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“Girovagando tra cronache ed eventi. Quarant’anni di giornalismo”- don Giuseppe Costa

Fresco di stampa, è uscito il nuovo libro del co-portavoce della Congregazione Salesiana, don Giuseppe Costa sui suoi quarant’anni di attività professionale e sulla sua passione per il giornalismo: “Girovagando tra cronache ed eventi. Quarant’anni di giornalismo” (NEMAPRESS EDIZIONI). Di seguito l’articolo pubblicato dall’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS.

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Come frutto maturo di una vita spesa per il giornalismo e l’editoria, don Giuseppe Costa, SDB, co-portavoce della Congregazione Salesiana, ha dato alle stampe un nuovo libro, dal titolo: “Girovagando tra cronache ed eventi. Quarant’anni di giornalismo”. È un’opera che raccoglie numerosi articoli scritti da don Costa nel corso di quarant’anni di attività professionale.

Come lo stesso autore ricorda nella prefazione biografica, la passione per il giornalismo nacque fin dagli anni in cui l’autore frequentava il liceo, poi crebbe e si rafforzò attraverso esperienze con giornaletti ciclostilati e la fondazione di un primo giornale presso l’oratorio salesiano di Catania.

Vennero successivamente le collaborazioni con Avvenire, l’iscrizione all’Ordine dei Giornalisti come Pubblicista, nel 1980, la Direzione del Bollettino Salesiano (dal 1982 al 1992) e i rapporti via via più intensi con i maggiori quotidiani nazionali e il coinvolgimento sempre maggiore con le penne di spicco del giornalismo italiano.

L’esperienza come Direttore del Bollettino Salesiano fu di grande arricchimento per don Costa:

“Potei viaggiare per vari Paesi alla ricerca di personalità, salesiane e non, da poter pubblicare sul Bollettino – racconta egli stesso –. Incontrai i salesiani formidabili educatori ed apostoli negli Stati Uniti, in America Latina, in Africa, in Asia, in Europa. Celebrai con grande impegno pubblicistico il centenario della morte di Don Bosco, nel 1988, e le beatificazioni a San Pietro di Don Filippo Rinaldi e dei martiri salesiani monsignor Luigi Versiglia e Callisto Caravario. Partecipai ad eventi di grande significato ecclesiale, come le Giornate Mondiali della Gioventù di Roma, Buenos Aires e Santiago de Compostela”.

Altra tappa importante della crescita professionale dell’autore di questo testo fu quella vissuta a Milwaukee, dove don Costa andò nel 1991 per conseguire un Master di valore accademico presso la Marquette University, la più antica scuola di giornalismo cattolico d’America, animata dai Gesuiti.

“Ben presto imparai che valeva la pena sopportare il freddo del Lago Michigan in cambio della conoscenza del mondo universitario americano, con stage a Notre Dame (Indiana), Catholic University (Washington) e Stanford (Palo Alto). E conobbi poi, con il mio advisor e maestro, William Thorn, i media americani, con tutti i loro dinamismi”.

Parallelamente, don Costa affiancava all’attività giornalistica quella editoriale: se già nel 1982 aveva lavorato alla LDC di Leumann, al ritorno dagli States gli fu affidata la direzione della Società Editrice Internazionale (SEI) di Torino, una missione che intraprese “con coraggio e speranza”, creando nuove collane di varia e narrativa, sperimentando nuovi libri di didattica scolastica ed incontrando e relazionandosi con grandi autori nazionali e internazionali.

L’attività nel mondo dell’editoria raggiungerà poi il suo culmine nel decennio tra il 2007 e il 2017, quando don Costa sarà Direttore della Libreria Editrice Vaticana (LEV). Di quell’esperienza oggi afferma:

“Conoscere da vicino i Papi Benedetto XVI e Francesco, condividerne pareri e sentirne opinioni editoriali e soprattutto tradurre in libri per il mercato editoriale internazionale è stata per me una grande sfida che oggi posso dire d’aver vinta a servizio della Chiesa. Sono stati anni di grande attività internazionale, con contatti fra i più alti ai quali l’editoria possa aspirare”.

E in questi 40 anni non è mancato nemmeno l’impegno nella docenza: già nel 1991 don Costa ha dato lezioni di comunicazione presso l’allora neonata Facoltà di Scienze della Comunicazione Sociale dell’Università Pontificia Salesiana, incarico che ha ripreso come Docente Straordinario, dopo la parentesi americana, fino al 2007, e a cui ha affiancato per tre anni l’insegnamento anche presso l’Università di Catania, alla Facoltà di Lingue e Comunicazione Internazionale, e alla LUISS di Roma, per il Corso di Giornalismo Religioso.

