“Pensare il futuro”: i 17 obiettivi dell’Agenda visti dai giovani e raccontati dai giornalisti in una ricerca dell’UPS e dell’UCSI

I giovani in maggioranza (51,5%) non conoscono l’Agenda 2030 e i suoi obiettivi di sviluppo sostenibile e  ritengono che l’informazione non ne parli abbastanza. In realtà, l’informazione mainstream si dice molto  disponibile, ma tende ad occuparsi più dei temi che dell’Agenda in senso stretto. La distinzione può sembrare  sottile, ma è sostanziale: gli obiettivi dell’Agenda non possono essere raggiunti se non attraverso la  convergenza di scelte politiche, economiche, sociali e individuali. E non ci può essere convergenza sulle scelte  se non c’è condivisione degli obiettivi, così come non si possono misurare progressi e regressi se non ci sono  riferimenti comuni. 

La Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università Salesiana e l’UCSI (Unione Cattolica della Stampa  Italiana) hanno realizzato una duplice ricerca che riguarda l’Agenda, per indagare la conoscenza che ne hanno  i giovani e l’atteggiamento che hanno sviluppato nei suoi confronti e per interrogare il mondo  dell’informazione mainstream sullo spazio che ad essa viene dato e sulle modalità con cui vengono affrontati  i temi che pone. 

I risultati dell’indagine e alcuni approfondimenti sono ora pubblicati nel volume “Pensare il futuro. I 17  obiettivi dell’Agenda visti dai giovani e raccontati dai giornalisti” (Ed LAS 2021). 

I giovani e l’Agenda 

Tra maggio e giugno 2021 è stato somministrato un questionario on line ai giovani di età compresa tra i 18 e  i 32 anni: hanno risposto in 451, prevalentemente donne. Si informano prevalentemente sui social network, i telegiornali e il web, perché li considerano accessibili e aggiornati in tempo reale. E questo nonostante  considerino più affidabili la stampa quotidiana e periodica, insieme alle tv all news e ai giornali radio. E, al di  fuori degli strumenti di comunicazione, si fidano di più di ricerche scientifiche e scienziati, libri e docenti,  parenti, amici e molto meno di politici e partiti, ma anche degli influencer.  

Nei giovani, il concetto di “sostenibilità” è connesso prima di tutto con le tematiche ambientali e, in secondo  luogo, con quelle di tipo economico per finire, poi, con questioni più spiccatamente sociali, quali l’equità, la  giustizia e la lotta alle disuguaglianze. I temi che più li interessano sono quelli che li toccano personalmente:  Istruzione di qualità (indicato dal 49,2% di chi ha risposto al questionario), Salute e benessere (36,6%) e Parità  di genere (29,4%). Ritengono però che le maggiori preoccupazioni della gente circa gli obiettivi dell’Agenda  2030, si concentrino su Lavoro dignitoso e crescita economica (61,5%), Salute e benessere (52,7%) e, se pure  con grande distacco, su Parità di genere (29,1%), Lotta alla povertà (28,4%) e Cambiamento climatico (26,4%). 

Sono convinti che responsabili dei problemi che oggi rendono insostenibile lo sviluppo siano prima di tutto il  comportamento delle persone (8.97 punti su 10) ma quasi altrettanto la politica (8,89 su 10), seguiti dalle multinazionali (8,71), dalle guerre (8.57), dalla criminalità organizzata e dall’economia (che si trovano a pari  merito con l’8,52). Sono disponibili a fare scelte personali di impegno quotidiano, soprattutto praticare  correttamente la raccolta differenziata (9,09 su 10), evitare l’uso della plastica (8,89), se possibile muoversi  in bicicletta (8.45), mangiare prodotti locali (8,44), utilizzate l’automobile il meno possibile e condividerla  (8,39). 

Infine, le preoccupazioni per il futuro: la grande maggioranza (92%) si dichiara abbastanza o molto  preoccupato per la possibilità di trovare (o mantenere) lavoro in futuro. Inoltre i giovani sono preoccupati  per l’inquinamento ambientale (53,0%); la violenza/delinquenza presente nella società (bullismo, mafia,  criminalità, terrorismo…) (43,8%); la crisi economica mondiale (43,2%).  

