese, Francese, Spagnolo e Portoghese) a questo link.

“Invitiamo tutti a scaricare ed utilizzare questo prezioso strumento” ha commentato la dott.ssa Chiang, Referente del Settore per la Pastorale Giovanile per l’ambito dell’ecologia integrale.

Il 26 maggio, inoltre, si è svolta a Bruxelles la Giornata di Riflessione sulla Laudato Si’, organizzato dalla European Laudato Si’ Alliance (ELSIA), di cui i salesiani sono membro attraverso il Don Bosco International (DBI). Il tema di quest’anno era: “Quali competenze per la conversione ecologica?”

Il 2023, infatti, è l’Anno europeo delle competenze. Affrontare le sfide poste dal cambiamento climatico e dall’aumento delle disuguaglianze sociali richiede una serie di competenze, e non solo tecniche. Ci vogliono: visione, “saper pensare fuori dagli schemi”, disponibilità all’ascolto, empatia, narrazione e determinazione a metterle tutte al servizio del cambiamento radicale che Papa Francesco ha chiamato ad innescare attraverso tutto il suo magistero. Per il Settore Pastorale Giovanile ha partecipato Emanuela Chiang.

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Vaticano – Papa Francesco ricorda la festa di Maria Ausiliatrice: Maria aiuti a rinsaldare la fedeltà a Cristo

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Città del Vaticano) – Maria Ausiliatrice, celebrata mercoledì 24 maggio, è stata ricordata anche da Papa Francesco al termine della sua catechesi nell’udienza generale del mercoledì. Rivolgendosi ai giovani, ai malati, agli anziani e agli sposi novelli, il Santo Padre ha detto: “Oggi è la festa della Madonna venerata con il titolo di Maria Ausiliatrice. Maria aiuti voi, cari giovani, a rinsaldare ogni giorno la vostra fedeltà a Cristo. Ottenga conforto e serenità per voi, cari anziani e cari ammalati. Incoraggi voi, cari sposi novelli, a tradurre nella vita quotidiana il comandamento dell’amore”.

Nel giorno della Festa di Maria Ausiliatrice, il Pontefice – lui stesso devoto a Maria Ausiliatrice, e che come arcivescovo di Buenos Aires, ogni 24 maggio celebrava la Messa centrale per la festa dell’Ausiliatrice nella Basilica del quartiere di Almagro – ha poi citato anche la Famiglia Salesiana e la sua vocazione mariana, eredità del fondatore della Congregazione, San Giovanni Bosco, esprimendo parole di affetto, di elogio e d’incoraggiamento per tutti i suoi membri. “Il giorno di Maria Ausiliatrice è una vocazione mariana tanto cara a Don Bosco: un saluto e un ricordo alla Famiglia Salesiana, ringraziando per tutto quello che fa per la Chiesa”.

Il Santo Padre non ha mancato poi di rivolgere una supplica all’Ausiliatrice con un pensiero all’Ucraina. “Ancora la tristezza a tutti ci viene per la martoriata Ucraina: si soffre tanto lì, non dimentichiamoli. Preghiamo oggi Maria Ausiliatrice che sia vicina al popolo ucraino”.

Nel giorno dedicato a Maria Ausiliatrice, la Chiesa celebra anche la Giornata Mondiale di Preghiera per la Chiesa Cattolica in Cina. Nel Paese asiatico Maria è venerata e invocata nel Santuario di Nostra Signora di Sheshan, a Shanghai. In questa circostanza, il Pontefice ha espresso la sua vicinanza ai fratelli e alle sorelle cinesi, condividendone gioie e speranze: “In questa circostanza, desidero assicurare il ricordo ed esprimere la vicinanza ai nostri fratelli e sorelle in Cina, condividendo le loro gioie e le loro speranze. Un pensiero speciale è rivolto a tutti coloro che soffrono, pastori e fedeli, affinché nella comunione e nella solidarietà della Chiesa Universale possano sperimentare consolazione e incoraggiamento. Invito tutti ad elevare la preghiera a Dio, perché la Buona Novella di Cristo crocifisso e risorto possa essere annunciata nella sua pienezza, bellezza e libertà, portando frutti per il bene della Chiesa cattolica e di tutta la società cinese”.