Il testo ora dato alle stampe, edito da Nema Press, costituisce una raccolta di “un’infinità di pezzi dalle cronache più varie…”, tolti quelli del Bollettino Salesiano, “facilmente rinvenibili in biblioteche o in siti salesiani”. Per agevolare il lettore, inoltre, i contributi sono inoltre raccolti attorno a sei aree tematiche: Don Bosco, Corrispondenze americane, i viaggi, i Giovani, la Sicilia ed i mass media. Un prezioso indice analitico arricchisce ulteriormente il volume.

Come scrive, a mo’ di conclusione, l’autore nella quarta di copertina, il volume ha un fine dichiarato:

“Ai tanti giovani che affollano i corsi di giornalismo, alla ricerca di un futuro posto di lavoro sempre più arduo e raro, va forse detto che il giornalista di ogni giorno non è l’uomo dello spettacolo e dell’immagine, ma quello di un professionista da costruire con buoni studi e con altrettanta pratica. Va anche raccontato della dura ferialità di un dovere quotidiano, da coniugare sì con la novità di un prodotto che si rinnova ad ogni dispaccio d’agenzia, ma soprattutto con parole che si chiamano coscienza, responsabilità sociale e obiettività”.

La Confederazione Mondiale degli Exallievi celebra il 120° anniversario della morte di Carlo Gastini

Gli Exallievi e gli amici di Don Bosco hanno celebrato il 28 gennaio scorso il 120° anniversario della morte di Carlo Gastini, avvenuta il 28 gennaio 1902. Di seguito l’articolo ANS.

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Carlo Gastini, sotto l’ispirazione di Don Bosco, fu una guida per il primo gruppo di Exallievi dell’Oratorio di Valdocco, che si riunirono per esprimere il loro amore e la loro gratitudine a Don Bosco, il quale si era preso cura della loro educazione e della loro istruzione.

Per tutta la vita, Carlo Gastini rimase amico e collaboratore stretto di Don Bosco e per molti anni fu il responsabile del laboratorio di legatoria e animò il teatro di Valdocco.  Fu sempre disponibile a sostenere Don Bosco nel suo lavoro con i giovani di Valdocco.

Il Presidente della Confederazione Mondiale degli Exallievi di Don Bosco, il signor Bryan Magro, in questa speciale occasione, ha sottolineato l’importanza di riflettere sugli inizi della più grande organizzazione della Famiglia Salesiana.  Fin dall’inizio, l’amore e la gratitudine verso Don Bosco si sono trasformati in solidarietà verso i giovani Exallievi più bisognosi. Don Bosco, infatti, aveva guidato Gastini a formare un’associazione di Exallievi con lo scopo di aiutarsi a vicenda e di aiutare al tempo stesso l’opera salesiana. Allo stesso modo, oggi, gli Exallievi e gli amici di Don Bosco sono incoraggiati a impegnarsi nell’azione sociale verso i giovani più vulnerabili.

Per questa occasione, la Confederazione Mondiale degli Exallievi ha realizzato un breve video sulla vita di Carlo Gastini, disponibile in lingua italianainglese spagnola.

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Le fotografie di Don Bosco ci parlano della sua percezione della comunicazione – Don Gildasio Mendes

Come le fotografie di Don Bosco e dei primi salesiani parlano della sua percezione della comunicazione. Di seguito la riflessione di Don Gildasio Mendes, Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale, riportata da ANS.

 

DON BOSCO REALTÀ DIGITALE E VIRTUALE – PARTE QUARTA
Don Gildasio Mendes, SDB

La fotografia è una caratteristica comunicativa di Don Bosco. È stato uno dei primi santi a poter essere fotografato. I motivi e gli scenari delle fotografie di Don Bosco sono molto ben studiati, messi in atto strategicamente con obiettivi comunicativi. Don Bosco aveva capito il potere delle immagini e l’efficacia di un momento immortalato per suscitare le memorie delle persone.

Forse Don Bosco è il più fotografato dei santi della Chiesa del suo tempo. Una raccolta completa di foto (e dipinti) di Don Bosco è stata messa insieme da Giuseppe Soldà. In questo lavoro di preciso rigore metodologico, egli offre una presentazione delle foto di Don Bosco: di lui solo; foto legate a luoghi in cui Don Bosco è stato; incontri di Don Bosco con persone, gruppi di salesiani.  foto organizzate per tappe cronologiche della sua vita.

Osservando la varietà e la qualità unica di queste foto di Don Bosco, in diverse situazioni e con persone di diverse età, notiamo alcuni aspetti della sua nozione di comunicazione visiva.

