Exallievi, Lectio Magistralis all’Università di Catania sul quadro sociale, religioso e politico di Don Bosco

Riportiamo il comunicato stampa della Federazione degli Exallievi ed Exallieve di Don Bosco sulla Lectio Magistralis organizzata con l’Università di Catania su “Don Bosco nel quadro sociale, religioso e politico dell’Italia risorgimentale: dalla storia all’attualità”.

***

Il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università degli studi di Catania, la Federazione Italiana Exallievi ed Exallieve di Don Bosco e le Unioni Exallievi della città metropolitana di Catania organizzano una Lectio Magistralis, venerdì 19 giugno alle ore 17.30, su “Don Bosco nel quadro sociale, religioso e politico dell’Italia risorgimentale: dalla storia all’attualità” che sarà tenuta dal prof. Pierluigi Guiducci, docente di Storia della Chiesa presso l’Istituto Ecclesia Mater della Pontifica Università Lateranense di Roma.

La videoconferenza avverrà su piattaforma Microsoft teams; per essere invitati a partecipare inviare una mail a: segreteria@exallievidonbosco.it.

Il programma prevede, alle ore 17.30, un saluto di benvenuto con relativa introduzione da parte del prof. Giuseppe Vecchio, Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Catania; seguirà alle ore 17.45 la Lectio magistralis del prof. Pierluigi Guiducci (al termine domande in diretta (videoconferenza e/o chat); alle ore 18.45 l’intervento programmato dell’ing. Giovanni Costanza, presidente della Federazione Italiana Exallievi/e di Don Bosco; alle ore 19 le conclusioni di don Giovanni D’Andrea, Ispettore dei Salesiani di Sicilia e Tunisia

Salesiani Cooperatori, la lettera di don Casti: “Credo di aver dato tutto: l’amore, il servizio, la sofferenza”

Pubblichiamo dall’agenzia ANS la lettera di ringraziamento che don Giuseppe Casti, ex delegato mondiale dei Salesiani Cooperatori, ha scritto ai membri dell’associazione dopo otto anni di sevizio.

***

Carissimi Salesiani Cooperatori,

dopo 8 anni di servizio all’Associazione desidero salutarvi con la stessa dignità e lo stesso amore con cui ho vissuto questi anni. Sono stati per me anni di grazia e di grande ricchezza umana e spirituale. Ho conosciuto persone forti nella fede in Cristo, coscienti della loro vocazione battesimale e salesiana, donne e uomini innamorati di Don Bosco e coinvolti pienamente nella missione salesiana. La loro testimonianza è stata per me un grande dono che lascia un segno profondo nella mia vita. Ho incontrato questi Salesiani Cooperatori nei cinque continenti e con momenti significativi che voglio ricordare.

Innanzitutto, ho partecipato al Congresso Mondiale del 2012 dove è stato approvato in modo definitivo il Progetto di Vita Apostolica. L’approvazione del libro di vita è stato un momento storico per tutta l’Associazione, e da lì è nato l’impegno per presentare il PVA in tutti i Congressi Regionali, assieme alla Carta dell’identità carismatica della Famiglia Salesiana. Insieme a questi documenti fondamentali abbiamo elaborato e presentato in tutti i continenti gli altri documenti che formano l’ossatura della nostra Associazione: il Commentario; Le linee Generali per la formazione; l’animazione e il governo; l’animazione della solidarietà economica (ASE).

Con Suor Leslye (Sandigo, NdR) abbiamo visitato molti Paesi africani. Da queste visite è nata l’idea di convocare un Congresso Regionale ad Addis Abeba. Per l’Africa è stato un momento storico perché da quel Congresso si è presa la decisione di creare due zone linguistiche per l’Africa anglofona e l’Africa francofona. Questa scelta di animazione, confermata nel Congresso di Nairobi, ha segnato un bel momento di crescita dell’Associazione in questo grande continente.

Sono felice di lasciare un’Associazione che cresce nel senso di appartenenza e della comunione. In questi valori nei quali credo fermamente ne abbiamo dato testimonianza insieme a Suor Leslye. Abbiamo condiviso insieme gioie, sofferenze e sogni. Ci siamo sentiti e abbiamo agito veramente come fratello e sorella. La stessa comunione abbiamo sempre vissuto nel Consiglio Mondiale. Ringrazio ciascuno di voi personalmente, ma in modo particolare Noemi (Bertola) per il suo servizio sapiente, materno, generoso. Grazie anche ad Antonio (Boccia) per il coraggio con cui ha preso in mano l’Associazione. Non posso non ringraziare Giuseppe (Cesaroni). Abbiamo trascorso insieme tanti momenti e ho sempre ammirato la sua generosità fatta di semplicità e cordialità. Un vero modello di Salesiano Cooperatore autentico.