L’informazione e l’Agenda 

Alla domanda su quanto, da 1 a 10, si parli nei media dei temi dell’Agenda 2030, mediamente i giovani hanno  indicato una risposta piuttosto bassa: 4,45. Gli stessi giornalisti, del resto, ritengono che essa meriterebbe  più spazio, e soprattutto più approfondimento.  

All’interno della ricerca sono stati intervistati 9 direttori, 8 giornalisti e 7 fonti di informazione, per cercare di  capire in che modo l’informazione mainstream si occupi dell’Agenda 2030 e dei suoi temi e quali difficoltà  incontri. Ne è uscito un paesaggio articolato, caratterizzato da evidenti differenze, anche se tutti gli  intervistati ne riconoscono l’importanza. 

Una prima differenza è tra testate grandi e testate piccole. Nelle prime ci sono stati cambiamenti profondi:  man mano che alcuni temi si imponevano, gli si dedicavano più spazi, con nuovi prodotti, nuovi progetti,  investendo quindi anche in risorse umane. Nelle testate più piccole ci si è limitati a ricavare qualche spazio  nella programmazione ordinaria, anche se tutti riconoscono la necessità di offrire approfondimenti, non  limitandosi alle notizie di cronaca. 

Una seconda differenza si gioca sugli obiettivi a cui si dà più spazio, che sono in genere energia, transizione  ecologica, welfare, parità di genere, educazione (anche perché incrociano maggiormente la cronaca, anche  quella locale). Ma mentre le testate laiche sembrano privilegiare i temi ambientali, quelle cattoliche  segnalano come centrale il tema della povertà, delle disuguaglianze, e in seconda battuta della pace e della solidarietà. 

Complicato rimane il rapporto con le fonti, soprattutto quelle istituzionali (citate soprattutto dai direttori),  che spesso usano linguaggi troppo specialistici, propongono temi difficilmente notiziabili, non sono  disponibili a chiarimenti e approfondimenti. Più semplice è il rapporto con le fonti della società civile  (associazioni, movimenti, eccetera), citate soprattutto dai giornalisti e dalle testate cattoliche. 

I giornalisti sono piuttosto critici con le testate in cui lavorano e in generale con l’informazione maistream: la  maggior parte di loro (soprattutto quelli delle testate medio-piccole) ritiene che non si occupino  sufficientemente dell’Agenda 2030. I motivi sono legati ai mali strutturali della nostra informazione: la  fretta, per cui non c’è tempo per inchieste e approfondimenti; la tendenza a rincorrere la cronaca; la  tendenza a politicizzare l’informazione e a “ricadere nelle logiche della propaganda”; l’influenza dei modelli  aziendali basati sulla pubblicità.

Ma soprattutto emerge la distinzione che abbiamo già segnalato: oggi I temi dell’Agenda – soprattutto alcuni  – hanno spazio; lo strumento, cioè l’Agenda, ne ha molto meno. Anche da questo discende una certa  vaghezza, a volte, nell’affrontare alcuni temi oppure l’usura di alcuni termini, come “sostenibile” o “green”,  diventati talmente di moda da avere perso contorni semantici chiari. 

In contraddizione con i giornalisti, le fonti dichiarano un forte impegno sia nella cura dei contenuti  (soprattutto i rapporti, molto richiesti), sia nella cura dei linguaggi e della presentazione. La collaborazione  comunque resta complicata: c’è un problema relativo ai criteri di notiziabilità delle testate; uno relativo alle  routine delle redazioni, che determinano uno short-termism, cioè un pensare a corto respiro; uno legato  all’incongruenza con i criteri di notiziabilità adottati nelle redazioni, incentrati sull’emergenza, sulla notizia  drammatica, sulla novità. Oltre ai dati i giornalisti chiedono storie e materiali per “confezionare” i contenuti:  immagini, video e grafiche di qualità. 

