“Costruiamo comunità solidali – 30 anni di rete sociale salesiana in Italia”: a giugno assemblea nazionale

Si terrà a Roma, all’istituto Pio XI, dal 9 all’11 giugno l’assemblea nazionale 2023 di Salesiani per il Sociale “Costruiamo comunità solidali – 30 anni di rete sociale salesiana in Italia” . Continua il percorso intrapreso a settembre 2022 di Organizzare la Speranza che, a giugno, vedrà la condivisione di quanto raccolto in questi mesi di incontri territoriali e la presentazione delle linee programmatiche per i prossimi tre anni.

“Il prossimo 9 luglio festeggeremo i 30 anni della nostra rete sociale salesiana, fondata da salesiani lungimiranti e profetici – dichiara don Francesco Preite, presidente di Salesiani per il Sociale -. Un evento che ci riporta alle origini della scelta salesiana di una pastorale giovanile italiana che includa la dimensione del disagio e dell’emarginazione giovanile, e che oggi viene rilanciata fortemente dal Rettor Maggiore con l’opzione salesiana per i giovani ad alto rischio sociale come impegno per la giustizia, la pace e la cura del creato. L’emarginazione e disagio giovanile della Pastorale Giovanile Salesiana è denominata nella lettera del Rettor Maggiore con un’accezione più inclusiva: opere e servizi sociali. Le opere ed i servizi sociali sono una dimensione ed un ambiente della nostra Pastorale Giovanile che incontriamo nelle Comunità Educative Pastorali da Nord a Sud”.

I tre giorni di assemblea saranno organizzati con momenti formativi, tavole rotonde per discutere della rete associativa e conoscere l’esperienza dei territori. Ci sarà modo di ascoltare la voce delle istituzioni sulla riforma del Terzo Settore e gli aggiornamenti in corso.

“Insieme salesiani e laici possiamo compiere il passaggio verso una pastorale giovanile aperta, corresponsabile e connessa con i problemi del mondo e della gente: passare dall’io al noi, dal “si è sempre fatto così” alla novità dei segni dei tempi che richiedono competenze, innovazione, rinnovata passione educativa”, conclude don Francesco Preite.

Il programma:

 VENERDÌ 9 GIUGNO    

Ore 14,00 Arrivi e registrazione Assemblea

Ore 15,00 Saluti istituzionali

Presentazione Assemblea

Ore 15,30 Lectio Lc 7,11-17

Ore 16,00 I panel: Povertà educativa e giovani neet: quali risposte del Terzo Settore e quali le misure del governo italiano?

Ore 17,30 Break

Ore 18,00 II panel: Il processo dal basso visto dai territori.

Ore 20,00 Cena

Ore 21,30 Incontro per Comitati territoriali SxS

 SABATO 10 GIUGNO    

Ore 8,00 Santa Messa

Ore 9,00 III panel: L’opzione salesiana per i giovani ad alto rischio sociale e la corresponsabilità laicale nella costruzione di Comunità Educative Pastorali solidali. Come coniugare Pastorale Giovanile, corresponsabilità laicale e opere sociali nelle CEP locali?

Ore 11,00 Break

Ore 11,30 Laboratori di scrittura dal basso

Ore 13,00 Pranzo

Ore 15,30 Laboratori di scrittura dal basso

Ore 17,00 Break

Ore 17,30 Restituzione in Assemblea Salesiani per il sociale

Dialogo in Assemblea

Votazione del documento programmatico ad experimentum per un anno

Ore 20,00  Cena

Serata libera

 DOMENICA 11 GIUGNO      

Ore 9,00 Relazioni del presidente e presentazione del bilancio Elezione Organo di controllo

Interventi dei Soci, dibattito e votazioni Presentazione programmazione 2023-2024

Ore 12,00 Santa Messa

Ore 13,00  Pranzo

Per iscriversi c’è tempo fino al 21 maggio cliccando sul link sotto.

Corriere della Sera – Buone Notizie: “Da Kabul a Roma senza ritorno Il futuro di Negin è la laurea”

Il Corriere Buone Notizie ha pubblicato la storia di Negin A, giovane afghana arrivata in Italia grazie alla Rete di solidarietà di cui fa parte Salesiani per il Sociale.

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Negin A. ricorda bene quella mattina di quindici mesi fa a Kabul, a casa sua: «Era un giorno come un altro, da settimane tutti ci interrogavamo – Entrano o non entrano? – ma nessuno voleva pensare al peggio, anche se dopo la conquista di Herat avevamo pianto. Poi, a partire dalle 11 di quella mattina di metà agosto del 2021 ci siamo ritrovati con i talebani di nuovo sotto casa, all’università, negli uffici, nelle strade. Ovunque…». Da quel giorno per l’allora 19enne studentessa di Informatica è iniziato un viaggio verso l’ignoto durato più di un anno. Una vita azzerata, quella di Negin, che ora, a migliaia di chilometri di distanza, tenta di ricostruire assieme alla madre Razia, cacciata dal suo posto di giornalista a Tanandon Tv, al padre Reza, architetto, licenziato dal ministero delle Infrastrutture, al fratello Moahmmad Eshan e alla sorellina Mathab. Negin ora sorride e dice di avere fiducia nel futuro, stringendo forte la mano di don Pejo, un salesiano forte come una roccia dei Balcani che, grazie alla generosità della sua comunità, la ospita insieme con tutta la famiglia alle porte di Roma in una Casa circondata da alberi di mandarino e da palme. «Il viaggio è stato lungo – racconta in inglese fluente – prima in autobus fino a Herat, poi in auto verso il confine con l’Iran e infine nella città iraniana di Qom, dove abbiamo atteso il visto per l’Italia».

