Opere Sociali Don Bosco, open week online per far conoscere la scuola

Dal 23 al 27 novembre 2020 le Opere Sociali Don Bosco si aprono (non ancora in presenza ma in modalità digitale e on-line) alle famiglie e ai ragazzi che vogliono conoscerci di più. I docenti, i formatori, i catechisti, gli educatori del Centro di Formazione Professionale “E. Falck” e della Scuola Secondaria di Secondo Grado “E. Breda” (Istituto Tecnico Tecnologico e Licei) si renderanno disponibili per guidarvi in tour virtuali della scuola, in lezioni aperte, in appuntamenti dedicati…

Il tutto utilizzando la app di Google Meet e il canale video di Youtube. Maggiori dettagli, gli orari delle singole iniziative, le modalità di partecipazione… verranno pubblicati su questo sito appena disponibili. Nel frattempo, per chi se lo fosse perso, è disponibile la registrazione dell’Open Day on-line di sabato 7 novembre scorso. Eccola assieme al video di benvenuto del nostro Direttore, don Elio Cesari.

 

 

Don Bosco Verona: grazie all’Associazione Mani Giovani si fa pratica di umanità

di Francesca Bonotto

Il campus dell’Istituto Don Bosco di Verona accoglie la comunità attiva con aiuti concreti alle famiglie e alle persone in difficoltà, soprattutto in questo delicato e difficile periodo di emergenza. L’attività principale comprende la distribuzione di generi alimentari per più di un centinaio di famiglie veronesi in difficoltà. Le materie prime vengono donate da imprese e attività a cui sta a cuore l’aiuto reciproco, oltre che da realtà più grandi come il Banco Alimentare e il Pastificio Rana. La varietà serve a coprire le prime necessità e i bisogni primari di grandi e piccini. Il tutto viene distribuito grazie all’associazione “Mani Giovani”, fondata una quindicina d’anni fa da un gruppo di ex-allievi dell’Istituto Don Bosco di Verona per dare continuità all’azione spontanea del salesiano don Marcello Rizzo, il quale aveva iniziato questa buona pratica come aiuto concreto alla situazione di povertà e per coinvolgere i ragazzi a cui insegnava in un progetto di volontariato sociale. L’associazione provvede, assieme ai tanti volontari e alla complicità dell’Istituto Salesiano, al confezionamento dei pacchi e alla loro consegna. L’aiuto alimentare non basta a colmare le esigenze delle famiglie e delle persone in difficoltà, ma rappresenta un punto di partenza e una sicurezza essenziale. Il rapporto che l’associazione è riuscita a creare con le persone racconta la cura del progetto sociale e umanitario: una piccola differenza di grande valore.

Guarda il video

 

X edizione del Festival della Dottrina sociale della Chiesa a Torino

Dal 23 al 26 novembre Torino sarà protagonista del percorso intitolato ‘Memoria del futuro‘ per la decima edizione del Festival della Dottrina sociale della Chiesa.

Di seguito il comunicato per l’invito alla partecipazione e la locandina dell’evento.

Visita il sito dell Evento

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Gentilissime/gentilissimi

Il Festival della Dottrina Sociale della Chiesa (DSC) è l’evento culmine di un anno di impegni e attività, che alla fine di novembre, oramai da 9 anni, si svolge con partecipanti da tutta Italia e diversi Paesi del mondo a Verona, mossi ed ispirati dalla gratuità del bene comune, dalla sussidiarietà e solidarietà nel confrontarsi, ritrovarsi e fare rete sui propri territori. Questi i principi ispiratori della Dottrina Sociale della Chiesa, che assieme all’idea cardine della persona al centro, propone valori universali, condivisibili anche dai non cattolici. Monsignor Adriano Vincenzi ha chiuso la scorsa edizione dichiarando che il Festival nella sua continuità sarebbe giunto in 10 città nel 2020.