Ma forse il periodo più fecondo di questo mio servizio è l’anno della chemioterapia. Scoprire all’improvviso di avere un linfoma è per tutti, anche per un sacerdote, una brutta sorpresa. È un ospite inaspettato e poco gradito. Cambia la vita. Si passa di colpo da una vita attiva, fatta di impegni e viaggi, a una vita passiva. Bisogna sottoporsi a un protocollo che non lascia molto spazio a quelle che erano le occupazioni abituali. Anche per un sacerdote non è facile gestire questo tempo che sembra “perso” e da rimuovere a tutti i costi. Nella fede ho deciso di trasformare l’isolamento sterile in una solitudine feconda. Così il silenzio è diventato un luogo di dialogo con Dio e con me stesso per ritornare all’essenziale, per ritrovare i codici dell’anima e il centro della vita sempre minacciato dalla dispersione e dalla frantumazione. In questo tempo ho offerto le mie sofferenze per la Famiglia Salesiana e per l’Associazione. Mi sono sentito vicino a Gesù che ha salvato l’umanità con la sua passione e morte.

A questo punto credo di aver dato tutto: l’amore, il servizio, la sofferenza. Questi sono anche i doni che lascio all’Associazione e al mio successore al quale auguro le stesse benedizioni che ho ricevuto.

Ringrazio tutti coloro che mi hanno accompagnato in questi anni e raccolgo tutti i vostri “grazie” nella celebrazione eucaristica, cuore della Chiesa e della Famiglia Salesiana, per rendere un unico “GRAZIE” a Dio Padre che ci sostiene con amore nel cammino che continua, anche se in direzioni diverse.

Maria Ausiliatrice accompagni l’Associazione dei Salesiani Cooperatori. In questo momento di pandemia dove il campo di missione per i giovani sembra ancora più difficile e arido, la Madonna dei tempi difficili, a tempo giusto, farà piovere e farà fiorire il terreno bagnato dal sudore delle nostre fatiche.

Fraternamente in Don Bosco

Don Giuseppe Casti

Vai al sito

ExAllievi di Treviglio, un secolo con la bussola orientata al bene

Pubblichiamo l’articolo uscito su L’Eco di Bergamo sui centro anni dell’Unione Exallievi di Treviglio.

***

Compiere cento anni rappresenta assai più che sottolineare un fatto temporale per quanto utile e necessario, è un momento che fa storia da sé, come accade per i cento anni dell’Unione Ex allievi Salesiani don Bosco di Treviglio.In questo caso l’evento – ancorché
caduto in questi giorni ma rimandato a ottobre per ovvii motivi legati al covid – connota un’epoca e trasmette un cumulo di esperienze, maturate tra gli ex allievi al di fuori delle mura dell’Istituto salesiano di Treviglio, ora in tempi non più scolastici, tuttavia ricchi dell’ardore giovanile suscitato da don Bosco verso la santità quale scopo primario, sulla scia dei «probi cittadini».

Don Bosco conosceva l’animo dei giovani, li vedeva in costante e altalenante sviluppo socio- religioso-morale, sapeva che, una volta usciti dalla realtà dell’oratorio o del collegio, avrebbero incontrato problemi di non facile approccio. Ecco il passaggio dal giovane oratoriano o studente all’ex allievo, non un salto nel buio, piuttosto uno slancio organizzato in direzione di un futuro di Bene.

A Treviglio dove i salesiani erano arrivati sul finire dell’Ottocento, gli ex allievi avevano presto maturato la necessità e la gioia di stare insieme, per aggiungere esperienza e toccare traguardi di dedizione all’ideale cristiano rivolto al Vangelo. Stare insieme e ritrovarsi nei convegni annuali e in altri eventi per realizzare lo spirito di don Bosco fu dunque il momento d’avvio di un’esperienza felice. Era il 1920. Da quell’anno la successione di impegni e di raduni ha visto crescere la partecipazione degli
«ex» all’Unione, tanto che negli anni Ottanta-Novanta del secolo scorso era additata come la più numerosa in ambito nazionale e la più attiva sul piano delle iniziative, soprattutto nel periodo del cosiddetto «presidentissimo» Manlio Possenti, così definito sia per la durata del suo mandato (22 anni) sia per la qualità e quantità delle attività programmate: incontri con lo scrittore Vittorio Messori, con il presidente del Consiglio Giulio Andreotti, con l’astronauta Flavio Guidoni, con il cardinale Pappalardo, con il fisico Antonino Zichichi e con altri illustri personaggi della vita civile e religiosa, venuti a Treviglio per sottolineare l’affetto verso don Bosco e gratificati da ampie platee. Non solo dibattiti e conferenze, anche raduni tra ex e giovani, consegne di diplomi, di attestati e di premi, infine la pubblicazione della testata unionale «Ad Alta Voce», autentico filtro informativo e di collegamento all’interno della Unione.

