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Genova: formare i giovani, l’evento per i 150 anni dei salesiani

Dal sito Genova24.

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Genova. Lunedì 6 marzo 2023, dalle ore 9 alle 13, nella sala del Maggior Consiglio del Palazzo Ducale, si svolgerà il convegno nazionaleFormare i giovani per generare futuro: alleanze vincenti nel mondo del lavoro. I Salesiani da 150 anni a Genova“.

Obiettivo dell’evento è focalizzare il ruolo della formazione professionale, il valore delle competenze e la forza dell’impegno per garantire la centralità dei giovani nel mondo del lavoro. In tal senso, i rappresentanti delle istituzioni, dell’istruzione, della formazione professionale e delle aziende, si confronteranno sulle procedure e azioni più significative.

Lo scenario e i dati

In Italia l’accesso al mondo del lavoro risulta sempre più difficile e “casuale”. Lo dice l’ultimo rapporto presentato dall’Istituto nazionale per le analisi delle politiche pubbliche Inapp. Ben 11,7 milioni di italiani non si sono mai iscritti alla scuola secondaria superiore, quasi quattro milioni l’hanno abbandonata senza arrivare al diploma. Infatti, il 41% della popolazione tra 18 e 74 anni, ha solo la licenza di terza media (17,7 milioni di persone): dati molto bassi rispetto alla media europea. Nonostante l’Italia abbia registrato notevoli progressi sul fronte degli abbandoni scolastici, la quota di abbandoni precoci resta tra le più alte dell’Ue (13,1% di dispersione). Tale quota corrisponde – in termini assoluti – a circa 543 mila giovani. La dispersione scolastica è direttamente collegata anche col fenomeno dei Neet (Not in education, employment or training), cioè i giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non sono inseriti in un percorso di istruzione o di formazione.
Secondo l’Istat, una quota consistente di Neet è composta da giovani con non più di un titolo secondario inferiore, che è causa della loro minore occupabilità. L’accesso al mondo del lavoro per i giovani, risulta ancora troppo macchinoso e largamente informale.

Oggi per combattere l’abbandono scolastico è importante, secondo l’Istat, puntare all’ampliamento e/o alla differenziazione dell’offerta formativa in funzione della sua capacità di incontrare bisogni di formazione differenti. A questo riguardo, i percorsi triennali e quadriennali di Istruzione e formazione professionale (IeFP) mostrano da anni la loro capacità di inclusività e “antidispersione”. La IeFP riguarda la formazione iniziale dei giovani e si colloca di diritto nel sistema educativo nazionale di istruzione e formazione. Copre il 32,8% degli studenti iscritti ai percorsi offerti dall’Istruzione professionale statale. Il costo annuo pro-capite medio per allievo della IeFP è circa di 5.500 euro di molto inferiore al costo annuo per studente dell’istruzione professionale statale che è pari a 8.736 euro.

Il programma

Dopo l’apertura di don Sergio Pellini (Direttore dell’Opera Don Bosco di Genova Sampierdarena) e don Maurizio Lollobrigida (Delegato Cnos-Fap Liguria), i saluti di sua eccellenza Marco Tasca (Arcivescovo metropolita di Genova), Giovanni Toti (Presidente della Regione Liguria), Marco Bucci (Sindaco di Genova), Federico Delfino (Rettore dell’Università degli Studi di Genova). Relatori: suor Alessandra Smerilli (economista, docente universitario, Segretario del Dicastero vaticano per lo Sviluppo umano integrale), Luca Ricolfi (sociologo, docente di Analisi dei dati), Roberto Cingolani (fisico, Consigliere di Governo per l’Energia), Maria Teresa Bellucci (vice Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali), Paola Frassinetti (Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Istruzione e del Merito). Comunicazioni: Marco Scajola (Assessore Formazione professionale Regione Liguria), Augusto Sartori (Assessore al Lavoro e alle Politiche attive dell’Occupazione Regione Liguria), Simona Ferro (Assessore, Sport, Scuola, Università e Politiche giovanili Regione Liguria), Guido Torrielli (Presidente Associazioni Its Italia). Testimonianze di buone prassi: Mario Costantino (Presidente Europam spa), Ugo Salerno (Chairman and Ceo Rina), Enrico Castanini (Amministratore unico e Direttore generale Liguria Digitale), Andrea Giustini (presidente Ecoerdidania). Modera il convegno: Luca Ponzi, caporedattore Tgr Liguria.

Nel 1872 San Giovanni Bosco dava il via all’opera che oggi è il “Don Bosco” di Genova Sampierdarena – spiega don Sergio Pellini, direttore dell’Opera Don Bosco di Genova – Parlare di quest’opera è parlare della vita e della storia non solo di un quartiere ma di una città intera che si è dimostrata una scelta giusta, per la sua vocazione operaia e industriale. Infatti, da 150 anni il Don Bosco ha vissuto in simbiosi con Genova che, da sempre, ha visto con grande interesse e amore, lo sforzo dei Salesiani di garantire un clima positivo fatto di incoraggiamento di fiducia e di protagonismo giovanile. Un sistema educativo che sviluppa tutta la persona favorendo la crescita e la libertà, creando situazioni e ambienti positivi che stimolano e sostengono il giovane, dandogli il gusto del bene. A oggi decine di educatori, si mettono quotidianamente al servizio di circa 200 ragazzi della scuola elementare e media, 250 giovani della formazione professionale, 13 ragazzi della comunità educativa territoriale, circa 1.000 ragazzi e ragazze delle associazioni sportive e centinaia di giovani che frequentano il nostro oratorio. Sono giovani di circa 50 nazionalità diverse che, ogni giorno, nello studio, nel gioco e nel lavoro, dialogano e si incontrano in un crogiuolo di razze e culture, che arricchisce ed esalta il tessuto sociale del territorio della nostra Genova”.