Prima di tutto, notiamo l’intenzione di Don Bosco di organizzare e registrare individui, situazioni, tempi che potessero essere riferimenti futuri per i Salesiani. Ogni foto è un’esposizione di esperienze e lezioni di vita, volte a diventare un libro vivente di ricordi per le generazioni future. La fotografia è memoria e allo stesso tempo messaggio!

Una fotografia è un’espressione di intenzioni e motivazioni, e sia Don Bosco, sia quei primi salesiani, vedevano in queste prime fotografie, un linguaggio e un messaggio. Infatti, non erano “istantanee”, come potremmo fare noi oggi, ma erano deliberatamente in posa.

La dimensione che Don Bosco dà alle foto dimostra il senso di appartenenza dei salesiani, alcune attività organizzate (per esempio la banda), il desiderio di immortalare la fedeltà dei salesiani (consegna delle Costituzioni). Poi ci sono le foto di Don Bosco che ascolta le confessioni, che prega davanti a una statua della Madonna. Le foto rivelano Don Bosco, i suoi sentimenti, le sue intenzioni latenti.

Don Bosco sapeva certamente molto bene come inquadrare le sue fotografie:

La fotografia è sempre creata attraverso le dimensioni spaziali che sono delimitate dall’inquadratura dell’immagine. Soprattutto, la dimensione che vogliamo dare alla fotografia influenza la composizione delle scene.

Fotografare ed essere fotografati, quindi, implica un’attitudine psicologica. La fotografia è un modo di esprimere sentimenti di amicizia, legami affettivi profondi, un senso di futuro e di appartenenza.

Don Bosco ha voluto essere fotografato in diversi momenti della sua vita e in diverse situazioni.  È chiaro che non pensava solo a lui stesso, ma ai suoi Salesiani, ai suoi ragazzi, ai suoi progetti, alla Congregazione Salesiana che aveva fondato. Così facendo, esprimeva anche le sue percezioni e il suo interesse a comunicare valori e ricordi in un modo decisamente moderno per il suo tempo.

La scrittura era il modo più comune di comunicare al tempo di Don Bosco, e lui difatti scriveva moltissimo. Ma la sua inclinazione per la fotografia lasciava trasparire il desiderio di qualcosa di moderno, qualcosa che potesse avere un maggiore impatto visivo sugli spettatori per il bene del messaggio.

È interessante anche come, fin dall’infanzia, Don Bosco sia stato molto coinvolto nella musica, nei suoni, nei ritmi. Avendo imparato a suonare almeno uno strumento (il violino), conosceva il potere che il suono ha di toccare il cuore e la percezione delle persone.

In quanto scrittore, Don Bosco usava il potere delle parole per istruire ed educare il suo popolo: attraverso le Letture Cattoliche, le Vite di alcuni dei suoi alunni, molte lettere e molti libri di testo e altri scritti, e anche insegnando ai suoi ragazzi come produrre libri, era un maestro della comunicazione tramite la parola scritta.

Passando alla fotografia, possiamo immaginare un Don Bosco che cercava di aggiornare costantemente il suo modo di comunicare. Sicuramente, voleva usare la fotografia per educare i suoi Salesiani ad avere una migliore percezione di quello che Dio aveva fatto per lui, per loro e per i giovani. Il suo unico scopo era quello di aprire sempre di più gli occhi delle persone sulla realtà dei giovani che avevano bisogno di amore e di educazione.

L’esperienza della fotografia può essere vista come aprire gli occhi per ignorare meno la vita in cui viviamo, perché la fotografia ci aiuta a concentrarci su ciò che accade intorno a noi costringendoci e insegnandoci a vedere con più attenzione.

La comunicazione si basa molto su parole, suoni e immagini.  Questo trio era e continua ad essere la base della comunicazione, compresa quella digitale e virtuale.  Questo spiega perché ci piace vedere film, ascoltare musica e leggere. È corretto dire che la digitalizzazione ha portato un’enorme rivoluzione nella comunicazione e continuerà a farlo. Noi esseri umani siamo molto portati per i messaggi visivi e sonori perché hanno a che fare con due sensi forti: sentire e vedere. Il suono e le immagini hanno il potere di toccarci profondamente e di rimanere con noi, a volte per sempre.

Grazie all’intuizione di Don Bosco in questo campo, all’abitudine di essere fotografato da solo, ma anche con gruppi di salesiani, la Congregazione Salesiana ha ereditato significativi ricordi visivi di questo grande comunicatore e molti dei suoi momenti con i suoi salesiani.