Tra le tante proposte avanzate perché l’Agenda possa essere meglio conosciuta, ci sono lo stanziamento, da  parte dello Stato, di fondi ad hoc, perché le testate possano sviluppare rubriche specifiche su questi temi;  l’istituzione di una giornata dedicata (come ad esempio c’è quella dedicata alla Shoah); la creazione di app  che quantifichino quanto ogni comportamento sbagliato incida sull’ambiente; un maggiore coinvolgimento  delle scuole e del non profit, che dovrebbe “appropriarsi” maggiormente dell’Agenda. 

Una sintesi di entrambe le ricerche pubblicate nel volume “Pensare il futuro” sono disponibili nel sito della  Facoltà di Scienze della Comunicazione Unisal (https://fsc.unisal.it/) e dell’UCSI (www.ucsi.it)

“La santità della Dolcezza”: uno spettacolo dedicato alla figura di mons. Giuseppe Cognata, SDB

Sabato 9 ottobre 2021, a Tivoli, è andata in scena la prima assoluta dello spettacolo musicale ” La santità della dolcezza” che ha risaltato alcuni aspetti della vita creativa di mons. Giuseppe Cognata, salesiano, fondatore delle Salesiane Oblate del Sacro Cuore.

Si riporta in seguito l’articolo pubblicato sul sito ANS.

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Sabato 9 ottobre 2021 il gruppo vocale “Charmonie” ha presentato a Tivoli la prima assoluta de “La santità della Dolcezza”, spettacolo musicale, scritto, musicato e interpretato da Rita Gentili, Sara Narzisi e Silvia Narzisi, con orchestrazioni di Giovanni Proietti Modi, che ha rivisitato in maniera originale e creativa la vicenda di mons. Giuseppe Cognata, Vescovo di Bova, salesiano, fondatore delle Salesiane Oblate del Sacro Cuore, la cui Causa di Beatificazione è stata aperta il 10 dicembre 2020, dopo il consenso dato da Papa Francesco.

Una vita raccontata attraverso la musica, vera protagonista dello spettacolo, con sette brani volti ad esaltare il carisma, la fede e la risposta umile alla prova che contraddistinsero la difficile esperienza di mons. Cognata, il quale venne calunniato, destituito dall’ordine episcopale e allontanato dall’istituto da lui fondato. Insieme alla musica, il teatro: l’attore Alessandro Nistri ha interpretato – attraversando sentimenti, coscienze ed intensità diversi – le persone che hanno accompagnato mons. Giuseppe Cognata nei momenti cardine della sua storia.

A fare da scenografia, l’opera d’arte ideata dall’artista Pierluigi Pastori e realizzata dal “LabOratorio Artistico Don Bosco” da lui guidato: una “macchina del tempo”, una cornice perfetta di tanti quadri che si compongono in un unico spazio scenico. Infine, ad accompagnare il canto, le preziose note del violino di Riccardo Pastori. Un sapiente gioco di luci ha scandito le fasi, armonizzato i monologhi e conferito suggestione alla “macchina del tempo”, troneggiante in scena, in cui i simboli cristologici della sofferenza si sono trasformati nelle chiavi che aprono le porte della Santità.

La Famiglia Salesiana era rappresentata da don Gildasio Mendes, Consigliere per la Comunicazione Sociale, da don Joan Lluís Playà Delegato Centrale del Rettor Maggiore per il Segretariato della Famiglia Salesiana, don Pierluigi Cameroni, Postulatore Generale per le Cause dei Santi della Famiglia Salesiana, da don Líder Justiniano Flores, Ispettore della Bolivia, e don Javier Ortiz, collaboratore del Settore per la Pastorale Giovanile. Gioiosa soddisfazione è stata espressa da Madre Graziella Benghini, Superiora Generale delle Salesiane Oblate del Sacro Cuore, per il prodotto artistico e per il profondo messaggio di speranza che ha pervaso il pubblico presente.

Info ANS

 

CG XXIV delle FMA: elette le Consigliere Generali per la Formazione, la Pastorale Giovanile, la Famiglia Salesiana

Al XXIV Capitolo Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice sono state elette le Consigliere Generali per la Formazione, la Pastorale Giovanile e la Famiglia Salesiana. Ecco i nomi:

  • Suor Nilza Fátima de Moraes, come Consigliera Generale per la Formazione;
  • Suor Runita Galve Borja, filippina confermata per il secondo sessennio come Consigliera Generale per la Pastorale Giovanile;
  • Suor Leslie del Socorro Sándigo Ortega Consigliera Generale per la Famiglia Salesiana.

