XIX Marcia della Pace sui passi di don Francesco Convertini, SDB

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Cisternino) – Diverse sono state le manifestazioni organizzate per la ricorrenza della morte del Venerabile don Francesco Convertini, SDB, avvenuta a Krishnagar, in India, l’11 febbraio 1976, e che ogni anno vede la partecipazione e la collaborazione delle comunità civili ed ecclesiali di Locorotondo e Cisternino, con l’associazione “Pro-Marinelli” animata da Giuseppe Convertini.

Venerdì 9 febbraio presso l’auditorium del Liceo Polivalente di Cisternino circa 200 giovani hanno “raccontato la pace” attraverso canti, letture e rappresentazioni, frutto di un lavoro condiviso nelle varie classi. Don Pierluigi Cameroni, Postulatore Generale per le Cause dei Santi della Famiglia Salesiana, ha sottolineato come don Convertini attraverso le circostanze della vita segnate spesso da prove come la guerra, le malattie, la fatica nel discernimento vocazionale e nello studio e con l’aiuto di figure significative, sia diventato un uomo di pace e di riconciliazione anche in contesti segnati da forti contrapposizioni etniche e religiose.

Sempre nella mattinata di venerdì 9 presso il santuario “Santa Maria Madre della Chiesa” a Jaddico il Postulatore ha presentato la figura e il profilo del Venerabile ai sacerdoti della Diocesi di Brindisi-Ostuni riuniti per il ritiro mensile con il Vescovo diocesano, Mons. Giovanni Intini.

In serata, presso l’auditorium dell’Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “Basile Caramia-Gigante” di Locorotondo, è andato in scena il musical “Da Ciccillo a Padre Francesco”, sulla vita del venerabile don Convertini, nato a Locorotondo e cresciuto fra la cittadina barese e la vicina Cisternino prima di partire per l’India, dove fu un missionario fra i più amati e ricordati. Un copione scritto e messo in scena da Miriam Palmisano e tratto dal libro scritto da don Lino Palmisano, “Anche il fragno fiorisce”. La rappresentazione è stata organizzata dalla “Pro Loco Locorotondo” e dalla parrocchia “San Giorgio Martire”.

Sabato 10 febbraio don Cameroni, accompagnato da don Gabriel Cruz, SDB, ha incontrato il Consiglio Pastorale di Locorotondo offrendo spunti e suggerimenti per promuovere la Causa di don Convertini, sottolineando il valore della preghiera e spiegando la necessità e il senso dei miracoli nelle Cause di Beatificazione e Canonizzazione.

Domenica 11 febbraio si è svolta la XIX “Marcia della Pace – sui passi del Venerabile Francesco Convertini”. Le comunità di Locorotondo e di Cisternino, si sono incontrate intorno alla grande quercia di contrada Marinelli, per vivere insieme un momento di riflessione e condivisione, ispirando questo evento al messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale della Pace 2024: “Intelligenza artificiale e pace” e che, di conseguenza, ha costituito il tema del concorso “Metti Amore”, giunto alla sua IX edizione.

I partecipanti hanno realizzato striscioni e cartelloni, elaborando secondo la propria creatività il messaggio della pace, unito a quello della vita del Venerabile Padre Francesco Convertini. Erano presenti i vescovi di Conversano-Monopoli, Mons. Giuseppe Favale, e di Brindisi-Ostuni, Mons. Intini, che hanno invitato i partecipanti a lasciarsi ispirare dalla testimonianza di don Convertini nel suo impegno come missionario della misericordia, come costruttore di pace e di riconciliazione, e come portatore della compassione verso i piccoli e i poveri.

Una biografia “a fumetti” del Venerabile Servo di Dio don Carlo Crespi, SDB

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Legnano) – A seguito del decreto di Venerabilità del Servo di Dio don Carlo Crespi, SDB, emesso lo scorso 23 marzo 2023, l’“Associazione Padre Carlo Crespi” ha realizzato, mediante l’opera del vignettista Mario Lisi, una Biografia a “Fumetti” del salesiano missionario dal titolo: “Da Legnano all’Ecuador. Padre Carlo Crespi missionario ‘a tutto tondo’”. La storia è rivolta a tutti, ma in particolare ai ragazzi che certamente resteranno affascinati dalla vita avventurosa del personaggio che ha amato con tutto se stesso Dio, il prossimo e il creato, affinché anche loro siano spronati a sognare e a realizzare i propri sogni.

L’iniziativa si propone di diffondere la conoscenza di don Crespi, raggiungendo le famiglie attraverso gli alunni delle scuole di ogni ordine e grado di Legnano e dintorni. Inoltre, è stato fatto un bando di concorso con l’intento di promuovere degli elaborati che, nel maggio prossimo, verranno esposti in una mostra, premiando i migliori con buoni libro e/o materiale didattico.

