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Foggia, sit-in antimafia. Massimo Marino (APS Sacro Cuore): “Dobbiamo fare fronte comune”

Dopo l’uccisione di un giovane in strada, avvenuta a Foggia l’altro ieri, pubblichiamo la testimonianza di Massimo Marino, presidente dell’APS Sacro Cuore e di don Antonio Carbone, che è intervenuto nel sit-in antimafia organizzato in città.
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Il fatto accaduto ieri, dimostra ancora una volta come la mafia, a Foggia, è presente con arroganza e con sempre più violenza, in piena luce, a pochi passi da un incrocio trafficato, a pochi passi dalla chiesa del Sacro Cuore e dall’oratorio dove si stava svolgendo l’estate ragazzi.
Una situazione non più sostenibile, in un territorio e in un quartiere già fragile. C’è bisogno di una maggiore e quotidiana  presenza delle istituzioni, delle forze dell’ordine che con forza presidino il territorio ed accanto a questo, c’è bisogno del coraggio e impegno di tutti i cittadini nel denunciare e operare per il bene comune: è necessario essere attivi sul territorio, senza rassegnarsi,  facendo prevenzione un impegno a cui tutte le agenzie educative sono chiamate in primis le famiglie.
Nel nostro piccolo, come associazione Sacro Cuore, insieme alla parrocchia-oratorio del Sacro Cuore di Gesù, realtà dove siamo nati e con la quale condividiamo la nostra missione educativa, con lo stile di don Bosco  stiamo lavorando a Candelaro in questa direzione. Abbiamo realizzato in questi anni attraverso il progetto Rigenerazioni e con il concreto contributo di tanti partner, una comunità educante, un patto educativo di comunità, un comitato di quartiere, ma questo non è ancora sufficiente è necessario crescere generando progettualità e azioni sempre più sistematiche ed inclusive capaci di coinvolgere i ragazzi e tutte le realtà e le persone che desiderano nella quotidiano promuovere il bello, il buono nel nostro territorio e nella nostra città, questo perché siamo fortemente  convinti che da soli, non si va da nessuna parte. È necessario  che le realtà del territorio: scuole, parrocchia, oratorio,  associazioni, famiglia, università, dialoghino facciano un fronte comune, superando il pericolo della autoreferenzialità, collaborando su temi importanti come la povertà educativa, problematica crescente nella nostra realtà luogo dove facilmente si annida e cresce il disagio e la devianza, un terreno fertile per la mafia che per affermarsi ha sempre bisogno di nuove leve.
Nonostante le difficoltà noi continuiamo, con le nostra attività, a sperare e ad incoraggiare un cambiamento sociale culturale per la nostra città (laddove forse qualcuno colpevolmente ha già smesso di farlo), lo dobbiamo ai nostri figli a quanti come noi ancora credono e non si rassegnano a vedere la nostra città, con grandi potenzialità: la prima sono le persone, sempre più maltrattata e offesa.
Massimo Marino
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 Il video è di Foggia Città Aperta con l’intervento di don Antonio Carbone:

Al Candelaro giovani e forze dell’ordine insieme. Don Antonio: “Qui più difficile scegliere tra il bene e il male”

Dal sito Foggia Today.

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Ieri pomeriggio i giovani dell’oratorio centro giovanile dei Salesiani Don Bosco di Foggia, al rione Candelaro, hanno incontrato le forze di polizia. Un appuntamento che, non a caso, è ricaduto nel giorno in cui in Italia si è celebrata la XXVII Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. In un quartiere difficile, spesso teatro di gravi episodi di cronaca. Secondo don Antonio Carbone, “bisogna creare una forte alleanza educativa, una rete tra chi come il nostro oratorio è impegnato nella prevenzione, e chi, invece, è chiamato a controllare il territorio attraverso le forze dell’ordine“. Perché, ha aggiunto ai microfoni di Foggiatoday, “confrontarsi con loro e scendere in campo vuol dire conoscersi meglio”. Il parroco di Torre Annunziata – da sette mesi a Foggia – fissa l’obiettivo, in un territorio in cui è difficile schierarsi dalla parte del bene o del male: “Il nostro sforzo è creare nei ragazzi la consapevolezza di poter scegliere liberamente da che parte stare”.

