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Salesiani per il Sociale, lo sguardo al futuro per costruire comunità solidali nella rete sociale salesiana

Tre giorni per guardare al futuro, per “organizzare la speranza” costruendo comunità solidali. Salesiani per il Sociale ha radunato a Roma, dal 9 all’11 giugno quasi centro soci e rappresentati di associati da tutta Italia per presentare il documento di restituzione del processo dal basso, un cammino iniziato a settembre 2022 e che durante i mesi scorsi ha toccato dodici sedi incontrando operatori, educatori, volontari, salesiani e laici.

Il Presidente, don Francesco Preite, molto soddisfatto dell’Assemblea, ha detto: “Dare la possibilità di confrontarsi con esperti ed operatori sulle questioni sociali più urgenti del mondo giovanile italiano e restituire le varie riflessioni dei soci nel documento “Organizzare la speranza” è il modo migliore per festeggiare i 30 anni della rete sociale salesiana Salesiani per il sociale. La prossima tappa sarà quella di aiutare i territori a confrontarsi con le linee di azione condivise emerse nel documento e provare a concretizzarle per rendere concreta la speranza di comunità più solidali con e per i giovani”.

Il tema centrale dell’attività di Salesiani per il Sociale sono i giovani poveri, come ha sottolineato don Stefano Aspettati, ispettore delegato per l’Emarginazione e il disagio giovanile. “Questo è un momento favorevole per l’associazione, che è nata per federare tante realtà e che oggi ha il compito di svolgere un ruolo culturale e di animazione per tutta la rete che si occupa di giovani poveri”.

Una rete sociale “coesa, perché tutte le nostre attività si fanno all’interno di ambienti educativi che hanno dentro la scuola, la formazione professionale, l’oratorio, le parrocchie…noi offriamo una pluralità di inserimento educativo e lavoriamo in interazione con tante realtà”, ha detto don Roberto Dal Molin, presidente del Centro Nazionale delle Opere Salesiane.

Il dibattito e la riflessione attorno al tema delle comunità solidali è iniziato con un panel dedicato alla povertà educativa e al fenomeno dei giovani NEET: a discuterne, Antonio Russo, Portavoce Alleanza contro la povertà; Marco Pagniello, Direttore Caritas italiana; Orazio Giancola, Università La Sapienza di Roma; Vanessa Pallucchi, Portavoce Forum Terzo Settore. Insieme, hanno ragionato su come la povertà educativa non sia solo un fenomeno che riguarda i giovanissimi, ma anche una fetta di popolazione adulta, perché riguarda la competenza acquisita e non solo il livello di istruzione. Si tratta di un problema di opportunità, come ha sottolineato don Marco Pagniello, di un “pavimento appiccicoso” per il quale i figli subiscono la condizione culturale, sociale ed economica delle famiglie. Educativamente povero è chi, arrivato a 15 anni, abbandona la scuola perché sente che si tratta di un luogo non suo. Per contrastare questo fenomeno c’è bisogno di “politiche di ampio respiro”, ha spiegato Antonio Russo, ovvero riforme strutturali per mettere al centro dell’agenda politica la scuola, l’istruzione. Da parte sua, il Terzo Settore, aggiunge Vanessa Pallucchi, deve continuare a lavorare in rete, non perdere il cammino comune per rimanere un soggetto che dialoga con le istituzioni con proposte educative integrate.

Gli oltre 500 contributi raccolti sulla piattaforma digitale Organizzare la speranza oppure durante gli incontri territoriali hanno formato il documento di restituzione presentato in assemblea. “Si tratta di un materiale di sintesi prezioso, che racconta l’Italia salesiana, una base da ascoltare, da prendere in considerazione per la progettazione del sociale delle realtà associate a Salesiani per il Sociale. Un processo che non è stato facile far partire, ma che poi ha coagulato attorno a sé consenso, idee, spunti. Un documento di restituzione che potrà diventare un documento programmatico”, ha sottolineato don Francesco Preite, presidente di Salesiani per il Sociale.