Di seguito l’articolo a cura dell’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS.

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(ANS – Roma) – Dopo i giorni di silenzio, studio e discernimento, al XXIV Capitolo Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice avanzano ora a ritmo spedito le votazioni per individuare le altre consorelle chiamate ad affiancare la nuova Madre Generale, suor Chiara Cazzuola, all’interno del Consiglio Generale. Dopo l’elezione della Vicaria Generale, nella persona di suor María del Rosario García Ribas, designata mercoledì 6 ottobre, nelle votazioni di giovedì 7: è stata eletta suor Nilza Fátima de Moraes, brasiliana, come Consigliera Generale per la Formazione; suor Runita Galve Borja, filippina, è stata confermata per un secondo sessennio come Consigliera Generale per la Pastorale Giovanile; e suor Leslie del Socorro Sándigo Ortega, nicaraguense, già collaboratrice dell’ambito per la Famiglia Salesiana, è stata eletta Consigliera Generale per la Famiglia Salesiana.

Suor Nilza Fátima de Moraes è nata il 25 novembre 1965 a Natividade da Serra, San Paolo, Brasile. Nel 1979 va a studiare a Lorena alla cosiddetta “Scuola Domestica”. Nel 1985 inizia la tappa del Noviziato e il 24 gennaio 1987 emette la Professione Religiosa e viene mandata nella Comunità di Santa Inês a San Paolo. Dopo aver servito in varie case FMA del Brasile, nel 2000 va a Roma per fare un Corso di Catechesi presso la Facoltà di Scienza dell’Educazione “Auxilium” e vi rimane per un periodo di tre anni e mezzo.

Rientrata a Natale 2004 in Brasile, lavora in diverse comunità come insegnante di Educazione Religiosa, Coordinatrice di Pastorale Giovanile, Direttrice di Comunità e Scuola, Formatrice di Aspiranti e Postulanti. Dal 2008 al 2013 è Consigliera Ispettoriale, dal 2014 al 2020 è Vicaria Ispettoriale e nel 2021 viene nominata Ispettrice dell’Ispettoria brasiliana Nostra Signora Aparecida (BAP).

Suor Runita Galve Borja è nata nel 1966 a Manila, Filippine, ed è FMA dal 23 maggio 1992. È stata Animatrice in vari ambienti di educazione formale e non formale e Coordinatrice Ispettoriale (FIL) per la Pastorale Giovanile. Ha conseguito il Master in Teologia e in Pastorale Giovanile. Dal 2004 al 2014 è stata Collaboratrice dell’Ambito per la Pastorale Giovanile, prima di venire eletta Consigliera Generale del medesimo ambito al CG XXIII del 2014.

Suor Leslye Sandigo è nata nel villaggio di Diria, Dipartimento di Granada, in Nicaragua. Ha studiato all’Istituto “Maria Ausiliatrice”, una casa salesiana centenaria, ed è stato lì che ha sentito il desiderio di servire il Signore, partecipando alle cerimonie di invio missionario.

È entrata in aspirantato nel 1984 e ha emesso la professione religiosa il 6 gennaio 1988. Ha lavorato all’Istituto Secondario “Maria Ausiliatrice” di Granada, al Centro Normale “Maria Mazzarello” di Managua e al Liceo “Maria Ausiliatrice” della Costa Rica. Dopo il suo servizio come Ispettrice nell’Ispettoria “Nostra Signora degli Angeli” (CAR), che comprende Costa Rica, Nicaragua e Panama, è stata nominata Delegata Mondiale per i Salesiani Cooperatori, incarico che ha ricoperto dal 2012 al 2020.

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Il Consigliere Generale per le Missioni lancia un sondaggio sui Musei Missionari Salesiani

Venerdì 1 ottobre 2021, don Alfred Maravilla, Consigliere Generale per le Missioni, in visita al Museo Etnologico Missionario del Colle Don Bosco, ha lanciato ufficialmente il sondaggio organizzato dal Settore Missioni sui Musei Missionari Salesiani. Tale indagine ha lo scopo di tracciare un quadro chiaro delle tipologie di musei missionari esistenti, al fine di favorire l’interscambio ed eventualmente elaborare delle linee guida sulla loro identità e finalità. Don George Menamparampil è stato incaricato come coordinatore del lavoro di ricerca.