Esplorando queste immagini in profondità, percepiamo qualcosa della sua personalità, della sua spiritualità, dei suoi sentimenti, dei suoi valori e della sua santità. Un’immagine vale davvero più di mille parole! Per questo, i grandi comunicatori come Don Bosco sapevano usarle al momento e al posto giusto.

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Don Guido Garino nominato nuovo Segretario del Consiglio Generale

Don Guido Garino, salesiano della Circoscrizione Speciale Piemonte e Valle d’Aosta (ICP) assumerà l’incarico di Segretario del Consiglio Generale a partire dal prossimo mese di agosto. Lo ha nominato il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, con il consenso del suo Consiglio, nel corso dei lavori della sessione plenaria invernale del Consiglio Generale. Don Guido Garino succederà nell’incarico a don Stefano Vanoli, in carica come Segretario del Consiglio Generale dal 2015.

Nato a Torino il 26 ottobre 1969, Don Guido Garino ha frequentato il noviziato salesiano di Pinerolo-Monte Uliveto, dove ha emesso la prima professione l’8 settembre 1997; ha poi emesso i voti perpetui il 12 settembre 2004 al Colle Don Bosco; e ha compiuto l’intero percorso formativo degli studi filosofico-teologici presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma. È stato ordinato sacerdote il 3 giugno 2006 dal Cardinale Severino Poletto, nella Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino. Laureato in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Torino (2003) e dottorato in Diritto Canonico presso la Pontificia Università Lateranense (2013), nel 2009 è entrato a far parte del Tribunale Ecclesiastico Piemontese, prima come Promotore di Giustizia e Difensore del Vincolo sostituto, successivamente (2011-2022) come Giudice Interdiocesano e Metropolitano. Insegnante di religione nelle scuole medie e superiori al Liceo Salesiano di Valsalice (2008-2011), è stato successivamente nominato incaricato del Pensionato Universitario di Valdocco (2013/2017). Sempre a Valdocco, in seno alla Comunità “San Francesco di Sales”, ricoprirà i ruoli di Vicario, Economo e Catechista del Centro di Formazione Professionale. Nel 2017 è stato inviato come Vice Parroco nella Parrocchia “S. Giovanni Bosco” a Rivoli-Cascine Vica, periferia operaia di Torino, dove l’anno seguente è divenuto Parroco e, successivamente, Moderatore dell’Unità Pastorale.

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“Terra 2030”: i podcast della Federazione Italiana Exallievi/e di Don Bosco

I podcast dei giovani Exallievi di Don Bosco nel giorno di San Francesco di Sales: “Terra 2030” sulla piattaforma Spotify. Di seguito la notizia ANS.

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Lunedì 24 gennaio, Festa di San Francesco di Sales, patrono della Famiglia Salesiana, è stato pubblicato sulla piattaforma Spotify il primo dei podcast della serie “Terra2030”, realizzato dalla Federazione Italiana Exallievi/e di Don Bosco nel quadro delle attività intraprese con l’adesione al movimento internazionale “Don Bosco Green Alliance”.

La serie di podcast, dedicata agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU 2030, rientra nel programma di iniziative “GEX for Future”, con cui i Giovani Exallievi intendono offrire alla società tutta un viaggio tra ecologia, ambiente, buone pratiche e storie di eccellenza italiana per costruire, insieme, un futuro sostenibile.

I podcast verranno pubblicati online ogni quindici giorni e in ciascuno di essi un giovane Exallievo intervisterà un esperto o un imprenditore italiano, per illustrare i concetti della sostenibilità e raccontare quell’Italia che si impegna, ogni giorno, nella salvaguardia del Creato.

Nei primi due podcast Raffaele Lauria, delegato del WWF Italia per la Campania, intervistato da Gianrolando Scaringi, Exallievo dell’Unione di Caserta e collaboratore del quotidiano Il Mattino, racconta l’impegno e le buone pratiche dell’associazione ambientalista per costruire un mondo migliore.

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26 gennaio 1854: “Da tal sera fu posto il nome di Salesiani…”

La sera del 26 gennaio 1854, Don Bosco, nella sua camera di Valdocco, radunò intorno a sé i giovani Michele Rua, Giovanni Cagliero, Giuseppe Rocchietti e Giacomo Artiglia, proponendo loro una grande prova di esercizio pratico della carità verso il prossimo, prendendo così il nome di “Salesiani“. Di seguito l’articolo ANS.