Il documento è stato discusso con i coordinatori dei comitati territoriali, coloro che hanno accolto nei territori la cabina di regia e l’ufficio nazionale: hanno avuto un ruolo attivo negli incontri, e per questo a loro è stata chiesta una restituzione dal lor punto di vista: don Domenico Luvarà, Coordinatore Comitato Sicilia; don Davide Perego, Incaricato Presidio Lombardo-Emiliana; don Emanuele De Maria, Coordinatore Comitato Italia Centrale; don Gianpaolo Roma, Coordinatore Comitato Italia Meridionale, don Massimo Zagato, Incaricato Presidio Nord est e don Stefano Mondin, Coordinatore Comitato Piemonte Valle d’Aosta hanno sottolineato ricchezze e criticità del documento, dal punto di vista di quanto hanno raccolto dopo gli incontri territoriali.

Cura della formazione, co-progettazione, dialogo costruttivo con la formazione professionale per dare accoglienza e inserimenti lavorativi ma anche un momento bello per la vita delle ispettorie, per la cura delle relazioni con le associative dei territori. Serve darsi organizzazione per poter lavorare e proseguire il processo iniziato con gli incontri territoriali.

Come costruire la comunità solidale: tema sul quale hanno ragionato Ciro Bisogno, Presidente PGS; Cristiano Tanas, Presidente CGS; Fabio Attard, Coordinatore Don Bosco Formation; Lorenzo Napoli, Presidente TGS e Rafael Bejarano, Referente per le Opere e Servizi Sociali del Settore PG – sede centrale.

Quanto emerso è che serve andare incontro all’altro per fare comunione, aprire il dialogo nella rete associativa per lavorare insieme e per tornare a parlare con i giovani che non sono solo i destinatari delle opere, ma ne sono i protagonisti. Lavorare in rete con chi persegue i nostri fini, anche con ambienti laici. Dobbiamo insistere sulla rete, che è la chiave per lavorare bene insieme. Alimentare e accendere i riflettori sui problemi dei nostri territori, per non essere considerati solo come erogatori di servizi, ma come mezzi che costruiscono comunità, per arrivare a tutti i nostri giovani.  C’è il desiderio di non perdere l’identità e il carisma, perché noi siamo nati così, siamo nati con l’invito di “conoscere la città”, così come fece don Giuseppe Cafasso con Don Bosco, appena arrivato a Torino. Gli dice: conosci la città! Il tema della corresponsabilità è legato a quello della rete, per collaborare, per lavorare insieme: sensibilità e ascolto devono essere le chiavi per entrare nelle esigenze dei territori.

Il panel Next Generation ha avuto al centro la testimonianza dei giovani volontari del Servizio Civile di ritorno dall’esperienza all’estero. Ciascuno ha scelto una sfida del documento Organizzare la speranza e molti di loro hanno testimoniato la loro volontà di discutere, dire la loro sul tema del lavoro, della scuola, del futuro. Meglio di chiunque altro hanno saputo raccontare i loro territori, le esperienze dei loro coetanei, la difficoltà per alcuni di riuscire a frequentare la scuola. La tenacia, la passione educativa e la voglia cambiare la loro vita e quella di chi incontrano hanno toccato tutti i presenti. Le loro storie, quelle dei loro amici, le riflessioni delle sfide scelte hanno offerto spunti di riflessione per tutti. Le loro speranze guardano al futuro (“come diceva il beato Rosario Livatino, alla fine non ci verrà chiesto se siamo stati credenti ma credibili”, ha citato Valeria) ma sono concentrati sul presente, perché è nel presente che si costruisce la vita delle persone.  “Spero che i giovani possano avere un lavoro dignitoso che possa farli tornare a casa con serenità e con dignità”, ha concluso Valeria.

 

Organizzare la Speranza, tappa a Milano per il processo dal basso di Salesiani per il Sociale

Nel pomeriggio di sabato 4 febbraio 2023 nella sede di Milano, con la presenza di circa 15 persone si è svolto il quarto incontro territoriale del processo di partecipazione dal basso coordinato dall’Osservatorio Salesiano per i diritti di minori.