La Giornata Mondiale di Preghiera per la Chiesa cattolica in Cina viene celebrata dalla Chiesa dal 2007. La proposta era stata annunciata all’epoca da Papa Benedetto XVI, che aveva scelto questa data proprio perché è il giorno liturgico di Maria Aiuto dei Cristiani, molto venerata dai Cinesi.

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Vaticano – Don Carlo Crespi, SDB, è Venerabile

Dal sito dell’ANS.

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(ANS – Città del Vaticano) – Il 23 marzo 2023, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in udienza il Cardinale Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi. Durante l’Udienza, il Sommo Pontefice ha autorizzato il medesimo Dicastero a promulgare il Decreto riguardante le virtù eroiche del Servo di Dio Carlo Crespi Croci, Sacerdote professo della Società Salesiana di San Giovanni Bosco; nato il 29 maggio 1891 a Legnano (Italia) e morto il 30 aprile 1982 a Cuenca (Ecuador).

Carlo Crespi nasce a Legnano, presso Milano, il 29 maggio 1891, come terzo di 13 figli, da una famiglia facoltosa ed influente. Frequenta la scuola locale e all’età di dodici anni entra nell’Istituto Salesiano Sant’Ambrogio Opera Don Bosco di Milano, dove fa il suo primo incontro con la realtà salesiana. Nel 1903 si reca al liceo salesiano di Valsalice, a Torino, per completare gli studi ed è qui che conosce Renato Ziggiotti, suo compagno di classe e futuro Successore di San Giovanni Bosco. Avvertita la chiamata alla vita salesiana, completa il noviziato a Foglizzo e l’8 settembre 1907 emette la prima professione religiosa. Nel 1910 emette la professione perpetua.

È durante questo periodo che approfondisce lo studio della teologia, della filosofia ed insegna matematica, musica e scienze naturali. Il 28 gennaio 1917 viene ordinato sacerdote. Presso l’Università di Padova scopre l’esistenza di un microorganismo fino ad allora ignoto, segnalandosi in ambiente scientifico per questa importante scoperta. Nel 1921 consegue il dottorato in scienze naturali, con specializzazione in botanica e poco dopo il diploma di musica.

È il 1923 quando parte per l’Ecuador come missionario. Dapprima sbarca a Guayaquil, raggiunge Quito e infine si stabilisce definitivamente a Cuenca dove rimarrà fino alla morte. È qui che inizia un lavoro di promozione umana senza precedenti, fondando diverse opere: l’oratorio festivo, il Normal Orientalista per la formazione dei missionari salesiani, la scuola elementare “Cornelio Merchán”, la scuola di arti e mestieri che in seguito assumerà il nome di Collegio tecnico salesiano, la Quinta Agronomica, ovvero il primo istituto di agraria della regione, il Teatro salesiano, la Gran Casa della comunità, l’Orfanotrofio “Domenico Savio”, il museo “Carlo Crespi”, celebre per i suoi numerosi reperti scientifici. Nel 1938 organizza il Primo Congresso Eucaristico Diocesano a Cuenca.

Generazioni di cittadini di Cuenca beneficiano dei suoi insegnamenti e della sua generosità. La riconoscenza della gente comune per il bene compiuto da padre Crespi è tale da manifestarsi con forza anche nella dolorosa circostanza che nel 1962 vide, a causa di un incendio, la quasi totale distruzione dell’Istituto “Cornelio Merchán”. Gli abitanti di Cuenca partecipano infatti senza esitazione alla ricostruzione.

Gran parte del suo tempo è trascorso nel Santuario di Maria Ausiliatrice di Cuenca, della quale diffonde con zelo la devozione. Gli ultimi anni della sua vita sono trascorsi interamente nel nascondimento del confessionale, dove i fedeli si susseguono in lunghe file, desiderosi di ricevere il sacramento della Riconciliazione, ma allo stesso tempo anche consiglio e conforto da parte di chi ormai non esitano a chiamare “san Carlo Crespi”.