Molti di coloro che stanno “leggendo” questo simpatico e coinvolgente lavoro dichiarano di aver potuto conoscere e apprezzare questo Venerabile Servo di Dio, più con questo strumento che con tutti gli scritti che gli sono stati finora dedicati. Effettivamente il vignettista, Mario Lisi, ha un talento particolare nel saper usare il genere letterario del “fumetto” in modo appropriato, divertente e coinvolgente. Di lui si può̀ affermare quello che Hugo Pratt (autore del personaggio “Corto Maltese”) scriveva di se stesso: “Sono un autore di letteratura disegnata, uno scrittore che sostituisce le descrizioni, l’espressione dei volti, delle pose, dell’ambientazione, con dei disegni. Il mio disegno cerca di essere una scrittura. Disegno la mia scrittura e scrivo i miei disegni”.

Infatti, nella biografia a fumetti è evidenziata, in forma geniale e in ogni sua caratteristica, tutta la poliedrica personalità di don Crespi, colta e rappresentata nella sua essenza.

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GiòNa – Festa don Bosco a Napoli, l’evento che unisce le anime educative della città

Dal sito di Don Bosco Napoli.

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Nel giorno della Festa di don Bosco, i cortili dell’istituto Salesiano Napoli Don Bosco, si sono riempiti di più di 600 ragazzi e 100 educatori provenienti da tutte le educative territoriali e da tutti i centri diurni di Napoli per vivere la festa evento in ricordo di Don Bosco dal titolo: “GiòNa” – Giovanni Bosco e Napoli, giunta alla V edizione.

Tutti i bambini e ragazzi presenti hanno potuto dedicare un pomeriggio intero a giochi sul tema del rispetto delle regole, perché non ci può essere educazione senza legalità.  La fanfara dell’arma dei carabinieri, ha accolto con la musica i ragazzi, creando un clima di festa richiamando, allo stesso tempo, il tema della giornata.

Nel corso del pomeriggio, i bambini sono stati coinvolti in una serie di giochi a stand, tutti rigorosamente incentrati sul tema della legalità e del rispetto delle regole. Tra i giochi proposti figuravano: “C’entra la pace”, “Abbatti l’illegalità”, “La pesca fortunata”, “Forma la legalità”, “Rispetta le diversità”, e tante altre attività. Queste hanno permesso a tutti di divertirsi e al contempo, riflettere sul tema principale, attraverso dinamiche ludiche coinvolgenti, collaborando in squadre e vivendo i giochi con reciproco supporto. I punteggi, attribuiti attraverso codici QR, erano collegati a una piattaforma che generava la classifica in tempo reale.

Un pomeriggio, quindi, ricco di emozioni, in cui i bambini hanno potuto non solo divertirsi, ma anche imparare e condividere esperienze significative sul valore della legalità e della collaborazione.

A seguire, dopo le premiazioni dei giochi in teatro, l’assessore alle politiche sociali del Comune di Napoli Luca Trapaneseil presidente della III municipalità Fabio Greco e il Superiore dell’Ispettoria Salesiana Meridionale don Gianpaolo Roma, hanno sottolineato l’importanza della presenza e del fare rete delle diverse educative e centri diurni, risorse fondamentali per i giovani del territorio, ringraziando educatori e formatori per tutta la passione e la dedizione nel proprio servizio quotidiano.

L’evento, mirato a coinvolgere il maggior numero possibile di centri ed istituzioni educative del territorio, ha evidenziato quanto, Don Bosco irradia con il suo carisma tutte le realtà educative. Un’opportunità unica per celebrare e condividere il patrimonio educativo di Don Bosco non solo con i salesiani e la Chiesa, ma anche con la società civile nel suo complesso. Un patrimonio non solo religioso, ma anche culturale ed educativo, da condividere e valorizzare insieme alle altre realtà presenti nella città.

Questa straordinaria manifestazione ha sottolineato il ruolo fondamentale del Don Bosco di Napoli, come connettore tra le diverse anime educative della città. Anche le istituzioni presenti hanno ribadito l’importanza di questo ruolo, evidenziando la capacità unificante e ispiratrice di Don Bosco nell’ambito dell’educazione.

Un’occasione, quindi, di riflessione e condivisione, durante la quale istituzioni e comunità educative hanno avuto l’opportunità di unirsi per celebrare e rinnovare il loro impegno nel perseguire ideali condivisi, che rispecchiano quelli di Don Bosco. La sua visione inclusiva e orientata al servizio continua, oggi, a ispirare generazioni di educatori e giovani, creando legami che superano le barriere culturali e sociali.

In un momento in cui l’educazione assume un ruolo sempre più cruciale nella costruzione di una società inclusiva e solidale, l’esempio di Don Bosco risplende come un faro di speranza e di impegno per il futuro. L’evento del Don Bosco di Napoli è stato un tributo vivo alla sua eredità, un invito a collaborare, a fare rete e a costruire insieme un mondo migliore per per le generazioni future.

 

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Grande Festa di Don Bosco a Pordenone per i 100 anni dell’opera

Dall’agenzia ANS.