Il CNOS-FAP (Centro nazionale opere salesiane – Formazione e aggiornamento professionale) – sottolinea don Maurizio Lollobrigida, delegato regionale del CNOS-FAP – ente organizzatore del convegno, eredita la visione di Don Bosco che nel 1852 sigla i primi contratti di apprendistato nella città di Torino. La Federazione nazionale è nata il 9 dicembre 1977 e coordina i Salesiani d’Italia impegnati a promuove in 18 regioni, un servizio di pubblico interesse nel campo dell’orientamento, della formazione e dell’aggiornamento professionale con lo stile educativo di Don Bosco. 63 Centri di formazione professionale (Cfp) presenti in 16 Regioni italiane. Circa 16 mila allievi nella IeFP. Oltre 1.500 corsi di formazione attivati. Circa 40 sportelli di Servizio al Lavoro. Circa 1.400 dipendenti a tempo indeterminato. Migliaia sono i giovani che frequentano i nostri percorsi formativi al termine dei quali, si inseriscono nelle imprese come persone qualificate dal punto di vista umano e professionale (camerieri, cuochi, elettricisti, meccatronici, informatici, operatori del turismo, parrucchiere-acconciatrici e tante altre specializzazioni lavorative). A un anno dalla qualifica il 92% degli allievi è in successo formativo (collocato nel mercato del lavoro). Ogni anno il nostro ente cura l’organizzazione di un evento nazionale, che mette a confronto le diverse agenzie coinvolte nei processi di crescita e formazione dei giovani che si avviano al mercato del lavoro”.

Si segnalano, inoltre, gli articoli dedicati all’evento a cura di La Voce di Genova e La Repubblica – Genova.

 

Padova: convegno in celebrazione del centenario di san Francesco di Sales patrono dei giornalisti

Si pubblicano due articoli apparsi su Avvenire dedicati al convegno “Tutto appartiene all’amore”, organizzato da Ucsi (Unione cattolica stampa italiana) e Isre (Istituto internazionale salesiano di ricerca educativa), in celebrazione del centenario della proclamazione di san Francesco di Sales a patrono dei giornalisti e degli scrittori, tenutosi sabato 28 gennaio 2023 a Padova.

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Buone notizie. Giornalisti al servizio della verità. «Liberi, coraggiosi e creativi»

 

«Non sarà un algoritmo a indicarci ciò che è bene. L’algoritmo ti mostra esattamente ciò che vuoi vedere e ti nasconde ciò che non vuoi vedere. Il giornalismo buono mostra ciò che è bene si sappia».

Così Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, sintetizzava ieri in Sant’Antonio di Padova il senso più attuale di un giornalismo che sia memore della sua stessa identità.

Il convegno “Tutto appartiene all’amore”, organizzato da Ucsi (Unione cattolica stampa italiana) e Isre (Istituto internazionale salesiano di ricerca educativa), celebrava i 400 anni dalla morte di san Francesco di Sales e i 100 anni dalla sua proclamazione a patrono dei giornalisti, dando la parola a operatori della comunicazione venuti da tutta Italia nella città in cui il santo di Sales si laureò.

Ad aprire i lavori è stato il vescovo di Padova, Claudio Cipolla, che proprio a partire dalla lettera apostolica di papa FrancescoTotum amoris est” ha avviato il dibattito:

«La domanda vera è: dove si trova il maggior amore? L’arcivescovo Zuppi su Avvenire ha scritto che di fronte alle pandemie delle tante guerre nel mondo c’è bisogno di un “Pnrr dell’informazione”, dove il Piano nazionale di ripresa e resilienza della politica diventa invece un “piano nazionale di rispetto e responsabilità”.

Lo ha sottolineato anche il segretario di Stato della Santa Sede, Pietro Parolin, nel suo messaggio:

“Questa celebrazione susciti un rilancio dell’autentica missione al servizio della verità, e propositi di testimonianza ispirata ai perenni valori cristiani».

Oggi più di ieri al giornalismo è richiesta una marcia in più, ha spiegato Paolo Ruffini, secondo lo stile che fu di san Francesco di Sales:

«Dobbiamo saper discernere oltre l’apparenza e il chiacchiericcio, come ci chiede il Papa. Per farlo occorre saper essere liberi, ma la libertà richiede coraggio e creatività». In un tempo dominato dalla solitudine e dalla guerra, il comunicatore ha il compito di costruire un “giornalismo di pace” a partire da se stesso, affermando una comunicazione non ostile, «tutto questo è possibile – ha assicurato Ruffini – senza vanagloria, sapendo che siamo solo strumenti in questa Babele. Allora troveremo un nuovo umanesimo». Sta citando Carlo Maria Martini, «Babele è il luogo degli appuntamenti mancati, quando la confusione dei messaggi determina un pessimismo sociale sistematico, quando una società è raffigurata solo nelle sue mancanze…».