Torino è la città dei santi sociali, protagonisti attivi dell’evangelizzazione. La Chiesa torinese, con la sua ricchezza di carismi ed organizzazioni, ha sempre mantenuto nel corso dei decenni questa sua caratterizzazione specifica, di essere nella società civile seme e fermento della novità di Cristo. Per questo e altri motivi abbiamo deciso di proporre la nostra città ad ospitare una serie di iniziative a partire dal 23 novembre al 26 novembre 2020. Il titolo del percorso è:

 

MEMORIA DEL FUTURO

Comunità educanti e imprenditive:

le radici torinesi della Dottrina Sociale della Chiesa

per alimentare il futuro

 

L’Obiettivo del percorso non è solo promuovere un evento ma è la proposta di scrittura della CARTA DEI VALORI DI TORINO: la declinazione dei valori della DSC alla luce della realtà del territorio torinese con riferimento alle azioni concrete che i cattolici locali condividono e propongono a tutti i soggetti del territorio.

Gli incontri si svolgeranno in diretta live dal canale Opera Torinese del Murialdo e dal canale Atelier dell’Impresa Ibrida.

Altri incontri si svolgeranno sulla Piattaforma ZOOM con iscrizione obbligatoria.

Nella speranza di trovare la vostra adesione vi chiediamo di divulgare a tutte le persone che riterrete interessati.

Mi è gradita l’occasione per porgere cordiali saluti.

Alessandro Svaluto Ferro

Direttore Pastorale Sociale e del lavoro

Cnos Fap Perugia, da 40 anni incoraggia i giovani “a una vita degna di essere vissuta”

Il 20 novembre il CNOS-FAP Don Bosco Perugia, ricorda i 40 anni del primo giorno di lezione (20 novembre 1980). Anni che senza dubbio hanno lasciato una traccia profonda nel territorio umbro e perugino ma soprattutto nei cuori di tante generazioni di allievi. È un’occasione per ricordare, ringraziare e gioire.

Grazie alle tantissime persone, ai Salesiani, alle istituzioni regionali, a tutti i formatori, alle aziende che collaborano alla nostra formazione, a tutti gli allievi che hanno scelto e frequentato i nostri corsi.

Condividiamo ora, i ricordi di uno degli “iniziatori” della formazione professionale salesiana a Perugia, quelli dell’attuale direttore generale del CNOS-FAP Umbria Elvisio Regni.

“Prima di diventare direttore del Centro ho fatto il formatore per 17 anni. I ragazzi hanno lasciato una traccia profondissima in me, donandomi moltissime soddisfazioni. Il rapporto con loro è un’esperienza insostituibile sia durante la formazione, sia dopo. Vederli crescere, maturare, trasformare, avviarsi nella vita mi ha sempre riempito immensamente di gioia.

I 40 anni di formazione professionale salesiana hanno sicuramente inciso sul territorio perugino e umbro in genere. Basta andare nelle aziende, nei cantieri per vedere quanti exallievi si sono già inseriti nel mondo del lavoro, che si sono fatti una famiglia, una posizione e restano riconoscenti al Don Bosco per l’educazione ricevuta. Tra gli exallievi abbiamo tantissimi piccoli imprenditori, persone ora di successo, pur essendo stati ragazzi che venivano da situazioni molto difficili.

Il Don Bosco ha veramente seminato tanto. Alcuni anni fa, fu fatta una ricerca “Dai valori ai lavori” e venne fuori che circa il 10% dei ragazzi che erano usciti dal nostro centro avevano aperto un’attività in proprio. Questo è un dato estremamente importante e incoraggiante. Il nostro centro è rimasto fedele al carisma di Don Bosco, perché sempre ci siamo dati questo obbiettivo, riportare i ragazzi ad una vita degna di essere vissuta. Alcuni probabilmente non avevano bisogno di noi, ma tanti li abbiamo veramente salvati. Sono convinto che Don Bosco ci abbia messo la mano.

Quale è il mio desiderio per il futuro? Il mio desiderio è che diminuiscano i problemi in modo che le attività si svolgano più serenamente e che cessi la precarietà che stanca tutti. Vivendo questa realtà così difficile dentro di me dico: “ma tu pensa a quello cha ha fatto Don Bosco! Pensa ai problemi che ha affrontato e io mi lamento dei miei problemi? Non ha minimamente senso.

Certamente la cosa che mi ha sostenuto in tutti questi anni è stato l’ambiente salesiano e il sostegno della comunità educativa, ispirata ai valori universali di Don Bosco. Grazie a tutti voi per il sostegno e la collaborazione”.

