Avvenire – Latina, i giovani si ribellano al video che esalta la mafia

Su Avvenire di oggi, Igor Traboni parla del video girato a Latina dove si inneggia alle malefatte di un clan criminale. Tra le reazioni a questo episodio, si riporta anche quella della Comunità Salesiana con il parroco don Francesco Pampinella.

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Non si è ancora spenta l’eco del video messo online due settimane fa e girato a Latina in cui alcuni giovani inneggiano alle malefatte di un clan criminale, con musica rap e parole choc per esaltare il potere dei clan, i soldi guadagnati facilmente con attività illegali, l’uso delle armi e di ogni altri tipo di violenza per il controllo del territorio, il disprezzo per pentiti e “infami”. Ma altrettanto forte è stata la reazione delle istituzioni e della società civile a Latina, capoluogo di quella provincia del Lazio meridionale dove le infiltrazioni malavitose sono oramai una costante, nonostante il grande impegno delle forze dell’ordine. «Sì, la città ha reagito, ma non da adesso», affermano praticamente all’unisono Gianmarco Proietti e Cristina Leggio, assessori alla pubblica istruzione e alle  politiche giovanili, a margine di un documento da loro redatto che pure ha innescato una profonda riflessione in diversi settori cittadini. «Noi pensiamo che i giovani abbiano sempre ragione, anche quando hanno torto – scrivono tra l’altro i due amministratori -. Spesso gli adulti più evidentemente sensibili vorrebbero capire quelle ragioni, anche quando sono espresse in un video che fa paura, dove il branco ghigna e mostra i denti. Ci si dimentica però di un aspetto molto evidente: gli adolescenti non ci chiedono di essere compresi. Loro hanno bisogno di essere rispettati e di
trovare, nella relazione con gli altri, la possibilità di definirsi ed integrarsi». Insomma, si chiedono e chiedono Proietti e Leggio, «è davvero solo una questione educativa?», argomentando come bisogna far di conto con «un mondo degli adulti che rimane indifferente, un altro che fa di tutto per capire e si sente in colpa, un altro che immagina la punizione esemplare ed un altro, che si intravede anche nel video, cinico e arrogante, che sfrutta, plagia e conta i soldi». «Ecco perché – aggiunge Proietti – abbiamo messo in campo una serie di progetti su povertà educativa e abbandono scolastico, d’intesa con le stesse scuole e con le famiglie».

Proprio quello che succede ad esempio nell’oratorio della Cattedrale di San Marco, curato dai salesiani, frequentato da 800 tra ragazzi e giovani. «È il centro della città e ci impegniamo perché da qui si possa irradiare qualcosa di buono», racconta il parroco don Francesco Pampinella. Gli spazi ci sono, anche per quei genitori che per vari motivi non possono accompagnare la crescita educativa dei figli, o per attività come quella teatrale. E ora sta per partire il progetto “Fuori orario” che, assieme al Comune, coinvolge il Centro sportivo italiano, pure molto radicato a Latina insieme ad altre presenze associative, dagli scout ad Azione cattolica. Per non parlare poi delle parrocchie cittadine, ogni giorno su quella strada di un impegno spesso silenzioso ma concreto, nel solco dell’impegno pastorale tracciato dal vescovo Mariano Crociata. Il progetto “Fuori orario” prevede animazione di strada, anche nei due parchi cittadini dove tanti ragazzi gravitano, come pure esperienze ludiche e sportive negli spazi del “Don Bosco” e l’ascolto di situazioni di emergenza per la fascia di età dai 15 ai 30 anni. «Vogliamo continuare a rispondere così, anche attivando case di quartiere come punti di incontro e ritrovo. Compreso il rione popolare che ha fatto da sfondo a quel video, con il quale – chiosa l’assessora Leggio – purtroppo non abbiamo scoperto nulla di nuovo».

Salesiani Sicilia, le pagelle bibliche di Sanremo

Premessa: Molti giornalisti e critici di musica in queste settimane sanremesi si sono dilettati nelle dare voti ai cantanti che in queste sere si sono alternati sul palco. Interessante è stato sperimentare questo particolar modo di scrittura: ascoltare le canzoni e cercare di dare i miei voti. Come vedrete sono voti un po’ particolari! Non contengono numeri “normali” ma ha riferimenti a qualcosa di Più Grande. Affinché fra tante parole ciascuno possa scorgere La Parola che cambia la vita, la Parola di Dio.

Istruzioni per l’uso: Approfondisci i commenti, in particolar modo i passi biblici, facendoti accompagnare dalla tua guida spirituale.

Aiello – Ora: “Mi sono perso nel silenzio delle mie paure. L’atteggiamento di uno stronzo, invece era terrore”. Quanto è difficile alle volte riuscire a tagliare con il passato. Ci sono mostri che non permettiamo di lasciarci; li facciamo tornare sempre più spesso alla mente. Talvolta rimpiangiamo un passato, che non ci ha fatto stare bene, solo perché abbiamo paura del futuro. In questa canzone Aiello ci canta di una storia finita e mai dimenticata che, a giudicare dal “grido” di dolore espresso, deve fargli ancora male.
VOTO Esodo 16 – Il popolo d’Israele rimpiange la schiavitù in Egitto –

Annalisa – Dieci: “Forse lo sai già Che ho bisogno di quello che ho perso”. Annalisa in questa canzone ci racconta la storia di chi è chiamato a perdonare e non una sola volta. Perché perdonare non vuol dire dimenticare ma amare nonostante tutto e per farlo, alle volte, servono almeno “dieci ultime volte”.
VOTO Matteo 18, 21-35 – Signore quante volte dovrò perdonare mio fratello? –

Arisa – Potevi fare di più: “A che serve un cammino senza avere una meta”. Arisa con tutta la sua potenza vocale ci ricorda che se non c’è un motivo che ci spinge, tutto il resto non ha senso. Posso fare le cose più belle di questo mondo; ma se non possiedo ciò che mi mette in movimento… non avrò mai fatto abbastanza. E cos’è che mette in movimento se non l’amore? Non a caso, Dante ebbe a scrivere che è proprio l’Amore a muovere il sole e le altre stelle. Se l’amore non è il mio motivo fondante potrò avere tutto ma non avrò niente.
VOTO Matteo 19, 16-22 – Il giovane ricco –