L’esempio viene da lontano, quando nel 1966 Paolo VI proprio nel celebrare san Francesco di Sales spiegò ai giornalisti dell’Ucsi il perché della sua proposta di arbitrato dell’Onu per la pace in Vietnam:

«Abbiamo parlato con il cuore di chi non ha da conseguire alcun vantaggio proprio – ha letto Ruffini dalle parole di papa Montini –, di chi non attende tanto l’esito dei suoi passi, quanto la testimonianza della propria coscienza».

Erano gli “audaci tentativi” di quella pedagogia della pace che oggi chiama a raccolta i media.

«Ma per fare questo è necessario documentarsi – ha ammonito padre Giulio Albanesegiornalista missionario comboniano –. Le semplificazioni di un giornalismo manicheo, che senza studiare le fonti e le vere cause divide buoni e cattivi, cowboy e indiani, sono la cosa più pericolosa. Per comprendere la complessità degli eventi bisogna raccogliere informazioni, capire, saper leggere i segni del tempo come faceva san Francesco di Sales.»

Ad esempio parlare di Africa come di “un Paese”, quando è un continente di 54 nazioni diversissime, è disinformare. Peggio:

“L’Africa è povera”, si scrive in automatico, «invece galleggia sul petrolio, se potesse godere delle sue ricchezze anziché esserne derubata sarebbe il Canton Ticino, queste cose vanno raccontate o no?».

E ancora:

«È giusto piangere quando muoiono i bambini. Non quando muoiono i bambini cristiani». E nel mondo «il 1% della popolazione detiene le ricchezze del 99%. Lo si scrive?». I bravi colleghi lo fanno, conclude, «ma una cosa è certa, il giornalismo è terra di missione».

Lo hanno testimoniato con le loro esperienze personali gli inviati dei vari media, da Avvenire a Fabio Bolzetta di Tv2000, dalla vaticanista di Rai3 Vania De Luca ai giovani reporter di Cube Radio, emittente dell’Istituto universitario salesiano di Venezia (Iusve), coordinati nel dibattito da Vincenzo Varagona (presidente nazionale Ucsi), Mimmo Vita (presidente Ucsi Veneto) e Michela Possamai (presidente Isre), con il commento storico affidato ai docenti dell’università di Padova Vittorio Berti (Storia del cristianesimo) ed Enzo Pace (Sociologia delle religioni).

Presenti nel folto pubblico anche numerose persone sorde, delle quali san Francesco di Sales è protettore. Un assist raccolto da Ruffini: chi sono i veri sordi del nostro tempo, se non i giornalisti che non sentono con il cuore?

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Un video da Francesco di Sales al giornalismo digitale di oggi

 

Si può ben dire che, più di quanto accada ogni anno in vista della sua memoria liturgica (24 gennaio), l’ultimo mese sia stato il mese di san Francesco di Sales, vescovo di Annecy, dottore della Chiesa e patrono dei giornalisti. Il 28 dicembre 2022, nel quarto centenario della morte, è stata infatti pubblicata la lettera apostolica di papa Francesco Totum amoris est, mentre ieri a Padova si è tenuto il convegno nazionale a lui dedicato, organizzato dall’Unione cattolica della stampa italiana (Ucsi) e dall’Istituto superiore internazionale salesiano di ricerca educativa (Isre).

In mezzo, le tradizionali “feste del patrono” nelle Ucsi regionali e i numerosi contributi postati in Rete intorno alla sua figura. Proprio nel corso del convegno di Padova, convocato nel centenario della proclamazione, a opera di Pio XI, del suo patronato mediatico, i giovani reporter di Cube Radio, l’emittente accademica dell’Istituto universitario salesiano universitario di Venezia (Iusve), hanno celebrato il vescovo di Annecy con un video di 5 minuti che ne proietta il profilo decisamente nel futuro.

Il filmato sosta a Valdocco, dove il Museo Casa Don Bosco ha allestito la mostra “Francesco di Sales 400”, il tempo d’accarezzare con lo sguardo gli originali degli scritti di cui – scrive papa Francesco – con «intuizione “giornalistica”» disseminò le case della comunità ginevrina.

Poi vola a Padova, dove egli studiò giurisprudenza e maturò la sua vocazione. Da qui in poi, con un vertiginoso salto temporale e culturale, gli autori del video e i loro docenti mettono a fuoco gli aspetti del giornalismo contemporaneo che rimandano, esplicitamente o implicitamente, alla lezione del patrono.

Se i social network ci permettono di superare le barriere ed entrare nelle case (Giulia Didonè, studentessa), le applicazioni di intelligenza artificiale che generano testi e compongono notizie ci chiedono di sviluppare una nuova dimensione etica, per governare la loro intrusione digitale (Ludovico Pravato, reporter). E il mobile journalist (che usa esclusivamente lo smartphone)? È un giornalista che, distinguendosi dagli altri per il suo storytelling, può sperimentare e osare di più (Teodora Antonia Benghiac, studentessa): purché la sua rapidità di lavoro non abbassi la qualità dell’informazione.

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Italia – Convegno Internazionale su “San Francesco di Sales tra posterità, spiritualità e pedagogia”

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Da domani, venerdì 18 novembre, fino a domenica 20, si svolgerà all’Università Pontificia Salesiana (UPS) di Roma l’atteso congresso “San Francesco di Sales tra posterità, spiritualità e pedagogia”, quale omaggio e occasione di riflessione sul patrono della Congregazione Salesiana, in occasione 400 anni dalla sua morte.