Ad aprire l’incontro il Presidente di Salesiani per il Sociale don Francesco Preite il quale ringraziando Don Paolo Caiani responsabile della Pastorale Giovanile e Don Davide Perego incaricato dell’emarginazione ha posto l’accento sulla forte attenzione al sociale e sulla volontà di rinnovare il mondo salesiano, ha presentato il processo di partecipazione dal basso: un processo promosso da Salesiani per il Sociale e realizzato in sinergia  con l’Osservatorio Salesiano per i Diritti dei Minori per costruire insieme il documento programmatico di animazione di Salesiani per il Sociale 2023-2026, a partire proprio dall’ascolto dei territori. Così, don Francesco Preite ha invitato ciascuno a riflettere su nuove proposte, idee e opportunità e a condividerle, per offrire un proprio contributo in questo processo di innovazione.

Successivamente, don Rafael Bejarano – Referente per le Opere Sociali nel Settore della Pastorale Giovanile ha messo a fuoco le linee del Congresso Internazionale delle Opere e dei Servizi Sociali Salesiani e ha richiamato l’attenzione sulla preziosa opportunità di conoscersi e camminare insieme.

Partecipazione, internazionalizzazione e cura sono state le tre parole evidenziate da Renato Cursi – Direttore Generale di Salesiani per il Sociale nel corso del suo intervento.

Isabella Cordisco, docente presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma che insieme a Micol Trillo è parte dell’Osservatorio Salesiano per i Diritti dei Minori ha arricchito la presentazione del processo di partecipazione dal basso “Organizzare la speranza”, descrivendo le sue diverse tappe e sottolineandone l’obiettivo principale: trasformare un libro soci in una rete di relazioni concrete.

Vitandrea Marzano ha illustrato la piattaforma di partecipazione digitale https://organizzarelasperanza.net/, quale strumento concreto messo a disposizione per continuare a riflettere e condividere proposte, idee, intuizioni, esperienze territoriali sulle cinque aree di sfida della missione salesiana, nonché per offrire a tutti la possibilità di intervenire ed esprimersi.

È poi seguito un momento di lavoro, guidato da Riccardo Mariani e basato sul confronto attivo tra i partecipanti all’incontro, attraverso il quale i presenti hanno riflettuto insieme e avanzato idee e proposte sulle aree di sfida della missione salesiana.

Infine, ha avuto luogo un momento di restituzione in plenaria del lavoro, da cui sono emerse molteplici idee e riflessioni interessanti, tra le quali:

  • Realizzare una formazione per i giovani del Servizio Civile che non sia solo pratica ma che aiuti e accompagni i ragazzi impegnati in questa esperienza e che racconti anche i temi della pace e del volontariato;
  • Promuovere una formazione specifica rivolta ai ragazzi in Servizio Civile, intesa non come un pacchetto di conoscenza che viene dato all’inizio del percorso bensì come una riflessione che evolve gradualmente durante tutto il percorso, ,a insieme a questa anche una formazione delle figure che accompagnano queste esperienze (come ad esempio l’OLP);
  • Dare in mano la comunicazione social ai giovani stessi, poiché proprio loro hanno la creatività e la capacità di rimanere al passo con i tempi;
  • La rete deve essere vera nel suo agire, non legata solo ai bandi ma avere un impatto sociale sul territorio;
  • La rete è uno dei punti nevralgici del futuro e del presente, ma per lavorare in rete è necessaria la capacità di uscire dall’autoreferenzialità e quindi uscire dai nostri ambienti, conoscersi, scambiarsi esperienze, trovare tempo e momenti per stare insieme e condividere;
  • Quando si parla di rete, non riferirsi solo alla rete tra scuola, organizzazioni del Terzo Settore e Comune, ma considerare l’apporto fondamentale delle famiglie e coinvolgerle;
  • Riflettere su un’accoglienza dei migranti che non deve essere fatta solo a spot, per situazione specifiche, ma anche su situazioni meno conosciute;
  • L’integrazione e l’accoglienza si realizza quando i migranti non solo ricevono ma sono anche messi nelle condizioni di dare qualcosa alla comunità.