L’Unione di Treviglio nei suoi cento anni aveva annoverato – oltre al primo presidente cavalier Mario Ramelli di Bergamo e al presidente onorario canonico don Francesco Rainoni – il cavalier Carlo Ramelli, il commendator Guido Pozzi, il cavalier Diotallevi Zeduri, il dottor Alfredo Ferri. Non cito i numerosi viventi (oggi il presidente è Gian Luca Tirloni). Segnalo tuttavia, poiché hanno avuto un ruolo qualificato nella storia della Unione, i segretari cavalier Ernesto Merisi e Alessandro Segala, mancati anni fa, e i carissimi, e vivi, Giancarlo Colombo (che ha avuto funzioni nazionali nella Federazione),Umberto Taddeo (figura storica del Centro Salesiano e punto di riferimento di centinaia di iniziative nel tempo) ed Ezio Zanenga. Questa è la vicenda di un gruppo di ex allievi orientati ad un ideale comune di fede dentro il quale si sono sviluppate tante storie di uomini e donne che, in cento anni di intima adesione, hanno amato don Bosco non solo quale Maestro e Amico della gioventù anche come padre affettuoso e gioioso capace di farli camminare, con amore fecondo, nell’itinerario della fedeltà ai Valori umani e cristiani.

Federazione Exallievi, il nuovo consigliere GEX per l’Europa è Biagio Narciso

Pubblichiamo l’annuncio della nomina del nuovo consigliere confederale GEX per l’Europa della Federazione Exallievi.

***

Biagio Narciso nuovo consigliere confederale GEX per l’Europa. A seguito delle dimissioni di Angel Gudina dalla Presidenza confederale, il nostro Biagio Narciso, dell’Unione di Caserta, è stato nominato consigliere confederale giovane per l’Europa.
Auguriamo a Biagio un buon lavoro.

Vai al sito

Suor Carmen Lucrecia Uribe FMA è la nuova delegata mondiale dell’Associazione dei Salesiani Cooperatori

Pubblichiamo l’intervista realizzata dall’agenzia ANS a Suor Carmen Lucrecia Uribe FMA, nuova delegata mondiale dell’Associazione dei Salesiani Cooperatori.

(ANS – Roma) – Il 9 maggio 2020, la Madre Generale dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, ha comunicato che è stata designata come Delegata Mondiale dell’Associazione dei Salesiani Cooperatori (ASSCC) per l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice suor Carmen Lucrecia Uribe, di nazionalità colombiana augurando passione e creatività carismatica.

Madre Reungoat ha espresso parole di ringraziamento per suor Leslye Sándigo, per la competenza e l’entusiasmo carismatico, per la sua disponibilità con cui ha realizzato il suo servizio come Delegata dell’Istituto FMA nell’Associazione dei Salesiani Cooperatori in questi anni.

La Consigliera per la Famiglia Salesiana, suor Maria Luisa Miranda, ha ringraziato l’Ispettoria colombiana “Maria Ausiliatrice” (CMA) per il senso di comunione e l’appartenenza all’Istituto e ha accolto con speranza suor Lucrecia Uribe nella nuova missione a servizio della Chiesa e dell’Istituto.

Riportiamo di seguito una presentazione e delle prime riflessioni della Delegata FMA dei Salesiani Cooperatori, suor Carmen Lucrecia Uribe.

Suor Lucrecia: il viaggio e la formazione come FMA

Sono Figlia di Maria Ausiliatrice dal 1982, anno della Professione Religiosa nell’Ispettoria colombiana “María Auxiliadora” (CMA). Fin dall’inizio, ho sentito che “essere un insegnante era la mia passione”. Ho avuto l’opportunità di formarmi in Psicologia dell’Educazione, presso la Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium” a Roma e poi mi sono specializzata in Informatica Educativa. Nei centri educativi ho lavorato come insegnante educatrice, coordinatrice e direttrice, in scuole private e statali.

Accompagnare i giovani, essere vicini a loro e alle famiglie, è stato un forte appello che mi ha aiutato a rafforzare l’identità salesiana, ad approfondire il Sistema Preventivo e a contestualizzarlo. Le sfide del mondo contemporaneo hanno portato a profondi cambiamenti nella mia vita per umanizzare ed evangelizzare la missione.

La sua esperienza con la Famiglia Salesiana

Nel 1998, quando ero Vicaria Ispettoriale, ho avuto l’opportunità di far parte della Consulta Ispettoriale della Famiglia Salesiana e avere un approccio concreto ai diversi gruppi della Famiglia Salesiana, a livello locale e nazionale.

Come Ispettrice (2005-2010) ho svolto un lavoro di animazione congiunto, soprattutto con il gruppo delle Exallieve e dei Salesiani Cooperatori. È stato un momento favorevole per realizzare progetti comuni, per rafforzare i legami e per crescere nella comunione e nel carisma salesiano. La partecipazione agli ultimi tre Capitoli Generali dell’Istituto FMA mi ha permesso di ampliare la visione e di cogliere il prezioso cammino che la Famiglia Salesiana ha fatto in questi anni.

Le radici carismatiche sono ben fondate sotto la guida dello Spirito e la mano di Maria nel cuore e nell’esperienza vissuta da Don Bosco. I rami di questo albero fertile continuano a diffondersi e mostrano una vera e propria vitalità e linfa. Viviamo nella consapevolezza che lo Spirito riversa il carisma tra tanti laici, uomini e donne, in una missione condivisa, al servizio dei bambini, degli adolescenti e dei giovani più bisognosi, in forme ed espressioni molto diverse.