Nella giornata, don Alfred Maravilla accompagnato da don George Menamparampil del Settore per le Missioni ha potuto incontrare don Gianni Rolandi, Direttore dell’opera del Colle Don Bosco, e la sig.ra Letizia Pecetto, responsabile del Museo Etnologico Missionario Don Bosco.

Il Museo Etnologico Missionario “Don Bosco” trova le sue origini nell’Esposizione Missionaria Vaticana del 1925 e nella Mostra sul Cinquantenario delle Missioni Salesiane nel 1926, a Torino. Nel gennaio 2000, in occasione del Grande Giubileo, venne inaugurato l’attuale allestimento, arricchito nel 2016 di nuovi contenuti multimediali.

Museo Etnologico Missionario
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Italia – Suor Chiara Cazzuola è la nuova Madre Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice

(ANS – Roma) – Le Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA) radunate a Roma per partecipare al XXIV Capitolo Generale delle FMA hanno eletto come Madre Generale dell’Istituto suor Chiara Cazzuola, finora Vicaria Generale. Madre Cazzuola succede a Madre Yvonne Reungoat, che guidava l’Istituto dal 2008. Don Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani, presente per l’occasione, si è subito felicitato con la neoeletta.

Suor Chiara nasce a Campiglia Marittima, Provincia di Livorno, Italia, nel 1955. Chiede di far parte dell’Istituto FMA ed entra nell’allora Ispettoria Toscana “Santo Spirito”. Vive i primi anni della sua formazione a Castelgandolfo, non lontano da Roma, e qui, il 5 agosto 1975, emette la Prima Professione.

Si laurea in Materie letterarie e per diversi anni è docente e, successivamente, Preside in Istituti di Scuola secondaria. Per più anni è Delegata locale e ispettoriale per le Polisportive Giovanili Salesiane (PGS) e matura un’esperienza pastorale come Coordinatrice ispettoriale di Pastorale Giovanile. È Animatrice di comunità e poi Consigliera ispettoriale. Con l’unificazione delle tre Ispettorie Emiliana, Ligure e Toscana, si inserisce nel Consiglio ispettoriale con il compito di Consigliera per la Formazione e offre un contributo efficace, privilegiando cammini di comunione e di spiritualità, in stile di semplicità e rispetto delle persone, e con profondità.

Nel 2007 viene nominata Ispettrice della sua Ispettoria Emiliano-Ligure-Toscana “Madonna del Cenacolo”, con sede a La Spezia (ILS). Il CG XXII (2008) la elegge come Consigliera Visitatrice e suor Cazzuola dà la sua disponibilità affermando: “In spirito di abbandono alla volontà di Dio e confidando nell’aiuto del Signore, dico sì”.

Nel sessennio successivo visita diverse Ispettorie d’America e d’Europa e matura un’esperienza ricca di salesianità e di interculturalità. A ciascuna sua consorella regala attenzione e dedizione, l’ottimismo sorridente e buono, la capacità di cogliere i germi di vita e di speranza in ognuno e negli eventi. Persona “chiara” ed entusiasta della sua vocazione come FMA, ha in cuore una grande passione per i giovani ed esprime capacità di rapporti schietti, sereni, collaboranti.

La Madre Generale, Madre Yvonne Reungoat, la sceglie come Regolatrice del Capitolo Generale XXIII (2014) e nello stesso Capitolo viene eletta Vicaria Generale, condividendo in questo modo da vicino l’animazione e il governo con la Superiora Generale. Alla domanda della Madre dopo la votazione: “Accetti?”, con molta commozione suor Chiara risponde: “Mi fido del Signore e mi affido a Maria Ausiliatrice. Per questo dico SÌ!”.

Serve come Regolatrice anche in questo Capitolo Generale XXIV. Un caloroso applauso ha accolto la sua proclamazione ufficiale come Madre Generale e X Successora di Santa Maria Domenica Mazzarello.