La fuga da Kabul della famiglia di Negin è stata resa possibile grazie ai loro risparmi e a una incredibile, quanto discreta, rete di solidarietà coordinata da una giornalista italiana, Maria Grazia Mazzola, e dai «Salesiani per il sociale» che in questi mesi hanno portato a buon fine il trasferimento in Italia di una settantina di cittadini afghani perseguitati dai talebani. A pochi chilometri dal centro di Roma, nella Casa dei Salesiani ci si prepara a celebrare il Natale anche con la famiglia di Negim (che prima di Capodanno potrà incontrare alcuni parenti ospiti di  altre Case). Anche questa famiglia hazara fuggita da Kabul ha trovato il calore che in passato ha permesso ad altre persone di ricominciare a ricucire la tela di una vita lacerata dall’odio e dalla violenza. Qui, in un appartamento che si affaccia su un prato verdissimo, Negin ha potuto anche riprendere il suo percorso di studi: «Prima di partire da Kabul – racconta – ho implorato un impiegato della mia Università di consegnarmi la scheda con gli esami che avevo sostenuto». E ora, con quel pezzo di carta preziosissimo, la studentessa che frequentava Informatica a Kabul, grazie a un fortunato passaparola, ha potuto chiedere di accedere alle borse di studio che la Luiss riserva ai rifugiati. E a febbraio ha già un appuntamento con il primo esame alla facoltà di Economia in inglese di viale Romania. «Le ultime immagini dell’Afghanistan sono quelle dei talebani che ti controllano all’ingresso dell’Università per vedere se nascondi un paio di jeans nella borsa. Loro le donne le trattano così: non devono studiare, non devono lavorare, non devono indossare i pantaloni, devono sempre essere accompagnate da un uomo in certi luoghi…», chiosa la studentessa, che, per rendere bene l’idea del clima di Kabul, mostra sul telefonino l’immagine di un presentatore tv che va in onda con addosso due cartuccere cariche di proiettili di grosso calibro: «Le armi sono ovunque e di recente un leader talebano ha detto che la promozione degli ufficiali dipenderà dal numero di bombe che riusciranno a far esplodere».

La scorsa estate il primo impatto con Roma è stato un misto di delusione e di stupore: «Non sapevamo nulla di questo Paese, pensavo di trovare tanti grattaceli – ricorda adesso – e invece ovunque ci sono splendidi edifici storici che sono la gioia di mio padre architetto». Gli italiani? «Simpatici. Ma sono logorroici, parlano molto e per questo mi sto impegnando, grazie al Centro Astalli, per imparare bene la vostra lingua». Per Negin è tutto nuovo: andare in giro da sola per la città, conoscere altri studenti, scambiarsi il numero di telefono con una coetanea conosciuta per caso. Ogni novità alimenta la sua voglia di vivere. Però sa anche che la strada è in salita: «Se sei un rifugiato devi mettere nel conto che la polizia ti fermerà mille volte per i controlli». E quando le si chiede qual è stato l’impatto con la burocrazia italiana esita prima di rispondere: «Ogni Paese ha i suoi problemi…». Ma poi bilancia praticamente subito: «Qui c’è la democrazia, la libertà, la possibilità di andare in giro vestita come ti pare, di fare quello che vuoi». A proposito di desideri, come vede il suo futuro la studentessa di Kabul che ora studierà alla Luiss? «La laurea è il traguardo più importante. Ma spero anche che i miei genitori trovino presto un lavoro perché non si può vivere dignitosamente senza». Poi, prima del congedo, tornando con il pensiero agli ultimi mesi trascorsi a Kabul, il sorriso di Nagin mostra un’incrinatura: «Certo che quella non era una vita normale. Ma era pur sempre il mio Paese, lì c’era la nostra casa, c’erano i nostri amici. Poi quasi tutti sono andati via, lasciandosi alle spalle una vita intera. Come noi…».

“I sorrisi di Banca Reale”: Banca Reale in sostegno dei bambini ucraini accolti da Salesiani per il Sociale

Per contribuire concretamente ai bisogni delle famiglie ucraine colpite dall’emergenza umanitaria, in occasione del Natale, Banca Reale desidera offrire il proprio sostegno ai 300 bambini ucraini accolti dai Salesiani per il Sociale. Con l’iniziativa “I Sorrisi di Banca Reale”, tutti i dipendenti della banca hanno scelto di rinunciare alla loro tradizionale strenna natalizia devolvendo la cifra ricavata all’organizzazione no profit guidata dal Presidente Don Francesco Preite.

L’obiettivo dell’iniziativa è quello di fornire un contributo al supporto scolastico e psicologico dei bambini e dei ragazzi ucraini che, una volta inseriti nelle scuole italiane hanno necessità di ricevere un vero e proprio sostegno.