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Pordenone, Italia – febbraio 2024 – Domenica 4 febbraio, presso il centro “Don Bosco” di Pordenone si è svolta una grande festa di Don Bosco, che ha riunito più di 500 persone tra bambini, ragazzi, famiglie e animatori. Dopo la Messa solenne e il pranzo si è svolto un pomeriggio di giochi, in una festa resa ancor più solenne quest’anno a motivo dei 100 anni di attività di quest’opera salesiana, fondata da Don Renato Ziggiotti, divenuto successivamente V Successore di Don Bosco alla guida della Congregazione. “Don Bosco diceva che la ‘la gioia è la più bella creatura uscita dalle mani di Dio, dopo l’amore’. Il Centro Don Bosco compie in questo 2024 cent’anni e siamo sicuri che la gioia e l’amore seminati da tanti salesiani e laici sta portando e sempre porterà grandi frutti in quest’opera”, ha affermato don Roberto Cappelletti, SDB, Coordinatore della Pastorale dell’opera di Pordenone.

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Ancona, giornalisti a confronto: “ComunIcare. 20 giornalisti in dialogo con il Pontefice”

Dal sito della ICC.

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Sette giornalisti si sono confrontati sulla comunicazione e l’informazione, a partire dal recentissimo libro “ComunIcare. 20 giornalisti in dialogo con il Pontefice” (Libreria Editrice Vaticana), presso l’Istituto Salesiano “S. Luigi” di Ancona.

Mercoledì 31 gennaio, memoria di San Giovanni Bosco, si è tenuto l’evento “Incontrare, informare, raccontare l’uomo”, un confronto a più voci organizzato dagli Uffici diocesani delle Comunicazioni Sociali e della Cultura, dall’Ucsi, dai Salesiani di Ancona, dal C.G.S. Dorico, e dai giovani di Teenformo che hanno trasmesso l’evento in diretta. Partendo dalle parole del Papa sulla comunicazione, i giornalisti Vincenzo Varagona (presidente Ucsi), Asmae Dachan, Lucilla Niccolini, Marino Cesaroni (direttore di “Presenza”), Pierfrancesco Curzi, Roberto Senigalliesi e Andrea Taffi hanno parlato della loro esperienza professionale, dei cambiamenti legati all’avvento dei social e dell’intelligenza artificiale, ma anche della crisi del giornalismo e della perdita di credibilità dei giornali.

Come ha spiegato Vincenzo Varagona, che ha curato il libro “ComunIcare” con Salvatore Di Salvo (segretario nazionale dell’Ucsi), il volume contiene i dieci messaggi di Papa Francesco trasmessi in occasione, ogni anno, della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, raccolti dall’Unione cattolica stampa italiana (Ucsi). Questi testi sono stati affidati alla riflessione di venti giornalisti, da Aldo Cazzullo a Mariagrazia Villa, da Gianni Riotta a Simone Massi e Asmae Dachan. Ogni contributo ha fatto risuonare le parole del Santo Padre dentro la propria esperienza umana e professionale. Ne è risultato un ritratto unico, propositivo e esigente sulla comunicazione in un’epoca di profondi cambiamenti. Pagina dopo pagina sono emerse chiavi e linee guida per rispondere alla chiamata del Papa: diventare «artigiani della comunicazione» capace di ascolto e di «parlare con il cuore» per contribuire alla costruzione del bene comune, avendo «una particolare attenzione nei confronti della verità, della bontà e della bellezza».

Partendo da questo libro, i sette giornalisti hanno parlato dell’importanza di attenersi alle regole deontologiche e hanno sottolineato la responsabilità che caratterizza la loro professione, che li chiama a dire la verità, a verificare le notizie, a rispettare la dignità della persona umana. Come suggerito dal Papa, si è riflettuto sulla necessità di “andare e vedere” per scoprire la realtà e poterla raccontare a partire dall’incontro con le persone, ma è stata posta l’attenzione anche su un altro verbo, “ascoltare”, decisivo nel mondo della comunicazione e condizione di un autentico dialogo. Il Papa invita ad «ascoltare con l’orecchio del cuore» e i giornalisti hanno ricordato l’importanza di riuscire a leggere oltre le parole. Per raccontare un evento è essenziale aver saputo ascoltare, essere disposti anche a cambiare idea, a modificare le proprie ipotesi di partenza.

Si è anche parlato dei social e dell’intelligenza artificiale. Non tutto ciò che viene scritto sui social corrisponde a verità e le notizie vanno prima sempre verificate. Gli strumenti dell’intelligenza artificiale non sono negativi, ma devono essere utilizzati per il bene della persona umana, altrimenti vengono costruite informazioni perfette, ma false, si manipola la verità per i propri interessi. Tra le proposte suggerite dai giornalisti per uscire dalla perdita di credibilità del giornalismo: raccontare maggiormente i problemi reali di tutti i giorni della gente comune, evitare le fake news, pubblicare anche le buone notizie e non solo quelle cattive, ascoltare con il cuore, dire la verità, consumare le suole delle scarpe per cercare di capire quel che succede davvero, la redazione di un giornalino in ogni scuola che rappresenta un importante strumento di educazione al pensiero critico e al team working.