A quattrocento anni dalla sua scomparsa, avvenuta a Lione il 28 dicembre 1622, il convegno intende offrire un contributo allo studio della vita, delle opere, dell’influsso, del pensiero e della spiritualità del Santo vescovo di Ginevra, che con i suoi scritti e le sue iniziative rivoluzionò la teologia, in particolare la spiritualità cristiana, e che venne pertanto proclamato “Dottore della Chiesa” da Papa Pio IX.

L’incontro prevede sette sessioni che svilupperanno due macro-aree: nella prima parte vengono affrontate alcune congregazioni, istituti e società religiose che hanno Francesco di Sales come patrono e fonte di ispirazione; nella seconda parte del congresso vengono discussi un’ampia varietà di temi che hanno la loro origine nella spiritualità, nella vita e negli scritti di San Francesco di Sales.

Nei tre giorni interverranno diversi specialisti: sulla pedagogia, don Michal Vojtáš, SDB, Vicerettore dell’UPS (Italia); sul rapporto tra San Francesco di Sales e Santa Giovanna Francesca Frémiot de Chantal, Wendy Wright (USA); sulla chiamata alla santità, don Eugenio Alburquerque, SDB (Spagna); sulla comunicazione, Vincenzo Marinelli (Italia); sulla relazione tra contemplazione e azione, don Giuseppe Roggia, SDB (Italia); sul suo influsso Thierry Le Goaziou, con riferimenti agli studi di don Xavier Thévenot, SDB (Francia); sulle relazioni con i protestanti, Emile Amoungou Amoungou (Italia); sull’amicizia don Miran Sajovic, SDB (Italia); sulla sua ecclesiologia, don Aimable Musoni, SDB (Italia).

Come ha annunciato in questi giorni don Wim Collin, SDB, Coordinatore del convegno, per celebrare ancora più intensamente San Francesco di Sales, oltre al congresso l’UPS ha allestito una mostra a lui dedicata nell’atrio dell’ateneo. Dodici manifesti rappresentano dodici congregazioni ispirate alla spiritualità del vescovo di Ginevra. Dodici opere d’arte raffigurano San Francesco di Sales, vecchio e nuovo insieme. E libri antichi e opere d’arte, tutti in esposizione.

Il convegno verrà realizzato in modalità mista, in presenza e con possibilità di partecipare da remoto. Analogamente, anche la mostra è visitabile online.

Per assistere alle dirette, conoscere i relatori e la presentazione dei loro interventi, così come per tutte le altre informazioni dettagliate, visitare il sito: https://francescodisales.unisal.it

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Convegno Internazionale su San Francesco di Sales all’UPS: online il sito web

In occasione del 400° anniversario della morte di Francesco di Sales, l’Università Pontificia Salesiana (UPS) organizza un convegno internazionale per celebrare la sua eredità dal 18 al 20 novembre 2022 a Roma. Per l’occasione, è online il sito web con tutte le informazioni dedicate: francescodisales.unisal.it

Di seguito la notizia pubblicata dall’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS.

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In occasione del 400° anniversario della morte di Francesco di Sales, l’Università Pontificia Salesiana (UPS) organizza un convegno internazionale per celebrare la sua eredità. San Francesco di Sales ha influenzato la storia della spiritualità e della vita religiosa non solo attraverso gli scritti, ma anche attraverso il proprio modo di vivere, e non solo durante la sua vita, ma fino ad oggi. È questa la ragione per cui conviene studiare la sua eredità a vantaggio della Chiesa e della vita spirituale odierna.

Il convegno è organizzato dall’Istituto di Teologia Spirituale della Facoltà di Teologia dell’Università Pontificia Salesiana. Il comitato scientifico, coordinato dal professor Wim Collin, SDB, ha presentato oggi il sito ufficiale del convegno. Le informazioni sul convegno sono disponibili sul sito web, come l’orario, i relatori con i diversi interventi che faranno e le congregazioni e gli istituti che parteciperanno al congresso, la possibilità di iscriversi e così via.

Il convegno, che si terrà a Roma presso l’Università Pontificia Salesiana dal 18 al 20 novembre 2022, si compone di due parti: nella prima parte vengono affrontate alcune congregazioni, istituti e società religiose che hanno Francesco di Sales come patrono e fonte di ispirazione; nella seconda parte del congresso vengono discussi un’ampia varietà di temi che hanno la loro origine nella spiritualità, nella vita e negli scritti di San Francesco di Sales.

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Il convegno “Giovani e lavoro: futuro negato? La Formazione Professionale risponde”

Il 1° aprile, a Perugia, la Sede Nazionale CNOS-FAP e CNOS-FAP Umbria, con il patrocinio della Regione, hanno organizzato il convegno “Giovani e Lavoro: il futuro negato? La Formazione Professionale risponde“, dedicato alla Formazione Professionale in Umbria.

L’evento ha visto la partecipazione di S.E. Cardinale Gualtiero Bassetti e di molte figure istituzionali di prestigio tra i quali: l’Assessore Michele Fioroni, l’Assessore Luca Merli e la Presidente della Regione Umbria Donatella Tesei che, non potendo presenziare, è intervenuta con un video.