I Sorrisi di Banca Reale” si inserisce in un percorso di azioni intraprese da Reale Group che, da marzo 2022, ha agevolato una rete di sostegno virtuosa a favore della popolazione ucraina colpita duramente dalla violenza della guerra. Fin dall’inizio del conflitto, Reale Foundation, la fondazione corporate di Reale Group, ha affiancato diversi enti benefici, quali l’Ospedale Infantile Regina Margherita, CasaOz, Sermig, UGI, Adisco Sezione Piemonte – in collaborazione con la Regione Piemonte – per fornire una risposta pronta e immediata ai bisogni delle famiglie colpite da questa grave emergenza umanitaria.

Quest’anno i bambini ucraini hanno vissuto gli orrori della guerra e sono stati spettatori innocenti della brutalità del conflitto – ha dichiarato Giuseppe Pollio Direttore Chief Operating Officer di Banca Reale – Proprio per questo i dipendenti di Banca Reale desiderano dimostrare calore e vicinanza ai piccoli profughi ucraini e alle loro famiglie, accolte dai Salesiani per il Sociale, attraverso un gesto simbolico che speriamo possa facilitare la loro integrazione. La scelta di offrire un supporto scolastico e psicologico ai bambini,  colloca la nostra iniziativa in un percorso più ampio, che non guarda al presente bensì al futuro: crediamo che l’istruzione sia un veicolo d’inclusione ed equità sociale, che permette ad ogni persona di gettare delle solide basi per costruire il proprio domani”.

“L’emergenza Ucraina, passata l’ondata emotiva della prima ora, non ha cessato di esistere. Nei primi mesi abbiamo spalancato le porte delle case salesiane ed accolto chi fuggiva dall’orrore della guerra, specialmente famiglie, mamme con bambini di ogni età – dichiara don Francesco Preite, presidente nazionale di Salesiani per il Sociale APS -. L’integrazione sociale, scolastica, culturale nonché l’assistenza medica, richiedono un costante sostegno. Per questo a nome di tutta la rete di Salesiani per il Sociale ringrazio Banca Reale e tutti i suoi dipendenti: il loro gesto generoso darà un contributo al percorso di sostegno messo in piedi per accogliere e accompagnare questi nostri fratelli e sorelle in difficoltà. Nello stesso tempo invochiamo la pace in Ucraina”. 

“So-stare nel disagio. Riconoscere, sostenere e accompagnare i ragazzi”: webinar dell’UPS

Il 15 novembre, ore 18.30 – 19.30,  l’Istituto di Psicologia dell’Università Pontificia Salesiana di Roma organizza un webinar dal titolo: “So-stare nel disagio. Riconoscere, sostenere e accompagnare i ragazzi”.

Parteciperanno:

Prof. Zbigniew Szczepan Formella – direttore Istituto Psicologia, UPS
Prof. Alessandro Iannini – psicologo, professore università Salesiana, incaricato Emarginazione e disagio giovanili Ispettoria Italia Centrale
Prof. Giovanni Tagliaferro – psicologo, psicoterapeuta
Modera: prof. Alessandro Ricci – UPS

Il webinar potrà essere seguito in diretta sulla pagina YouTube dell’Istituto di psicologia al seguente link So-stare nel disagio – YouTube

L’impatto del Covid sul futuro dei giovani studenti dei CFP nel rapporto Caritas 2022 “L’anello debole”

Ieri, a Roma, è stato presentato “L’anello debole”, il rapporto 2022 su povertà ed esclusione sociale in Italia di Caritas Italiana. Uno dei capitoli del rapporto – Dall’aula alla professione: orizzonti di futuro per i giovani europei con vissuti di povertà e disagio sociale – è stato scritto da Renato Cursi, direttore generale di Salesiani per il Sociale e da Walter Nanni di Caritas Italia e si è basato su una indagine europea con i direttori dei CFP.

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Da Vatican News, di Alessandro Guarasci.

Sempre più persone ricorrono ai centri ascolto della Caritas. Nel 2021 le persone incontrate e supportate sono state 227.566. Rispetto al 2020 si è registrato un incremento del 7,7% del numero di beneficiari supportati (legato soprattutto agli stranieri). Non si tratta sempre di nuovi poveri ma anche di persone che oscillano tra il dentro fuori dallo stato di bisogno. Secondo i dati ufficiali, le famiglie in povertà sono 1 milione 960 mila, pari a 5.571.000 persone (il 9,4% della popolazione residente), confermando i massimi storici toccati dal 2020.

Che cosa fare

Il Reddito di Cittadinanza è stata percepito da 4,7 milioni di cittadini, ma raggiunge poco meno della metà dei poveri assoluti (44%). Per Caritas, sarebbe quindi opportuno assicurarsi che fossero raggiunti tutti coloro che versano nelle condizioni peggiori, partendo dai poveri assoluti. Ma vanno garantiti anche adeguati processi di inclusione sociale, dunque serve rafforzare la capacità di presa in carico dei Comuni, anche attraverso il potenziamento delle risorse umane e finanziarie a disposizione e un miglior coordinamento delle azioni. Particolare attenzione va data ai nuovi progetti programmi in partenza, finanziati dal Pnrr, tra cui GOL (Garanzia Occupabilità Lavoratori), un programma pensato per rafforzare i percorsi di occupabilità di disoccupati, lavoratori poveri o fragili/vulnerabili (NEET, giovani, maturi), beneficiari di Reddito e di ammortizzatori sociali in costanza o assenza di rapporti di lavoro; si tratta di 3 milioni di persone da formare o riqualificare entro il 2025, di cui il 75% saranno donne, disoccupati di lunga durata, giovani under 30, over 55.