Elvisio Regni, Direttore generale

 

Cnos Fap Umbria

Casa don Bosco resta aperta on line come museo virtuale

Pubblichiamo l’articolo di Marina Lomunno, uscito su Avvenire, sull’apertura online del museo Casa Don Bosco di Valdocco, inaugurato il 14 ottobre ma momentaneamente chiuso al pubblico per l’emergenza sanitaria.

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«Benvenuti a Valdocco, culla del carisma salesiano. Qui don Bosco e sua mamma Margherita hanno accolto i primi ragazzi di strada, i primi orfani. Qui siamo nati noi, salesiani di don Bosco. Sono sicuro che questa casa ti racconterà il grande dono che è don Bosco per i giovani e per la famiglia salesiana di tutto il mondo».

Sono le parole di don Ángel Fernández Artime, rettor maggiore e decimo successore del santo dei giovani che accolgono i visitatori del nuovo Museo aperto al pubblico nella Casa Madre dei salesiani, con accesso dal cortile interno della Basilica di Maria Ausiliatrice, lo scorso 4 ottobre ma momentaneamente chiuso a causa dell’emergenza Covid.

A tagliare il nastro con le autorità (lo spazio espositivo ha il patrocinio della Regione Piemonte e della città di Torino) è stato il rettor maggiore stesso che ha sottolineato come già il nome dato al Museo “Casa don Bosco” indichi lo spirito con cui si è pensato. E cioè, in 4mila metri quadrati, tre piani e 27 spazi espositivi, si vuole condurre il visitatore dai luoghi della prima comunità dell’oratorio inventato da don Bosco, spazi poveri e semplici come il refettorio dove mangiavano i primi ragazzi, alle camerette del santo, al lungo corridoio dove passeggiava confessando i suoi giovani, fino alle testimonianze provenienti da tutto il mondo dell’avventura educativa che oggi ha raggiunto i ragazzi “discoli e pericolanti” in 133 nazioni dei 5 continenti, come ha sottolineato don Cristian Besso museologo di Casa don Bosco.

«Ciò che desideriamo trasmettere a chi entra nel Museo – evidenzia don Guido Errico, rettore della Basilica di Maria Ausiliatrice – è il senso della comunità che ha creato attorno a sè don Bosco, con un piccolo nucleo di ragazzi poveri e orfani che vivevano qui giorno e notte, di una famiglia che oggi è diventata una “multinazionale educativa” con 14mila salesiani sparsi per il mondo, 30 santi e venerabili che perpetuano il sistema preventivo casa-scuola- mestiere ed educazione alla fede ma che non ha perso il senso delle origini: pastorale giovanile per i giovani più bisognosi, pastorale missionaria, devozione a Maria, pilastro del carisma salesiano».

Mamma e insegnante, una laurea in Storia dell’arte e una specializzazione in Museologia, Stefania De Vita è la direttrice del Museo che ha coordinato l’allestimento durato due anni catalogando migliaia di pezzi, «dagli oggetti personali di don Bosco a un affresco del ’300, ai paramenti dei primi collaboratori del santo, uno per tutti Michele Rua, dalle pietre che i ragazzi raccoglievano nei fiumi cittadini, il Po e la Dora, e portavano a Valdocco per costruire l’oratorio: il materiale espositivo è talmente ricco che ci sono due archivi a disposizione e i “pezzi” che non sono ancora visibili, nonostante l’ampiezza della superfice a disposizione, ruoteranno periodicamente nelle teche delle sezioni del Museo».

Insomma La Casa don Bosco non si può raccontare bisogna viverlaperché qui si respira il miracolo della vita di un santo contadino che, partito con la mamma dalle colline alla porte di Torino, ha saputo realizzare un sogno: dare speranza alla gioventù derelitta della Torino dell’Ottocento, conclude don Leonardo Mancini, ispettore dei salesiani del Piemonte e della Valle d’Aosta: «Riscoprire le nostre origini percorrendo queste sale dove è nata la famiglia salesiana ci fa riscoprire l’idea di famiglia che ha spinto don Bosco a fondare la congregazione per dare di più ai ragazzi che hanno avuto di meno. Questi muri ci ammoniscono che questa continua ad essere la nostra missione».