Conclude Don Francesco Preite: “siamo molto felici di come sta andando questo percorso convinti che grazie alla partnership con l’Osservatorio Salesiano per i diritti dei minori sapremo proporre nei prossimi anni un proposta innovativa sotto il profilo sociale nello stile preventivo che ci caratterizza

 

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Salesiani per il Sociale: incontro territoriale a Torino

Nella mattinata di lunedì 23 gennaio 2023 ha avuto luogo il terzo incontro territoriale del processo di partecipazione dal basso nella sede di Torino, con la presenza di circa 60 persone.

Dopo il saluto di benvenuto di don Alberto Goia – Delegato di Pastorale Giovanile, è intervenuto don Rafael Bejarano – Referente per le Opere Sociali nel Settore della Pastorale Giovanile, illustrando le linee del Congresso Internazionale delle Opere e dei Servizi Sociali Salesiani ed evidenziando l’importanza di avviare un cammino insieme.

Successivamente, il Presidente di Salesiani per il Sociale don Francesco Preite, sottolineando la forte attenzione al sociale emersa nello scenario attuale, ha presentato il processo di partecipazione dal basso per costruire insieme il documento programmatico di Salesiani per il Sociale 2023-2026 e ne ha richiamato i tre principali strumenti di animazione e partecipazione messi a disposizione: gli incontri territoriali, la piattaforma digitale e i tavoli nazionali per lanciare nuovi stimoli e idee.

Renato Cursi – Direttore Generale di Salesiani per il Sociale ha poi posto l’accento su tre parole cruciali: partecipazione, internazionalizzazione e cura, aggiungendo a queste la parola “grazie”.

Isabella Cordisco ha approfondito la spiegazione del processo di partecipazione dal basso dal punto di vista metodologico e contenutistico, ricordando che l’obiettivo ultimo di tutto il processo è quello di trasformare un libro soci in una rete di relazioni concrete: si tratta di motivarci con un’appartenenza sempre più viva e sentita a “organizzare la speranza”.

Vitandrea Marzano ha infine illustrato lo strumento della piattaforma di partecipazione digitale organizzarelasperanza.net, invitando tutti a proporre e condividere idee e contributi sulle cinque aree di sfida della missione salesiana.

In seguito, è stato dedicato spazio a un lavoro in gruppi, durante il quale i partecipanti all’incontro hanno dialogato e si sono confrontati sulle cinque aree di sfida. Il lavoro, presentato da Riccardo Mariani e condotto attraverso la metodologia del world café, ha visto la partecipazione attiva e il coinvolgimento vivo di tutti i presenti.

Al termine dei lavori, si è svolto un momento di restituzione in plenaria degli spunti emersi nei vari tavoli di lavoro, da cui è scaturita una coralità di interessanti sollecitazioni e idee da portare all’attenzione.

In particolare, tra le proposte avanzate si evidenziano:

  • Dedicare tempo e spazio ad approfondire l’identità sia dell’OLP sia del volontario del Servizio Civile
  • Supportare gli OLP nel riconoscere il proprio ruolo
  • Aiutare gli OLP nella capacità di ascolto dei ragazzi e di orientamento durante il servizio, sulla base delle abilità e risorse di ciascun giovane
  • Nella formazione degli OLP approfondire tematiche specifiche, anche pedagogiche, al fine di affrontare al meglio le sfide e disporre di strumenti adeguati
  • Rafforzare il ruolo della comunicazione sociale
  • Creare maggiori occasioni di scambio formativo tra le case salesiane
  • Promuovere, oltre alla formazione, anche una condivisione di tempo, esperienze ed eventi
  • Conoscere maggiormente le esperienze altrui per creare più comunicazione
  • Fare una mappatura dei territori per leggere le povertà e i bisogni
  • Aiutare le comunità ad essere comunità
  • Mettersi insieme alle istituzioni per essere comunità territoriali
  • Promuovere un maggior scambio e diffusione di esperienze realizzate
  • Utilizzare la piattaforma come strumento permanente per poter condividere esperienze, progetti, buone pratiche e servizi attivati
  • Interrogarsi su cosa stiamo facendo per i più poveri, ricordandosi questa priorità e rimettendo al centro momenti di ripensamento progettuale
  • Condividere buone prassi sull’accoglienza e sull’integrazione dei migranti, favorire qui una riflessione più globale e collaborare con le istituzioni promuovendo un dialogo continuo
  • Sul fronte dei giovani neet agire in un’ottica preventiva, promuovere una presa in carico integrale, aiutarli a sperimentare esperienze di vita comunitarie per riattivarli e creare un’alleanza con le famiglie