Il cardinale Zuppi: far uscire i poveri dalla ‘zona retrocessione’

Il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, in un messaggio è intervenuto sul reddito di cittadinanza. “C’è un aggiustamento da fare – ha detto – ma mantenendo questo impegno che deve essere cosi’ importante in un momento in cui la poverta’ sara’ ancora piu’ dura, ancora piu’ pesante e rischia di generare ancora piu’ poverta’ in quelle fasce dove si oscilla nella sopravvivenza, che devono avere anche la possibilita’ di uscire da questa ‘zona retrocessione'”. E sul rapporto io porporato ha precisato che è “preoccupante, ci deve aiutare a scegliere e a vivere consapevolmente le settimane e i mesi difficili verso cui andiamo incontro, che richiedono e richiederanno tanta solidarieta’, delle risposte rapide, perche’ la sofferenza non puo’ aspettare, non deve aspettare, ma anche delle risposte che sanno guardare al futuro”.

Chi sono i poveri che si rivolgono alla Caritas?

Chiedono aiuto sia uomini (50,9%) che donne (49,1%). Cresce da un anno all’altro l’incidenza delle persone straniere che si attesta al 55%, con punte che arrivano al 65,7% e al 61,2% nelle regioni del Nord-Ovest e del Nord-Est; di contro, nel Sud e nelle Isole, prevalgono gli assistiti di cittadinanza italiana che corrispondono rispettivamente al 68,3% e al 74,2% dell’utenza. L’età media dei beneficiari si attesta a 45,8 anni. Complessivamente le persone senza dimora incontrate sono state quasi 24.000, pari al 16,2% dell’utenza: si tratta per lo più di uomini (72,8%), stranieri (66,3%), celibi (45,1%), con un’età media di 43,7 anni e incontrati soprattutto nelle strutture del Nord.

Sulla povertà incide anche la bassa scolarizzazione

Tra chi accolto nei centri Caritas, cresce il peso di chi possiede al massimo la licenza media, che passa dal 57,1% al 69,7%; tra loro si contano anche persone analfabete, senza alcun titolo di studio o con la sola licenza elementare. Nelle regioni insulari e del sud, il dato arriva rispettivamente all’84,7% e al 75%. Ma va anche segnalato che nel 2021 cresce l’incidenza dei disoccupati o inoccupati che passa dal 41% al 47,1%, e al contempo cala la quota degli occupati, ora arrivata al 23,6%.

La risposta della Caritas alla povertà

Nel 2021 la Caritas ha erogato quasi 1milione 500mila interventi, una media di 6,5 interventi per ciascun assistito. Da notare che il 74,7% ha riguardato l’erogazione di beni e servizi materiali (mense/empori, distribuzione pacchi viveri, buoni ticket, prodotti di igiene personale, docce, ecc.); il 7,5% le attività di ascolto, semplice o con discernimento; il 7,4% gli interventi di accoglienza, a lungo o breve termine; il 4,6% l’erogazione di sussidi economici (per il pagamento di affitti e bollette), il 2,2% il sostegno socio assistenziale e l’1,5% interventi sanitari. Importante lo sforzo economico. I sussidi economici pur rappresentando solo il 4,6% degli interventi assorbono oltre il 76% delle spese.

L’ascensore sociale non funziona

Chi si colloca sulle posizioni più svantaggiate della scala sociale ha poche possibilità di accedere ai livelli superiori. Caritas mette in luce che nelle storie di deprivazione intercettate, i casi di povertà intergenerazionale pesano per il 59,0%; nelle Isole e nel Centro il dato risulta ancora più marcato, pari rispettivamente al 65,9% e al 64,4%; il nord-Est e il Sud risultano le macro-aree con la più alta incidenza di poveri di prima generazione. In sostanza, le persone che vivono oggi in uno stato di povertà, nate tra il 1966 e il 1986, provengono per lo più da nuclei familiari con bassi titoli di studio, in alcuni casi senza qualifiche o addirittura analfabeti (oltre il 60% dei genitori possiede al massimo una licenza elementare). Più del 70% dei padri degli assistiti Caritas è occupato in professioni a bassa specializzazione. Per le madri è invece elevatissima l’incidenza delle casalinghe (il 63,8%), mentre tra le occupate prevalgono le basse qualifiche.

La pandemia ha colpito di più i giovani

Le ragazze e i ragazzi che vengono da famiglie in difficoltà hanno avuto più difficoltà con la pandemia di Covid19, hanno verificato Caritas e i Centri di Formazione Professionale dei Salesiani. Secondo i dati raccolti presso un campione di giovani in cinque paesi Ue , il 41,3% di essi ha vissuto in famiglia gravi problemi economici a causa del Covid; il 44,1% riceve aiuto per pagare le spese scolastiche; il 37,4% non si sente preparato per continuare gli studi; il 57,1% non si sente pronto ad entrare nel mondo del lavoro; il 78,6% non è stato aiutato da nessuno a scuola per orientare il proprio futuro. L’ascolto dei direttori dei CFP Salesiani conferma l’impatto del Covid-19: per almeno quattro studenti su cinque, la pandemia ha influito significativamente nella pianificazione del loro futuro, soprattutto in termini negativi.