Di Martino e Colapesce – Musica leggerissima: “Il maestro è andato via Metti un po’ di musica leggera Perché ho voglia di niente”. Quanto è importante nella vita avere una guida, un amico dell’anima? Non avere una guida è un po’ come un’orchestra senza maestro che si accontenta di suonare solo musiche leggere. E quello che, parafrasando, ci dicono i due artisti siculi in questo brano. Senza un buon maestro (e ancora di più, senza Il Maestro) la nostra musica è leggera, anzi leggerissima. Ma noi siamo chiamati a suonare sinfonie. Se manca questa relazione il rischio è quello di chiudersi in sé stessi e non uscire più dal nostro luogo sicuro.
VOTO Giovanni 20, 19-31 – Apparizione ai discepoli (chiusi in casa)

Coma_Cose – Fiamme negli occhi: “Resta qui e bruciami piano come il basilico al sole sopra un balcone italiano”. È molto bella la similitudine, cantata nel brano, tra una coppia e il fuoco. Effettivamente l’amore è proprio come il fuoco: quando inizia non è altro che una scintilla ma, poi, se alimentato e ben curato diventa un fuoco vivo, che ha bisogno di cura e anche di limitazioni per non essere un incendio distruttivo. L’amore è quel fuoco che ci spinge fuori da noi stessi e ci permette di farci capire e comprendere.
VOTO Atti 2,1-4 – La Pentecoste –

Ermal Meta – Un milione di cose da dirti: “Senza nome io, senza nome tu E parlare finché un nome non ci serve più”. Nelle prime frasi di questa canzone possiamo ritrovare tutte le nostre relazioni, tutte le nostre amicizie. Se ci pensiamo quando conosciamo una persona inizialmente è senza nome, poi se la conoscenza si approfondisce. Tanto che arriva un momento in cui non serve neanche più avere quel nome davanti a noi per ricordarcelo. Che bello sarebbe se le nostre relazioni sfociassero in questo stile di vita, in cui l’altro è presente in me anche quando non è presente con me.
VOTO Giobbe 42, 1-6 – Io ti conoscevo solo per sentito dire –

Extraliscio e Davide Toffolo – Bianca luce nera: “Ti ho cercato in ogni cosa. E ti ho trovato e ti cerco ancora”. Uno dei personaggi biblici che mi ha colpito è sempre stato Abramo. Lui è l’emblema dell’uomo in cammino che non si accontenta. Nella sua vita più volte ha incontrato il Buon Dio eppure non si è mai sentito arrivato. Perché l’amore non è mai un punto di arrivo, ma un punto di cammino di continua ricerca; ce lo ricorda questa canzone, nella continua ricerca di questa luce.
VOTO Genesi 12 – Vocazione di Abramo –

Fasma – Parlami: “Io non posso cambiarlo Ma noi sì”. Non smetteremo mai di dirlo così tante volte: «non ci si salva da soli». Alle volte sembra retorica ma è così; io non sono mai io senza un noi. Ce lo ricorda molto bene Fasma in questa sua canzone. Nel testo il cantautore dice che “grazie a te ho tirato fuori il meglio di me” ed è interessante anche vedere come Gesù nella chiamata lucana dei suoi discepoli non chiama quasi mai singolarmente; la chiamata è personale ma l’invito a viverlo è comunitario.
VOTO Luca 5,1-11 – Chiamata dei primi quattro discepoli –

Francesca Michelin e Fedez – Chiamami per nome: “Ma se poi non mi trovi Chiamami per nome”. In tutte gli incontri di “Formazione Animatori” che ho fatto nella mia vita, uno dei consigli più gettonati ed importanti è quello di “ricordare il nome dei ragazzi”. Perché chiamare per nome una persona vuol dire riconoscerla, riconoscere la sua storia ed il suo essere. Ricorda: il tuo nome ti identifica, dice chi sei. Alle volte, sapere che nel mondo c’è qualcuno che sa chiamarmi può salvare dall’oblio. Nell’Apocalisse si dice pure che alla fine della vita il Buon Dio ci consegnerà una pietra con scritto il nostro vero nome.
VOTO Giovanni 20, 11-18 – L’apparizione a Maria di Màgdala –

Francesco Renga – Quando trovo te: “Sei lo stupore atteso, un desiderio La verità in un mondo immaginario”. Francesco Renga in questa canzone ci parla della gioia del ritrovarsi e del trovare. Perché l’altro ha sempre qualcosa da dirmi. E, alle volte, si aspetta così tanto da convincersi che non arriverà più quella persona; poi, invece, arriva e porta con sé un uragano di nuove emozioni. È quello che accade un po’ a Giovanni Battista, egli aspettava davvero la Persona che poteva cambiare la vita e la storia ed ecco che ha trovato Gesù, la Verità definitiva.
VOTO Matteo 11, 1-6 – Domanda di Giovanni il Battista –

Fulminacci – Santa Marinella: “Io me ne sono accorto a Santa Marinella”. Ognuno ha il proprio posto del cuore. Ci sono luoghi che ci parlano e ci ricordano emozioni forti. Questo accade a Fulminacci a Santa Marinella, località marittima laziale. Alle volte ci sono posti in cui ci troviamo per caso, o luoghi in cui neanche volevamo andare che però si rivelano – poco dopo – posti decisivi. Perché, alla fine, siamo sempre nel posto giusto e nel momento giusto anche quando non ce ne rendiamo conto! Succede la stessa cosa nella Bibbia in un libro piccolissimo dell’Antico Testamento chiamato Giona in cui il protagonista è restio nell’andare nel luogo che il Signore ha indicato lui.
VOTO Giona 3, 1-10 – Conversione di Ninive –

Gaia – Cuore amaro: “Fedele ai miei sogni Senza paura poi di cadere”. È interessante la scelta di termini che fa Gaia in questa sua canzone: sogni, cadute, cuore amaro, disordine. Sembra esserci un miscuglio di cose che, poi, in realtà è la vita stessa. Perché alle volte la vita tutto sembra piuttosto che ordinata. Ma c’è una costante che deve guidare la vita, lo dice proprio la cantante all’inizio della canzone, senza la quale il disordine rischia di prendere il sopravvento: “credere nei sogni senza paura di cadere”. Non è sempre facile, lo ammetto, perché i sogni ti devono portare alla realtà e non rimanere tali. Questo vuol dire mettersi in cammino, un cammino che non è mai facile.
VOTO Genesi 37, 2-11 – Giuseppe e i suoi fratelli –