«Purtroppo a causa della recrudescenza dell’epidemia che con l’ultimo Dpcm ha decretato il Piemonte Zona rossa da venerdì 6 novembre il Museo è chiuso – conclude don Errico – ma in un mese di apertura abbiamo staccato ben 1.600 biglietti e avevamo già molte altre prenotazioni. Speriamo che la Pandemia si affievolisca e che nel periodo natalizio “Casa don Bosco” possa riaprire». Per il momento sul sito www.museocasadonbosco.it si può entrare nel Museo virtualmente: quando sarà possibile la visita, gratuita e se si desidera guidata dai volontari, occorrerà prenotarsi alla mail: info@museocasadonbosco.

Avvenire

TGS Nazionale presenta il programma della Formazione on line 2020/2021

Il Consiglio Direttivo Nazionale dell’Associazione di Promozione Sociale TGS (Turismo Giovanile e Sociale) ha presentato una serie di incontri on line riservati ai soci TGS di tutta Italia che si terranno dal mese di novembre 2020 al mese di giugno 2021 utilizzando la piattaforma Google Meet.
Questa iniziativa nasce spontaneamente da una idea iniziale della “Commissione giovanile TGS Nazionale” che raccoglie giovani soci TGS da tutta Italia. La proposta è stata successivamente fatta propria dal Consiglio Direttivo Nazionale che il mese scorso ha avviato un sondaggio tra tutti i gruppi locali per definire nel dettaglio contenuti e modalità della formazione on line.
Il programma di formazione strutturato e articolato in collegamento remoto, seguendo l’esempio di analoghe iniziative di coinvolgimento dei soci “on line” dei mesi scorsi, come la rubrica “Viaggiando da casa” del blog TGS Nazionale, intende dare continuità alla formazione dei volontari e degli animatori nel territorio locale e, al contempo, rafforzare la rete associativa a livello nazionale, creando così momenti di incontro e confronto tra TGS Nazionale e gruppi locali. È importante sottolineare che si tratta di un percorso di formazione e di crescita nell’appartenenza associativa.
L’associazione salesiana TGS risponde in questo modo all’emergenza sanitaria che stiamo vivendo e al conseguente annullamento delle occasioni di incontro in presenza per tutto il 2020: l’Assemblea Nazionale, inizialmente prevista a Mogliano Veneto, si è svolta on line lo scorso mese di aprile, mentre il Weekend Formativo assieme a CGS (Cinecircoli Giovanili Socioculturali), previsto a Torino a fine ottobre, è stato rinviato al prossimo anno. 
Il programma di “Formazione TGS Nazionale on line 2020/2021” risponde non solo ad una esigenza pratica e concreta di contatto e sostegno ai gruppi locali in questo periodo storico, ma anche e soprattutto a un desiderio di apprendimento e condivisione espresso dagli stessi soci TGS di tutta Italia. Inoltre questo programma prefigura una possibile modalità di approfondimento delle tematiche legate al turismo giovanile e sociale che, in caso di riscontro positivo, potrebbe essere riproposta negli anni a venire, a complemento e integrazione della più tradizionale formazione in presenza.
Gli incontri della Formazione TGS Nazionale on line 2020/2021 si terranno con due appuntamenti mensili il lunedì sera, dalle 21.00 alle 22.00, seguendo tre percorsi distinti ma complementari tra loro:

  • Ambito carismatico: identità, senso di appartenenza e vita associativa
  • Ambito comunicazione: raccontarsi e saper raccontare l’associazione
  • Ambito gestionale: nuove competenze per guidare l’associazione

Il programma di incontri alterna sessioni di studio proposte dai diversi membri del Consiglio Direttivo TGS Nazionale, interventi di relatori provenienti da altre realtà salesiane quali Salesiani per il Sociale, momenti di confronto e condivisione tra i gruppi TGS locali di tutta Italia. 
Nella sezione “Proposte, progetti e idee per il futuro: il dialogo con altre esperienze e realtà diverse” saranno presenti illustri ospiti: Don Gionatan De Marco, Direttore dell’Ufficio Nazionale per la pastorale del tempo libero, turismo e sport della CEI; Roberto Cavallo, fondatore della cooperativa Erica (Educazione, Ricerca, Informazione e Comunicazione Ambientale) ed esperto di turismo sostenibile; Maurizio Testa, Presidente di Artès ed esperto di turismo esperienziale; Anna Rastello, viaggatrice, blogger ed esperta di scienze umane.
Alla pagina “Formazione On Line” del blog TGS Nazionale è disponibile il programma costantemente aggiornato nonché i link ai moduli d’iscrizione per ciascuna sessione.