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Quando passando dalla balconata esterna si entra nella cameretta di Valdocco che Don Bosco ha abitato dal 1853 al 1861, successivamente anticamera della stanza dove visse fino alla fine della sua vita, si ripercorre esattamente lo stesso tragitto che la sera del 26 gennaio hanno fatto Michele Rua, Giovanni Cagliero, entrambi sedicenni, e con loro Giuseppe Rocchietti, 17 anni, e Giacomo Artiglia, il più giovane, 15 anni.

Cosa è successo lo ha scritto Michele Rua su un taccuino che ora si trova in quella stessa stanza, uno dei ricordi più preziosi del “Museo Casa Don Bosco”. Se lo si vede una volta non lo si dimentica più, per le sue dimensioni: 10 cm per 5 cm, poco più grande di una scatola di fiammiferi. È fatto di poche pagine, ma solo la prima è stata utilizzata da Michele, che con la bella grafia che sempre lo contraddistingue, ha tramandato questa memoria:

“La sera del 26 gennaio 1854 ci radunammo nella stanza del Sig. D. Bosco; Esso Don Bosco, Rocchietti, Artiglia, Cagliero e Rua; e ci venne proposto di fare con l’aiuto del Signore e di S. Francesco di Sales una prova di esercizio pratico della carità verso il prossimo, per venirne poi ad una promessa, e quindi se parrà possibile e conveniente di farne un voto al Signore. Da tal sera fu posto il nome di Salesiani a coloro che si proposero e si proporranno tale esercizio”.

Questo documento così minuto è come un certificato di battesimo: da tal sera fu posto il nome di SALESIANI. È molto bello riandare con la memoria a quell’umile inizio, straordinariamente fecondo, nell’anno in cui si celebra il quarto centenario della morte di San Francesco di Sales. Lui è stato con noi fin dagli inizi. 13 anni prima Giovanni Bosco diacono lo aveva già scelto come modello da imitare. Scrive nei suoi propositi in preparazione alla ordinazione sacerdotale: “La carità e la dolcezza di San Francesco di Sales mi guidino in ogni momento”. Con la “prova di esercizio pratico della carità verso il prossimo” iniziata quella sera di 168 anni fa, San Francesco di Sales entra nel nome di tutti quelli che continueranno a fare della carità verso il prossimo, come l’ha vissuta Don Bosco, la loro ragione di vita.

L’anno scorso in quelle camerette è stato realizzato uno dei video-semi per la diffusione di “Giovani Salesiani e Accompagnamento – Orientamenti e Direttive”. Sono tre minuti che val la pena di rivedere: un semplice sguardo al “team” di giovani salesiani che hanno collaborato a girare quel video in 5 lingue – (da sinistra a destra) Kenneth dalla Nigeria; Brandon dal Guatemala; Giorgio, Orazio, Silvio, italiani; Jean Paul dal Congo; Felix dall’India; Anselmo dal Brasile – già dice come quel piccolo seme sia diventato grande e continui a crescere.

Don Bosco ha visto lontano e non poteva usare un nome più indovinato per farci crescere nell’esercizio pratico della carità verso il prossimo, con la dolcezza di Francesco di Sales così come lui l’ha interpretata e vissuta, fin da quei primi tempi dell’Oratorio di Valdocco.

Il video realizzato nelle camerette di Don Bosco a Valdocco: “Accompagnare i primi passi come Don Bosco”.

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San Francesco di Sales ispiratore di cammini di santità – GSFS don Pierluigi Cameroni

Da info ANS – Nel corso delle Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana 2022, dedicate all’approfondimento spirituale e pastorale della Strenna del Rettor Maggiore incentrata su San Francesco di Sales, don Pierluigi Cameroni, Postulatore Generale per le Cause dei Santi della Famiglia Salesiana, ha offerto un contributo che evidenzia come “il nostro cammino di santità e la promozione delle Cause di Beatificazione e Canonizzazione della nostra Famiglia Salesiana traggono da lui grande ispirazione e forte motivazione”. Infatti, dalla sua persona e dalla sua dottrina emanano un’impressione di rara pienezza, dimostrata nella serenità della sua ricerca intellettuale, ma anche nella ricchezza dei suoi affetti, e nella “dolcezza” dei suoi insegnamenti che hanno avuto un grande influsso sulla coscienza cristiana.

Si direbbe allora che Francesco di Sales tanto nelle sue opere più rappresentative (Introduzione alla vita devota e Trattato dell’amore di Dio), quanto nella sua continua prassi pastorale si presenti sulla scena della storia della Chiesa come uno degli antesignani più rappresentativi di quella che il Vaticano II chiamerà “vocazione universale alla santità” (cap. 5 della Costituzione dogmatica Lumen gentium).