Al termine dell’incontro, Mons. Angelo Spina ha sottolineato che «la comunicazione è parte essenziale della vita». Ricordando che «stiamo viviamo un cambiamento d’epoca», ha sottolineato che «la rivoluzione digitale sta afferrando le nostre vite, realizzandosi in modo accelerato e mettendo a poco a poco in questione la dignità della persona umana». In questo tempo dominato da «blogger e ancor più da influencer», l’Arcivescovo invita ad «andare controcorrente, sempre consumando le suole delle scarpe e incontrando la gente».

Inoltre ha ricordato tre parole per una buona comunicazione, suggerite da Papa Francesco durante l’udienza del 29 gennaio 2024 (Aula Paolo VI, a Tv2000 e Radio inBlu2000): prossimità alla gente, cuore e responsabilità per un’informazione controcorrente. «Il vostro è uno di quei mestieri che hanno il carattere della vocazione – ha sottolineato Mons. Angelo Spina – siete chiamati a essere messaggeri che informano con rispetto, con competenza, contrastando divisioni e discordie. E sempre ricordando che al centro di ogni servizio, di ogni articolo, di ogni programma c’è la persona. È proprio ciò che dà senso alla comunicazione. Come diceva il vostro patrono San Francesco di Sales: “Non è per la grandezza delle nostre azioni che noi piaceremo a Dio, ma per l’amore con cui le compiamo”».

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Salesiani in Italia in festa per Don Bosco

Di seguito pubblichiamo una serie di articoli usciti con la cronaca per la festa di Don Bosco.

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Reggio Calabria – Il mese di gennaio è fortemente significativo, non solo per noi ragazzi dell’Istituto “Maria Ausiliatrice”, ma per tutti i salesiani del mondo, perché è il mese dedicato a Don Bosco. Come da  tradizione, in questo periodo a scuola viviamo giorni intensi, ricchi di attività e momenti di riflessione, celebrando la vita e l’opera del nostro fondatore. Il primo momento significativo a cui abbiamo partecipato, è stata la visione del film sulla vita del santo, seguita da un’occasione di riflessione durante la quale siamo stati invitati a interrogarci sui momenti salienti del suo operato. Poi sono stati organizzati dei giochi, sia di mattina a scuola che di pomeriggio, all’oratorio, sempre legati alla vita di don Bosco, ma il momento più importante è stato giorno 31, data della morte di don Bosco, avvenuta il 31 gennaio del 1888: durante la mattinata ci siamo divertiti con giochi e attività laboratoriali, seguiti da un significativo momento di preghiera che si è concluso con la distribuzione del famoso panino di Don Bosco; di pomeriggio, poi, abbiamo partecipato alla celebrazione eucaristica, presieduta dal Rettore del Seminario di Reggio Calabria, don Nino Pangallo e animata dai Seminaristi del nostro seminario. È stato un momento importante, non solo perché abbiamo celebrato il nostro fondatore, ma anche perché è stata un’occasione di incontro con le famiglie che ci ha permesso di ritrovarci tutti insieme, di rivedere anche i compagni che ormai sono grandi e non studiano più nella nostra scuola, ma frequentano ancora l’oratorio; abbiamo condiviso questo momento di spiritualità e di festa di famiglia salesiana con i nostri genitori, gli insegnanti, le suore, le ex allieve dell’istituto, gli oratoriani i volontari, l’associazione sportiva e tutti coloro che hanno avuto il piacere di essere presenti. Il momento che però piace di più a noi ragazzi e sicuramente anche ai più grandi, è la festa che è seguita dopo, quella del “panino di Don Bosco”. La tradizione nasce dall’abitudine che aveva Giovanni Bosco di offrire la merenda ai suoi fanciulli che giocavano in oratorio e che spesso rappresentava l’unico pasto che molti di loro riuscivano a fare in un giorno. Attraverso il semplice gesto del panino, don Bosco riusciva a far sentire i suoi ragazzi amati e convincerli che Dio aveva un progetto su ognuno di loro, pertanto il senso del panino col salame racchiude un significato profondo, quello di un uomo che ha donato la vita ai giovani. Questo momento di convivialità è stato accompagnato anche da musica e animazione e ha concluso nel migliore dei modi la festa del nostro fondatore. Sono passati secoli, ma il sogno di don Bosco continua e la tradizione si rinnova ogni anno, perché per noi, giovani ragazzi salesiani non si tratta mai di un semplice panino, ma è qualcosa di più, è don Bosco che continua a camminare in mezzo a noi!

Calatabiano (Sicilia) – Concluse le celebrazioni di Don Bosco, santo dei giovani, figura straordinaria che in paese acquisisce popolarità sempre più grande grazie all’impegno di catechiste  entusiaste. Coinvolti i ragazzi ovviamente, contenti di stare insieme sotto la guida degli animatori dell’Adma e dell’oratorio, abili a mettere in evidenza il carisma e il caratteristico stile educativo in uno con l ‘ allegria coinvolgente, così come succedeva a Valdocco, il primo oratorio fondato da don Bosco. Molto partecipati il triduo, animato dal Cor Iesu e dagli ex allievi salesiani, e la processione. All’istituto ” San Giuseppe ” è stato distribuito ai ragazzi il panino con mortadella per fare memoria del piccolo gesto di carità materiale di don Bosco, attento tanto a nutrire lo spirito dei suoi ragazzi quanto il loro corpo. Numerosi, infine, i ragazzi che hanno aderito all’invito del parroco don Sinitò a realizzare disegni sulla vita del santo.