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Valdocco: aperto il Congresso Internazionale delle Opere e dei Servizi Sociali Salesiani

Mercoledì 28 settembre al Teatro Grande Valdocco si è aperto il Congresso Internazionale delle Opere e dei Servizi Sociali Salesiani. Di seguito il resoconto delle prime giornate in un articolo pubblicato dal sito ANS.

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Si è aperto nel pomeriggio di mercoledì 28 settembre, nel cuore carismatico della Congregazione, a Torino–Valdocco, il Congresso Internazionale delle Opere e dei Servizi Sociali Salesiani. All’interno del Teatro Grande Valdocco i circa 300 partecipanti, giunti in rappresentanza di tutte le Ispettorie e Visitatorie della Congregazione, insieme ad un selezionato gruppo di giovani, hanno potuto ascoltare il discorso introduttivo di don Miguel Ángel García, Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile Salesiana e promotore del Congresso, e ricevere le prime indicazioni utili sullo svolgimento e la metodologia delle attività da parte di don Rafael Bejarano, Referente per le Opere Sociali all’interno del Settore della Pastorale Giovanile e coordinatore di quest’appuntamento.

Presenti sul palco al momento di apertura del Congresso c’erano anche il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, che per tutte le giornate dell’evento, fino al 2 ottobre, animerà un dialogo fraterno con i giovani; e don Leonardo Mancini, Superiore della Circoscrizione Speciale Piemonte e Valle d’Aosta. Entrambi hanno offerto il loro caloroso benvenuto a tutti i presenti.

Le attività del Congresso sono entrate pienamente nel vivo al mattino di giovedì 29 settembre. Di buon mattino don Bejarano e il signor Javier Carabaño Rodriguez, specialista in comunicazione e identità e legato all’ambiente salesiano, hanno guidato congiuntamente una Lectio Divina a partire l’episodio della risurrezione del figlio della vedova di Nain. In questa prima tappa del loro percorso meditativo – che si completerà nelle prossime giornate – la riflessione ha evidenziato la differenza tra la comunità gioiosa dei discepoli che hanno Gesù come loro guida e la comunità di Nain che è triste per la prematura morte del giovane.

“L’immagine che ci viene proposta da questa scena ha molto da dire al nostro carisma salesiano – hanno sottolineato le due guide della Lectio Divina –. E continua a riprodursi giorno dopo giorno, l’incontro della vita che porta speranza e gioia con situazioni di disperazione e morte in ogni angolo della terra. La proposta salesiana del settore sociale è un segno di gioia e di vita che si confronta quotidianamente con i volti crudeli e tristi di tanti giovani colpiti da miseria, violenza, ignoranza e sfruttamento”.

Successivamente è stata offerta la conferenza centrale di questa giornata, a cura del card. Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga, Arcivescovo metropolita di Tegucigalpa e Coordinatore del Consiglio dei Cardinali, già Presidente di Caritas Internationalis (2007-2015). Nel suo articolato intervento, intitolato “Attualità della Dottrina Sociale della Chiesa, sviluppo umano integrale e ruolo delle Opere e dei Servizi Sociali Salesiani” il cardinale salesiano ha esordito sottolineando, con alcune domande volutamente provocatorie, la perdurante attualità, anche oggi, di fronte alle sfide globali e alle enormi trasformazioni sociali in atto, della Dottrina Sociale cristiana.

Quindi, ha ribadito l’importanza di vivere una vita di fede coerente e unita tra contemplazione e nell’azione:

“La nostra condotta sociale è parte integrante della nostra sequela di Cristo”

ha asserito, subito prima di spendere alcune parole per mettere in guardia dalle ideologie che rischiano di compromettere l’esistenza e l’operato dei cristiani.

Successivamente il cardinale ha preso in esame in particolare il Magistero di Papa Francesco: dapprima ne ha rimarcato la centralità dei giovani come attori del cambiamento; poi ha spiegato il concetto di pace sociale, che si realizza quando si lotta contro le disuguaglianze e si favorisce l’armonia; e ha anche sottolineato l’intuizione del Papa sul tema dell’Ecologia Integrale

“che incorpora in maniera interdisciplinare i molteplici aspetti del problema: economici, culturali, sociali…”

Infine, ha illustrato capitolo per capitolo l’Enciclica Fratelli Tutti, definita dallo stesso Pontefice la sua “Enciclica Sociale”, nella quale Papa Francesco

“indica vie concrete per chi vuole costruire un mondo più giusto e fraterno nelle relazioni quotidiane, nella vita sociale, nella politica e nelle istituzioni”.

Dopo aver affrontato anche i vari problemi globali,

“che richiedono un’azione globale”-

i temi dei Diritti, delle migrazioni, della politica come servizio, della regolamentazione dei sistemi economici, della pace, della pena di morte, della libertà religiosa… – il salesiano honduregno ha concluso invitando a riprendere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, affermando che

“la Famiglia Salesiana ha qui un orizzonte molto ampio per le opere e i servizi sociali salesiani”.