Il convegno è entrato nel vivo con il Dossier di Eugenio Gotti, esperto di Politiche del Lavoro e Formazione, “La Formazione Professionale tra livello nazionale e regionale: situazione e scenari“, cui segue “Il curricolo fondativo dell’educazione al lavoro” presentato da Arduino Salatin, esperto di processi formativi.

L’evento si è articolato, poi, con una serie di contributi rappresentanti le Voci del Territorio: Roberto Palazzetti Presidente Consorzio S.U.L.-Scuole Umbre per il Lavoro; Vincenzo Briziarelli  Presidente di Confindustria Umbria, Vasco Gargaglia Direttore Generale Confcommercio Umbria; Mauro Franceschini Presidente Confartigianato Umbria, Roberto Giannangeli Direttore CNA Umbria; e tra gli ex allievi salesiani divenuti imprenditori Paolo Galletti.

Alimentano il dibattito Dario Eugenio Nicoli, esperto di processi formativi e Giulio Maria Salerno, professore dell’Università di Macerata.

Hanno concluso il Convegno il Direttore Generale della Federazione CNOS-FAP don Fabrizio Bonalume e il Presidente don Igino Biffi.

I ragazzi del Settore Ristorazione del CFP di Perugia si sono prodigati nel fornire un eccellente e molto gradito servizio buffet.

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Domani a Perugia convegno del CNOS-FAP: “Giovani e lavoro: futuro negato? La Formazione Professionale risponde”

Pubblichiamo il comunicato stampa della Federazione Nazionale CNOS-FAP sul convegno “Giovani e lavoro: futuro negato? La Formazione Professionale risponde” che si svolgerà domani venerdì 1° aprile, alle ore 10, nella sala dei Notari di Palazzo dei Priori a Perugia.

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Il CNOS-FAP, l’ente della Formazione Professionale dei Salesiani in Italia, è operativo in Umbria da oltre 40 anni, inserito nel contesto della presenza salesiana che vanta cento anni di storia.

Durante il convegno “Giovani e lavoro: futuro negato? La Formazione Professionale risponde” si analizzeranno i dati della Formazione Professionale e del successo formativo, partendo dalla situazione regionale. L’Umbria è in controtendenza rispetto ai dati italiani sul numero degli iscritti nel sistema IeFP: rispetto ai 38.038 studenti delle scuole secondarie di secondo grado in Umbria nell’a.s. 2019/2020, gli allievi presso le istituzioni formative rappresentano il 2,13%, a fronte di quote sopra il 10% nelle Regioni del Nord. Dall’altra parte, le aziende del territorio assumono personale proveniente dalla Formazione Professionale (sul totale di assunzioni previste di 51.620 unità, ben 22.040 si riferiscono a qualificati e diplomati IeFP). “Nei prossimi anni ci saranno le condizioni per un possibile rilancio del sistema formativo umbro, a partire dalla IeFP, ma anche relativo alla formazione di aggiornamento e riqualificazione nell’ambito delle Politiche Attive del Lavoro, così come per la formazione continua. Gli investimenti straordinari del PNRR e l’avvio della nuova programmazione comunitaria 2021-2027 sono occasioni imperdibili per rafforzare l’offerta formativa verso i giovani, i disoccupati, i lavoratori occupati e contestualmente per rafforzare l’infrastruttura delle istituzioni formative” (E. Gotti).

A partire dall’esperienza di Don Bosco, con i primi laboratori di Valdocco e con il primo contratto di apprendistato del 1852, la Formazione Professionale salesiana si sente particolarmente coinvolta in una sfida che va oltre il semplice dato economico ma che riguarda l’impresa della costituzione di una comunità che tenga insieme il tessuto imprenditoriale e lavorativo di un territorio con i talenti e i sogni dei giovani che quella terra abitano. Da un lato, abilitando i propri allievi a trasformare i desideri in specifiche competenze professionali, dall’altro chiedendo costantemente alle aziende partner di essere loro stesse protagoniste dell’educazione e della trasmissione dei valori legati alla dignità del lavoro, ci facciamo promotori di una più ampia responsabilità che coinvolga i soggetti della società civile, della politica e dell’imprenditoria perché questa sfida sia la priorità di tutti in una precisa agenda di sviluppo“, dichiara don Fabrizio Bonalume, Direttore Generale della Federazione Nazionale CNOS-FAP.

Il programma:

Saluti istituzionali e interventi
Sindaco di Perugia Andrea ROMIZI
Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve S.E. Card. Gualtiero BASSETTI
Assessorato all’Istruzione e al Diritto allo Studio
Assessore allo Sviluppo economico, innovazione, digitale e semplificazione Michele Fioroni
Direttore dell’Istituto Salesiano Don Bosco d. Giovanni MOLINARI

Moderatore: Filippo PERGOLA, psicanalista e docente universitario

Scenari
La Formazione Professionale tra livello nazionale e regionale: situazione e prospettive
Eugenio GOTTI, esperto di Politiche del Lavoro e Formazione
Il curricolo fondativo dell’educazione al lavoro
Arduino SALATIN, esperto di processi formativi

Voci del territorio
Gli Enti di FP
dott. Roberto PALAZZETTI, Presidente SUL (Consorzio delle Scuole Umbre per il Lavoro)
Il mondo del lavoro
Vincenzo BRIZIARELLI, Presidente Confindustria Umbria,
Vasco GARGAGLIA, DG Confcommercio Umbria
Roberto GIANNANGELI Direttore regionale CNA Umbria