Nelle opere maggiori, tanto quanto nell’epistolario Francesco esorta, invita, sollecita a prendere coscienza che la santità non è di per sé legata ad uno stato di vita particolare, ma – insistendo direttamente sulla dimensione battesimale dell’appartenenza a Cristo – è un’esigenza richiesta dall’essere membra della Chiesa. È una santità per tutti come spesso ricorda Papa Francesco: “Molte volte abbiamo la tentazione di pensare che la santità sia riservata a coloro che hanno la possibilità di mantenere le distanze dalle occupazioni ordinarie, per dedicare molto tempo alla preghiera. Non è così. Tutti siamo chiamati ad essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno, lì dove si trova” (Gaudete et exsultate n.14).

Da Don Bosco fino ai nostri giorni, è attestata una tradizione di santità cui merita dare attenzione, perché incarnazione del carisma che da lui ha avuto origine e che si è espresso in una pluralità di stati di vita e di forme. Si tratta di uomini e donne, giovani e adulti, consacrati e laici, vescovi e missionari che in contesti storici, culturali, sociali diversi nel tempo e nello spazio hanno fatto brillare di singolare luce il carisma salesiano, rappresentando un patrimonio che svolge un ruolo efficace nella vita e nella comunità dei credenti e per gli uomini di buona volontà.

Nel corso del 2022 oltre che ricordare il IV Centenario della morte di San Francesco di Sales, (Lione, 28 dicembre 1622), si fa particolare memoria anche di altre ricorrenze significative:

–         175° della nascita della Beata Maddalena Morano, Figlia di Maria Ausiliatrice (Chieri, 15 novembre 1847).

–         150° della nascita del Beato Giuseppe Calasanz (Azanuy – Spagna, 23 novembre 1872), capofila dei martiri della Spagna.

–         125° della morte del Venerabile Andrea Beltrami, Salesiano di Don Bosco (Torino-Valsalice, 30 dicembre 1897).

–         100° della nascita della Serva di Dio Rosetta Marchese, Figlia di Maria Ausiliatrice (Aosta, 20 ottobre 1922).

–         50° della morte del Servo di Dio Giuseppe Cognata (Pellaro – Reggio Calabria, 22 luglio 1972), vescovo salesiano, fondatore delle Salesiane Oblate del Sacro Cuore.

–         50° della Beatificazione di Michele Rua (Roma, 29 ottobre 1972).

–         50° della morte del Venerabile Attilio Giordani (Campo Grande – Brasile, 18 dicembre 1972), Salesiano Cooperatore.

La Famiglia Salesiana intende ravvivare il grande tema della chiamata universale alla santità, valorizzando la varietà e molteplicità di vocazioni presenti nei Gruppi di questa grande Famiglia carismatica.

L’intervento completo di don Cameroni è disponibile a fondo pagina in italiano (Relazione e Presentazione sintetica) e in inglese (Relazione).

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Biblioteca Digitale Salesiana: musica per le feste salesiane di gennaio, e non solo

La Biblioteca Digitale Salesiana (SDL, nel suo acronimo inglese) ospita numerosi materiali utili e d’interesse sopratutto per il mese di gennaio. Da un semplice sguardo alla pagina di riferimento su SDL si possono trovare Inni e Canoni (Mantras), o brevi responsori per le varie figure di santità già elencate. Di seguito l’articolo ANS.

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Gennaio è il mese più impegnativo per le celebrazioni salesiane dei Santi e Beati della Famiglia Salesiana. Si comincia con il Beato Titus Zeman, l’8 gennaio, e si prosegue poi con il Beato Luigi Variara, il 15; la Beata Laura Vicuña, il 22; e San Francesco di Sales, il 24 – particolarmente importante in quest’anno in cui su celebra il 400° anniversario della sua morte –. E non è finita qui: perché il 30 quest’anno cade di domenica, ma non bisogna dimenticare il Beato Bronislaw Markiewicz; e, ovviamente, il 31 si celebra San Giovanni Bosco!

Bene, forse non tutti i lettori sono consapevoli che in rete sono disponibili dei brani musicali per il proprio liturgico di ognuna di queste figure di santità.

La Biblioteca Digitale Salesiana (SDL, nel suo acronimo inglese), infatti, ospita numerosi materiali utili in tal senso. Attualmente la selezione più ricca è indubbiamente quella per i lettori/cantori di lingua inglese, seguita dalla collezione di brani in italiano. Le versioni in altre lingue sono invece ancora da popolare, ma questa può essere proprio l’opportunità per favorire la condivisione di simili materiali, inviandoli all’amministratore del sito SDB.org – admin@sdb.org

Intanto, da un semplice sguardo alla pagina di riferimento su SDL si possono trovare Inni e Canoni (Mantras), o brevi responsori per le varie figure di santità già elencate.