Ghemon – Momento Perfetto: “Non ho dubbi adesso, Dentro sento che è il mio momento”. In una ballata molto swing Ghemon ci parla del suo momento perfetto. C’è un tempo per ogni cosa, ed è importante ricordarselo perché il rischio che la società contemporanea ci fa correre è quello di anestetizzarci, di farci restare seduti senza far nulla, vivendo la paura di potersi alzare ed invece c’è un momento perfetto e per capirlo forse avrai bisogno di una mano che ti aiuti.
VOTO Qoèlet 3, 1-15 – Ogni evento ha il suo tempo –

Gio Evan – Arnica: “Per poi dire cosa quanto ha fatto male Eppure lo voglio rifare”. Penso che sia molto bella la scelta del giovane cantautore  di chiamare una canzone che parla del dolore con il nome “Arnica”, sappiamo tutti essere un fiore dal quale si produce una pomata anti-infiammatoria per i dolori esterni. Non credo che Gio Evan sia un masochista quando dice che vuole rifare ciò che gli ha fatto male; penso piuttosto che abbia sperimentato che si può risorgere dalle ceneri. Che il dolore, alla volte, è l’arma più potente che abbiamo per far uscire il lato migliore di me e di noi stessi. Al dolore non c’è un perché ma un per-chi, sicuri che dopo la passione e morte c’è sempre la Resurrezione.
VOTO Isaia 53, 1-12 – Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce –

Irama – La Genesi del tuo colore: “Sarà una genesi La genesi del tuo colore”. Irama, che purtroppo non ha potuto partecipare di presenza al Festival, parla nella sua canzone di Genesi, di ri-inizio, di ri-nascita. Capita nella vita d’infilarsi in tanti fili che come una matassa s’intrecciano e si attorcigliano tra di loro. Alle volte è necessario ricominciare, perché le cose cominciano, sono piccole e all’inizio c’è tutto! È quello che fa il popolo d’Israele che scrive il racconto dell’inizio del mondo in un momento di forte crisi in cui sono stati liberati dalla schiavitù di Babilonia, hanno bisogno di ricominciare e per farlo partono proprio dall’inizio, dalla Genesi.
VOTO Genesi 1, 1-31 – Dio disse «Sia la luce!». E la luce fu –

La Rappresentante di Lista – Amare: “Amare senza avere tanto”. In questa potente canzone il duo siciliano ci racconta la vera essenza dell’amore. Per amare non bisogna avere, ma bisogna dare. Sembra quasi un controsenso eppure è quello che l’Amore ci chiede. L’amore m’interpella al dono ed al servizio, con i miei difetti ed i miei limiti. Gesù in un passo del Vangelo rivela il criterio decisivo del suo giudizio, cioè l’amore concreto per il prossimo in difficoltà.
VOTO Matteo 25, 35-44 – Il giudizio finale –

Lo Stato Sociale – Combat Pop: “Nella vita si può Anche dire di no”. In questo brano super-energico lo Stato Sociale ci ricordano che non sempre si può dire “si”, non sempre si può scendere a compromessi. Dovremmo un po’ ricordarcelo noi cristiani quando mettiamo da parte Gesù per far felici tutti. C’è una scena emblematica nel Vangelo in cui Cristo stesso scaccia i mercanti dal Tempio, eppure non poteva arrivare ad un accordo? Non poteva scendere a compromessi? La risposta di Gesù penso sia emblematica, il cristiano è chiamato ad andare controcorrente se è necessario, egli sa che la sua scelta, se fondata in Cristo, è la scelta giusta e vera.
VOTO Matteo 21, 12-17 – I venditori scacciati dal tempio –

Madame – Voce: “Sarà la voce ad essere l’unica cosa più viva di me”. Dicevamo prima, nella canzone dello Stato Sociale, che il cristiano è chiamato ad andare controcorrente e per farlo è necessario far sentire la propria voce. La storia della Chiesa è piena di testimonianze di persone che hanno fatto sentire la loro voce anche quando erano costretti a tacere. Una voce chiara e indistinta, non spezzata ma forte. Una voce che non può tacere le meraviglie che ha conosciuto, e soprattutto una voce che è strumento del Buon Dio.
VOTO Gv 1, 19-28 – Testimonianza di Giovanni –

Malika Ajane – Ti piaci così: “Non è mai tardi Non è mai detto”. Malika, in questo testo, invita al sapersi accettare così come si è. Troppe volte ci lasciamo condizionare dai pregiudizi e dai canoni di bellezza imposti dalla società. È bene, ogni tanto, ricordarsi che tu sei bello così, che tu sei bella così! Anche con tuoi difetti e le tue piccole imperfezioni che ti rendono unico. Anche dai nostri errori il Buon Dio ci può far riemergere e renderci luce per gli altri.
VOTO Galati 1, 11-24 – Chiamata di Dio –

Maneskin – Zitti e buoni: “sono fuori di testa ma diverso da loro”. I Maneskin in una canzone dal sapore rock ci parlano della società che sembra cercare, sempre più, nella gente un unico modo di pensare. Ci vogliono zitti e buoni, cantano i Maneskin, ci vogliono tiepidi. Né caldi, né freddi; invitati a seguire la massa e incapaci di prendere delle decisioni. Questa è una delle cose peggiori che può capitarci, essere spogliati della nostra personalità. Attenzione gente.
VOTO Apocalisse 3, 14-22 – Tu non sei né freddo né caldo –

Max Gazzè e la Trifluoperazina Monstery Band – Il farmacista: “Io ho la soluzione (Si può fare!) Per un tormento che attanaglia”. Sempre particolare e mai banale Max Gazzè, qui ci propone una canzone ironica e a tratti pungente che parla di un farmacista e delle sue soluzioni. Tutti noi vorremo guarire nella maniera più veloce e più indolore possibile. Ma la verità è che la cura non è mai un qualcosa di immediato. La guarigione passa sempre per la convalescenza e dalla terapia. Ce lo testimonia un racconto biblico molto intenso che narra la storia di un padre diventato cieco che per guarire dovrà affidarsi non solo al suo cammino di conversione ma, anche, a quello del figlio chiamato ad affrontare un viaggio importante.
VOTO Tobia 4 – Tu hai una grande ricchezza se avrai il timore di Dio –