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Don Antonio Carbone saluta Torre Annunziata: “La città del mio cuore”

Da Lo Strillone web.

“Lascio la mia città. Torre Annunziata è nel mio cuore”. Dopo nove anni di lavoro sul territorio in mezzo ai giovani, don Antonio Carbone lascia i salesiani e si trasferisce nella comunità di Foggia. Una presenza costante per il parroco, che ha svolto un lavoro importante con i ragazzi, che anche distanza di tanti anni hanno per lui grani attestati di stima.

Al suo posto arriverà don Gino Cella in quello che è uno scambio tra Torre Annunziata e Foggia. Alla vigilia del suo passaggio in Puglia, il padre salesiano traccia un po’ quello che è stato il bilancio della sua seconda avventura nella città oplontina (la prima dal 2002 al 2006).

Tante sono state le attività per fornire un futuro migliore anche a ragazzi provenienti da realtà difficili nel mondo.

“In questi ultimi 9 anni abbiamo cercato di dare maggiore importanza alla nostra presenza sul territorio attraverso l’apertura della Casa Famiglia Mamma Matildedel pizzoratorio e del centro diurno Casa Valdocco. Bella anche la collaborazione con i vari istituti cittadini per provare a combattere la dispersione scolastica. Ma soprattutto c’è stato un impegno costante nel settore educativo. Significativa anche l’esperienza con il presidio Libera e l’Osservatorio per la Legalità. La presenza dei nostri ragazzi con le maglie rosse delle vittime innocenti di camorra, con l’ultima dedicata a Maurizio Cerrato nel giorno della manifestazione dopo il suo omicidio in via IV Novembre, è stata emozionante”.

Qual è stato il successo che più la gratifica per l’impegno profuso?

“L’apertura del laboratorio per piazzaioli. . Vedere almeno una quindicina di ragazzi che sono impegnati nella ristorazione nel nostro territorio, ma anche fuori, regala enorme soddisfazione. Un ragazzo che ora vive in Francia ci ringraziava per com’è cambiata la sua vita. Il discorso della riscossa lavorativa è quello di cercare anche di creare delle opportunità. L’impegno continuerà con l’associazione Piccoli Passi Grandi Sogni. Per tale motivo, anche se solo per una volta alla settimana, tornerò a Torre Annunziata”.

Vittorie, ma anche sconfitte. Nell’ultimo anno avete dovuto fronteggiare le perdite di due ragazzi come Luigi Caiafa e Vincenzo Arborea.

“Quando si lavora si può anche perdere. Se non lo si fa si perde soltanto. Di sicuro queste situazioni, che hanno avuto anche una grande risonanza, ci hanno rattristato. Ma rafforzano anche i tanti germogli. E’ stupendo per noi vedere tanti ragazzi, che hanno cambiato il loro modo di pensare. Alcuni spacciavano e ora lavorano onestamente”.

Che Torre Annunziata lascia?

“Una città che non è migliorata rispetto a 9 anni fa ed è triste. Tante forze giovani si sono allontanate dai nostri territori ed è brutto. A me il distacco da Torre costa perché sono nato qui nel quartiere Provolera. Malgrado le sue tante contraddizioni è nel mio cuore”.

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Intervista a don Antonio Carbone: “Partendo dall’incontro personale, cerchiamo di dare speranza ai giovani”

Don Antonio Carbone, salesiano e nuovo direttore della casa di Foggia, racconta la sua esperienza con l’associazione “Piccoli passi grandi sogni” con la quale gestisce case di accoglienza per ragazzi in difficoltà nell’intervista durante la trasmissione “Un caffè con…” in onda su Rete7.
“Io spesso mi chiedo chi me lo fa fare a tenere un carro che sta per precipitare…io sono convinto che al termine della nostra vita le domande che il Signore ci farà sono: avevo fame e mi avete dato da mangiare, ero forestiero e mi avete accolto, ero carcerato e siete venuti a trovarmi. Questo brano di Matteo è  un punto di riferimento costante che al mattino mi dà la forza di continuare questa battaglia, sarebbe bello farla tutti insieme e vedere i risultati. Ma sappiamo che il Signore guarda le intenzioni e quel poco di bene che cerchiamo di metterci nel fare le cose”. 