Le linee di futuro dell’Associazione dei Salesiani Cooperatori

Al Congresso Mondiale nel 2018 il Coordinatore ha indicato le principali opzioni che rappresentano il trampolino di lancio per essere dove il Signore chiama ad “essere Don Bosco oggi” e basa il suo agire sui valori essenziali dell’Associazione: rafforzare la fedeltà alla promessa apostolica, accrescere il senso di appartenenza alla Chiesa, all’Associazione e alla Famiglia Salesiana, curare lo spirito di famiglia e la responsabilità condivisa.

Quindi, come Delegata Mondiale, mi impegno ad accompagnare l’Associazione camminando insieme ai giovani per costruire una società più cristiana e umana, affrontando con sano ottimismo salesiano le nuove sfide che si presentano con la certezza che il Signore Gesù continua a camminare con noi nella storia, soprattutto dopo questa grave pandemia che sta cambiando il volto del mondo e della storia.

Sono grata per la fiducia che la Madre Generale dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, Madre Reungoat, e il Rettor Maggiore dei Salesiani Don Ángel Fernández Artime, hanno riposto in me per accompagnare l’Associazione. Sono grata per il cammino realizzato dalle Delegate che mi hanno precedute, in modo particolare suor Leslye Sándigo, che ha lavorato in comunione per diffondere il carisma in questi anni. Mi affido al Signore che mi sostenga in questa nuova missione e chiedo a tutti di accompagnarmi con la preghiera e la fraternità.

A Maria Ausiliatrice, in questa novena speciale, è affidata la missione di suor Carmen Lucrecia Uribe, Delegata Mondiale FMA dell’ASSCC, e di tutti i gruppi della Famiglia Salesiana.

Vai al sito

Buona festa di Madre Mazzarello!

Pubblichiamo il messaggio di Madre Yvonne Reungoat, Superiora Generale dell’Istituto FMA, alle Figlie di Maria Ausiliatrice, giovani e Famiglia Salesiana in occasione della festa di Madre Mazzarello.

***

Roma (Italia). Il 12 maggio 2020, alla vigilia della Solennità di Santa Maria Domenica Mazzarello, Madre Yvonne Reungoat, Superiora Generale dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA), invia un messaggio alle FMA, giovani e Famiglia Salesiana.

«A voi tutte, carissime sorelle, a tutti i giovani, a tutte le giovani, al gran numero di ExAllieve/i, a tutte le persone che condividono la nostra missione, ai membri dei diversi gruppi della Famiglia salesiana, a tanti amici e familiari che sono parte della grande rete in cui l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice è connesso, auguro una

Buona Festa di Madre Mazzarello!

Celebriamo questa festa con gioia sempre, ma specialmente quest’anno, in cui stiamo iniziando la preparazione della celebrazione dei 150 anni della fondazione dell’Istituto. La situazione inedita che stiamo vivendo a motivo del lockdown non ci impedisce di sentirci in profonda comunione nel rendere grazie al Signore per la santità di Maria Domenica! La sentiamo viva e attiva nelle nostre comunità, nella nostra vita, pronta a sostenerci, a incoraggiarci, a suggerirci di essere creative.

È la Festa di Madre Mazzarello del primo dei tre anni di preparazione alla Celebrazione del 150° anniversario della nascita del nostro Istituto.
Scrivevo nella circolare 989: “Come segno di comunione proponiamo, per quest’anno improntato al ringraziamento, di vivere con speciale solennità la festa di S. Maria D. Mazzarello con una accurata e coinvolgente preparazione e lasciando emergere la gratitudine per il dono della sua santità e per l’attualità della missione salesiana nel mondo”.
Le circostanze ci hanno spinto a cercare modalità nuove, sia nella preparazione che nella celebrazione di questa solennità, ma sono certa che ogni comunità potrebbe raccontare esperienze bellissime di incontro con la Fondatrice, di conversione profonda, di accoglienza gioiosa e rinnovata del carisma; come sono certa che domani saprete dare un’impronta di riconoscenza alla celebrazione.

Vi confesso che in questi mesi mi ha fatto molta impressione pensare che la maggior parte delle nostre case erano diventate silenziose, che abbiamo dovuto interrompere molte attività o ripensarle per poterle assicurare “a distanza”, che la stessa vita della comunità religiosa è segnata dalla necessità del distanziamento fisico, dalle preoccupazioni per la salute all’interno e all’esterno, nelle famiglie, tra i destinatari della nostra azione pastorale, tra i nostri collaboratori, da un cambiamento di ritmi e di impegni. Sono rimasti in casa le/i giovani che non hanno un’altra casa, che sentono questa come la loro unica casa!

Ma sono anche impressionata positivamente dalla grande creatività per raggiungere le/i giovani, le famiglie, le persone che hanno bisogno. Abbiamo aperte vie nuove in cui non pensavamo essere capaci di entrare. La solidarietà si è moltiplicata. La fede si è consolidata dando lo spazio alla preghiera, all’incontro con il Signore. La Risurrezione di Gesù è venuta illuminare il cammino e ridarci la gioia. Maria Domenica oggi chiede ad ognuna e ognuno di noi: “sei allegra?”