Fiaccato da una vita di stenti scelta per vivere come povero tra i suoi poveri, il 30 aprile 1982, dopo aver chiesto per l’ultima volta di avere fra le mani il crocifisso, il Venerabile muore nella Clinica “Santa Inés” di Cuenca a causa di una broncopolmonite e di un attacco cardiaco.

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Missioni Don Bosco: lettera aperta del presidente Antúnez per i 10 anni dall’elezione di Papa Francesco

Si pubblica di seguito il comunicato stampa di Missioni Don Bosco con la lettera aperta del suo Presidente, don Daniel Antúnez, inviata a Papa Francesco per i 10 anni dalla sua elezione.

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9 marzo 2023

Nella ricorrenza dei 10 anni dall’elezione a Papa del cardinale Bergoglio il presidente di Missioni Don Bosco don Daniel Antúnez, anch’egli argentino, invia a Francesco una lettera aperta.

 

Caro Francesco,

celebro con te e con tutti i battezzati la tua missione, e soprattutto il servizio, di guida della nostra Chiesa in cammino. Incredibilmente sono passati già 10 anni da quella sera dell’uscita sul balcone della basilica di San Pietro, quando si annunciò il tuo nome come Padre-Fratello-Pastore di tutti noi credenti.

Mentre aspettavamo l’annuncio, l’ansia e il cuore acceleravano, per vedere il nuovo vescovo di Roma. Sentire pronunciare il tuo nome: “Jorge Mario Bergoglio”, è stata una cosa inaspettata. Tutti i fedeli in piazza e nel mondo si chiedevano: di dove è? chi è? chi lo conosce? qual è la sua origine? La risposta cominciò a risuonare: è un Argentino.

La scelta del nome Francesco è stato il primo segnale di una volontà che con il tempo è diventata segno di identità. Vederti apparire quella sera non fu soltanto una gioia. Quando si aprì la finestra avvertii come l’aria cominciava a circolare. Ho sentito una grande speranza e una profonda, intima fiducia quando hai fatto gli auguri di buona notte e di buon riposo: quanta umanità in quelle poche parole!

In questi anni ci hai tramesso ciò che è fondamentale: l’amore per i poveri, i bisognosi, i peccatori, soprattutto lo stimolo a vedere in loro un Dio misericordioso, tenero e vicino. E sei andato oltre, promuovendo una Chiesa povera e al servizio, che non deve seguire le strade del potere e dei beni materiali, ma deve essere una Chiesa capace di mostrare al mondo il volto di un Dio che invita ad andare incontro all’altro.

Come hai detto, tu arrivi dalla fine del mondo dove il vento ti spinge ad andare avanti; così è il vento in Patagonia: non ti lascia stare in piedi, fermo. È un’aria che rinnova, rimuove e, soprattutto, ti muove. In questo mi sento di dire che tu sei così, un vento che soffia e che vuole che la Chiesa, con ognuno di noi, possa sentire questo vento come una nuova Pentecoste. Non dobbiamo avere paura, lasciamo operare lo Spirito che rinnova tutte le cose!

Che la Madonna sia per tutta la Chiesa e per la tua vita ragione di speranza.

Prego per te.

Grazie, Francesco.
Don Daniel Antúnez, salesiano di Don Bosco

Il nostro presidente, don Daniel Antúnez, la sera dell’elezione a Papa di Jorge Mario Bergoglio si trovava insieme con mons. Joaquín Mariano Sucunza, vescovo vicario di Buenos Aires, a seguire la diretta televisiva da piazza San Pietro.

Ricorda che il cardinale argentino era dato fra gli eleggibili al soglio pontificio, ma l’attesa dei suoi diocesani rimase sotterranea fino a che il 13 marzo 2013 non fu pronunciato l’Habemus Papam da mons. Jean-Louis Pierre Tauran.