Noemi – Glicine: “Dentro ti amo e fuori tremo Come glicine di notte”. Quanto ci fa paura amare? Ci sconvolge il donarsi agli altri e mostrarci per quello che siamo: fragili; è proprio questo “renderci deboli” che ci fortifica. Abbiamo talmente paura ad amare che non lo facciamo, privandoci dell’esperienza più bella che ci possa capitare; perché, in fondo, quando si ama non si sbaglia mai. È lo stesso meccanismo lo attuiamo con Dio. Egli che è Amore, ci ama di un amore vero e sincero e alle volte non sappiamo rispondere e se lo facciamo non ci esponiamo più di tanto! Ama e saprai chi sei.
VOTO Giovanni 21, 1-20 – Mi ami tu? –

Orietta Berti – Quando ti sei innamorato: “L’amore che mi dai è quello che vorrei”. Orietta Berti canta la canzone più sanremese di tutta la gara forse. Molti l’hanno definita banale, ma l’amore non è mai banale; se poi si pensa che la cantante è sposata da tanto tempo con suo marito allora si capisce che quelle parole sono davvero sentite. Ci vuole coraggio ad amare, proprio perché abbiamo banalizzato l’amore, lo abbiamo scritto ovunque senza nemmeno capirne il senso. Invece l’amore è molto più che banale, è un inno alla vita.
VOTO 1° Lettera ai Corinzi 13, 1-13 – Inno alla Carità –

Random – Torno a te: “oggi ritorno a te, torno ad amare almeno”. Chi non ha peccato scagli la prima pietra! Sfido a cercare tra i lettori di questo articolo la donna o l’uomo perfetto. Non esiste. Sbagliamo perché siamo umani, ce ne andiamo, ci allontaniamo anche da chi ci ama davvero. E alle volte capiamo di dover tornare sui nostri passi, di tornare lì dove siamo stati bene, nella speranza che chi ci ha amato ci possa riaccogliere fra le sue braccia.
VOTO Luca 15, 11-32 – Parabola del Padre Misericordioso –

Willy Peyote – Mai dire mai (La Locura): “Non ti servono i programmi se il consenso ce l’hai”. Forse non basterebbero due pagine per parlare del significato di questa canzone di Willy Peyote, ha tanti riferimenti e molte critiche. Scelgo questa frase perché mi ha colpito nella sua nudità e verità! Siamo tutti alla ricerca del consenso, del “vai bene a tutti”. Se il trend dice che questo è l’anno del colore verde allora vedrai per strada gente interamente vestita di verde senza un perché. Gesù è venuto sulla terra senza grandi followers, 12 persone (tra l’altro pescatori in buona parte) e cosa sono in confronto ai numeri dei più famosi Influenzer del mondo? Gesù è venuto senza consensi ma con un programma preciso, la mia felicità.
VOTO Matteo 5, 1-12 – Beati voi –

Stefano Cortesiano sdb

A Foggia nascerà una casa famiglia per minori in difficoltà. Don Carbone: “Sarà un piccolo villaggio solidale”

Pubblichiamo l’articolo de l’Attacco, giornale della città di Foggia sulla casa famiglia che sta nascendo grazie a “Piccoli passi grandi sogni” con don Antonio Carbone.

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Sembra cadere a pennello in un momento in cui i giovani foggiani, molti addirittura minori, sono alla ribalta delle cronache per episodi negativi e, in alcuni casi, molto gravi. Sta diventando realtà, infatti, presso i salesiani di Foggia, una comunità famiglia in grado di accogliere minori in difficoltà. “Siamo mossi dal desiderio di accogliere, educare e avere cura, secondo i principi educativi di don Bosco, il quale si accorse che ‘per molti ragazzi tornerebbe inutile ogni fatica se loro non si dà un posto dove alloggiare'”, ha detto don Antonio Carbone . L’inaugurazione è prevista per fine maggio. La casa famiglia sarà gestita dall’associazione salesiana “Piccoli Passi Grandi Sogni Aps” che in Puglia è presente nella gestione di altre tre comunità educative per minori a Bari, Cisternino (Brindisi) e Corigliano D’Otranto (Lecce).

“Questa struttura è stata pensata per adolescenti che provengono dal Foggiano – ha affermato a l’Attacco don Carbone – e anche per ragazzi di altre nazioni, minori stranieri che possono così trovare un avviamento per il mondo del lavoro. La comunità accoglierà al massimo 10 minori, fra i 13 e i 18 anni, che vengono da situazioni familiari
particolari, dove si perpetrano violenze, oppure si verificano stati di abbandono e di sofferenza. Questa sarà l’utenza”. Nel quartiere Candelaro i salesiani sono presenti oltre che con la Parrocchia anche con l’oratorio e l’associazione “Sacro Cuore”. “In un quartiere carente di opportunità educative si cercherà di dare di più a chi dalla vita ha avuto di meno. La nostra futura ‘casa’ sarà un piccolo villaggio solidale in cui l’educazione, l’amore e la condivisione saranno il collante delle giornate. Nel quartiere Candelaro – ha aggiunto don Antonio Carbone – i salesiani si occupano già dei ragazzi con l’oratorio e la prevenzione ordinaria attraverso attività di gioco, di sport, però ci siamo accorti che una risposta soltanto di questo tipo non bastava per i giovani che, invece, quando tornano nel proprio nucleo familiare si comportano in maniera non consona a cui dedicare ai nostri dettami educativi. Per questi ragazzi, per alcuni di loro, forse serve anche qualcosa in più e non soltanto essere impegnati durante la giornata, per poche ore, ma avere un luogo dove vivere h24 per distaccarsi da situazione di sofferenza, di povertà, di crescita che si vivono all’interno dei nuclei familiari”. I lavori saranno realizzati grazie anche all’aiuto della Casa Generale dei Salesiani, alla Fondazione Don Bosco nel mondo e a un contributo pubblico della Regione Puglia, “ma abbiamo bisogno anche del vostro aiuto. Vi ringraziamo fin da ora per il sostegno economico che vorrete donarci, non è la dimensione del dono che conta, ma la dimensione del cuore che lo offre”.