L’esperienza delle epidemie in Maria Domenica

Per la grande maggioranza di noi la realtà di un’epidemia è una condizione nuova, tanto più lo è dal momento che si manifesta nella forma della pandemia, ma Maria Domenica conosceva fin da piccola le conseguenze delle epidemie: i suoi genitori avevano accolto come figlia un’altra Maria Domenica, una cuginetta, a cui il colera nel 1835 aveva tolto i genitori; gli abitanti della sua frazione stavano costruendo la chiesetta dei santi Stefano e Lorenzo e di Maria Ausiliatrice in ringraziamento della protezione ricevuta in quella stessa occasione. Ma poi ha fatto l’esperienza di un’epidemia nella sua stessa persona: è stato il momento dell’oblazione totale nella carità e nell’obbedienza: “Don Pestarino, se lei vuole, io vado. Ma sono sicura di prendere il male”. Ma, al tempo stesso, senza che potesse neppure immaginarlo, è stata una scelta determinante per la sua vita e…per noi, per l’Istituto che sarebbe nato dopo vari anni.

Quello che poteva apparire un fallimento, che portava con sé il crollo di progetti e speranze, si rivelò, invece, nel tempo, la chiave per accedere ad un disegno di Dio provvidenziale e impensabile.

L’inizio di tutto…

Quella che poteva apparire la fine di tutto era, invece, l’inizio di tutto.
Dio non la voleva solo contadina, impegnata nella sua parrocchia, disponibile a fare la catechista anche alle mamme, ma apostola del mondo giovanile femminile, attraverso l’educazione cristiana. Non le fu tutto chiaro, subito, tutt’altro.
Dalla preghiera “Signore, se nella vostra bontà volete concedermi ancora alcuni anni di vita, fate che io li trascorra ignorata da tutti, e, fuorché da voi, da tutti dimenticata”, alla visione di Borgo Alto, alla decisione di imparare a fare la sarta per raccogliere ed educare cristianamente le fanciulle del paese, si delinea tutto un percorso di docilità allo Spirito, che non le fa vedere se non un passo dopo l’altro quello che Dio vuole da lei, che stimola la sua capacità di guardarsi attorno, di vedere i bisogni e di progettare risposte… ma sempre con lo sguardo del cuore a Dio solo.

A te le affido…, ancora oggi

Questo è per noi un grande suggerimento in questo tempo, in cui tutte le nostre case non risuonano, come d’abitudine, di voci giovanili, in cui stiamo inventando modi nuovi di raggiungere, animare, educare fanciulli e adolescenti, di coinvolgere le/i giovani in questa missione.
Cosa il Signore e Maria Ausiliatrice ci stanno chiedendo? Quale volto deve assumere la nostra missione adesso e quando torneremo ad incontrarci fisicamente? Cosa vogliono che cambi nella nostra vita e nel nostro affiancare la vita che cresce?
Sappiamo solo una cosa con certezza: che l’appello della Madonna, “A te le affido, continua a risuonare nel nostro cuore come singole e come comunità, come comunità religiosa e come comunità educante, come Istituto. Sta a noi, in sinodalità, cercare cosa significa, in questo 2020, e rispondervi.
Questo è un cammino che ben si inserisce in quest’ultima fase di preparazione al Capitolo Generale XXIV.
Essere “comunità generative di vita” è saper suscitare vita là dove sembra che ci sia solo morte, speranza dove la tentazione è quella di rifiutare anche la possibilità di sognare un futuro migliore, fiducia là dove la diffidenza rischia di prendere il sopravvento.
Risvegliare la freschezza vocazionale delle origini è aiutare a spalancare cuore e orecchie agli appelli che ci raggiungono da ogni parte e ci chiedono di saper “inventare gli strumenti” per rispondervi, di dare una svolta decisiva alle scelte per mettersi a servizio di chi ha bisogno.

Un evento di grazia

In questo tempo, mi sono detta, più volte, che anche la pandemia con tutto quello che di limitazione sta comportando, è un evento di grazia, che viene a scuoterci dalle nostre sicurezze e ad invitarci ad uno sguardo nuovo sulla realtà e sul carisma.
A Maria Domenica chiese il passaggio da quella che poteva apparirle come una vita spezzata ad una maternità grande come il mondo; una maternità che è iniziata in lei, ma continua in ciascuna di noi, attraverso i quasi 150 anni di vita dell’Istituto.
Una maternità che va assumendo il volto, la lingua, le attese, i sogni di ogni popolo e di ogni giovane.
Vi lascio un compito per questo 13 maggio 2020: interroghiamo Maria Domenica perché ci indichi, come singole FMA, come comunità, come comunità educanti, come giovani, come famiglie, la strada che ci si apre, il volto per l’oggi, i cambiamenti che siamo chiamate a compiere per essere “trasparenza dell’amore di Dio e riflesso della bontà materna di Maria” (C 14), nella concretezza della società in cui ci troveremo a vivere nei prossimi mesi, quando il contagio sarà cessato, ma occorrerà riparare i tanti guasti materiali e spirituali, morali e sociali che avrà prodotto e far crescere le aperture e prospettive di bene che si saranno sviluppate.