Guarda tutta l’intervista:

 

Foggia, apre “Casa Giò”. Il Rettor Maggiore: “Ragazzi, è ora di scrivere nella vostra vita una nuova pagina bella”

“Don Bosco si trova bene qui”: è don Gino Cella, direttore della casa salesiana di Foggia ad aprire il convegno “Povertà educativa minorile, riflessioni ed esperienze” che oggi, nell’istituto Sacro Cuore di Foggia, ha dato il via alle attività della nuova Comunità Alloggio “Casa Giò”. La Comunità accoglierà in maniera residenziale dieci adolescenti feriti dai vissuti familiari, ragazzi che hanno bisogno di un recupero educativo, ma anche ragazzi stranieri non accompagnati. La Casa famiglia sarà gestita dall’associazione salesiana “Piccoli Passi Grandi Sogni aps” che in Puglia è presente con altre tre comunità educative per minori nelle case salesiane di Bari, Cisternino e Corigliano D’Otranto ed è stata finanziata dalla Fondazione Don Bosco nel mondo, dalla Casa Generalizia dei Salesiani, da Salesiani per il Sociale APS e da un contributo della Regione Puglia.

“Un’iniziativa come questa accende i riflettori su questi adolescenti: la Chiesa a Foggia deve essere più coraggiosa. Il metodo di Don Bosco è vincente”, ha detto mons. Vincenzo Pelvi, Arcivescovo della Diocesi di Foggia-Bovino.

Rosa Barone, assessore al Welfare della Regione Puglia ha sottolineato la necessità di luoghi sicuri, “in vista del futuro con i risvolti della pandemia. Questa struttura è un luogo aperto, un punto di riferimento nel nome di Don Bosco e dei Salesiani in quartiere come questo”.

“A Foggia ho incrociato tanti ragazzi che oggi non ci sono più, uccisi dalla guerra tra clan. Dobbiamo decidere da che parte stare, i salesiani hanno fatto una scelta coraggiosa”: don Francesco Preite, presidente di Salesiani per il Sociale APS, evidenzia come una struttura come “Casa Giò” permetta ancora di più di non lasciare soli i ragazzi di un quartiere difficile come il Candelaro. “Giovanni Paolo II diceva che se da una parte c’è la criminalità organizzata, dall’altra si deve organizzare la speranza: il territorio ha bisogno di una rete che sostenga queste attività di prevenzione, non c’è più tempo da perdere, soprattutto dopo l’accelerata delle condizioni difficili della pandemia. Le istituzioni – conclude don Francesco Preite – devono sostenere questa rete, fatta dal lavoro congiunto di salesiani e laici”.

“Sono emozionato e felice, in un tempo così difficile in cui stiamo vivendo abbiamo celebrato la speranza, che non deve venire mai meno nemmeno nei tempi più difficili”: le conclusioni della giornata sono affidate a don Angelo Santorsola, superiore dei salesiani dell’Italia Meridionale. “Don Bosco ce lo ha insegnato, è sempre stato un uomo di speranza. Ho sentito interventi pieni di forza, appassionati: da domani ciò che abbiamo detto oggi deve diventare concretezza. Oggi abbiamo respirato una bella boccata di ossigeno che ci fa guardare avanti con gioia: restituire i sogni rubati ai ragazzi che ne hanno diritto. Ha ragione don Gino: Don Bosco si trova proprio bene qui a Foggia, i salesiani  ci stanno, ci mettono la faccia per i giovani più poveri e abbandonati”, ha concluso.

Al termine del convegno è stato trasmesso il docufilm “A piccoli passi, grandi sogni”: lo ha introdotto don Antonio Carbone, presidente di “Piccoli Passi, grandi sogni”, commentando la fotografia fatta dal prof. Andrea Farina, docente di Legislazione minorile e responsabile dell’Osservatorio salesiano sui diritti dei minori, durante la relazione sulla povertà educativa:  “Quando si ascoltano i numeri dell’emergenza educativa appena descritti da Andrea Farina, ciascuno di noi che lavora nel sociale ha davanti agli occhi persone, case, situazioni difficili viste nel corso della vita. Questa comunità alloggio vuole essere un punto dove confrontarsi sul temi della legalità, un luogo di accoglienza per tanti giovani che dovranno essere liberi di scegliere il proprio futuro“.