Le melodie, e occasionalmente le armonie, elencate nella sezione inglese sono tutte opera di “un salesiano”, come predilige definirsi l’autore, preferendo rimanere in incognito per non distogliere in alcun modo l’attenzione dal dare gloria a Dio attraverso la sua abilità musicale. La sua speranza è che questo suo servizio incoraggi altri, in inglese o in qualsiasi altra lingua, che hanno scritto musica “salesiana”, a condividere i loro sforzi.

Mentre i materiali per gennaio sono già stati completamente inseriti in questa raccolta, e nonostante il fatto che le altre musiche per le altre celebrazioni successive siano già pronte, i brani per le memorie dei prossimi mesi devono essere ancora caricati sul sito.

I lettori sono invitati a frequentare con regolarità la Biblioteca Digitale Salesiana, e in particolare la sezioni relative ai documenti musicali, per trovare di volta in volta le novità che verranno progressivamente messe a disposizione.

sdl.sdb.org

Disponibile il video ufficiale della Strenna 2022 del Rettor Maggiore

Fate tutto per amore, nulla per forza

Disponibile su ANSChannel il video ufficiale della Strenna del Rettor Maggiore per il 2022:

Di seguito l’articolo pubblicato dall’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS.

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Dopo la presentazione ufficiale in anteprima alle Figlie di Maria Ausiliatrice, avvenuta lo scorso 27 dicembre, e dopo l’intervista del giorno successivo in cui il Rettor Maggiore ha illustrato il messaggio della Strenna per il 2022, sul tema “Fate tutto per amore, nulla per forza”, esce finalmente in via ufficiale ed accessibile a tutti il video della Strenna.

Il video, della durata di circa 20 minuti, parte da Annecy, la terra di San Francesco di Sales, per presentare le origini del “santo dell’amorevolezza”. E immediatamente il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, coglie i primi tratti comuni tra Francesco di Sales e Giovanni Bosco: entrambi savoiardi, entrambi con un legame particolare verso le rispettive madri, prime educatrici alla fede, ma soprattutto entrambi appassionati di Dio e dell’umano.

Così, nonostante le differenze di censo – il primo nasce in un castello, il secondo in una malandata casa di campagna – lo spirito che maturerà da Francesco di Sales arriverà fino a Torino, a Giovanni Bosco, e poi a tutto il mondo.

Il video ricorda chiaramente come Don Bosco sempre si mostrò debitore verso il vescovo ginevrino; ne ammirava la pazienza e l’amabilità messe al servizio del prossimo; la sensibilità e l’acume, che adoperava nella missione di direttore spirituale; la carità verso il prossimo come misura e cifra della preghiera e del rapporto con Dio; e infatti da lui raccolse alcuni spunti fondamentali per la sua spiritualità.

Come ricorda Don Á.F. Artime, alcune tra le più note massime di San Francesco di Sales – “Tutti potete essere santi, ovunque siate”; “Dobbiamo fiorire lì dove Dio ci ha piantato”; “Studia di farti amare” – oggi sono patrimonio dell’intera Famiglia Salesiana, che attraverso Don Bosco si è abbeverata di questa spiritualità.

“Il motto della Strenna, Tutto per Amore, nulla per forza, è per noi Salesiani come un quarto voto salesiano” sintetizza il Rettor Maggiore.

Da oggi, sabato 8 gennaio, il video della Strenna 2022 è disponibile in italiano, inglese, spagnolo, francese e portoghese nei rispettivi canali linguistici di ANS.

ANS Channel
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Il Rettor Maggiore parla dell’identità del salesiano oggi

Lo scorso sabato il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, è intervenuto al ciclo di interviste di approfondimento sulle Linee Programmatiche successive al Capitolo Generale 28° della Congregazione Salesiana, organizzato dal “Centro studi Opera Tabernacoli Viventi”.

Di seguito l’articolo di ANS Agenzia Info Salesiana

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È l’identità consacrata salesiana a fare da filo conduttore alla seconda edizione del ciclo di interviste di approfondimento sulle Linee Programmatiche successive al Capitolo Generale 28° della Congregazione Salesiana – ciclo organizzato dal “Centro studi Opera Tabernacoli Viventi”, in collaborazione con la Conferenza delle Ispettorie Salesiane d’Italia (CISI) – Settore Formazione. Sabato scorso, su questo tema, è intervenuto nientemeno che il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, e qui forniamo una sintesi delle sue risposte.