Vi auguro un festa trascorsa in intimità dialogante con Maria Domenica, la nostra Fondatrice, in docilità gioiosa a quello che Lei ci suggerirà, in comunione profonda tra noi, con i nostri giovani, anche se fisicamente lontani loro sono sempre vicini perché abitano il nostro cuore, con tutti quelli che frequentano abitualmente le nostre case e collaborano con noi nella missione.

Maria Domenica ci accompagni e ci faccia sentire la sua maternità forte e preveniente, ci renda capaci della sua stessa donazione a Dio e ai giovani, alle sorelle e a quanti incontriamo ogni giorno, chieda a Gesù di riempire il nostro cuore della Sua gioia!

Buona festa!

Roma, 12 maggio 2020

Suor Yvonne Reungoat
Superiora Generale dell’Istituto FMA

Il sito delle FMA

Don Joan Lluís Playà è il nuovo Delegato Mondiale per la Famiglia Salesiana

Pubblichiamo l’articolo dell’agenzia salesiana ANS sulla nomina di don Joan Lluís Playà a Nuovo Delegato Mondiale per la Famiglia Salesiana.

***

(ANS – Roma) Venerdì 8 maggio, al termine della sessione del Consiglio Generale, durante la buona notte del Rettor Maggiore, Don Angel Fernandez Artime ha annunciato la nomina di don Joan Lluís Playà a Nuovo Delegato Mondiale per la Famiglia Salesiana.

Nato a Terrassa (Barcellona) nel 1947, ex alunno della Casa Salesiana di Terrassa, nel 1966 è entrato a far parte dei Salesiani ed è stato consacrato sacerdote 1977.

Ha studiato pedagogia, formazione per gli adulti, teologia pastorale e teologia spirituale e ha conseguito la Laurea in Teologia morale presso la Facoltà di Teologia di Barcellona.

1969-1972. E’ stato membro del Consiglio delle comunità di Sant Vicenç dels Horts e Girona, formatore degli Aspiranti e professore a Girona.

1975-1981. Incaricato dello studio dei ragazzi nella scuola e nella pastorale, insegnante e formatore degli aspiranti. Animatore di una comunità cristiana in un quartiere marginale di Terrassa (Barcellona).

1981-1982. Assistente dei novizi a Terrassa (Barcellona).

1982-1988 Ha fatto parte del Consiglio ispettoriale (Barcellona).

1988-1994. Direttore della comunità, insegnante e responsabile del lavoro ad Andorra.

1994-2000. Direttore della comunità, professore e responsabile dell’Opera di Barcellona-Sarrià e dal 1997 al 2000 consigliere Ispettoriale (Barcellona).

2000-2006. Consigliere Ispettoriale (Barcellona).

2000-2003 Vicario ispettoriale. Responsabile delle scuole

2003-2006 Delegato alla formazione

Tra il 2006  e il 2014 è stato ad Andorra e Barcellona-Rocafort. Consigliere ispettoriale, delegato della Pastorale giovanile. Inoltre tra il 2007-2010 ha ricoperto i servizi  di Direttore della comunità, insegnante e responsabile del lavoro e delegato ispettoriale della Comunicazione.

2011-2015.  Assistente regionale del VDB

2014-2015 Consiglio ispettoriale (SMX). Consigliere e Delegato della Famiglia Salesiana.

È stato chiamato dal Rettor Maggiore a Roma, sede centrale dal 2015 al 2020, come Assistente Centrale del VDB e del CDB. Segretario della Regione del Mediterraneo.
Insieme alla sua nuova Responsabilità continuerà ad essere l’Assistente centrale della VDB e della CDB. Il Rettor Maggiore ha ringraziato il servizio di Padre Eusebio Muñoz che dal 2014 ad oggi è stato il Delegato mondiale della Famiglia Salesiana nella Congregazione.

Vai al sito

Federazione Exallievi, la lettera del Delegato nazionale don Antonio D’Angelo

Carissime Exallieve e carissimi Exallievi,

l’isolamento a cui ci costringe il covid-19, per fortuna, non riesce a isolare i miei sentimenti e il desiderio di raggiungervi, abbracciando ciascuno di voi. Ma come è possibile sperimentare questa fusione di affetti, se io non conosco tutti voi e non tutti voi conoscono me? È possibile perché nel nostro spirito scorre lo stesso sangue, quello che nasce dal costato di Cristo e attraverso don Bosco arriva fino al nostro cuore. E allora permettetemi di abbracciarvi, uno per uno; un abbraccio virtuale, ma non per questo meno sincero.