Nel pomeriggio di sabato 17, invece, il Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Ángel Fernández Artime, ha celebrato una Messa e inaugurato i locali della nuova Comunità Alloggio, accompagnato da tre Consiglieri Generali: il Consigliere per la Regione Mediterranea, don Juan Carlos Pérez Godoy, il Consigliere per la Regione Interamerica, don Hugo Orozco e il Consigliere Regionale per l’Europa Centro e Nord, don Roman Jachimowicz. Circa 40 ragazzi e operatori sociali delle 7 case famiglia della IME presenti in Puglia e Campania, gestite dall’associazione “Piccoli passi grandi sogni aps”, hanno raggiunto l’opera di Foggia per conoscere “in carne ed ossa” il Don Bosco di oggi. Nella zona giorno della nuova Comunità Alloggio è avvenuto un incontro sincero, intenso, dai toni familiari.

“In ogni struttura sono accolti circa 8 minori dai trascorsi differenti – ha spiegato don Carbone – Dal 2007 ad oggi ci siamo presi cura di circa 500 minori affidati dai Servizi di Educativa Territoriale e dai Centri di Giustizia Minorile. Siamo contenti di inaugurare una nuova comunità, anche se come salesiani vorremmo che ogni ragazzo potesse vivere il calore della propria famiglia nella sua casa di origine”.

La signora Patrizia, in rappresentanza degli operatori sociali delle comunità che anche nel periodo più duro del lockdown hanno continuato ad essere al fianco di ogni minore affidato, ha sottolineato: “Quello che abbiamo ricevuto, quello che stiamo donando e quello che ci hanno insegnato i salesiani all’oratorio è diventato per noi una vocazione, una professione”.

Don Ángel Fernández Artime conclude parlando al cuore dei ragazzi: “Non possiamo non immaginare le presenze salesiane del mondo senza una Casa Pinardi come a Valdocco, per essere accanto a ragazzi che non hanno nessuno e alcune possibilità. Per ognuno di voi la situazione più difficile è passata, è ora di scrivere nella vostra vita una nuova pagina bella”.

A seguire, la Comunità Educativa Pastorale ha vissuto prima la Celebrazione Eucaristica, presieduta dal Rettor Maggiore, nella parrocchia salesiana “Sacro Cuore di Gesù” e poi un momento di preghiera in oratorio con la benedizione ufficiale delle persone e delle “mura” della Comunità Alloggio “Casa Gio” da parte del Rettor Maggiore stesso.

Don Angelo Santorsola, superiore dell’Ispettoria Meridionale ha poi detto ai ragazzi delle case famiglia convenuti: “Per noi siete importanti e oggi la presenza del Rettor Maggiore e dei Consiglieri Generali ne è la dimostrazione concreta”.

 

“Mani in Pasta”: si conclude il laboratorio per pizzaioli di Casa Valdocco

Dall’agenzia ANS l’articolo dell’evento conclusivo “Mani in pasta”, il laboratorio di pizzeria del centro diurno Casa Valdocco di Torre Annunziata.

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Si è tenuto lo scorso 6 ottobre, presso la casa salesiana di Torre Annunziata, l’evento conclusivo di “Mani in Pasta”, il primo laboratorio di pizzeria del Centro diurno “Casa Valdocco”, realizzato con il sostegno e il finanziamento della Fondazione “Banco di Napoli per l’assistenza all’infanzia”. In questa occasione, gli allievi che hanno frequentato il corso hanno ricevuto l’attestato di pizzaioli, riconosciuto dalla Regione Campania e, successivamente, sono stati presentati gli allievi del secondo corso.

Il laboratorio per pizzaioli, che ha visto coinvolti ragazzi tra i 16 e i 18 anni, è stato lanciato per offrire una possibilità di apprendimento e di successivo inserimento nel mondo del lavoro ai giovani a rischio di marginalità sociale.