La mattinata è proseguita poi con il forum dei giovani con il Rettor Maggiore, sul ruolo degli Exallievi salesiani nelle opere sociali, e l’avvio dei minicorsi inerenti al lavoro salesiano con i giovani più bisognosi: i partecipanti hanno potuto scegliere tra i seguenti argomenti, tutti guidati da autorevoli esperti:

  • Accompagnamento spirituale di giovani a rischio
  • Costruire il Programma Educativo Pastorale Salesiano delle opere sociali a partire dalla Parola di Dio, dal Magistero della Chiesa e dalla Tradizione salesiana
  • Diritti umani, sistema preventivo e modelli di intervento sociale
  • Significatività e sostenibilità del lavoro sociale: il quadro della pastorale giovanile in relazione ai sistemi di qualità e alla gestione integrata
  • Evangelizzazione e mobilità umana (migranti, rifugiati e sfollati)
  • Il contributo dell’identità cristiana e salesiana nella costruzione delle politiche pubbliche, nella partecipazione ai forum locali e internazionali e nella mobilità sociale
  • Misurare l’impatto sulle opere sociali
  • Volontariato e innovazione sociale
  • Gestione sociale: networking con le procure, partecipazione ad associazioni internazionali, raccolta fondi
  • Carisma salesiano: cooperazione allo sviluppo, animazione, advocacy politica, Obiettivi di Sviluppo, forum ONU e UE
  • Formazione professionale, occupabilità e relazioni interistituzionali
  • Tecnologie applicate all’intervento sociale

Nel pomeriggio i lavori proseguono divisi per gruppi con la condivisione delle diverse buone pratiche realizzate in tutto il mondo nei seguenti settori:

  • Giovani di strada e riabilitazione
  • Giovani in conflitto con la legge
  • Migranti e rifugiati
  • Servizi alternativi: Circo sociale
  • Ambienti popolari
  • Donne, famiglie, popolazioni indigene
  • Reti e sviluppo istituzionale
  • Interculturalità e conflitto
  • Cooperazione allo sviluppo

Per ulteriori informazioni, visitare il sito del congresso o la pagina Facebook del Settore per la Pastorale Giovanile.

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Congresso Internazionale delle Opere e dei Servizi Sociali Salesiani: 300 partecipanti per confrontarsi sull’azione sociale salesiana

Da ieri e fino a domenica 2 ottobre, a Torino-Valdocco, si svolgerà il Congresso Internazionale delle Opere e dei Servizi Sociali Salesiani (OSSS), un importante momento di riflessione e condivisione delle esperienze in questo settore, il cui obiettivo è rafforzare l’identità carismatica dell’azione pastorale in questo campo. All’appuntamento, coordinato dal Settore per la Pastorale Giovanile Salesiana, è prevista la partecipazione di una delegazione per ognuna delle 91 circoscrizioni salesiane sparse in 134 Paesi del mondo, composta da persone che lavorano nelle loro opere e servizi sociali, per un totale di circa 300 partecipanti, laici e consacrati.

“Don Bosco vedeva chiaramente la portata sociale della sua opera. Lavoriamo in ambienti popolari e a favore dei giovani poveri. Li educhiamo alle responsabilità morali, professionali e sociali collaborando con loro e contribuiamo alla promozione del gruppo e dell’ambiente. Come religiosi, partecipiamo alla testimonianza e all’impegno della Chiesa per la giustizia e la pace. Pur rimanendo indipendenti da qualsiasi ideologia e politica di partito, rifiutiamo tutto ciò che favorisce la miseria, l’ingiustizia e la violenza, e collaboriamo con coloro che costruiscono una società più degna dell’uomo. La promozione, alla quale ci dedichiamo nello spirito del Vangelo, realizza l’amore liberatore di Cristo ed è un segno della presenza del Regno di Dio” affermano le Costituzioni dei Salesiani di Don Bosco (Art. 33).

“Il mondo esiste per tutti, perché tutti gli esseri umani sono nati su questa terra con uguale dignità. Le differenze di colore, religione, capacità, luogo di nascita, luogo di residenza e tante altre non possono essere anteposte o utilizzate per giustificare i privilegi di alcuni rispetto ai diritti di tutti. Come comunità, quindi, siamo obbligati a garantire che ogni persona viva con dignità e abbia opportunità adeguate al suo sviluppo integrale” motiva l’Enciclica di Papa Francesco Fratelli Tutti (n° 118).

In linea con questo spirito e con queste finalità, i partecipanti al Congresso OSSS vivranno quattro giornate di confronto e condivisione, animate da diversi autorevoli relatori, tra i quali segnaliamo: il Cardinale salesiano Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga, Arcivescovo metropolita di Tegucigalpa e Coordinatore del Consiglio dei Cardinali; Don Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani; don Miguel Ángel García, SDB Consigliere per la Pastorale Giovanile; il sig. Jean Paul Muller SDB, Economo Generale della Congregazione Salesiana; don Michal Vojtas, Vicerettore dell’UPS; don Rafael Bejarano SDB, referente delle Opere Sociali nel Settore per la Pastorale Giovanile e coordinatore del congresso; e Carlos Ballesteros, Direttore della Cattedra di Impatto Sociale presso l’Università Pontificia di Comillas, a Madrid.

Ecco le conferenze centrali della giornata:

–       giovedì 29 settembre sarà il cardinale Rodríguez Maradiaga a presentare il tema: “L’approccio sociale della Chiesa”;

–       venerdì 30 settembre, don Vojtas affronterà l’argomento: “Le evoluzioni della dimensione educativa e della pedagogia salesiana”

–       sabato 1° ottobre, il dott. Ballesteros, parlerà a proposito di “L’impronta che lasciamo. Sfide e opportunità per misurare l’impatto che generiamo”.