Intra (Piemonte) – Parrocchiani, ex oratoriani, ex allievi dell’Istituto San Luigi, suore di Maria Ausiliatrice, amici e devoti di don Bosco: in tanti al santuario Maria Ausiliatrice di Intra hanno partecipato alla solenne celebrazione eucaristica in occasione della festa di san Giovanni Bosco e nell’anniversario dei 200 anni del “Sogno fatto all’età di nove anni”. Il parroco don Enrico Zeroli rivolgendo un cordiale saluto ha ricordato come «la presenza qui oggi di tutti noi è la conferma della validità dello stile impresso da don Bosco alla sua opera: “fare dei giovani buoni cristiani e onesti cittadini”. Abbiamo ormai alle spalle quel tempo che oso definire intenso e glorioso, un tempo che ha segnato la nostra vita, l’ha plasmata. Tutto è merito di coloro che hanno continuato l’opera di don Bosco: i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice. È venuto poi il tempo in cui le istituzioni, anche quelle gestite dai religiosi, hanno dovuto accogliere nuove istanze e nuove impostazioni. Con tutto ciò, lo spero, non sono venuti meno in noi la speranza in un futuro “positivo”, il nostro serio impegno per accogliere innovazioni e il coraggio di percorrere strade nuove». A presiedere la messa è stato don Oreste Mano, parroco emerito e già animatore dei D giovani dell’Oratorio San Luigi a Intra. Nella sua omelia ha richiamato il sogno di don Bosco fatto nel 1824 e l’importanza della presenza di Maria Ausiliatrice nella vita del santo. Ad animare la celebrazione sono stati i canti del coro parrocchiale diretto da Silvana Grippo, accompagnato all’organo da Riccardo Borsani e al violino da Stefan Fruh. A prendere la parola è stato anche Roberto Dosio, ex alunno salesiano che ha frequentato un istituto a Torino e che ora lavora a Verbania.

Bardolino (Veneto) – Festa grande il 31 gennaio nella memoria liturgica di san Giovanni Bosco, a 136 anni dalla sua morte. Tante le iniziative in molte parrocchie della diocesi, nelle associazioni  che si rifanno al suo carisma e negli istituti scolastici salesiani. Il Cfp Salesiani Bardolino Tusini si è concesso una mattinata speciale: non un giorno di festa senza scuola, ma “La scuola in festa”, fedeli all’intuizione di don Bosco di congiungere formazione ed educazione, oltre che di mettere al centro i ragazzi. Una prima parte con spettacolo e cabaret, richiamando il legame del fondatore con l’arte e il divertimento. Tre testimonianze di persone che hanno scelto di lavorare in questo Istituto proprio per una relazione speciale con don Bosco e il suo carisma. E, infine, tornei che hanno visto coinvolti i 220 studenti dei tre settori – Elettro, Meccanica e Vitivinicolo – nel grande spazio esterno che si affaccia in maniera spettacolare sul lago di Garda. E così il sogno di san Giovanni continua!

Bra (Piemonte) – Come ogni anno il 31 gennaio gli allievi della scuola media festeggiano Don Bosco. Niente lezioni quel mercoledì, ma tante proposte alternative, utili e divertenti. Si inizia alle ore 8 con la Messa presieduta dal direttore don Riccardo, solennizzata dal coro e dai chierichetti. Al termine, gradita sorpresa: brioche offerte a tutti sfornate al momento nel laboratorio di pasticceria del CFP. Poi si parte per destinazioni diverse accompagnati dagli insegnanti. Le prime visitano il noto centro braidese della Bra Servizi guidate dal personale addetto nella zona della raccolta e smaltimento dei vari rifiuti e subito dopo nella sala espositiva delle macchine da scrivere delle varie epoche.  È intervenuto per il saluto lo stesso sig. Piumatti, che ha ricordato con entusiasmo i trascorsi salesiani suoi e della sua famiglia. Le seconde invece si recano in Centro per la visita guidata alla zona alta della città. Mentre una classe va alla scoperta delle reminiscenze storiche cittadine, l’altra classe visita la sede comunale. Poi si alternano. Spetta all’assessore Lucilla Ciravegna dare il saluto ufficiale in sostituzione del Sindaco, assente perché impegnato a Roma in un incontro speciale con il Papa assieme al collega di Alba. Grazie all’intervento dell’Assessore e della segretaria del Sindaco, i ragazzi scoprono come funziona la complessa macchina comunale,
un’azienda con circa 200 dipendenti. Passando di sala in sala scoprono pure i vari ambienti adibiti a compiti diversi: la sala dei Partigiani, del Consiglio comunale e della Giunta. Infine attraversano i corridoi prospicienti i vari uffici fino alla sede dell’anagrafe. Ragazzi partecipi e soddisfatti. La classe terza invece assiste alla proiezione di un film culturale ambientato ai tempi della rivoluzione messicana, in cui il popolo difese eroicamente i suoi valori e le sue tradizioni cristiane minacciate dal dittatore di turno. Al rientro dalle visite, le classi si radunano nelle rispettive aule per il concorso Don Bosco consistente in una prova a quiz sulla biografia del Santo, che hanno letto durante il mese di gennaio. Al termine si svolge, come da tradizione, l’elezione dei nuovi assessori, un ragazzo e una ragazza, che avranno il compito di rappresentare la loro classe e di collaborare con il preside al buon andamento della scuola. La mattinata si conclude con la lotteria, i cui premi sono stati offerti da benefattori, dalla scuola e da alcune famiglie. È stata molto partecipata. Il ricavato sarà destinato in beneficenza. La destinazione verrà stabilita dal Consiglio degli assessori. Un grande gioco collettivo al pomeriggio molto partecipato, stile Estate Ragazzi, conclude questa bella festa, che si è svolta proprio nello stile oratoriano di Don Bosco.