 

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GMS 2023 a Lisbona, si farà dall’1 al 6 agosto

Dal sito Vatican News, l’annuncio delle date della GMG del 2023, con un articolo di Benedetta Capelli.

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È nel giorno di San Francesco d’Assisi che arriva la data della prossima Giornata Mondiale della Gioventù, inizialmente prevista per l’estate 2022 a Lisbona, e spostata a causa della pandemia nell’agosto 2023. La Gmg si terrà – si legge in un comunicato del Comitato Organizzatore – dal primo al 6 agosto.

Era stato il cardinale Kevin Farrell, prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, il 27 gennaio 2019 a Panama, al termine della Gmg, ad annunciare la sede dell’incontro mondiale dei giovani. Risale all’ottobre 2020 il lancio del logo mentre il 22 novembre, nella Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo, nel corso della Messa celebrata dal Papa c’era stata la consegna della Croce della Giornata Mondiale della Gioventù. A gennaio 2021, il Comitato Organizzatore di Lisbona aveva presentato l’inno ufficiale intitolato Há Pressa no Ar (C’è fretta nell’aria), ispirato al tema della prossima Gmg: “Maria si alzò e andò in fretta” (Lc 1,39).

“È da tanto – si legge nel comunicato – che i giovani di tutto il mondo desiderano conoscere la data della Gmg Lisbona 2023 per preparare nel dettaglio la loro venuta a Lisbona”. L’auspicio, sottolinea il cardinale Manuel Clemente, patriarca di Lisbona, è che i 22 mesi che “ci separano dalla Gmg siano un tempo di evangelizzazione per tutti”. Sono oltre 400, in maggioranza portoghesi, i volontari che stanno preparando l’evento. In ognuna delle 21 diocesi del Portogallo sono presenti anche Commissioni Organizzatrici Diocesane, responsabili della promozione del cammino di preparazione alla Gmg, istituita da Papa Giovanni Paolo II nel 1985, e da allora si è distinta come un momento di incontro e di condivisione per milioni di persone in tutto il mondo.

La prima edizione si è svolta nel 1986 a Roma, e da allora è stata celebrata nelle seguenti città: Buenos Aires (1987), Santiago di Compostela (1989), Czestochowa (1991), Denver (1993), Manila (1995), Parigi (1997), Roma (2000), Toronto (2002), Colonia (2005), Sidney (2008), Madrid (2011), Rio de Janeiro (2013), Cracovia (2016) e Panama (2019).

Vatican News

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Un grande religioso, salesiano, formatore: don Giuseppe Nicolussi (1938-2021)

Si è spento il 29 settembre, ad Ancona, don Giuseppe Nicolussi, già Ispettore del Cile (1978-1984) e Superiore della Visitatoria “Maria Sede della Sapienza” dell’Università Pontificia Salesiana (UPS) di Roma (2002-2008), nonché Consigliere Generale per la Formazione per due mandati (1990-2002).

“Don Nicolussi è stato un uomo di grande fede e umanità, un salesiano e un religioso esemplare, che ha dato un contributo fondamentale alla Formazione della Congregazione – ha detto di lui il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime –. Il suo cuore grande e generoso, da vero Figlio di Don Bosco, lo ha guidato in tutta la sua vita a spendersi per il bene dei giovani, soprattutto di quelli chiamati a servire nella Società Salesiana. Animato dallo zelo missionario, si è sempre speso nel servizio umile e discreto, dando in ogni circostanza la sua disponibilità a compiere la missione che gli veniva affidata, in qualsiasi parte del mondo gli venisse richiesta. Ha nutrito una robusta e filiale devozione verso Maria Ausiliatrice, e forse non è un caso che sia stato chiamato in Cielo non lontano dalla Santa Casa della Madonna di Loreto. È stato e rimane un testimone luminoso di vita consacrata e salesiana, che può essere certamente un modello per chi compie oggi i suoi primi passi nella Formazione salesiana”.

Nato il 19 ottobre 1938 a Bolzano, Giuseppe Nicolussi svolse il noviziato ad Albaré, dove emise la prima professione il 16 agosto del 1955. Dopo, vienne inviato come missionario in Cile e fu lì che  finì gli studi di Teologia e ricevette l’ordinazione sacerdotale, il 28 agosto 1965, dal cardinale salesiano Raúl Silva Henríquez.