Il mio pensiero va in particolare agli Exallievi anziani e a quelli malati, affinché il Signore non faccia mancare loro le sue carezze e il suo conforto; va ai giovani che vivono questo tempo con timore, affinché nonostante tutto possano guardare al futuro con più serenità e speranza; va a coloro che sono nella casa del Padre, affinché possano godere in pienezza le gioie del paradiso. La lontananza dalla pratica dei sacramenti ha trasformato la casa di molti di voi in piccole chiese domestiche, dove anche attraverso i social si prega e si partecipa alla Santa Messa. Continuiamo a farlo! Se apriamo le porte del nostro cuore a Cristo, sentiremo dentro di noi una forza straordinaria che ci farà guardare al domani con fiducia, scorgendo oltre la croce del Golgota i bagliori di luce di un nuovo giorno.

Sono cresciuto da ragazzo a contatto con la terra tra le verdi valli della catena degli Alburni, dove i frutti maturano, nonostante le sferzate del vento e il gelo della notte. Fin da piccolo, grazie  all’esempio di mio padre e di mia madre, ho imparato a non disperare mai, perché anche dopo il triste inverno, germogliano nei campi i semi della vita. Per questo, vi assicuro che se ci abbandoniamo in Dio la disperazione cederà il posto alla speranza e sul dolore si spalancheranno orizzonti di luce e di pace. Dio è il bastone per chi vacilla ed è la roccia per chi trema. Egli raccoglie le lacrime di chi soffre in silenzio e accarezza il volto di chi consuma i suoi giorni nella solitudine; asciuga le lacrime di chi vorrebbe vedere i propri figli sistemati e consola le coppie tristi perché non hanno bambini.

Quando mi capita di accogliere la disperazione di qualcuno che soffre un male, avverto un senso di pochezza, tanto da chiedermi: ma io che posso fare? Tuttavia, lo smarrimento dura poco, perché il pensiero che Dio c’è, mi fa sentire più forte. E così, quando sono solo in  chiesa (un fatto che mi capita spesso in questi giorni), ripongo l’affanno di ogni fratello o sorella nel Suo cuore, l’unico cuore che può contenerli tutti. Invocando Gesù, il senso del limite e della finitudine cede il posto a uno stato di grazia e di serenità, perché so che Dio non abbandona chi si fida di Lui! Voi siete tra coloro che ogni giorno presento al cuore prezioso di Gesù.

Dio non può non esistere, perché esistiamo noi! Se c’è una statua, c’è di sicuro uno scultore; se c’è un orologio, ci sarà pur sempre un orologiaio che lo ha fatto. Se c’è l’universo, c’è un Padre che lo ha creato! Ma Dio cosa deve fare di più, per dirci che esiste? Per farsi conoscere meglio, è pure diventato uno di noi e ci ha insegnato a chiamarlo con l’unico nome che, tra i tanti che gli abbiamo dato, gli piace di più. È il nome di Papà. Più noi alziamo gli occhi al Cielo, più sentiamo che Egli è Amore.

Fratelli e amici carissimi, teniamo sempre gli occhi alzati al Cielo e così di sicuro sentiremo le coccole di Dio che, come brezza leggera, daranno sollievo e respiro alle nostre anime. Vedrete che la gioia prenderà il posto della tristezza e che potremo presto gustare anche il piacere di una stretta di mano e di un abbraccio, senza più dire… che sono solo virtuali.
Dio vi benedica e vi custodisca nel suo Amore, la nostra Mamma Ausiliatrice vi protegga e don Bosco vi accompagni.

Salesiani Cooperatori, la solidarietà mondiale 2020 a sostegno delle criticità dovute al Covid-19

Pubblichiamo la lettera che il coordinatore mondiale dei Salesiani Cooperatori, Antonio Boccia, ha inviato a tutti i consigli provinciali del mondo. Per sostenere economicamente alcune criticità scaturite a seguito della pandemia, il consiglio mondiale ha indicato che la quota annuale dei consigli provinciali non venga versate bensì utilizzata per esigenze locali.

***

Carissimi Consigli Provinciali, ed in particolare Coordinatori ed Amministratori,
la settimana scorsa si è tenuto un incontro del Consiglio Mondiale, in tre sessioni suddivise per Continenti, così da favorire la partecipazione, data la differenza di fuso orario.
Nel corso delle tre Video-Conferenze abbiamo analizzato la situazione delle varie Regioni, secondo quando sta accadendo, a causa della pandemia che ormai ha colpito tutti i Paesi.
Abbiamo condiviso che bisogna intervenire per quello che possiamo nelle nostre realtà con delle forma concrete di solidarietà economica.
Oltre a continuare con le attività tipiche della nostra missione è necessario trovare nuovi modi e nuovi strumenti per intervenire.
Come Consiglio Mondiale si è deciso di destinare il Progetto Rosario Maiorano 2020 per sostenere economicamente interventi in particolari situazioni causate dall’emergenza sanitaria.
Per finanziare il Progetto verranno utilizzati i contributi delle Province per l’anno 2020.
In pratica le Province non dovranno inviare al Consiglio Mondiale il contributo per l’anno 2020, ma lo dovranno utilizzare localmente per interventi che ogni Consiglio Provinciale riterrà opportuno finanziare come forma di aiuto ai bisogni delle popolazioni locali.
Sarà cura degli Amministratori fare una relazione su come questi contributi sono stati utilizzati, inviandola all’Amministratrice Mondiale entro dicembre 2020.
E’ il modo che il Consiglio Mondiale vuole di adottare per essere vicino ai Salesiani Cooperatori in questo momento di difficoltà economica.
Siamo alla viglia del mese di maggio, dedicato alla nostra cara Maria Ausiliatrice, facciamoci suggerire da lei il modo migliore per aiutare i nostri fratelli e sorelle provati dalla pandemia.
Un abbraccio fraterno.
Il Coordinatore Mondiale
Antonio Boccia