Dopo le conferenze e il tempo necessario per una sessione di domane e risposte, il Rettor Maggiore, Don Á.F. Artime modererà un forum con i giovani, che approfondirà il ruolo degli Exallievi salesiani nelle opere sociali.

Le tre mattinate si completeranno con la possibilità per i presenti di prendere parte ad una gran varietà di mini-corsi inerenti al lavoro salesiano con i giovani più bisognosi; mentre le attività pomeridiane saranno dedicate all’esposizione di buone pratiche realizzate in ogni parte del mondo, alla celebrazione dell’Eucaristia e ai tempi di fraternità, all’approfondimento di altri temi peculiari e al lavoro per regioni o per continenti.

Domenica 2 ottobre sono in programma un’ultima sessione sui mini-corsi e l’ultima tappa del forum dei giovani con il Rettor Maggiore, prima delle conclusioni finali, a cura di don García Morcuende, e della Messa conclusiva, che sarà presieduta da Don Á.F. Artime.

Durante il corso dell’evento ci sarà anche la possibilità per tutti di visitare il “Museo Casa Don Bosco” di Valdocco. 

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Al via a Valdocco il Congresso Internazionale delle Opere e dei Servizi Sociali Salesiani

“Don Bosco vedeva chiaramente la portata sociale della sua opera. Lavoriamo in ambienti popolari e a favore dei giovani poveri. Li educhiamo alle responsabilità morali, professionali e sociali collaborando con loro e contribuiamo alla promozione del gruppo e dell’ambiente. Come religiosi, partecipiamo alla testimonianza e all’impegno della Chiesa per la giustizia e la pace. Pur rimanendo indipendenti da qualsiasi ideologia e politica di partito, rifiutiamo tutto ciò che favorisce la miseria, l’ingiustizia e la violenza, e collaboriamo con coloro che costruiscono una società più degna dell’uomo. La promozione, alla quale ci dedichiamo nello spirito del Vangelo, realizza l’amore liberatore di Cristo ed è un segno della presenza del Regno di Dio”. (Costituzioni dei Salesiani di Don Bosco # 33).
“Il mondo esiste per tutti, perché tutti gli esseri umani sono nati su questa terra con uguale dignità. Le differenze di colore, religione, capacità, luogo di nascita, luogo di residenza e tante altre non possono essere anteposte o utilizzate per giustificare i privilegi di alcuni rispetto ai diritti di tutti. Come comunità, quindi, siamo obbligati a garantire che ogni persona viva con dignità e abbia opportunità adeguate al suo sviluppo integrale. (Lettera Enciclica Fratelli Tutti n. 118)
Dal 28 settembre al 2 ottobre, a Valdocco, si svolgerà il Congresso Internazionale delle Opere e dei Servizi Sociali Salesiani, un momento di riflessione e condivisione delle esperienze in questo settore. L’obiettivo è quello di rafforzare l’identità carismatica dell’azione pastorale in questo campo. Previsti circa 300 partecipanti, laici e consacrati di 90 Ispettorie della Congregazione Salesiana, presente oggi in 134 paesi del mondo.
Tra i relatori: S.Em. Cardinal Oscar Rodriguez Maradiaga, sdb; Don Ángel Fernández Artime, SDB, Rettor Maggiore; don Miguel Ángel García, SDB Consigliere per la pastorale giovanile, don Michal Vojtas, sdb, vide rettore dell’UPS, don Rafael Bejarano SDB, referente Opere Sociali Settore Pastorale Giovanile; Sig. Jean Paul Muller SDB, Economo Generale.
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“Organizzare la speranza”: assemblea nazionale di Salesiani per il Sociale per il prossimo triennio

Dal 16 al 18 settembre, al Teatro Roma in via Umbertide – Roma, si terrà l’assemblea nazionale di Salesiani per il Sociale, dal titolo: “Organizzare la speranza – Sogno, progetto, impresa”, ideato e progettato insieme con l”Osservatorio Salesiano per i Diritti dei Minori.

“Siamo in piena campagna elettorale con la caduta del governo e l’annuncio delle elezioni politiche del 25 settembre. Ancora una volta siamo chiamati ad esercitare responsabilmente il diritto-dovere di voto per la costruzione di una società sempre più solidale ed inclusiva, attenta ai giovani ed alle persone fragili. Per questo l’assemblea di settembre sarà l’inizio di un processo di scrittura dal basso del documento programmatico dell’associazione che durerà per un anno intero con incontri sul territorio”.

don Francesco Preite, presidente di Salesiani per il Sociale

Il titolo dell’assemblea riprende un pensiero di Papa Francesco espresso durante l’omelia della Giornata Mondiale dei Poveri 2021: richiamando don Tonino Bello, il Pontefice ricordava come i cristiani debbano tradurre la speranza in vita concreta ogni giorno.

Nei tre giorni dell’Assemblea ci saranno dei panel di confronto e approfondimento con gli attori sociali, civili ed ecclesiali, con le politiche giovanili e di welfare italiano ed europeo e con le indicazioni ecclesiali e salesiane; ci sarà lo spazio per l’ascolto di esperienze sociali dai vari territori italiani, la presentazione del Bilancio sociale 2021 di Salesiani per il sociale e la programmazione 2022-2023.