Gli ex-allievi
Paolo TIACCI, Tiemme Stampi S.n.c. di Mariuccini e Tiacci
Paolo GALLETTI, OMG Officine Meccaniche Galletti Srl

ARPAL Umbria
Paola NICASTRO Direttore Agenzia Regionale per le Politiche Attive del Lavoro

Contributi
Dario NICOLI, esperto di processi formativi
Giulio M. SALERNO, Università di Macerata

Conclusioni
d. Fabrizio BONALUME Direttore Generale della Federazione CNOS-FAP

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Italia – Convegno Internazionale su Don Paolo Albera

Dal sito dell’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – In occasione dell’anno che il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, ha dedicato a Don Paolo Albera – II Successore di Don Bosco alla guida della Congregazione – nel primo centenario della sua morte (Torino-Valdocco, 29 ottobre 1921), l’Istituto Storico Salesiano (ISS) e l’Università Pontifica Salesiana (UPS) organizzano un convegno internazionale dedicato a riscoprirne e approfondirne la figura e l’eredità. L’appuntamento è previsto per i giorni di sabato 30 e domenica 31 ottobre 2021, presso la sede UPS e con diretta streaming e traduzione in inglese.

I lavori si apriranno nel primo pomeriggio di sabato 30 (ore 14:00 – UTC+2) con i saluti del Vicario del Rettor Maggiore, don Stefano Martoglio, a cui farà seguito l’introduzione del coordinatore, don Francesco Motto, membro dell’ISS.

Successivamente don Thomas Anchukandam, Direttore dell’ISS; don Stanislav Zimniak; il già citato don Motto; suor Grazia Loparco, delle Figlie di Maria Ausiliatrice, docente alla Facoltà “Auxilium”; e il sig. Ariel Fresia – tutti membri dell’ISS – illustreranno attraverso i loro interventi diverse sfaccettature della vita e dell’operato di Don Albera: analizzeranno i contesti in cui visse, il suo impegno di trasmissione del carisma, lo sviluppo della Congregazione durante il suo rettorato, il rapporto con le FMA, la crescita delle missioni in America…

Dopo un approfondimento su Don Paolo Albera nel difficile contesto della Prima Guerra Mondiale, la prima giornata si concluderà con un dibattito assembleare e il saluto conclusivo di don Ivo Coelho, Consigliere Generale per la Formazione.

Nel secondo giorno di lavori, che si aprirà anch’esso alle ore 14 (UTC+1, con il ritorno all’ora solare), nuovi autorevoli studiosi approfondiranno altri aspetti rilevanti inerenti questo personaggio fondamentale della storia della Congregazione e della Famiglia Salesiana: don Joe Boenzi, docente alla Dominican School of Philosophy & Theology di Berkeley (Stati Uniti), parlerà di Don Albera come formatore e Direttore Spirituale; don Aldo Giraudo, docente dell’UPS, del suo Manuale del Direttore; suor Eliane Petri, FMA, dell’Auxilium, del contributo formativo offerto all’Istituto FMA; don J. Pudumai Doss, docente alla “St. Paul’s University” di Ottawa (Canada), di Don Albera e del Primo Codice di Diritto Canonico; il signor Giovenale Dotta, CSI, dell’Archivio Centrale Giuseppino di Roma, dell’immagine di Don Albera sul Bollettino Salesiano; il sig. Paolo Vaschetto, SDB, dell’UPS, degli scatti fotografici inerenti il II Successore di Don Bosco; don Petr Zelinka, dell’Archivio Salesiano Centrale, tratterà, infine, delle fonti di e su Don Albera.

Dopo il consueto dibattito, le conclusioni saranno affidate allo storico Andrea Riccardi, professore emerito dell’Università “Roma Tre”, con i saluti finali di don Andrea Bozzolo, Rettore Magnifico dell’UPS.

Per ulteriori informazioni, monitorare i siti: www.unisal.it e http://iss.sdb.org

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“A che può servire questa stoffa?” – conclusione del seminario e materiale disponibile

Si è concluso il 21 febbraio il convegno di formazione: “A che può servire questa stoffa?” che ha 120 partecipanti tra catechisti, animatori, coordinatori pastorali, insegnanti di Religione ed Etica, direttori di CFP, membri delle équipe di PG che hanno a cuore nei Centri di Formazione Professionale salesiani la dimensione educativo-pastorale, condividendo, in una strategia di comunione, lo spirito e la missione di don Bosco. È possibile scaricare il materiale e guardare i video delle conferenze andando nella pagina dedicata:

Materiale utile

Sono disponibili anche tutte le pagine dedicate ai centri di tutta Italia con una videocartolina di presentazione:

Guarda qua

Il Convegno per la Formazione Professionale 2020 – Terzo giorno: La creatività con ago, filo e…

“A che può servire questa stoffa?
Formazione Professionale, Pastorale ed Educazionale”

Pratiche – La creatività con ago, filo e…

Giornata conclusiva del Seminario sulla Formazione Professionale "A che può servire questa stoffa?"

Giornata conclusiva del Seminario sulla Formazione Professionale "A che può servire questa stoffa?"