Vai al sito

Salesiani Cooperatori, il messaggio di Pasqua del coordinatore mondiale

Pubblichiamo il messaggio per la Pasqua del coordinatore mondiale dell’Associazione dei Salesiani Cooperatori, Antonio Boccia.

***

Carissimi Salesiane Cooperatrici e Salesiani Cooperatori, Delegate e Delegati, Consiglieri Mondiali,
siamo in prossimità della Pasqua e con piacere condivido con voi questo messaggio.
L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo in questi giorni sta cambiando le nostre abitudini quotidiane. Le restrizioni che in molti Paesi si stanno attuando ci costringono ad un isolamento sociale al quale non avremmo mai pensato.
Tutti noi a vari livelli, familiare, lavorativo, associativo siamo convolti e la cosa non ci lascia indifferenti. Questa emergenza è entrata violentemente nelle nostre vite e, a volte, fatichiamo a reagire.
Ma non dobbiamo scoraggiarci.
Come Salesiani Cooperatori siamo chiamati a vivere la nostra Promessa nelle condizioni di vita in cui ci troviamo. Anche adesso che c’è questa pandemia.
Nel Congresso di Roma svolto nel 2018, come Associazione dei Salesiani Cooperatori, abbiamo accolto le sfide per il sessennio, ponendo l’attenzione su molti aspetti che ci interpellano anche in questo periodo.
Poniamo attenzione alle Famiglie, partendo dalla nostra e facendoci portatori di speranza verso quelle che vivono vicino a noi, preoccupandoci se hanno bisogno del necessario per vivere, perché ci potrebbero essere famiglie in cui manca il lavoro. Abbiamo cura degli anziani, dei malati, facendo sentire la nostra presenza nei modi in cui ognuno può fare.
Poniamo attenzione ai Giovani, che in questi momenti si sentono disorientati. Sono costretti a stili di vita non sempre vicini alla loro naturale voglia di aggregarsi e stare insieme. Diventiamo punti di riferimento da adulti nella fede trasferendo loro speranza nel futuro. Raccontiamo loro di esperienze passate vissute in situazioni simili (terremoti, guerre, …) per aiutarli a capire che insieme e con fiducia supereremo anche questi giorni difficili. Crediamo anche noi che “Tutto andrà bene”.
Poniamo attenzione ai Salesiani Cooperatori dei nostri Centri, i Delegati, gli Aspiranti per evitare il senso di abbandono che si può venire a creare per la difficoltà di comunicare, di incontrarci. Facciamoci prossimi ai familiari di coloro che sono morti a causa di questa pandemia.
Manteniamo vivi i contatti con tutti i nostri fratelli e sorelle della Famiglia Salesiana nelle realtà in cui viviamo. Fanno parte della nostra famiglia e dobbiamo avere gesti di attenzione anche verso di loro.
Accogliamo le parole di Papa Francesco che ci invita a fare emergere la creatività dell’Amore.
Come Salesiani essere creativi è un nostro tratto caratteristico.
Gli attuali mezzi di comunicazione ci vengono aiuto (video-chat, social,…). Sfruttiamoli per diffondere speranza.
Impegniamo il tempo donato per pregare, fare formazione, mantenere vive le relazioni, anche solo telefonicamente.
Troviamo modi nuovi di essere prossimi a tutti quelli che conosciamo anche con la solidarietà economica attraverso interventi locali. In questo momento sono più efficaci contatti con quelle situazioni che ogni Centro conosce.
Non possiamo far scorrere le giornate senza viverle da protagonisti dove ci troviamo, con i mezzi che abbiamo a disposizione, restando a casa e rispettando le norme imposte dai vari Governi. Anche questo è un modo per concretizzare il nostro essere “Buoni Cristiani e Onesti Cittadini”.
L’entusiasmo, la gioia, la speranza che in questi momenti riusciremo a donare è basata sulla certezza che il Signore non ci abbandona.
Lui è in mezzo a noi adesso, anche se a volte è difficile scorgere la sua presenza, ci sostiene e ci invita ad avere speranza.
Lui che è passato dalla croce del Venerdì Santo continua a dirci che dopo c’è la Domenica della Resurrezione.
Questa è la creatività dell’Amore che dobbiamo far emergere dal nostro quotidiano di questi giorni.
Auguro una Buona Pasqua del Signore a tutti e a ciascuno con insieme tutti vostri cari.
Cristo è veramente Risorto

Il Coordinatore Mondiale

 

 

Vai al sito