Mentre i fedeli presenti in Vaticano nella loro gran maggioranza si interrogavano sull’identità del nuovo successore di Pietro, in tutta l’Argentina e l’America Latina fu un’esplosione di gioia e fu subito colto il senso della scelta del Sacro Collegio.

Il ricordo – ma soprattutto il messaggio ancora vivo di quel momento – viene espresso da don Antúnez, allora membro dell’Ispettoria salesiana dell’Argentina oggi alla guida di Missioni Don Bosco, nella lettera aperta a papa Francesco.

Grazie per l’attenzione.

Cordiali saluti,
Antonio R. Labanca, Ufficio Stampa Missioni Don Bosco

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Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, il Papa: Comunicare col cuore in un tempo di contrapposizioni

Da Vatican News, un articolo per il messaggio del Papa in occasione della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2023 che quest’anno si celebrerà domenica 21 maggio.

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di Adriana Masotti

“Nel drammatico contesto di conflitto globale che stiamo vivendo è urgente affermare una comunicazione non ostile. Abbiamo bisogno di comunicatori coinvolti nel favorire un disarmo integrale e impegnati a smontare la psicosi bellica che si annida nei nostri cuori”. E’ un passaggio di estrema attualità contenuto nel Messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2023 che quest’anno si celebrerà domenica 21 maggio. Il Papa si rivolge in modo particolare agli operatori della comunicazione ma osserva che l’impegno per una comunicazione “dal cuore e dalle braccia aperte” è responsabilità di ciascuno.

Il tema si collega idealmente a quello del 2022, che invitava all’ascolto e a quello precedente che esortava a “andare e vedere” quali condizioni per una buona comunicazione. Questa volta il Papa vuol soffermarsi sul “parlare con il cuore”. Il cuore è infatti ciò che muove all’accoglienza, al dialogo e alla condivisione, innescando una dinamica che Francesco definisce come quella del “comunicare cordialmente”. L’accoglienza dell’altro è ciò che permette, dopo l’ascolto, di “parlare seguendo la verità dell’amore”. Scrive:

Non dobbiamo temere di proclamare la verità, anche se a volte scomoda, ma di farlo senza carità, senza cuore. Perché “il programma del cristiano – come scrisse Benedetto XVI – è ‘un cuore che vede’”. Un cuore che con il suo palpito rivela la verità del nostro essere e che per questo va ascoltato. Questo porta chi ascolta a sintonizzarsi sulla stessa lunghezza d’onda, al punto da arrivare a sentire nel proprio cuore anche il palpito dell’altro. Allora può avvenire il miracolo dell’incontro.

Parlare con il cuore significa lasciar intravedere la partecipazione “alle gioie e alle paure, alle speranze e alle sofferenze delle donne e degli uomini del nostro tempo”, afferma il Papa. E’ un appello che interpella particolarmente chi comunica in un contesto oggi “così propenso all’indifferenza e all’indignazione, a volte anche sulla base della disinformazione, che falsifica e strumentalizza la verità”.

Papa Francesco indica l’esempio di un comunicatore con il cuore nel “misterioso Viandante che dialoga con i discepoli diretti a Emmaus”: parlando con amore, Gesù accompagna “il cammino del loro dolore”, rispettando i loro tempi di comprensione. Il Papa scrive ancora:

In un periodo storico segnato da polarizzazioni e contrapposizioni – da cui purtroppo anche la comunità ecclesiale non è immune – l’impegno per una comunicazione “dal cuore e dalle braccia aperte” non riguarda esclusivamente gli operatori dell’informazione, ma è responsabilità di ciascuno. Tutti siamo chiamati a cercare e a dire la verità e a farlo con carità.