Si può dare un contributo, infatti, con bonifico bancario (intestato a Piccoli passi grandi sogni – Intesa San Paolo Iban IT16K0306909606100000070516 causale Casa Famiglia Foggia) o la raccolta fondi di Facebook sulla pagina “Piccoli passi grandi Sogni”. “Ci vuole altro per contrastare la violenza minorile – ha aggiunto don Carbone -, all’interno delle nostre comunità accogliamo anche ragazzi che hanno problemi con la giustizia, processi in atto, affinché possano recuperare dal punto di vista sociale. Questa potrebbe essere, con le associazioni e gli enti preposti, un’opportunità di recupero per situazioni adolescenziali ai margini della criminalità o comunque coinvolti in esperienze di questo tenore, ovviamente se si ritiene che il lavoro in comunità possa essere educativo”. Don Antonio Carbone ha una forte esperienza in parrocchie di periferie, ha operato anche per tanti a Torre Annunziata, in provincia di Napoli, in territori quindi definiti di “frontiera” e difficili da penetrare. “Esistono purtroppo tante famiglie traballanti – ha ribadito -, molte volte sono anche le istituzioni che non riescono a dare risposte adeguate. I ragazzi che hanno già delle difficoltà, corrono il rischio di restare ancora in più indietro. D’altro canto ci sono anche tanti esempi positivi, di ragazzi che sono riusciti a risollevarsi da un periodo difficile, che ci spingono ad andare avanti”, ha concluso.

 

Quaresima viva, gli esercizi spirituali “delivery” del MGS Italia Meridionale

Pubblichiamo l’iniziativa del MGS dell’Ispettoria Meridionale per la Quaresima.

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Il mese di febbraio ha portato con sé l’inizio della Quaresima che per noi si coniuga felicemente con la qualifica “Viva”!

Imparando ad adattarci alle restrizioni che il Covid impone, quest’anno i consueti esercizi spirituali per adolescenti e giovani sono proposti in una nuova modalità: in “delivery mode”. Un team di salesiani, coordinati dal delegato di Pastorale Giovanile don Gianpaolo Roma, raggiungerà case salesiane, realtà diocesane del sud Italia e dell’Albania per facilitare la partecipazione all’esperienza. E’ un tour che nel mese di marzo “consegnerà” 18 turni di esercizi spirituali della durata di tre giorni ciascuno.

Di seguito il calendario degli appuntamenti con le relative destinazioni:

04-06: Caserta, Torre Annunziata

08-10: Andria, Salerno, Diocesi di Foggia

11-13: Bari, Santeramo in Colle, Caserta

12-14: Albania

15-17: Diocesi di Pozzuoli

18-20: Cisternino, Potenza

19-21: Albania

22-24: Lecce, Corigliano d’Otranto

25-27: Recale, Santeramo in Colle, Caserta

26-28: Albania

28-31: Quaresima Giovani

L’esperienza di Quaresima Viva, in questo periodo storico, consentirà sicuramente di sperimentare l’importanza di pregare gli uni per gli altri e la bellezza di spezzare la Parola con i ragazzi e i giovani che ne beneficeranno!

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A Brescia Outdoor Learning per contrastare l’Effetto DaD

Dal sito dei Salesiani Lombardia-Emilia Romagna

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Dal punto di vista educativo il pericolo più grande è che la DaD prolungata ingeneri sentimenti di passività e di arrendevolezza nei ragazzi, non escluso il rischio che molti giovani corrono di trovarsi rintanati al chiuso per giorni interi.

Nasce qui l’idea dell’Outdoor Learning, fare lezioni all’aperto. Ne abbiamo parlato con Andrea Paoletti, che l’ha proposta ai suoi studenti del Liceo Scientifico Don Bosco di Brescia.

Da dove viene questa idea?

Fare lezione all’aperto è un’abitudine antica che si trova già alle origini del sapere europeo, più di recente il movimento delle Avanguardie Educative, cui il nostro liceo aderisce, ha rilanciato tale metodologia tra le sue idee di punta.

Qual è la ricchezza riconosciuta all’Outdoor Learning?

In genere tale approccio valorizza il rapporto con la natura, particolarmente importante per una generazione di studenti molto sedentari e molto legati agli spazi chiusi con annesse strumentazioni digitali e simili confort. Anche il senso di libertà e creatività vengono stimolati dal diverso contesto, decisamente destrutturato. Poi bisogna prendere confidenza con un modello acustico differente, che chiede una capacità di ascoltare e di farsi sentire diversa dal solito. Il tutto è molto bello, per me poi che insegno arte si aprono ulteriori spunti di crescita tra questo metodo e i contenuti della mia disciplina.

E fare Outdoor Learning in periodo di lockdown cosa significa?

In primo luogo significa essere positivi e propositivi, abbiamo bisogno di questo approccio, sia noi docenti che i nostri ragazzi. La DaD rende tutti più passivi e inizia a togliere lo spirito di iniziativa e la voglia di fare nei giovani, è quello che coi colleghi abbiamo chiamato “Effetto DaD“. Esperienze innovative di didattica mi sembrano buoni rimedi per contrastare tale tendenza. Inoltre è rafforzato il beneficio di portare i ragazzi a uscire dalle proprie stanze digitalizzate, cosa cui l’attuale situazione li condanna inesorabilmente.

Oggi la lezione è con soli due studenti, quando torneremo in presenza adotteremo tale metodo per tutti?

Io spero di sì, la scuola deve rinnovarsi in questi mesi e non solo fare cose nuove che poi andranno dimenticate, e poi al loro rientro tutti gli studenti avranno bisogno di stimoli forti e mirati.

IUSVE, quest’anno gli Open day sono virtuali

Per lo IUSVE è tempo di Open Day: pubblichiamo le indicazioni per orientarsi tra i corsi proposti dall’istituto universitario salesiano e un video di presentazione.

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Sono previste tre tornate di selezione: oltre alla presente, le cui scadenze vengono evidenziate in basso, la seconda si svolgerà da fine aprile a inizio giugno e terza è prevista da inizio luglio ai primi di settembre. Se interessati ad accedere allo IUSVE, suggeriamo di partecipare alle selezioni sin da subito. I posti a disposizione, infatti, sono a esaurimento e terminano in fretta.

Il 18 marzo 2021 alle 12.00 chiuderanno i virtual open-day.