“Il progetto mira a stimolare e promuovere momenti di formazione, nonché processi di riflessione e condivisione collettiva, in linea con le più recenti normative nazionali ed europee e rivolgendo un’attenzione specifica ai diritti dei minori, alle condizioni di vita dei giovani e al loro protagonismo”

Andrea Farina, Coordinatore Osservatorio Salesiano per i Diritti dei Minori.

Informazioni sullo svolgimento e la partecipazione all’assemblea: segreteria@salesianiperilsociale.it

 

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Salesiani per il Sociale

“Dare di più a chi ha avuto di meno” – Conclusione di progetto per Salesiani per il Sociale

Pubblichiamo l’articolo dell’evento finale del progetto “Dare di più a chi ha avuto di meno”, un progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile di Salesiani per il Sociale.

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Dare di più a chi ha avuto di meno”, un progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, dopo quasi quattro anni dal suo avvio è giunto al termine. I risultati sono stati presentati il 1° giugno, a Roma, nel teatro della Casa salesiana del Borgo Ragazzi Don Bosco.

Il progetto si è svolto in 14 territori della Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, Lazio, Liguria e Marche, caratterizzati da situazioni di dispersione, abbandono scolastico, di deprivazione culturale e di povertà.
L’obiettivo specifico nell’intervento diretto con gli adolescenti è stato quello di contrastare la povertà educativa e le disuguaglianze sociali aumentando in loro il senso di cittadinanza, la conoscenza dei propri diritti e doveri e migliorando la loro fruizione di servizi e opportunità educative. Si è lavorato anche coinvolgendo docenti per la loro formazione e genitori, con laboratori per e con le famiglie.

Andrea Sebastiani, direttore di Salesiani per il sociale ha sottolineato quanto sia importante creare sempre interventi sia individuali che di gruppo, con i pari e con le famiglie dei ragazzi poiché la povertà è stata analizzata come disuguaglianza. «Il lavoro sociale ed educativo ha senso se facciamo crescere la speranza nel cuore dei ragazzi, considerando che non tutti partiamo con le stesse capacità per cui dobbiamo mettere tutti nelle condizioni di fare qualcosa di buono nella vita».

Roberto Maurizio, responsabile scientifico del progetto, ci ha raccontato della bellezza di collaborato con le scuole e di aver creato con loro percorsi individuali per i ragazzi affinché loro facessero percorsi di consapevolezza sui desideri del futuro. «Da soli non si può ridurre la povertà educativa, ma è un lavoro che va fatto in sinergia. Non si può lavorare per le persone ma con le persone perché affrontare la povertà dei ragazzi vuol dire affrontare le povertà delle famiglie».

Nelle vicende del Covid i nostri educatori sono diventati operatori di resilienze. Il periodo pre-post-covid lo abbiamo subito ma allo stesso tempo gli educatori hanno agito e accompagnato i ragazzi nel processo di transizione. Ledo Prato – segretario Ass. Mecenate 90 ci ha accompagnati nella scoperta delle 10 virtù professionali e negli elementi di qualità degli interventi educativi:
L’amore, il rispetto, l’empatica, l’ascolto, la comprensione, la tenerezza, la pazienza, l’ospitalità e ancora la fiducia e la speranza.

Silvia Magistrali, dell’Istituto italiano di valutazione ci ha invece portato un’analisi di progetto più analitica. Sono circa 3 mila i ragazzi adolescenti su cui si è lavorato grazie a circa 1200 insegnanti e 1300 genitori di cui circa la metà presentava un profilo di fragilità e sono stati coinvolti circa 460 enti/organi di natura pubblica. È stato curioso osservare che il 20% dei 3 mila ragazzi coinvolti ha partecipato alle attività sia dentro che fuori la scuola.

Anna Maria Serafini, coordinatrice italiana del Piano Child Guarantee ci ha parlato delle misure a sostegno della famiglia e i fondi per le politiche sociali. Nel corso dell’emergenza sanitaria da COVID-19 sono state incrementate le risorse dei Fondi sociali, fra le altre quelle del Fondo politiche per la famiglia con la finalità di rafforzare il sistema di interventi e servizi territoriali dedicati alla famiglia e ai minori e di come però questi fondi possano, ed in questo caso siano stati frutto di grandi sogni ma soprattutto storie concrete.

Don Francesco Preite, presidente di Salesiani per il sociale conclude: «Il processo attivato che ha portato a costruire la comunità educativa, fatta di Oratori, Associazioni, Scuole, attorno all’adolescente è un ottimo risultato di progetto ed è l’unica strada percorribile capace di abbattere le diseguaglianze. Ora non si deve né tornare indietro, né arrendersi! Sappiamo che non sarà facile combattere la povertà educativa e le crescenti diseguaglianze senza risorse adeguate, ma dobbiamo insistere nel coltivare il sogno di trasformare i lupi in agnelli, nel trovare il punto accessibile al bene, nel dare insieme presente e futuro ai ragazzi. Rafforzare i centri educativi diurni per minori ed attivare processi innovativi per aiutare i giovani neet, sono due obiettivi da perseguire nell’immediato futuro perché questo bellissimo lavoro fatto da educatori, animatori, assistenti sociali, docenti, Incaricati di Oratori, dirigenti scolastici possa continuare».

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