Questo richiamo interpella in modo particolare i cristiani, prosegue Francesco, dalla cui bocca “non dovrebbero mai uscire parole cattive”, ma solo parole capaci di fare del bene agli altri e di scalfire anche i “cuori più induriti”. E’ la “forza gentile dell’amore” che il Papa indica, invitando a ripensare alle sue conseguenze sociali:

Ne facciamo esperienza nella convivenza civica dove la gentilezza non è solo questione di “galateo”, ma un vero e proprio antidoto alla crudeltà, che purtroppo può avvelenare i cuori e intossicare le relazioni. Ne abbiamo bisogno nell’ambito dei media, perché la comunicazione non fomenti un livore che esaspera, genera rabbia e porta allo scontro, ma aiuti le persone a riflettere pacatamente, a decifrare, con spirito critico e sempre rispettoso, la realtà in cui vivono.

Di san Francesco di Sales, dottore della Chiesa, vescovo di Ginevra in un tempo di accese dispute con i calvinisti e proclamato da Pio XI patrono dei giornalisti cattolici, Francesco dice che “il suo atteggiamento mite, la sua umanità, la disposizione a dialogare pazientemente con tutti e specialmente con chi lo contrastava lo resero un testimone straordinario dell’amore misericordioso di Dio”. Per il santo la comunicazione era un “riflesso dell’animo” e una manifestazione di amore. Noi “siamo ciò che comunichiamo” ci ricorda e il suo insegnamento, osserva il Papa, appare “controcorrente” in un tempo in cui spesso la comunicazione viene strumentalizzata. I suoi scritti suscitano una lettura “sommamente piacevole, istruttiva, stimolante” dice Papa Francesco citando le parole di san Paolo VI e poi commenta:

Se guardiamo oggi al panorama della comunicazione, non sono proprio queste le caratteristiche che un articolo, un reportage, un servizio radiotelevisivo o un post sui social dovrebbero soddisfare? Gli operatori della comunicazione possano sentirsi ispirati da questo santo della tenerezza, ricercando e raccontando la verità con coraggio e libertà, ma respingendo la tentazione di usare espressioni eclatanti e aggressive.

“Parlare con il cuore”, il tema di questa Giornata mondiale si inserisce nel processo sinodale che la Chiesa sta vivendo e Papa Francesco osserva che l’ascolto reciproco è il dono più prezioso che possiamo farci. C’è tanto bisogno, scrive, di un linguaggio “secondo lo stile di Dio, nutrito di vicinanza, compassione e tenerezza”. E descrive il suo sogno:

Sogno una comunicazione ecclesiale che sappia lasciarsi guidare dallo Spirito Santo, gentile e al contempo profetica, che sappia trovare nuove forme e modalità per il meraviglioso annuncio che è chiamata a portare nel terzo millennio. Una comunicazione che metta al centro la relazione con Dio e con il prossimo, specialmente il più bisognoso, e che sappia accendere il fuoco della fede piuttosto che preservare le ceneri di un’identità autoreferenziale.

Il Papa guarda ancora al contesto di conflitto globale che stiamo vivendo e ribadisce quanto sia necessaria, “una comunicazione non ostile” per promuovere una “cultura di pace” capace di “superare l’odio e l’inimicizia”. L’escalation bellica che oggi l’umanità teme, scrive Francesco, “va frenata quanto prima anche a livello comunicativo” perché le parole spesso si tramutano in azioni belliche di efferata violenza”. E, dunque, insiste:

Abbiamo bisogno di comunicatori disponibili a dialogare, coinvolti nel favorire un disarmo integrale e impegnati a smontare la psicosi bellica che si annida nei nostri cuori. (…) Va rifiutata ogni retorica bellicistica, così come ogni forma propagandistica che manipola la verità, deturpandola per finalità ideologiche. Va invece promossa, a tutti i livelli, una comunicazione che aiuti a creare le condizioni per risolvere le controversie tra i popoli.

Il messaggio di Papa Francesco si conclude sottolineando che lo sforzo di “trovare le parole giuste” per costruire “una civiltà migliore” è richiesto a tutti, ma in particolare è una responsabilità affidata agli operatori della comunicazione e per loro invoca il Signore perché con la loro professione improntata alla “verità nella carità”, possano aiutare a riscoprirci fratelli e sorelle e a “sentirci custodi gli uni degli altri”.