Publiée par Salesiani Don Bosco Italia sur Jeudi 20 février 2020

Dopo la preghiera della mattina, il direttore del centro di Arese, Mauro Colombo, ha presentato la realtà del centro professionale, che ha 780 allievi divisi in sette settori. Il centro di Arese ha due tipi di organizzazione: quella diffusa, con catechisti e consiglieri, che comprende uno sportello di assistenza al lavoro, una segreteria e una amministrazione con quattro persone. E poi l’organizzazione apparecchiata, con riunioni, tavoli: si inizia con il tavolo di governo, il consiglio della CEP, quello allargato della CEP. “A queste persone io voglio bene e mi sento voluto bene, c’è affetto: siamo in tanti, ma viviamo una relazione in cui c’è affetto, c’è un rapporto personale. Questo è un privilegio enorme, una grazia con la maiuscola”, ha detto. Poi passato a indicare gli obiettivi: “Portare ogni ragazzo dove può arrivare, non un metro di meno e questo vuol dire seguire ognuno dei 780 ragazzi personalmente. Non è semplice, non sempre si riesce ma dobbiamo provarci sempre”.

La mattinata è proseguita con la presentazione delle Buone pratiche messe in atto da diversi territori e condivise nei tavoli di lavoro:

  • Il Buongiorno: Alessandro Cappelletto, San Donà
  • Il laboratorio: Sergio Bessone, Rebaudengo  
  • I gruppi formativi e missionari: Fabio Fantauzzi, Valdocco  
  • Il cortile (ricreazione e assistenza):  Claudio Baretta, Arese
  • L’accompagnamento delle famiglie: Sergio Barberio, Forlì
  • Percorsi sull’affettività: Paola Pepino, Fossano   
  • L’Equipe educativo-pastorale: Daniele Zanutto, San Donà
  • Ritiri e campi formativi – EESS: Gioacchino Passafari, Roma-Gerini
  • Accompagnare all’inserimento lavorativo: Angela Castelli, Milano
  • La vita spirituale, Eucaristia – confessione : don Bartolomeo Pirra, Fossano 
  • Disciplina e Provvedimenti: Alberto Grillai, Mestre
  • La sintesi delle materieEleonora Pesce, Mestre

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Il Convegno per la Formazione Professionale 2020 – Secondo giorno: La qualità della stoffa

“A che può servire questa stoffa?
Formazione Professionale, Pastorale ed Educazionale”

Antropologia – La qualità della stoffa

Seminario Formazione Professionale II giorno

Dal Colle don Bosco | Seminario Formazione Professionale II giorno

Publiée par Salesiani Don Bosco Italia sur Mercredi 19 février 2020

Don Vincenzo Salerno ha presentato l’intervento “L’orizzonte antropologico cristiano che intendiamo proporre nel contesto delle sfide della modernità”.
“Educativamente una grande domanda è: qual è la vita degna di essere vissuta? In questa domanda posso intercettare tutti, a chi non interessa una domanda così?”. E poi prosegue: “A furia di pulire qualcosa non è rimasto nulla nel cuore delle persone: a Messa non posso andare e non fa nulla, posso pregare da solo, c’è la Liturgia della Parola anche se non c’è il prete, non mi confesso perché parlo con lui.
La domanda sulla vita degna di essere vissuta intercetta tutti, serve iniziare un dialogo con le persone: Don Bosco ha iniziato così, con un dialogo semplice. Con Domenico Savio ha iniziato facendogli leggere una pagina, quando lui la sa già, dice: c’è stoffa. Non: c’è stoffa per farsi prete; c’è stoffa.
Il Papa ci sta insegnando a chiedere scusa dopo essersi arrabbiati, lì c’è spazio per dire cosa mi muove.
Chi fa un po’ di direzione spirituale e mi auguro che lo facciate tutti, non è appannaggio dei preti, è uno spazio che mi viene aperto per il dialogo.
Il dialogo confidente è parlare e chiedere spiegazioni, informarsi. Non c’è una conoscenza del ragazzo in terza persona, c’è solo il dialogo: ne abbiamo un po’ paura. Avete mai chiesto a un collega: perché insegni matematica? Cosa ti appassiona? Insieme facciamo l’atto educativo ma ci conosciamo poco. E chiedo: il dialogo è una capacità, una competenza o una virtù?”.

Il Prof. Dario Nicoli è intervenuto sul tema: “Introdurre i giovani al mondo del lavoro”
“A cosa servono i giovani? essi apportano calore e futuro alla società, che senza di loro muore di freddo e manca di futuro, non ha lo sguardo in avanti, si limita a conservare quello che ha.
La civiltà è un corpo vivente, con un carattere fondamentalmente generativo: mettendo i giovani in stand by, la civiltà di fatto smette di vivere. Inserire i giovani al lavoro al contrario significa permettere loro di aggiungere la loro novità alla nostra società. “Lavoro” infatti non è solo produrre beni e servizi, ma procedere nel cammino della civiltà, il portare avanti la promessa/missione che ogni civiltà ha, la manifestazione peculiare dell’amore per la vita.
Migliorare il mondo, mettendo ordine alle cose e procedendo nell’avventura della civiltà, non è l’ultima operazione di saggezza. Nel disordine e nell’incompletezza del reale, nel riposo e nella festa, è nascosto un segreto della realtà e della nostra corretta disposizione nel mondo”.