Guarda il programma

 

Salesiani Scandicci, apre la comunità semiresidenziale: “In tempo di chiusura…noi apriamo!”

Dal sito dei Salesiani di Scandicci.

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Oggi, venerdì 13 Novembre, memoria del Beato Artemide Zatti (infermiere), annunciamo l’apertura della Comunità Semiresidenziale, un bel segno di apertura alla città e al territorio in tempo di chiusura.

”In ognuno di questi ragazzi, anche il più disgraziato, v’è un punto accessibile al bene. Compito di un educatore è trovare quella corda sensibile e farla vibrare”. Per chi frequenta ambienti salesiani (o conosce Don Bosco) questa frase la conosce molto bene. E’ stata radice, faro e orizzonte chiaro, per tutto il percorso di riflessione e realizzazione della nostra comunità semiresidenziale per minori Michele Magone a Scandicci. 

Due anni di riflessione, discernimento, studio, coinvolgimento di molte persone e professionalità, lavori e scelte, e adesso “Ci siamo!”. “Ci siamo” (finalmente!) è la frase che ricorre di più nei messaggi, nelle chiamate, negli incontri  che abbiamo fatto in questi giorni. E “Ci siamo” vuol dire “Esserci”, in modo pieno, essenziale, vuol dire “stare”… ad abbracciare,  ad incontrare, a sorridere, a piangere, a parlare, ad ascoltare. 

Un’idea che nasce anche come risposta ad un’esigenza del territorio per il quale  la tutela dell’infanzia e dell’adolescenza ha sempre rappresentato una delle priorità nelle  politiche sociali e dove la sinergia con l’attività de La Melagrana Associazione di Promozione  Sociale Aps e dei Salesiani di Scandicci, che da sempre si propongono di realizzare attività  di prevenzione e di supporto alle famiglie, ha portato alla costituzione di una rete educativa  solida.  

La Semiresidenziale, situata in una vera e propria casa, accoglierà fino a 18 ragazzi al giorno,  maschi e femmine, dai 6 ai 14 anni, inviati dai servizi sociali del territorio o dall’associazione  stessa e sarà aperta dal lunedì al venerdì dalle 13.00 alle 19.00. 

A sostegno dei ragazzi è stata creata un’Equipe di educatori che metterà a disposizione tempo  e professionalità insieme a un gruppo di volontari attivi, pronti a condividere con passione le  varie sfide che si presenteranno. Una comunità educativa che accompagna, come una famiglia,  in questo lungo e meraviglioso cammino. Tutto con un obiettivo ben preciso: la relazione e la  fraternità.  

Guardando a don Bosco ed inserendoci nella cornice educativa del Sistema Preventivo, siamo  pronti a partire con questo nuovo e stimolante progetto, consapevoli che mentre tutto chiude,  noi apriamo. 

Oggi è Venerdi 13 Novembre 2020 

Si, venerdì 13… e per di più del 2020! 

No, non siamo scaramantici: siamo solo coraggiosi! 

Presidente La Melagrana Aps 

Yuna Kashi Zadeh

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Bari Redentore, l’intervista a don Francesco Preite: “Clan in agguato, i nostri ragazzi tornino a scuola”

La Repubblica ha intervistato don Francesco Preite, parroco e direttore di Bari Redentore sull’emergenza che sta travolgendo le famiglie in difficoltà: senza una connessione, seguire la scuola a distanza è impossibile. E i ragazzi hanno bisogno della scuola.

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L’ultima telefonata è arrivata da una mamma. «Viviamo in un monolocale in quattro: io, mio marito e due figli – ha implorato – Senza connessione Internet, senza un dispositivo per collegarsi alle lezioni. Mio figlio ha bisogno della scuola». Ancora un appello che ha fatto tremare il cuore di don Francesco Preite, direttore dell’istituto salesiano Redentore. Al parroco del quartiere Libertà i genitori affidano le loro ansie per i pericoli quotidiani e per le incognite sul futuro. «Comprendo le decisioni che servono ad arginare la pandemia – ripete don Francesco – ma ci sono ragazzi fragili da tutelare. Per loro uno Stato previdente deve immaginare qualche eccezione».