In conclusione, Don Francesco Preite ha consegnato un’ultima immagine attraverso le parole di Don Bosco:

“Una funicella da sola fa ben poco, tante funicelle insieme formano una fune grossa e robusta”

e ha ribadito che è fondamentale confrontarsi e mettersi insieme per continuare ad andare, insieme, verso un futuro da costruire.

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Organizzare la Speranza: incontro territoriale ad Ancona

Nella mattinata di mercoledì 7 dicembre 2022 si è tenuto il secondo incontro territoriale del processo di partecipazione dal basso nella sede di Ancona, con la presenza di quattro realtà delle Marche e dell’Abruzzo (Ancona, Monsano, Ortona e Macerata).

Ad introdurre l’incontro don Emanuele De Maria – Coordinatore del Comitato Salesiani per il Sociale Italia Centrale, il quale ha posto l’accento sul carisma salesiano e in particolare sull’attenzione ai giovani poveri.

In seguito, è intervenuto il Presidente di Salesiani per il Sociale don Francesco Preite, presentando il processo di partecipazione dal basso per costruire insieme il documento programmatico di animazione di Salesiani per il Sociale 2023-2026 e i diversi strumenti messi a disposizione per partecipare alla costruzione della vita associativa.

Ricordando poi che abbiamo tutti un obiettivo comune, don Francesco Preite ha sottolineato che è importante mettersi insieme e coordinarsi per dare a ciò che avviene a livello locale un respiro più ampio, affermando:

“Abbiamo ipotizzato un processo di ascolto attento e operativo che producesse proposte per dirci chi siamo e cosa facciamo e anche per raccogliere proposte per il documento programmatico che stiamo cercando di scrivere e costruire insieme. Abbiamo 3 attenzioni forti: spinta verso il sociale molto forte, lettera del Rettor Maggiore, riforma del terzo settore. Perché il processo dal basso? Un’associazione è tale se mette al centro la base. La base è importante per dare profondità e sogni alla nostra realtà di Salesiani per il Sociale. Il processo partecipativo è tale se è ampio. Vi sono diversi strumenti a disposizione: lo strumento della piattaforma offre la possibilità a tutti, anche a chi non poteva essere presente agli incontri, di intervenire ed esprimersi; poi ci sono i tavoli nazionali relativi alle nostre tematiche d’intervento. Vi sono quindi varie possibilità per partecipare alla costruzione della nostra vita associativa. Siamo come le matrioske: ci sono dei livelli che sono uno dentro l’altro come i livelli concentrici, siamo tutti della stessa famiglia con possibilità e cerchie diverse ma con lo stesso obiettivo. Insieme possiamo coordinarci per dare un respiro ampio a quello che si fa a livello locale”.

Isabella Cordisco ha ulteriormente arricchito la spiegazione del processo di progettazione dal basso e ha illustrato lo strumento della piattaforma, invitando tutti a partecipare con idee, proposte, azioni o richieste e rimarcando l’importanza di rafforzare la rete e di crescere come comunità.

È seguito un momento di confronto in forma laboratoriale tra i partecipanti all’incontro, guidato da Riccardo Mariani e finalizzato a stimolare una riflessione comune, articolare proposte sulle aree di sfida della missione salesiana, far emergere elementi di forza e di debolezza, ascoltare le narrazioni, i bisogni, le prassi e le esperienze delle realtà territoriali presenti e metterle in rete come stimolo per sviluppare nuove idee.