Cerignola (Puglia) – «Cuori ardenti, piedi in cammino, per vedere lontano» è stato il tema scelto dall’Ufficio diocesano per l’infanzia missionaria, guidato da don Silvio Pellegrino, e dai salesiani di Cerignola, per l’ottava edizione del «Don Bosco day», svoltosi domenica scorsa e culminato nella celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Fabio Ciollaro in cattedrale. «Anche quest’anno abbiamo avuto una risposta copiosa e gioiosa – afferma don Silvio – da parte di tutti i ragazzi della diocesi perché sanno quanto sia bella questa giornata fatta di condivisione e di gioia». «Cuori ardenti continua il direttore dell’Ufficio . è un chiaro riferimento evangelico e costituisce una risposta all’invito che il Santo Padre rivolge ai giovani» «Occorre guardare lontano – fa eco don Mimmo Sandivasci, direttore della Pastorale giovanile – per rimandare a quel fantastico sogno di don Bosco che ancora oggi, dopo duecento anni, è reso reale da tutti quei giovani che camminano con i piedi svelti per giungere lontano, dove risiedono le loro speranze, i loro desideri e i loro sogni. È stata una giornata di festa, durante la quale la città è stata colorata dalla numerosa presenza dei ragazzi arrivati a Cerignola da tutta la diocesi», afferma don Mimmo che ci tiene a sottolineare: «Per me è stata un’esperienza nuova perché è stata la prima volta a Cerignola». «Come salesiani – conclude il sacerdote – operiamo nonostante le numerose difficoltà che, nello stesso tempo, consideriamo come opportunità di crescita, non solo personali bensì per l’intera comunità».

“Tutti nel tuo Sogno”: l’inno per il bicentenario del Sogno dei 9 anni del MGS Italia Meridionale

Dal sito di Don Bosco al Sud.

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Nella solennità di San Giovanni Bosco, il Movimento Giovanile Salesiano dell’Italia meridionale pubblica la canzone inedita “TUTTI NEL TUO SOGNO”: un inno per festeggiare il bicentenario del sogno dei 9 anni del santo torinese.

Il brano è stato elaborato dai giovani delegati degli oratori SDB e FMA del Sud, in un percorso compositivo cominciato a Novembre del 2023 con un laboratorio di scrittura creativa, tenuto dall’ufficio di Comunicazioni Sociali, durante l’Assemblea territoriale MGS. In questa occasione, ispirazioni, riferimenti musicali, pensieri in rima, sono stati preziosi spunti che hanno avviato il componimento vero e proprio e il progetto di arrangiamento musicale.
Agli inizi di Gennaio, il lancio sui social di un contest per gli interpreti ha visto la candidatura di 40 voci maschili e femminili, dai 12 ai 26 anni, e la selezione finale di 4 giovani che hanno vissuto l’esperienza emozionante dell’incisione negli studi discografici della “Zeus Record” di Napoli.

“Tutti nel tuo sogno” è un manifesto energico e moderno della capacità creativa-educativa, tutta salesiana, di saper trasformare i lupi “che il mondo non riesce a capire” in agnelli, attraverso “un incontro Vero che faccia (…) rivoluzione”. Il testo intende mettere in risalto quel senso di appartenenza dei giovani al sogno profetico di don Bosco e la loro dichiarata volontà di perpetuare la sua proposta, non solo come memoria da celebrare ma bensì come impegno positivo e propositivo al cambiamento. In un mondo in continua trasformazione è chiaro il messaggio finale del brano: “hai scommesso su di me prima che ci credessi io, oggi il tuo sogno non è perso, è diventato anche il mio”.