Come aveva spiegato don Antonio Carbone, il salesiano responsabile del progetto, “Mani in Pasta” nasce: “in un territorio dove tante sono le difficoltà e difficili sono anche le prospettive di lavoro e di impegno. Ogni giorno il nostro obiettivo è togliere i giovani dalla strada. Li salveremo dai clan grazie a un laboratorio gastronomico che insegnerà loro a cucinare e a infornare pizze. E grazie a questa qualifica potranno trovare un lavoro onesto”.

Per tanti ragazzi del territorio, infatti, il progetto è stato proprio questo: un’alternativa ai pericoli o alla malavita. “Avrei voluto che il corso durasse di più, per imparare sempre di più le tecniche e migliorare – ha detto infatti il giovane Saverio, 16 anni –. Non so ancora se da grande vorrò fare questo lavoro ma conserverò con cura questo attestato conquistato con costanza e sacrificio”, ha aggiunto, dimostrandosi fiero dei risultati raggiunti.

Ma, proprio in occasione di questo momento di festa, non si può non rivolgere un pensiero a Luigi, 17 anni, morto nelle scorse settimane a Napoli, raggiunto da un colpo di pistola dopo aver tentato una rapina. Luigi è stato ospite per un anno e mezzo della comunità di Torre Annunziata e, dietro al bancone, era uno dei più appassionati.

A lui, don Antonio Carbone, ha dedicato un lungo post su Facebook, ricordando che Don Bosco ci invita sempre a trovare in ogni ragazzo quel “punto accessibile al bene”.

“Lo ricordo quando con tanto sacrificio volle imparare il mestiere del pizzaiolo, lo ricordo quando durante i mesi di lockdown tre giorni a settimana, insieme ad altri ragazzi preparava le pizze da portare a famiglie disagiate, lo ricordo piangere perché in quei mesi non poteva vedere la sua famiglia, lo ricordo la domenica a Messa con sguardo rivolto verso il basso quando durante l’omelia si parlava di vita bella alla quale ci chiama Gesù”, scrive il salesiano, che poi conclude: “Spesso mi sento fare questa domanda: ma dei ragazzi che passano per la comunità in quanti si salvano e in quanti si perdono? La vita, per fortuna, è un evolversi, nessuno di noi ha il sigillo del salvato e nessuno è per sempre perso”.

 

Torre Annunziata: nasce “Casa Valdocco” contro la dispersione scolastica

A Torre Annunziata (NA) nasce “Casa Valdocco“, un centro polifunzionale contro la dispersione scolastica dei minori, che darà inizio alle proprie attività a partire dal 1° agosto.

Si riporta l’articolo pubblicato su La Repubblica giovedì 5 luglio 2019 nella sezione di Napoli, a cura di Mauro De Riso.

Torre Annunziata: nasce “Casa Valdocco”, centro polifunzionale contro la dispersione scolastica dei minori
Don Antonio Carbone, presidente della onlus “Piccoli grandi sogni”

Il progetto della onlus “Piccoli grandi sogni“: le attività inizieranno il 1 agosto, con trenta minori inviati dai Servizi sociali.

Un centro per minori, per contrastare il fenomeno della dispersione scolastica. Dal settore politiche sociali del Comune di Torre Annunziata arriva l’autorizzazione per l’attivazione del centro diurno polifunzionale per minori denominato “Casa Valdocco” in via Margherita di Savoia.

Trova così concretezza l’idea di don Antonio Carbone, parroco dei salesiani e presidente dell’associazione “Piccoli grandi sogni onlus”, che dal 1 agosto darà il via all’attività del centro, in cui potranno essere ospitati fino a 30 minori inviati dai servizi sociali del luogo e del comprensorio. Casa Valdocco funzionerà anche al pomeriggio con una serie di attività di carattere ludico e didattico per i piccoli ospiti che necessitano di un supporto non solo scolastico, ma anche e soprattutto affettivo.

In un territorio di frontiera, dunque, il centro polifunzionale per minori rappresenta una chiave di volta per sottrarre i ragazzi alla strada ed impedire alla malavita di reclutare chi vive in condizioni di disagio, attraverso un’attività di prevenzione mirata a incoraggiare l’istruzione e l’educazione, favorendo l’integrazione nella società civile.

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