In particolare, tra le proposte emerse durante il prezioso momento di confronto si evidenziano:

  • promuovere momenti dedicati allo scambio di esperienze tra OLP e una formazione tesa a sviluppare una cultura del servizio civile, che possa sensibilizzare sulla visione culturale sottesa a tale esperienza, sui relativi valori e criteri di riferimento;
  • rafforzare l’alleanza tra le realtà salesiane;
  • realizzare un’esperienza di approfondimento rinnovato e di socializzazione sul sistema preventivo, quale elemento identitario centrale dei Salesiani;
  • potenziare le comunità di pratiche rendendo il tema trasversale;

A conclusione dell’incontro don Francesco Preite, nel ribadire l’importanza di unirsi per portare avanti una missione comune, ha ricordato le parole di Don Bosco:

“Una funicella da sola fa ben poco, tante funicelle insieme formano una fune grossa e robusta”.

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Organizzare la Speranza

Verso il welfare salesiano per i giovani poveri: iniziato il processo di programmazione dal basso di Salesiani per il Sociale

Tre giorni di ascolto, dibattito e laboratori: l’assemblea nazionale di Salesiani per il Sociale “Organizzare la speranza” si è conclusa domenica mattina con don Francesco Preite, presidente nazionale, che ne ha tirato le fila. “Il processo della programmazione dal basso inizia ora – ha detto don Francesco Preite -. Si tratta di un cammino che durerà fino alla prossima assemblea, in programma a giugno. In questo periodo, i comitati sono chiamati a elaborare quanto avviato in queste giornate”.

Sono stati tre giorni intensi, ricchi di spunti e contenuti: i relatori hanno approfondito i temi che in questo momento storico sono centrali per il sociale nel nostro Paese. 

Nel primo giorno, dopo la presentazione di don Francesco Preite e il saluto di don Roberto dal Molin, l’assemblea ha offerto una riflessione su “Scenario europeo ed italiano per i giovani e per i minori. Quali prospettive e quali rischi?” con Lucia Abbinante, Direttrice Generale dell’Agenzia Nazionale per i Giovani; don Marco Pagniello, Direttore Caritas Italiana; Maria Grazia Mazzola, inviata speciale del TG1 e referente della rete informale accoglienza afgana, coordinati da Micol Trillo, dell’Osservatorio salesiano per i diritti dei minori.
Molti i temi messi a fuoco in questo dibattito: l’importanza di avere un approccio olistico ai giovani, senza semplificazioni e tenendo conto di chi vive ai margini, favorendo un contatto tra i “giovani ottimisti” e quelli disillusi; questo però comporta che gli adulti sappiano fare spazio, contaminandosi con i più giovani. Rispetto alle sfide da affrontare con i giovani, è stata richiamata la complessità e il desiderio di accompagnamento dei nostri ragazzi, che hanno il diritto di scegliere consapevolmente strade e percorsi da intraprendere. Sottolineata anche l’esigenza di osservare i fenomeni in crescita e allarmanti di criminalità tra i più giovani: c’è un desiderio di visibilità che li porta a intraprendere percorsi di violenza.

I giorno

Nel secondo panel, Valentina Bellis, Vice-presidente Salesiani per il Sociale ha moderato gli ospiti sul tema: “I Salesiani per il sociale: il volto di don Bosco nella società con il Forum del Terzo settore. Come essere costruttori di reti inclusive e partecipate con e per i giovani?” con Marco Rossi Doria, Presidente Impresa sociale “Con i Bambini”, don Stefano Aspettati, Ispettore delegato EDG Conferenza Ispettori Salesiani Italia, Vanessa Pallucchi, Portavoce del Forum Terzo Settore e Vitandrea Marzano, Sociologo e dirigente del Gabinetto del Sindaco della Città di Bari per il welfare, politiche del lavoro e innovazione sociale.
In questo panel, il focus è stato quello della povertà educativa e delle soluzioni che possono essere messe in campo per permettere ai ragazzi di avere successo nella mattina: la necessità è quella di allestire in ogni quartiere in difficoltà un’alleanza stabile per mettere insieme la sostenibilità educativa per raggiungere tutti i bambini nella scuola e fuori e la sostenibilità sociale, ambientale. Dal punto di vista salesiano, l’obiettivo principale ai giovani, soprattutto i più poveri, è costitutivo: da evitare il rischio di separare chi lavora con i poveri a rischio e chi invece, lavora con i giovani apparentemente senza problemi. Le condizioni dei giovani sono cambiate, per questo serve ricentrare la corresponsabilità educativa che non appartiene solo alla scuola, ma anche ad altri soggetti. Per questo, il tema della partecipazione è centrale: c’è una nuova esigenza di partecipare, di coprogrammare e i Salesiani come agenzia educante può fare una parte importante nei tavoli in cui si decide del futuro.