La canzone è online su YouTube, i canali social con un video lyric e disponibile a breve anche sulle piattaforme digitali di fruizione musicale. Sarà la colonna sonora delle feste MGS di quest’anno e farà da traino per l’avvio a un nuovo grande coro del Movimento dei giovani del sud. Inoltre, accordi, spartiti, basi musicali saranno messi a disposizione di tutti, perché la canzone possa giungere tra le corde di ogni strumento e il suo messaggio risuonare nei cortili delle case salesiane del mondo.

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“Il sistema preventivo di Don Bosco”: una tavola rotonda all’Aquila

Dal sito di informazione leggo.it.

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L’AQUILA “Il Sistema Preventivo di don Bosco una risorsa per i giovani” è stato il tema della tavola rotonda organizzata ieri, domenica 28 gennaio, all’Auditorium del Parco organizzata dai Salesiani e dalle Figlie di Maria Ausiliatrice dell’Aquila con l’obiettivo di suscitare una riflessione sulla condizione giovanile caratterizzata sempre di più da un’emergenza educativa e confrontarsi con il patrimonio educativo del “Sistema Preventivo di don Bosco”, considerato nel suo tempo e oggi una risposta efficace ai bisogni dei giovani.

Suscitare, dunque, una riflessione sull’emergenza educativa dei giovani oggi e possibile nascita di processi di rete per rispondere a tale situazione tra i responsabili delle politiche educative a favore delle giovani generazioni, educatori, insegnanti, genitori.

Il tutto in collaborazione con l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Fides et Ratio”, l’Associazione Vides Spes odv, la Casa del Volontariato provinciale, l’Associazione di volontariato Don Bosco e il Gruppo Scout Agesci L’Aquila 2 per una rinnovata attenzione alla situazione giovanile e la messa in campo di una rete educativa tra le Istituzioni, gli Enti del Terzo Settore e gli Istituti religiosi dei salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice presenti nel territorio aquilano.

Nella tavola rotonda, dopo i saluti Ersilia Lancia, assessore alle Politiche giovanili del Comune dell’Aquila, sono emersi molti spunti interessanti dagli interventi di Don Enrico Lupano, salesiano di don Bosco, per anni responsabile dell’accoglienza dei gruppi a Valdocco il quale ha presentato il Sistema Preventivo come risposta efficace di Don Bosco ai giovani del suo tempo, esposti ad alti rischi di devianza e bisognosi di un educatore e di un padre che si prendesse cura di loro; Sour Aurora Consolini, Figlia di Maria Ausiliatrice, educatrice nei Centri di Formazione Professionale del Ciofs/Fp; volontaria nel carcere minorile di Casal del Marmo che ha trattato della sua esperienza, mettendo in luce come il Sistema Preventivo sia risposta oggi ai bisogni dei giovani, anche di quelli che “si sono persi”, intervento arricchito dalla presentazione del Progetto del Pastificio “Futuro”; e dal prof. Alessandro Vaccarelli, professore associato di Pedagogia presso l’Università dell’Aquila, che ha tratteggiato la sua esperienza come docente e come educatore, mettendo in risalto la realtà aquilana e prospettando possibilità di sinergie educative per rispondere all’emergenza educativa in atto.

Le conclusioni sono state affidate al Direttore dei Salesiani dell’Aquila, Don Stefano Pastorino.

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Roma Don Bosco, don Luigi Ciotti: la legalità, «strumento per raggiungere la giustizia»

Da Roma Sette.

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«Diffidate di chi parla di voi ma non con voi. Sappiate distinguere tra i seduttori e gli educatori perché ci sono tanti seduttori oggi, ben mascherati. Anche forme di pubblicità studiate per catturarvi, per vendere merci, per illudervi con parole scintillanti e immagini meravigliose. I seduttori vogliono suggestionarvi. Gli educatori, invece, vogliono rendervi persone libere. Non mettete in vendita la vostra libertà lasciandovi tentare dalle lusinghe della società delle merci e spacciatrice di illusioni». È un appello accorato ai giovani arrivato da chi ha trascorso la propria vita accanto a chi si è “perso” affascinato da false promesse, a chi ha combattuto, e non sempre vinto, contro le dipendenze, a chi è stato lasciato ai margini. È l’appello di don Luigi Ciotti, fondatore del gruppo Abele e presidente di Libera, rivolto ai tanti ragazzi che ieri sera, 23 gennaio, hanno affollato il cine-teatro della parrocchia San Giovanni Bosco per l’incontro su “La legalità è lo strumento per raggiungere la giustizia”, uno degli eventi organizzati dalla comunità in occasione della festa di san Giovanni Bosco, che la Chiesa celebra il 31 gennaio.