Riconosciutene le dote intelettuale e umane fu inviato poi all’Università Cattolica di Lovanio, in Belgio dove conseguì un dottorato summa cum laude in Teologia Dogmatica.

Rientrato in Cile, entrò a far parte del corpo docente e di formazione del Teologato salesiano a Lo Cañas, Santiago, e della Facoltà di Teologia della Pontificia Università Cattolica. A livello ispettoriale, fu nominato dapprima Vicario, poi Superiore, negli anni dal 1978 al 1984.

Successivamente, su richiesta dall’allora Rettor Maggiore Don Egidio Viganò va a Roma per lavorare alla stesura della nuova Ratio e alla spiegazione delle nuove Costituzioni. Tornò nuovamente in Cile come Direttore del Teologato di Lo Cañas nel 1988, rimanendovi fino al 1990, quando il Capitolo Generale 23° lo elesse Consigliere Generale per la Formazione, incaricò in cui verrà confermato anche nel successivo Capitolo Generale.

Terminato questa missione, nel 2002 venne nominato Superiore della Visitatoria dell’UPS, e dopo un sessennio di servizio, nel 2008 divenne Direttore della Casa Generalizia salesiana.

Dal 2015 si adoperava come confessore della comunità degli studenti di Teologia “Ceferino Namuncurá”, presso l’opera “Gerini” a Roma, ed anche lì è stato molto apprezzato per la sua paternità, l’umiltà, la pietà e il servizio pastorale.

L’attuale Consigliere Generale per la Formazione, don Ivo Coelho, così ha voluto ricordarlo: “Conobbi don Nicolussi quand’era Consigliere Generale per la Formazione, anche se all’epoca non avevo molti contatti con lui. Era l’uomo della Ratio, colui che aveva presieduto all’ultima grande revisione di questo importante testo. Più tardi lo conobbi come Direttore della Casa Generalizia: gentile, discreto e sempre aggiornato su ciò che accadeva nella Chiesa. Era un grande lettore e aveva un’invidiabile capacità di sintesi e di comunicazione. Ma l’ho conosciuto meglio come confessore nella comunità “Gerini” degli studenti di Teologia, ed è questo il ricordo che più mi rimarrà. Mi stupiva il modo in cui quest’uomo, che aveva fatto parte dei più alti livelli di governo della Congregazione, riusciva a inserirsi senza cerimonie nella comunità e a conquistare la fiducia degli studenti. Ha offerto un servizio molto prezioso di confessione e di accompagnamento spirituale. Ho l’impressione che aiutasse anche studenti con i loro compiti e le tesi; e per certo ci ha aiutato con alcuni testi su cui stavamo lavorando nel Settore della Formazione. Ma soprattutto don Giuseppe ci ha consegnato il meraviglioso esempio di una vita salesiana vissuta con semplicità e serenità. Ci mancherà”.

Infine, anche il Direttore della comunità “Gerini” per gli studenti di Teologia, don Adam Kazimierz Homoncik, ha condiviso con ANS alcune considerazioni su don Nicolussi: “Era un uomo di una presenza discreta e amichevole. Però anche se voleva essere discreto, faceva un bellissimo lavoro. Era veramente umano e pieno di gioia, tutti i giorni ci faceva delle barzellette intelligenti che ci faceva sorridere e imparare allo stesso tempo. Era sempre aggiornato sulla Chiesa, il mondo, la Congregazione e con la vita di ogni uno di noi! Imparava per condividere e faceva sintesi per coinvolgerci. Cercava sempre la positività, la buona stampa, la speranza. Era amico, anche quando doveva essere serio! Durante la confessione ci faceva sentire vicino il Signore! Umano nei suoi consigli e paterno nell’atteggiamento. Don Giuseppe era totalmente un uomo di Dio: si è dedicato al Signore per donarsi agli altri. Era appassionato di Don Bosco e in tutto quello che ha fatto nella sua vita ha dimostrato quanto vale la pena essere salesiano per i giovani!”.