Chi ha già visualizzato i virtual open-day ha, invece, tempo fino al 20 marzo 2021 alle 23.59 per applicare la propria candidatura seguendo le modalità in basso indicate.

Per visualizzare i virtual open-day accedi alla piattaforma, scegli l’Area/Dipartimento di tuo interesse e compila l’apposito modulo inserendo i tuoi dati personali (nominativo ed e-mail di contatto).

È necessario visualizzare per intero il video per poter proseguire successivamente con l’iter di selezione.

Per questioni di privacy, è importante e necessario registrare l’indirizzo e-mail riferibile alla persona che intende candidarsi (non quello di genitori, amici ecc.).

Il tuo indirizzo e-mail verrà utilizzato da IUSVE per ogni eventuale comunicazione inerente le selezioni. È fondamentale, quindi, monitorare regolarmente la casella di posta (anche la spam, nel caso un’e-mail finisca erroneamente tra la posta indesiderata).

Dopo aver compilato il suddetto modulo relativo ai dati personali, proseguirai con le selezioni online “standard” che si svolgeranno dal 26 febbraio dalle  ore 12am al 20 marzo 2021 fino alle ore 23.59.

Solo per i corsi di baccalaureato/laura triennale, al termine delle selezioni online “standard”, il candidato dovrà obbligatoriamente prenotare una sessione di 60 – 90 minuti in cui svolgere un ulteriore test online attitudinale seguito in live streaming da un nostro esperto. Tali sessioni sono calendarizzate nel periodo compreso dal 23 al 26 marzo 2021.

 

 

Sito di IUSVE

Festival di Sanremo, il campus dello IUSVE ospiterà il “Festival camp 2021”

Per una settimana, la settimana del Festival di Sanremo, lo IUSVE dedicherà uno spazio nel campus di Mestre al “Festival camp 2021”, un nuovo modo di far vivere la kermesse agli studenti. Lo racconta Marco Sanavio, direttore di Cube Radio.

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Per una settimana si chiamerà «Radio Reverse». E passerà al setaccio tutte le pubblicazioni social e le «riletture» delle conversazioni digitali che riguarderanno gli artisti in gara nella città dei fiori. Cube Radio, l’emittente accademica dell’Istituto universitario salesiano di Venezia e Verona (IUSVE), non potendo fa partecipare i suoi speaker al Festival della canzone italiana di Sanremo, ha scelto di far vivere ai suoi speaker un’esperienza residenziale: il «Festival camp 2021».

L’esperienza comincerà lunedì 1 marzo e finirà domenica 7. Durante tutta la settimana i giovani saranno ospiti del campus di Mestre (nel pieno rispetto delle norme di contenimento del Covid-19) e da lì andranno in onda. Dei residenti dj in erba, insomma, che realizzeranno per l’evento un’emittente temporanea (Radio Reverse appunto), che oltre a rileggere con l’aiuto di musicisti esperti (tra gli altri Tony Pagliuca storico tastierista delle Orme) e attraverso la social media analysis le serate del festival raccoglierà e pubblicherà le storie di giovani musicisti e cantanti che durante questi mesi di blocco sono riusciti comunque, grazie a creatività e solidarietà ad andare avanti (segnalazioni possibili alla mail della radio webradio@iusve.it o tramite il sito radioreverse.it ma nei giorni del Camp sarà attivo anche il canale Twich: www.twitch.tv/ cuberadio).

«Radio Reverse – spiega Marco Sanavio, direttore di Cube Radio – si propone di rileggere con sguardo analitico come i social media stanno raccontando il Festival di Sanremo ma desidera anche raccontare le storie reali e concrete di cantanti e musicisti che con determinazione e creatività hanno mantenuto viva la loro arte in questi mesi. Esprimiamo anche tutta la nostra solidarietà e vicinanza ai lavoratori del mondo dello spettacolo penalizzati pesantemente dalla pandemia».

Il momento del Festival camp coinciderà anche con un cambio al vertice della radio. Dal primo marzo la responsabile del «Progetto Sanremo» sarà Aurora Simionato che subentrerà definitivamente a Jasmine Pagliarusco a fine mese. Con loro ci saranno anche Francesco Giuglietti, Chiara Candore, Marica Padoan e Riccardo Fanigliulo con la supervisione tecnica di Valentina Amore e il contributo web di Giacomo Caprioli.

Saranno proprio loro a dare anche quest’anno il premio «Ethical champion» che anche quest’anno verrà consegnato all’artista che si sarà distinto per lo stile sobrio e l’eleganza della comunicazione, come già avvenuto in passato. Asso nella manica di questo gruppo di giovani sarà la piattaforma SocialMeter Suite di Maxfone, primo data provider europeo indipendente, con sede a Verona.

SocialMeter e la sua innovativa metodologia Data Driven forniranno a Radio Reverse gli strumenti digitali con cui monitorare e analizzare in tempo reale il Festival, le serate in programma così come le notizie online e le iniziative riguardanti Sanremo. Oltre al flusso di contenuti web, saranno monitorati anche i social network. Attraverso questo secondo canale, da un lato, l’analisi verterà sulle performance degli account ufficiali di Sanremo in termini di engagement, profilazione del pubblico e di tutte le altre metriche utilizzate per la valutazione delle campagne di social media marketing  Dall’altro lato, il lavoro permetterà di raccogliere tutti i contenuti condivisi su Twitter e Instagram, accomunati dagli hashtag dell’evento, per conoscere approfonditamente l’intero parlato sull’evento e le esperienze dei partecipanti.

«La presenza a Sanremo di Cube Radio – dice Nicola Giacopini, direttore IUSVE – testimonia quanto alla nostra università stia a cuore formare ad una comunicazione sociale ed etica che aiuti le persone, ed in particolare i giovani telespettatori, a cogliere i valori umani ed educativi presenti nei media, con sguardo aperto e anche critico, ove necessario. Già due secoli fa Don Bosco si è impegnato nella comunicazione educativa e sociale: certo con strumenti diversi, ma con la stessa finalità».

Il sito di Cube Radio
Su Avvenire

 

 

Salesiani Perugia, nel 2022 i primi cento anni di presenza nella città

Su Perugia Today, a firma di Mariangela Musolino, un articolo ripercorre la storia dei salesiani a Perugia, con l’aiuto di don Wieslaw Dec, direttore dell’opera.