Don Ettore Guerra ha affrontato il tema “L’ABC del profilo in uscita per la Formazione Professionale e l’educazione all’esercizio della Libertà”
“Interrogato dai farisei: «Quando verrà il regno di Dio?», rispose :«Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!». (Mt 17, 20-21)
Inizierei da qui. Posso dire solo di ciò che so, che ho vissuto e che vivo da cui sono stato istruito, dove sono stato e sono condotto. In questi anni ho potuto veramente sperimentare quanto il mondo della Formazione Professionale manifesti e realizzi il regno di Dio in mezzo a voi. Un luogo di Dio dove si realizza il dover essere di ciò che è, di ciò che è proprio del Regno.
I nostri giovani sono bene identificati: I giovani degli ambienti popolari che si avviano al lavoro e i giovani lavoratori. A noi è affidata una vocazione: renderli idonei e ad aiutarli a prendere coscienza del loro ruolo. Se le parole hanno un peso e se i testi costituzionali non sono stilati così a caso devo dire che il compito che ci viene affidato è molto specifico. Il compito salesiano che oggi ci è affidato è quello di accompagnare la libertà dei nostri giovani mantenendola nella verità. Ci viene affidato un compito di formatori (renderli idonei) che accompagnano a corrispondere ad una Vocazione (prendere coscienza del loro ruolo). Stare nella vita con una specifica vocazione. Tutto ciò per noi passa dentro i nostri cammini formativi fatti di proposte di fede, di amorevolezza, di ragionevolezza, nell’orizzonte concreto della professionalità, della vita e della cultura del mondo del lavoro. Aiutare i nostri giovani ad essere capaci di libertà, noi diremmo acquisire le competenze della libertà”.

La mattinata è proseguita con lo spostamento presso Chieri per la visita guidata a partire dalla chiesa di San Domenico, a cura di don Eligio Caprioglio.

Ritornati al Colle Don Bosco per il pranzo, presso il ristoro Mamma Margherita, il convegno è poi ripreso alle ore 16.00, con una breve presentazione a cura di don Moreno Filipetto dei video cartolina realizzati per i Centri di Formazione Professionale di tutta Italia.

Successivamente, don Enrico Peretti, Direttore Generale CNOS-FAP, ha presentato la relazione di Mario Becciu, “Stili di vita e benessere nei giovani dei Centri di Formazione Professionale: un’indagine esplorativa”, assente dal convegno per motivi di salute. Il lavoro presentato concerne un’indagine esplorativa volta a monitorare gli stili di vita degli adolescenti che frequentano il primo anno dei Centri di Formazione Professionale (CNOS-FAP) al fine di valutare la presenza o meno di corrette abitudini salutari o di comportamenti di rischio. Il campione che ha preso parte alla ricerca (N=1831), a prevalenza maschile (82,3%), ha un’età media pari a 14,4 (DS=0,87) ed appartiene a 32 centri distribuiti nel territorio nazionale.

Da quanto rilevato, si evince che le aree che presentano maggiore problematicità riguardano le abitudini alimentari e l’atteggiamento nei confronti del proprio sé fisico, il comportamento sessuale, il fumo, la guida (in particolare per quanto riguarda la mancanza di utilizzo del casco e delle cinture di sicurezza). Inoltre, i ragazzi avvertono il bisogno di ricevere supporto per le difficoltà inerenti la scuola, la famiglia e i problemi affettivo-sentimentali. I bisogni educativi emergenti nel campione esaminato afferiscono dunque alle aree dell’educazione all’affettività e alla sessualità e dell’educazione alla salute.

In sintesi, i bisogni educativi emergenti nel campione esaminato afferiscono a due grandi aree, per altro centrali per il superamento dei compiti di sviluppo in adolescenza: l’area dell’educazione all’affettività e alla sessualità e l’area dell’educazione alla salute. Per quanto concerne, invece, la percezione di problematicità da parte dei ragazzi, si evidenziano difficoltà connesse alla famiglia e alla scuola, il che implica la necessità di azioni formative che coinvolgano non solo i ragazzi, ma anche gli adulti significativi.

Credo che i dati che sono qui presenti e che sono stati raccolti in maniera molto chiara possono aiutarci ad impostare molta parte dei nostri cammini educativi
(don Enrico Peretti)

Si è poi entrati nel cuore della terza area di riflessione – l’Organizzazione come “Arte della Sartoria” – a partire dalla presentazione di don Michal Vojtas “L’importanza di una CEP che redige un PEPS e lo attua con una Programmazione”.

Per approfondire tale tematica, è stata presentata la testimonianza di tre realtà: da parte del Centro di Formazione Professionale di Valdocco, a cura del direttore Marco Gallo e del catechista Fabio Fantauzzi, da parte del CFP di Mestre a cura del direttore Alberto Grillai,  da parte del nuovo CFP di Napoli a cura di don Domenico Sandivasci del professor Pasquale Calemme, i quali hanno mostrato come è organizzato il proprio centro dal punto di vista della progettazione educativa, condividendo alcune esperienze in merito.

L’ultima parte del convegno di questa giornata ha poi visto la suddivisione tra le varie ispettorie, le quali hanno potuto così condividere e riflettere sui punti trattati nel pomeriggio.

In serata, da Valdocco sono arrivati a portare il saluto gli ispettori dell’Italia e gli altri salesiani che stanno partecipando al Capitolo Generale 28 per un momento di condivisione e fraternità: è stato don Enrico Stasi, ispettore dell’ICP, a dare la buonanotte.

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