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“Ascoltate!”: è il tema del Messaggio del Papa per la 56.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali

Dal sito della Sala Stampa Vaticana.

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Questo il tema che il Santo Padre Francesco ha scelto per la 56.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, che si celebrerà nel 2022:

Ascoltate!

Dopo il Messaggio del 2021, centrato sull’andare e vedere, nel suo nuovo Messaggio per la Giornata Mondiale del 2022 Papa Francesco chiede al mondo della comunicazione di reimparare ad ascoltare.

La pandemia ha colpito e ferito tutti e tutti hanno bisogno di essere ascoltati e confortati. L’ascolto è fondamentale anche per una buona informazione. La ricerca della verità comincia dall’ascolto. E così anche la testimonianza attraverso i mezzi della comunicazione sociale. Ogni dialogo, ogni relazione comincia dall’ascolto. Per questo, per poter crescere, anche professionalmente, come comunicatori, bisogna reimparare ad ascoltare tanto.

Gesù stesso ci chiede di fare attenzione a come ascoltiamo (cf Lc 8,18). Per poter veramente ascoltare ci vuole coraggio, ci vuole un cuore libero e aperto, senza pregiudizi.

In questo tempo nel quale la Chiesa tutta è invitata a mettersi in ascolto per imparare ad essere una Chiesa sinodale, tutti siamo invitati a riscoprire l’ascolto come essenziale per una buona comunicazione.

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“Ho fatto cristiano il Papa”: il nuovo libro su don Enrico Pozzoli, missionario salesiano che ha battezzato papa Francesco

Ho fatto cristiano il Papa” è il libro edito dalla Libreria Editrice Vaticana che racconta la storia di don Enrico Pozzoli, missionario salesiano in Argentina, e che battezzò quel bambino che poi sarebbe diventato Papa Francesco, a Buenos Aires nel 1936. Il libro è di Ferruccio Pallavera, giornalista, che dirige oggi l’archivio storico diocesano di Lodi. Il volume è frutto anche di un dialogo che l’autore ha avuto con il Pontefice, il quale ha ancora un ricordo vivo di quel sacerdote che conobbe da piccolo in Argentina.
Ecco la presentazione del volume:

«Jorge Mario, io ti battezzo nel nome del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo…»: quando don Enrico Pozzoli pronunciò queste parole, mai avrebbe immaginato che quel neonato un giorno sarebbe diventato Papa, prendendo il nome di Francesco. Era il Natale del 1936, la basilica di San Carlo Borromeo e Maria Ausiliatrice a Buenos Aires era piena di fedeli e a chiedergli di battezzare il loro primogenito erano stati Mario Bergoglio e Regina Sivori, appartenenti a due famiglie che avevano lasciato l’Italia in cerca di fortuna. Il libro ripercorre per la prima volta la vita di questo missionario, nato a Senna Lodigiana in Lombardia nel novembre 1880, diventato salesiano nel 1903, emigrato in Argentina e deceduto a Buenos Aires nell’ottobre 1961. Numerosi particolari della figura e dell’opera di don Pozzoli che emergono dalla lettura, sono stati raccontati dallo stesso papa Francesco, durante un colloquio concesso all’autore, il 17 luglio 2020.

Sito della LEV

 

Un caffè con Don Michele Viviano

In occasione del programma “Un caffè con…” viene presentato il neo Rettore della Basilica Maria Ausiliatrice, don Michele Viviano, proveniente dall’Ispettoria Salesiana Sicula (ISI), da Catania.

Don Michele è stato accolto in questi giorni a Valdocco, avvenimento che ha suscitato entusiasmo anche tra i quotidiani più rinomati del sud d’Italia – come spiega don Michele nell’intervista – descrivendo il passaggio di consegna avvenuto con il suo precedessore don Guido Errico, con il quale ha intercorso un discorso significativo sull’importanza della “presenza in Basilica”, vista come luogo sacro ma soprattutto come occasione di contatto con la gente:

“starai a contatto con tante persone e capirai quanti miracoli fa Maria Ausiliatrice” – (don Guido Errico a don Michele Viviano).

Di seguito l’intervista:

Basilica Maria Ausiliatrice