II giorno

Nel terzo panel “Presentazione del processo di restituzione del Congresso internazionale sulle opere e servizi sociali salesiani e del processo di scrittura dal basso del documento programmatico”, Vitandrea Marzano ha fatto dialogare don Rafael Bejarano Rivera, Incaricato Opere sociali del Settore per la Pastorale Giovanile Salesiana – Sede Centrale, don Francesco Preite, Presidente Salesiani per il sociale e Coordinatore Nazionale EDG e Andrea Farina, Osservatorio salesiano per i diritti dei minori.
Va messa al centro la cultura: intesa come valore di innesto e trasformazione del sociale, come lente per leggere il presente e decodificare la realtà e immaginare il futuro. Il panel si è chiuso con la presentazione dell’itinerario del processo di scrittura e di programmazione.

Il quarto panel, che ha chiuso la parte di riflessioni, “Lo stato dell’arte dei Salesiani per il sociale. La voce dei territori ed il Bilancio sociale 2021”, moderato da Marta Rossi, Ufficio Comunicazione Salesiani per il sociale con don Domenico Luvarà, Coordinatore Comitato Sicilia, don Davide Perego, Incaricato EDG Ispettoria Italia Lombardo-Emiliana, don Emanuele De Maria, Coordinatore Comitato Italia Centrale, don Gianpaolo Roma, Coordinatore Comitato Italia Meridionale, don Vincenzo Salerno, Incaricato EDG Ispettoria Italia Nord est, don Stefano Mondin, Coordinatore Comitato Piemonte Valle d’Aosta e Micaela Valentino, Ufficio progetti Salesiani per il Sociale per la presentazione del Bilancio Sociale 2021.
Ai presidenti dei comitati è stato chiesto di descrivere con una parola la loro realtà e di condividere un sogno per il futuro: ricchezza, trasformazione, circolarità, accoglienza, salesianità e complessità è quanto uscito dal confronto, termini che fotografano la realtà sociale dell’Italia Salesiana e sono anche le prime parole scritte sul foglio bianco della programmazione. Micaela Valentino, infine, ha presentato alcuni punti fondamentali dell’azione di Salesiani per il Sociale raccolti nel Bilancio Sociale.

III giorno

Dal sabato pomeriggio poi, è iniziato il momento con Riccardo Mariani, esperto di politiche di welfare, di co-progettazione e co-programmazione che ha presentato il laboratorio di scrittura dal basso e avviato i lavori dei comitati che poi hanno condiviso quanto fatto.

“L’assemblea nazionale ha iniziato un processo di partecipazione dal basso e di confronto che continuerà con il Congresso internazionale delle opere e dei servizi sociali salesiani a Torino. È stata attivata la cabina di regia del processo che vede il coinvolgimento degli Incaricati dell’Emarginazione e Disagio Giovanile delle Ispettorie italiane e dell’Osservatorio salesiano dei diritti per i minori – conclude don Francesco Preite -. La seconda fase del processo prevede l’incontro sui vari territori italiani di quanti operano nel sociale salesiano (direttori, responsabili di associazioni, giovani, incaricati di Oratori, parroci, educatori…). Questo processo di partecipazione e di confronto sulle aeree di intervento dei Salesiani per il sociale: servizio civile, tutela ed educazione dei minori e giovani, accoglienza dei migranti, inserimento lavorativo dei giovani, promozione e formazione della rete associativa, si concluderà con la redazione del piano strategico di Salesiani per il sociale. Il piano strategico è il documento che ci guiderà nei prossimi anni e impegnerà salesiani e laici insieme a costruire il welfare salesiano con e per i giovani poveri”.

 

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