Chi sono i suoi ragazzi?
«Sono giovani con l’intelligenza nelle mani. Ragazzi svegli e vivaci, con grande praticità ed enorme voglia di applicarsi. Non mi piace stigmatizzarli come giovani che hanno vissuto un fallimento nel tradizionale percorso scolastico, ma certamente sono arrivati da noi perché hanno avuto delle difficoltà. Ora studiano per diventare elettricisti o meccanici».

Voi intervenite in piena età dell’obbligo scolastico.
«Al momento abbiamo 60 ragazzi da 14 a 18 anni. Nello specifico una ventina sono più grandicelli e hanno un percorso già avviato, giunto ormai alla fase dei tirocini e degli stage, mentre due classi da 20 allievi ciascuna sono in pieno obbligo formativo, da 14 a 16 anni. Abbiamo partecipato anche a un avviso pubblico contro la dispersione scolastica».

I più piccoli sono arrivati a gennaio.
«E subito il lockdown ha interrotto le lezioni in presenza. Neppure il tempo di ritrovarsi a settembre, che l’ordinanza regionale ha imposto anche al Redentore la Fad, ovvero la formazione a distanza, esattamente come per la didattica nelle scuole statali. Questa pandemia sanitaria si sta trasformando sempre più in pandemia educativa, con disastri ed effetti peggiori. Evidenzia le disparità di chi possiede e di chi non ha i mezzi, mette a nudo le fragilità di una società che non riesce a tutelare e a garantire i diritti specialmente alle fasce più giovani e più fragili».

Gli appelli delle famiglie sembrano rimbombare.
«Le lezioni da casa non sono uguali per tutti: il mondo della formazione professionale non ha ricevuto alcun aiuto per sostenere l’acquisto di device per le famiglie. Purtroppo l’alternativa è la strada, e per strada non ci sono sempre persone amiche. Ci sono i clan, che non aspettano altro che approfittare delle difficoltà della povera gente».

I ragazzini senza scuola sono le prede più appetibili, quando la crisi morde.
«Io sono preoccupatissimo, perciò chiedo di intervenire prevedendo una serie di deroghe. Noi abbiamo un numero davvero esiguo di alunni: disponiamo peraltro di spazi enormi, in cui sarebbe possibile frequentare le lezioni delle materie base rispettando tutti i protocolli di sicurezza e le distanze necessarie».

La Puglia rischia di diventare zona rossa.
«Non metto in dubbio che la priorità sia tutelare la salute e contenere il rischio del contagio. Ma mi chiedo: fra la strada e la scuola, quel è il luogo più sicuro? Pensiamo almeno ai minorenni in pieno obbligo formativo. La strada certamente non rispetta i protocolli sanitari. Non rubiamo loro il futuro: stiamo vedendo con quale forza e con quale violenza si esprime poi la rabbia dei ragazzi delle periferie del mondo, che si sentono derubati e dimenticati. È ora di intervenire, di trovare una soluzione condivisa. Prima che sia troppo tardi».

 

FCA riceve un riconoscimento dall’UNHCR per l’inserimento lavorativo dei rifugiati formati al CFP dell’Agnelli di Torino

Pubblichiamo un articolo uscito su Avvenire dove si riporta la notizia del riconoscimento ottenuto da Fiat-Chrysler “Welcome Working for refugee integration per l’impegno nell’inserimento lavorativo dei rifugiati. Questi ragazzi, prima di lavorare per FCA, sono stati formati dal Cnos Fap dell’istituto Agnelli di Torino.

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L’UNHCR (United Nations High Commissioner for Refugees) ha conferito oggi a Fiat-Chrysler il prestigioso logo Welcome Working for refugee integration per l’anno 2019, per l’impegno dimostrato nella promozione di interventi specifici per l’inserimento lavorativo dei rifugiati. Il riconoscimento è stato assegnato grazie alla partecipazione di Fca al progetto MOI, “Migranti, un’Opportunità d’Inclusione”, nato da un’intesa tra il Comune di Torino, la Regione Piemonte, la Città Metropolitana di Torino, la Prefettura, la Diocesi di Torino e la Fondazione Compagnia di San Paolo. L’obiettivo è di contribuire alla risoluzione della condizione dell’ex-MOI di Torino (Mercato Ortofrutticolo all’Ingrosso, divenuto villaggio olimpico per l’Olimpiade invernale Torino 2006) dove quattro stabili erano occupati (fino a luglio 2019) da diverse centinaia di persone immigrate, in condizione di degrado e disagio, alle quali il progetto ha offerto percorsi di accompagnamento individualizzato per l’autonomia abitativa e lavorativa e concrete opportunità di inclusione sociale.