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Nel 2022 si compiranno i primi cento anni dall’arrivo dei salesiani a Perugia. Un vero e proprio “giubileo”, come ci spiega don Wieslaw Dec, salesiano sacerdote di origine polacca che da tre anni vive nella nostra città. “La nostra vita è fatta di ritmi, di cicli, dell’alternarsi dei giorni comuni, del tempo ordinario con i giorni di festa. Ritengo necessario celebrare i nostri anniversari, ricorrenze, giubilei e celebrare con riconoscenza la benevolenza di Dio. Per questo motivo abbiamo iniziato a pensare questo centenario con tre anni di anticipo, programmando molte iniziative per fare memoria e dimostrare gratitudine a Dio per quanto abbiamo potuto fare nella città di Perugia”.

Sono tre le parole d’ordine che i Salesiani usano per questo importante compleanno, come riporta don Wieslaw, riconoscenza, rinnovamento e ritorno ai giovani: “Siamo riconoscenti a generazioni di laici e benefattori, alle autorità civili e religiose e a tutta la famiglia salesiana che ha sostenuto questa opera. Prima ancora degli eventi che faremo, riscoprire la nostra identità di fondo con questo giubileo vuole essere un ringraziamento, che poi si esprimerà anche
attraverso eventi, celebrazioni e momenti di convivialità. Rinnovamento: vorremmo rinnovare la nostra fedeltà a Don Bosco, ma anche rinnovare noi stessi, per rispondere alle sfide dei giovani di oggi, di Perugia, anche durante la pandemia. Parliamo di un rinnovamento carismatico comunitario che coinvolge insieme salesiani i laici, ‘insieme nella missione e nella comunione’. Ritorno ai giovani: vorremmo tornare veramente ai giovani. Questo giubileo è il
mezzo per farci prossimi ai giovani, perché sentiamo di avere una grande responsabilità a Perugia ma anche verificare se la nostra presenza e le nostre attività sono al servizio dei giovani più poveri. C’è infatti una grande povertà morale, valoriale e spirituale”. Sentiamo inoltre molto forte la responsabilità di non deludere le profonde aspirazioni dei giovani.

Le tappe della presenza salesiana a Perugia Sono tre le tappe che hanno segnato il cammino della comunità salesiana nella città di Perugia. La prima è iniziata in anticipo rispetto all’arrivo a Perugia, quando nel 1915 già esisteva in città un gruppo di cooperatori salesiani molto vivace. “Hanno avuto – spiega il sacerdote – il grande merito, insieme agli ex-allievi salesiani, di aver preparato l’arrivo dei salesiani in città. Quindi già allora si respirava a Perugia l’aria di salesianità. I Salesiani Cooperatori sono il ramo laico della Famiglia Salesiana e si impegnano nella missione giovanile e popolare, in forma fraterna e associata. Sono stati da sempre presenti nell’opera salesiana con una grande qualità carismatica. Hanno molto insistito perché la presenza degli eredi di don Bosco a Perugia diventasse realtà. Altro grande lavoro è stato fatto dal gruppo degli ex allievi degli Istituti Salesiani di Gualdo Tadino e di Trevi, che si erano costituiti in associazione nel 1920. Sono stati loro ad accogliere a Perugia i primi tre salesiani il 2 ottobre 1922. Una seconda tappa è contrassegnata dall’arrivo salesiani al Collegio Penna Ricci, fino al 1958. Il Collegio ha formato spiritualmente, moralmente, umanamente e professionalmente generazioni di perugini. Grazie a loro, l’influenza salesiana a Perugia è stata molto significativa. Il terzo periodo inizia con il 1958, quando i salesiani si trasferiscono nell’attuale sede in Via Pellini. La nuova sede ospiterà la Scuola media, i campi sportivi e il Liceo.

Nel 1981, esattamente 40 anni fa, nasceva il Centro di Formazione Professionale. Gli spazi ricreativi furono completatati con una nuova palestra. La Polisportiva Don Bosco ha continuato a crescere fino a raggiungere oggi il numero di circa 350 tesserati. Dopo la chiusura della Scuola, l’Istituto è stato trasformato in Residenza Universitaria che oggi ospita, in un clima di famiglia, una trentina di studenti. I salesiani a Perugia, oggi Prosegue don Wieslaw: “Oggi abbiamo un grande desiderio di continuare ad essere presenti in mezzo ai giovani e siamo consapevoli che dovremo rimodulare la nostra proposta educativa per poterli raggiungere, ripensando le modalità e le attività. Siamo di fronte ad un mondo che in pochi mesi è cambiato completamente… Già stiamo lavorando incontrandoci con le istituzioni per capire che offerta possiamo dare alla città, soprattutto su tempo libero e sport. Ci stiamo muovendo per i nuovi progetti per continuare nel nostro servizio educativo. Questa situazione è anche un tempo favorevole per dedicare tempo ed energie a una riflessione seria sul futuro della nostra proposta educativa ai giovani della città di Perugia”.

Perugia Today

Opere Sociali Don Bosco, con il Volontariato Caritas Salesiano accoltre oltre 1.200 persone

Pubblichiamo il comunicato stampa delle Opere Sociali Don Bosco – Salesiani Sesto sulle attività dell’Associazione Volontariato Caritas Salesiani.

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Il Viaggio, come metafora della vita, tra trasformazione e cambiamento, è il titolo scelto dall’Associazione Volontariato Caritas Salesiani come titolo per il proprio Report del 2020: «Un anno che non dimenticheremo – anche se vorremmo farlo – (come scrive la Presidente Laura Amadini)». D’altra parte «nessun viaggio è senza sfide e rischi. Per mettersi in viaggio esiste comunque coraggio e prudenza, calcolo ma anche audacia» afferma don Francesco Cereda, parroco di Santa Maria Ausiliatrice e Don Bosco, nel medesimo documento. Coraggio e audacia, doti che non sono certo mancate ai numerosi volontari (circa 100, di cui 70 attivi) che con il loro impegno, la loro abnegazione e le loro competenze, hanno accolto 1.263 persone (delle quali 772 “nuove”) nell’arco dello scorso anno; 295 italiani e 968 stranieri. 