“Questo sessennio si dovrà distinguere per un profondo lavoro in Congregazione per crescere nella profondità carismatica, nell’identità salesiana, in tutte le fasi della vita, con un impegno serio in ogni Ispettoria e in ogni comunità salesiana, per giungere a dire come Don Bosco: ‘Ho promesso a Dio che fin l’ultimo respiro, sarebbe stato per i miei poveri giovani” afferma la prima Linea Programmatica del sessennio 2020-2026.

Cos’è che ti sta veramente a cuore nell’aver scelto questa come prima tra le linee programmatiche per questo sessennio?

Quando pensiamo a noi stessi, alla missione salesiana, alle nostre opere… Sembra come un fitto “bosco” con tante cose dentro; ma quello che mi sta a cuore è dire: “Attenzione, non tutto ha la medesima importanza o valore!”. Al centro ci deve essere la nostra identità carismatica, il fatto che ciascuno di noi possa dire: “Io sono e mi sento un vero Salesiano di Don Bosco nel seguire Gesù”. Già don Viganò sottolineava che il genericismo non ci serve, e nel mondo di oggi, che è ancora più complesso, dobbiamo pensare a chi siamo, a cosa offriamo, e perché. Come salesiani siamo, per chiamata e nella nostra risposta, persone innamorate di Dio, che hanno visto nel fascino di Don Bosco un modo bellissimo di spendere tutte le loro energie. E a che scopo? Per condividere questa vita con i ragazzi e i giovani.

Come essere al tempo stesso sensibili alla profondità dello spirito e attenti alle sfide di questo mondo, com’era Don Bosco?

Alla domanda, di grandissima attualità, rispondo sulla base di quanto ho riflettuto per la Strenna 2022, sulla spiritualità di San Francesco di Sales: “Tutto si basa sulla capacità di amare”. Se io sento nel profondo del cuore un fascino straordinario per Gesù e mi sento profondamente amato da Dio, e se quando sto in mezzo ai ragazzi mi sento davvero al mio posto, allora ho maturato un cuore capace di amare e questi due elementi ci danno tutta la creatività per dare le risposte che servono per questo nostro tempo. La pandemia ha causato tanti problemi in tutto il mondo, e anche alla Congregazione, ma ci ha manifestato anche la grande creatività del mondo salesiano. Io non temo che non avremo la capacità di dare risposte per i bisogni sempre nuovi del nostro tempo: il punto è avere dentro un cuore riscaldato dall’amore, in grado di amare.

Perché tornare a Valdocco può essere una strada di futuro, e non un ritorno al passato?

Tornare a Valdocco, come ci ha detto anche il Papa, significa trovare la nostra “Galilea”, il nostro appuntamento con il Signore Risorto, che proprio dalla Galilea, terra della vita ordinaria e nascosta di Nazareth, manda i suoi in tutto il mondo. Per noi salesiani tornare a Valdocco non è nostalgia; vuol dire fare un passo verso la fonte dove trovare il luogo teologico per l’incontro con Dio, nei giovani d’oggi: è la nostra direzione per il cammino che ci sta davanti.

Qual è la sfida vocazionale oggi per tutta la Vita Consacrata?

In primo luogo, la Vita Consacrata, non è un cammino semplice: non è per chi vuole una vita tranquilla.

In secondo luogo, la vita consacrata è un cammino di umiltà. Non possiamo farci forti, inorgoglirci… Se così è stato un tempo, certamente oggi non c’è più spazio per questo. Questo è il tempo per essere umili, camminare in unità e sommare gli sforzi.

Infine, come si dice con chiarezza in questa prima linea programmatica, bisogna mantenere la centralità di Cristo nella propria vita personale. Se non c’è questo, prima o poi le fragilità umane emergono, si vedono e si fanno sentire.

La centralità di Cristo “funziona” anche nei contesti non cristiani, dove operano più del 60% delle presenze salesiane?

Assolutamente, anche nei Paesi dove non si può nemmeno pronunciare il nome di Gesù o di Maria. Perché questa centralità in quei contesti vuol dire aiutare tutti i nostri giovani e ragazzi a vivere con onestà e bontà una vita sintonizzata con i valori del Vangelo. Lo si fa attraverso la nostra presenza e testimonianza di vita.

Anche dove non possiamo parlare esplicitamente di Gesù Cristo Risorto, possiamo parlare del Dio di tutti noi e aiutare a crescere con un’umanità secondo il cuore di Dio.

L’intervista completa, condotta da don Silvio Roggia, SDB, è poi proseguita con le domande pervenute in rete dagli ascoltatori; e rimane sempre visibile sulla pagina Facebook dei Salesiani d’Italia.

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