L’impegno di FCA nel progetto, grazie ad una collaborazione con la Fondazione Compagnia di San Paolo, è consistito nell’organizzazione e nell’erogazione di un percorso formativo rivolto a 15 persone del MOI (gli stati di provenienza erano Sudan, Nigeria, Somalia, Burkina Faso, Ghana, Mali, Togo), con la finalità di prepararli al mondo del lavoro. Il percorso formativo si è focalizzato sulle competenze richieste dal processo produttivo:
– Formazione generale (200 ore, inclusa lingua italiana e conoscenze tecniche di base): realizzata dal Centro Nazionale Opere Salesiane – Formazione e Aggiornamento Professionale (CNOS FAP) con il contributo di FCA e della Fondazione Compagnia di San Paolo
– Formazione specialistica (160 ore, conoscenze World Class Manufacturing): realizzata direttamente da docenti FCA
– Patentino da carrellista (40 ore)

Al termine del percorso formativo le persone sono state introdotte al mercato del lavoro italiano, grazie anche al coinvolgimento da parte di Fca di alcune Agenzie per il Lavoro e, quattro di loro, John (Nigeria), Mare (Burkina Faso), Adam e Amir, entrambi del Sudan, sono stati impiegati, ad ottobre 2019, nello stabilimento Sevel di Atessa (Chieti), con contratto di somministrazione annuale. “L’inserimento lavorativo dei quattro rifugiati è stato un successo sotto il profilo professionale, con il rinnovo contrattuale appena arrivato per gli aspetti di inclusione sociale, con il team Sevel e la comunità locale per temi più personali come la possibilità di supportare in modo continuativo la famiglia rimasta nel paese di origine e di considerare il ricongiungimento familiare”, sottolineano fonti aziendali.

Avvenire
CFP Agnelli

 

Pastorale Giovanile ICP, 15 novembre è MGS Day: nel cuore del mondo!

Il tradizionale appuntamento dell’MGS Day, che raduna più di 500 giovani del Movimento Giovanile Salesiano, si terrà quest’anno in versione online nella giornata di Domenica 15 Novembre.

La partecipazione all’evento sarà possibile grazie alle dirette streaming accessibili su:

Pagina Live di PGDonBosco
Pagina Facebook di MGS Piemonte e Valle d’Aosta
Pagina YouTube di MGS Piemonte e Valle d’Aosta

Visita su PGDonBosco la landing page dedicata

Il programma della Mattinata prevede:

  • ORE 9.15

    Accoglienza on line. Scaldiamo i motori.

  • ORE 9.30

    Ci siamo tutti? Si parte!

    L’Ispettrice, Sr Emma Bergandi introduce al senso della giornata.

  • ORE 09.40

    Breve presentazione del testimone che avremo nel pomeriggio: Andrea Franzoso.

  • ORE 09.45

    Una sfida da vivere insieme.

11:00 CELEBRAZIONE EUCARISTICA

PER CHI NON PUO’ PARTECIPARE IN PRESENZA.
Dalla Basilica Maria Ausiliatrice di Torino.

PAUSA PRANZO

IL CORTILE DIGITALE.
Don Alberto Goia, attraverso la piattaforma Zoom, guiderà il momento di animazione.

Il programma del Pomeriggio prevede:

  • ORE 14.30

    Si riprende tutti insieme.

  • ORE 14.45

    Il SOGNO DEI NOVE ANNI.

    Come non ve lo hanno mai raccontato.

  • ORE 15.00

    La parola al testimone del giorno: ANDREA FRANZOSO

  • ORE 16.00

    Si lavora e condivide per centri salesiani di appartenenza.

17.00: CONCLUSIONE DELLE ATTIVITÀ

Si riprende tutti insieme;
Saluti dell’Ispettore, don Leonardo Mancini;
Saluti finali.