I SERVIZI EROGATI AGLI UTENTI 

Purtroppo sono numeri notevoli che, se da una parte fanno capire l’importanza del lavoro quotidianamente svolto dai volontari, dall’altra registrano la dimensione della crisi sanitaria, economica e sociale in atto. Il prendersi cura di questa emergenza da parte della Caritas dei Salesiani si manifesta attraverso un’ampia tipologia di servizi: dal trasporto per esigenze personali e sanitarie all’assistenza medica e infermieristica, dal supporto psicologico all’orientamento lavorativo e sociale, senza scordare la fornitura di preziosi quanto essenziali pacchi viveri. E in questi c’è anche il contributo attivo degli allievi delle Opere Sociali Don Bosco, che con la Caritas svolgono anche percorsi di Alternanza Scuola/Lavoro. 

LA RACCOLTA QUARESIMALE DEGLI ALLIEVI 

Come è tradizione per il tempo di Quaresima, gli allievi delle nostre scuole si cimentano in una gara di solidarietà per la raccolta di alimenti e di prodotti di prima necessità che poi, consegnati ai volontari della Caritas, saranno distribuiti ai più bisognosi. Si parte dai prodotti per bambini; poi sarà la volta dello scatolame; del riso e dell’olio; dei prodotti per la pulizia e l’igiene; e infine degli articoli per la scuola. 

I PROGETTI DEL 2020 CHE PROSEGUONO NEL 2021 

Da ricordare i progetti finanziati nello scorso anno promossi dal Volontariato Caritas Salesiani. Il Fondo Don Agostino, a ricordo del compianto parroco don Agostino Sosio, destinato a famiglie in difficoltà, che ha raccolto 9.000 euro; e il Fondo San Giuseppe, istituito dall’Arcidiocesi di Milano per far fronte alla riduzione o alla perdita del lavoro, che ha raccolto 37.800 euro. Degni di nota infine i farmaci raccolti e distribuiti per un valore di 260mila euro. Questi e altri dati sono pubblicati sul Report disponibile al sito dell’Associazione www.volcaritassal.it dove si trovano anche tutti i contatti e le informazioni utili. 

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Inaugurazione anno accademico IUSVE: al centro, l’ecologia integrale a partire dalla “Laudato si'”

Il 20 febbraio 2021, dal Campus di Venezia Mestre in streaming, si è celebrato il Dies Academicus dello Iusve per l’a.a. 2020-2021. Il prof. Michele Marchetto, Vice-Direttore Iusve alle attività accademiche e alla formazione, racconta la giornata e gli interventi che ci sono stati.

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La giornata si è svolta sotto il segno del progetto triennale che lo Iusve ha lanciato a settembre 2020, “Ecologia integrale e nuovi stili di vita”, uno sviluppo molto articolato della Laudato si’ di Papa Francesco: iniziative di ricerca scientifica e di riflessione con esperti e docenti di altre sedi universitarie, potenziamento di una rete di relazioni con istituzioni ed enti green, e azioni che testimonino il cambiamento personale e culturale richiesto dall’ecologia integrale.

Su questa linea il momento centrale della giornata, la prolusione del dott. Michele Candotti, è stata preceduta dagli interventi del Presidente Iusve e Ispettore dei Salesiani Nordest, don Igino Biffi, e dalla riflessione del Decano della Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università Pontifica Salesiana di Roma, prof. don Mario Llanos. L’uno ha condiviso con la comunità dello Iusve, docenti, studenti, dipendenti e amici, la posizione del recente XXVIII Capitolo Generale della Congregazione Salesiana in materia di educazione ambientale; l’altro si è soffermato sulla “cura”, sollecitata dalla vulnerabilità e dalla fragilità del mondo, non solo dell’uomo.

La prolusione del Dies Academicus, dal titolo Antropocene. Il potere di distruggere e il potere di riparare, è stata tenuta dal dott. Michele Candotti, da molti anni protagonista e testimone del destino del pianeta nello scenario internazionale. Egli, infatti, è attualmente Capo Gabinetto e Direttore dell’Ufficio Esecutivo dell’Agenzia ONU per lo sviluppo (United Nations Development Programme, New York), che opera in 165 Paesi con oltre 18.000 persone sul campo, spesso in situazioni di crisi e di emergenza. Candotti ha maturato una lunga esperienza internazionale, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, dapprima alla Direzione Generale allo Sviluppo della Commissione Europea, in Zambia e in Kenya, poi come Capo Gabinetto e Consigliere Principale dell’Agenzia ONU per l’Ambiente (UNEP, Nairobi), oltre ad essere stato Direttore Generale del WWF Italia per un decennio.

Il suo intervento ha mostrato tutta la complessità della riflessione ecologica, centrale nella programmazione e nell’attività accademica dello Iusve. In particolare ha messo in luce la contraddizione fra lo straordinario potere della conoscenza di cui dispone l’umanità, e la scelta consapevole di ignorarne gli esiti. Evidenti sono le responsabilità della politica e dell’economia: quattromila generazioni potrebbero vivere e morire prima che l’anidride carbonica rilasciata dall’inizio della rivoluzione industriale ad oggi venga spazzata dalla nostra atmosfera; e tuttavia i responsabili delle decisioni continuano a sovvenzionare i combustibili fossili, prolungando la nostra dipendenza dal carbonio. Nei fragili equilibri che ne derivano, l’attuale pandemia potrebbe portare l’uomo a guidare il progresso verso obiettivi di sviluppo sostenibile con una politica ambiziosa, coraggiosa nelle scelte di protezione sociale e capace di un accordo mondiale sul debito. Il nostro futuro non riguarda la scelta fra persone o alberi, fra lotta alla povertà e difesa di specie in via di estinzione. Piuttosto, ha concluso Candotti, si tratta di scegliere di fare le cose in modo diverso: scegliere se usare la conoscenza come potere di riparare, o l’ignoranza come arma di distruzione.

A seguire, il Direttore dello Iusve, prof. Don Nicola Giacopini, ha presentato la ricca relazione annuale sull’attività accademica, spaziando sui numerosi contributi delle tre Aree dei corsi di laurea, Psicologia, Pedagogia e Comunicazione ed educazione. 

Il saluto del Rappresentante degli studenti ha introdotto la consegna dei “Premi al merito” agli studenti dei Baccalaureati e della Licenza, che ha preceduto il solenne Atto Accademico finale.