Un dialogo a tutto tondo su legalità, giustizia, responsabilità , impegno civile, durante il quale il sacerdote ha sollecitato gli adulti ad ascoltare di più i ragazzi, «portatori di una linfa nuova, con grandi intuizioni e capaci di leggere la realtà». La società moderna ha bisogno dei giovani, ha rimarcato; «la Chiesa ha bisogno dei giovani, delle loro capacità, fantasie, passioni». Lo aveva ben capito don Giovanni Bosco, del quale Ciotti avverte il «grande fascino. Parlo spesso di lui – ha affermato – per le cose che ha fatto, per la capacità, per le intuizioni. Si inventava di tutto per accompagnare i suoi ragazzi. È stato una meraviglia. Gli dobbiamo molto». Oggi abbiamo bisogno di persone che, nel solco tracciato da don Bosco, «tengano conto delle grandi trasformazioni, siano capaci di accogliere e accompagnare a nuove professioni, dando nuovi strumenti a chi vive situazioni di difficoltà. È una storia che si ripete e che impone a ciascuno di noi uno scatto in più».

All’incontro, ha tenuto subito a precisare, non c’era solo “don Luigi Ciotti” perché lui rappresenta «più un “noi” che un “io”» in quanto quello che è riuscito a fare in 79 anni di vita è «frutto di una condivisione con altri. È il noi che vince – ha specificato -. Diffidate dei navigatori solitari».  In prima fila ad ascoltarlo anche il vescovo del settore est Riccardo Lamba, il superiore provinciale dei salesiani don Stefano Aspettati, il parroco di San Giovanni Bosco don Roberto Colameo, il presidente del VII municipio Francesco Laddaga. Don Ciotti ha ricordato i primi anni della sua infanzia, il distacco dalle Dolomiti, dov’era nato, per trasferirsi con la famiglia a Torino, nei primi anni ’50, dove il papà aveva trovato lavoro. Sradicati dalla propria terra, «come accade oggi a migliaia di persone», per una città dove c’era il lavoro ma «non una casa, come accade ancora oggi a chi arriva in Italia». Ha raccontato degli anni trascorsi in una baracca, e poco importava se la sua «era una famiglia molto povera ma dignitosa, era comunque additata da tutti. Come succede ancora oggi verso i poveri».

Parlando della legalità, ha spiegato che questa «è lo strumento per raggiungere la giustizia», che a sua volta deve essere giusta per andare incontro a tutti e mantenere la democrazia, la cui «spina dorsale è la responsabilità». A tal proposito ha osservato che «ci sono momenti nella vita in cui si ha la responsabilità civile di parlare, di far emergere le cose che non vanno bene. È un impegno morale, un’esigenza categorica». Davanti alla forbice della disuguaglianza sempre più ampia in Italia, davanti ai 6 milioni di persone in povertà assoluta e a un milione e 400mila bambini poveri, «uno scatto delle nostre coscienze dobbiamo farlo, non possiamo restare in silenzio. Quando vediamo che l’Italia è all’ultimo posto per povertà educativa non possiamo rimanere spettatori».

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Nella festa di San Francesco di Sales è nato “Cube live”, il magazine digitale dello IUSVE

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Venezia) – È nato in occasione della festa liturgica di san Francesco di Sales “Cube live” il magazine dell’Istituto Universitario Salesiano di Venezia (IUSVE), estensione della testata “Cube radio”, che dal 2019 offre un servizio di informazione e digital reporting alla famiglia accademica. “Cube live” utilizzerà anche applicazioni governate dall’Intelligenza Artificiale per completare i contenuti messi in forma dalla redazione e proporrà contributi formativi nell’ambito dell’educazione all’uso critico degli schermi digitali.

“Prendendo spunto dall’operato di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti – ha spiegato don Nicola Giacopini, Direttore dello IUSVE – desideriamo mantenere anche attraverso questa nuova opportunità di comunicazione un costante contatto con il territorio e, nel contempo, rinsaldare la rete di comunicazione interna. Il magazine dell’istituto universitario ci permetterà di perseguire uno dei nostri principi fondanti, ovvero l’impego nella ricerca della verità e nella missione formativa, in sintonia con i valori evangelici e la tradizione educativa salesiana”.

Sono in preparazione in questi giorni i format “Bites”, che metterà in evidenza le eccellenze nate in seno all’Istituto universitario e “Iusve international”, su stage e periodi di studio all’estero sperimentati dagli studenti.

“Si tratta di un servizio digitale – ha spiegato Marco Sanavio, Direttore della comunicazione istituzionale dello IUSVE – che farà sintesi dell’intensa attività della famiglia accademica, mettendone in evidenza i valori e facendo emergere le istanze che provengono dalla comunità degli studenti: dal paradigma dell’Ecologia integrale che coinvolge tutte le componenti dell’Istituto, agli orizzonti di alto profilo tracciati dalla ricerca e dalla terza missione”.

Tra gli studenti che contribuiranno alla redazione del magazine ci sono Valerio Bertoncin (sede di Venezia) e Fabrizio Rospo (sede di Verona) insieme agli “IUSVE ambassador”, un gruppo composto da Giulia Compagnin, Elisa Filippini, Stefano Girotti e Ginevra Visioli che si occuperà dell’animazione dei social media dell’Istituto universitario.

Il magazine “Cube live” verrà pubblicato nella sua versione integrale e sarà pienamente operativo all’interno del nuovo sito dello IUSVE dal 23 febbraio, data di inaugurazione dell’anno accademico 2023-2024.

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